Savona - La febbre del sabato pomeriggio. Il fascino da “guappo” di Fabrizio Corona e la botta di adrenalina di un flash mob sulle note di Gangnam Styleabbattono il freddo, surriscaldano Savona e, soprattutto, le savonesi.
Tutto avviene in meno di un’ora e nel giro di pochi metri. Si parte in via Pia, dove poco dopo le 16.30 arriva Fabrizio Corona che promuove la sua linea di borse MiaBag.
Un marchio contrassegnato dall’ indimenticabile“farfallina” di Belen lanciata al Festival di Sanremo. Ma se all’epoca a infiammarsi era stato il pubblico maschile stavolta ad andare in visibilio sono le donne. Mamme, figlie e anche qualche nonna tutte in fila fuori al negozio “Eventi” per scattare una fotografia insieme all’uomo che delle foto è stato per anni il re. Le più calorose lo abbracciano, le più coraggiose chiedono un bacetto. «Perché siamo qui? Semplice: perché Corona è troppo figo», la risposta più gettonata.
Da: IVG.it
Savona, arriva Fabrizio Corona mandando in visibilio ragazzine e pensionate
!?!?!?!?!?!?!?
Da: Il Corriere della Sera di oggi
Chissà se veramente Fabrizio Corona arriverà presto, in qualche commissariato di
polizia, per consegnarsi spontaneamente e scontare la sua pena. O se invece è
già lontano, all'estero, dove da sabato lo cerca anche l'Interpol, dopo che si è
reso irreperibile non appena è scattata la condanna in via definitiva a cinque anni di reclusione,
mille euro di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici per estorsione
aggravata e trattamento illecito di dati personali ai danni del calciatore David
Trezeguet.
!?!?!?!?!?!?!?
Da: TGCOM24
"Avevo una relazione con Corona"
Lele Mora: "Per lui ho speso 2 mln"
Nuovi dettagli shock nell'ambito
dell'inchiesta sul sul crac della Corona's. "Ebbi una
relazione con Fabrizio Corona, spesi per lui circa 2 milioni di euro nel periodo
2004-2006. I soldi provenivano da fatture false", ha dichiarato ai pm
Lele Mora. "Nel 2005 sono iniziati i litigi tra Corona e la
Moric, avendo scoperto l'esistenza della nostra relazione, cosa
che avevo sempre negato e che poi è emersa durante vallettopoli", ha
aggiunto.
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Fabrizio Corona è un bel ragazzo senza remore e senza scrupoli.
Lele Mora ha detto anche che è stato il suo amante.
Di certo ricattava le persone con le sue foto...
La ex-moglie, Nina Moric, ha dichiarato che non ha morale in assoluto e molte altre cose...
Ciò nonostante le signore sopra descritte si sono sentite onorate di farsi fotografare con lui...
Che dire: non c'è discrimine morale. Non c'è condanna etica... Dunque se Corona ha il curriculum esistenziale che tutti possono leggere ovunque e viene accolto dalla gente così, vuol dire che in quelle persone che lo hanno osannato non vi è filtro morale e, aggiungerei, neppure culturale.
Non ci dobbiamo meravigliare se poi Berlusconi prende voti nonostante le olgettine, le minetti, le noemi, le ruby ecc. ecc..
L'Ispettorato Generale di Amministrazione svolge
funzioni e compiti in materia di controlli, ispezioni e inchieste amministrative
su incarico del ministro dell'Interno, su disposizione del Presidente del
Consiglio, di altri ministri o su richiesta dei capi dipartimento
dell'Amministrazione dell'Interno nonché le funzioni in materia dei servizi
archivistici di competenza del ministero dell’Interno.
L’organizzazione
dell’Ispettorato Generale è disciplinata dall’art. 3 del d.P.R. 7 settembre
2001, n. 398 e dal d.P.R. 8 marzo 2006, n. 154 che hanno riordinato gli uffici
centrali di livello dirigenziale generale del ministero dell’Interno e dal
D.P.R. 24 novembre 2009 n.210 che ha modificato la struttura organizzativa del
ministero dell’interno.
I compiti espressamente attribuiti
all’Ispettorato sono i seguenti:
svolgimento di ispezioni periodiche presso gli
uffici centrali e periferici dell’Amministrazione dell’Interno, secondo il
programma approvato annualmente dal ministro;
espletamento delle ispezioni straordinarie
presso gli uffici dell’Amministrazione, nonché presso gli istituti ed enti
dipendenti o vigilati dall’Amministrazione stessa;
svolgimento di ispezioni e di inchieste presso
altri ministeri, istituti o enti pubblici da essa vigilati, su richiesta del
Presidente del Consiglio dei ministri o di altri ministri.
Ad essi vanno aggiunti quelli conferiti con la
Legge 23 dicembre 1996, n. 662 (art.1, comma 62) e dal decreto legislativo 30
luglio 1999, n.286 (artt. 2 e 10) riguardanti:
verifiche sui rapporti di lavoro a tempo pieno e
parziale;
controllo sulla regolarità amministrativa e
contabile dell’azione amministrativa posta in essere dai vari uffici;
verifica sulla corretta applicazione delle norme
sull’autocertificazione;
rilevamento dei procedimenti non conclusi nei
termini di legge.
Si procede anche alle analisi ed elaborazioni
delle situazioni riscontrate ai fini dell’adozione da parte delle strutture
competenti degli opportuni provvedimenti.
Inoltre, da ultimo, in
attuazione dell’art. 1 della Legge n. 35 del 4.4.2012, con D.M. 31.7.2012 è
stato attribuito al capo dell’Ispettorato Generale di Amministrazione il potere
di sostituirsi al dirigente o al funzionario inadempiente in caso di inerzia o
ritardo dell’ufficio competente alla conclusione del procedimento. Tali poteri
sono esercitati nei modi e nelle forme stabilite dai commi 9-ter, -quater,
-quinquies che prevedono:
la conclusione del procedimento entro il termine
pari alla metà di quello originariamente previsto dalla legge o dal regolamento;
la comunicazione al ministro, entro il 30
gennaio di ogni anno, dei procedimenti, suddivisi per tipologia e struttura
amministrativa, per i quali non è stato rispettato il termine di conclusione.
In base alla direttiva generale del ministro
dell'Interno, che annualmente fissa gli obiettivi che i diversi uffici del
dicastero devono conseguire, i dirigenti assegnati all'Ispettorato svolgono
ispezioni