Elisabetta dei Comitati Territoriali contro la privatizzazione dell'acqua ha inviato a tutti gli aderenti il sottostante Report, che ci riguarda tutti, aderenti e non, perché in questo nostro Bel Paese i Poteri impongono regole che sono contro ogni rispetto della Carta Costituzionale.
Report dell'incontro dei comitati territoriali contro la
privatizzazione
dell'acqua del 12 e 13 gennaio 2013.
Comitato provinciale Latina,
Coordinamento Castelli Romani,
Coordinamento comitati di Arezzo,
Comitato Umbro Acqua Pubblica conrappresentanze di Orvieto, Perugia, Alto Tevere, Bettona, Lago,
Comitato cittadino di Aprilia,
Comitato Pugliese acqua bene comune con rappresentanze di Lecce, Bari, Brindisi, rappresentanze della Sicilia.
Nella prima giornata discussione sul nuovo
metodo tariffario
tutti hanno espresso la contrarietà al nuovo metodo che
ripropone in altri
termini quanto abrogato con i referendum. Si è inoltre
discusso sulle
conseguenze che questa apporterebbe sui territori che in
maniera diversa stanno
lavorando sulle tariffe. In particolare i comitati
Umbro, Arezzo e Castelli
Romani stanno facendo la campagna di obbedienza
civile, mentre ad Aprilia la
contestazione della tariffa che è in atto da
diverso tempo, riguarderà
relativamente il nuovo metodo perchè i cittadini
pagano la tariffa antecedente
alla legge Galli in quanto non hanno mai
riconosciuto il gestore Acqua Latina.
E' stata rilevata la difficoltà di
praticare l'obbedienza civile sia perchè è
difficile farla comprendere ai
cittadini, che hanno paura dei distacchi, sia
perchè è molto impegnativa,
inoltre molti territori si sono trovati con altre
emergenze. Ad esempio la
Puglia ha avuto il problema dei distacchi di interi
condomini (l'AQP infatti
stacca l'acqua a condomini quando anche un solo
condomino non paga la
bolletta); in Sicilia ci sono province come Agrigento,
Palermo e
Caltanissetta dove la tariffa dell'acqua è molto alta e si potrebbe
proporre
l'obbedienza civile, in altre ci sono problemi di erogazione di
acqua, in
altre ancora come a Catania ci sono problemi tra gestore e ato perchè
non è
stato fatto l'affidamento, le tariffe sono basse anche se c'è la quota
di
depurazione senza che il territorio ne sia servito. (Nota di Rita Coltellese: ESATTAMENTE COME DIVERSE ZONE DEL TERRITORIO DEI CASTELLI ROMANI!)
Per quanto riguarda
l'inquinamento ci sono problemi con l'arsenico nei
Castelli Romani, Orvieto e
in alcune zone di Latina. C'è da dire che il
31.12.2012 è scaduta la deroga
concessa dall'UE sull'arsenico, quindi i
gestori che ancora non si sono
adeguati dovranno pagare multe salate fino
all'adeguamento.(Nota di Rita Coltellese: Non è che le faranno pagare agli utenti spalmandole sulle bollette?!)
Si è
parlato anche dell'iniziativa europea proposta dal Contratto mondiale
che
riguarda una raccolta di firme per l'eliminazione della direttiva 60 sul
full
recoveri cost, ma questa deve ancora partire.
In conclusione della
giornata è emersa la necessità di trovare contenuti
comuni che uniscano i
comitati territoriali ma guardando alle esigenze
specifiche dei territori. In
particolare, questi consistono nel rilanciare il
diritto all'accesso
all'acqua rivendicando i 50 lt. gratuiti a persona
garantiti dall'OMS e una
campagna contro i distacchi dei contatori, inoltre
viste e competenze
acquisite sulle bollette, attaccare i gestori nelle diverse
irregolarità che
compiono nelle fatturazioni come l'applicazione di canoni di
depurazione
quando mancano i depuratori, la fasce tariffarie e altro. Il nuovo
metodo
tariffario del'AEEG è un'altra stangata che ci riguarda tutti
perchè:
ripropone il profitto sotto forma di oneri finanziari e oneri
fiscali
forfettari;
prevede la componente tariffaria relativa a costi
ambientali applicando il
principio di ''chi inquina paga'' (chi inquina non
si sa, ma a pagare siamo
noi!)
prevede la retroattività compromettendo
il lavoro fatto con le contestazioni
della campagna di OC;
non prevede
fasce a garanzia del minimo vitale e prevede possibili depositi
cauzionali a
copertura delle morosità.
Il ricorso alla delibera dell'AEEG da valutare con
l'avvocato, potrebbe essere
un momento di aggregazione per i comitati che
hanno bisogno oggi di ricostruire
un livello nazionale di lotta. Cosi come
sono importanti le azioni contro il
gestore che riguardano la tariffa, come ad esempio il rimborso del canone di
depurazione, i ricorsi al giudice di
pace sulle singole contestazioni, gli
esposti per i problemi
ambientali.
Ma oltre le azioni legali sono importanti azioni di pressione
politica. A
questo proposito sono state fatte le seguenti
proposte
l''agenda fonti'' i 10 punti che ci aspettiamo dal prossimo governo
(la bozza
è già stata elaborata e verrà proposta in lista);
la campagna
contro i distacchi dei contatori ''l'acqua non si stacca!''
la restituzione
delle tessere elettorali a Napolitano prima della fine del suo
mandato,
rimodulando la lettera, facendo presente che, nonostante la seconda
sentenza
della CC sui referendum, il voto di 28 milioni di cittadini continua
ad
essere ignorato
Nella seconda giornata è stata fatta una discussione sul
movimento
dell'acqua.
La battaglia dell'acqua c'era prima del referendum,
con il referendum e ancora
oggi continua dopo il referendum il cui risultato
è uno strumento importante
conto la privatizzazione dell'acqua e arrivare
ad una gestione pubblica e
partecipata. Non possiamo accettare che tutto il
nostro lavoro sia stato
ribaltato dalla politica all'interno del forum. E'
necessario rilanciare la
battaglia per tutelare il patrimonio che abbiamo
costruito sedimentando le
relazioni sui territori. E' importante chiedersi in
che modo si stà all'interno
dei movimenti, se per conto di associazioni
nazionali e quindi nel loro
interesse oppure perchè si perseguono interessi
generali legati alle esigenze
dei cittadini. C'è una mancanza di democrazia
esterna perchè manca un
interlocutore politico, mentre il ''mercato'' domina
su ogni regola sociale.
E' importante quindi saper leggere quello che viene
dalla cittadinanza. E'
imprescindibile il legame territori e comitati per
costruire il livello
nazionale. A questo proposito il rimborso referendario
doveva/ deve servire a
sostenere i comitati territoriali, nelle azioni come
quelle legali e altre
come la verifica della qualità dell'acqua su tutti i
territori che comporta
analisi molto costose.
Per ricostruire il livello
nazionale di movimento si propone la costituzione
di un documento (ma non è
stato chiarito lo scopo di questo documento, forse
che elenchi i principi sui
quali tutti ci riconosciamo? Come ad esempio la
carta del forum mondiale di
Porto Alegre?) da proporre anche ad altri comitati
territoriali, la
costituzione di una mailing list (chiusa) dove poterci
confrontare e
collaborare nella pratica. Si decide inoltre che gli incontri
nazionali
avvengano a rotazione sui territori, e di volta in volta, il
comitato locale
che ospita l'incontro si fa carico di fare il report. La
realizzazione delle
iniziative e la produzione di materiali come volantini etc.
etc., dovrà
essere fatta con la collaborazione di tutti, comunicando sulla
mailing
list.
Tra i primi materiali, che serviranno anche per eventuali banchetti,
c'è
l'agenda ''fonti'' e la rimodulazione della lettera per la restituzione
delle
tessere elettorali.
Aggiungo un mio commento.
Veniamo da un
percorso molto irto e difficoltoso, un referendum e un impegno
che ci ha
sfiancati.
Siamo stanchi, ma anche molto motivati a non far retrocedere le
vittorie che
abbiamo conseguito, quindi, raccogliamo tutte le forze e
riscendiamo in piazza
Non è ancora finita!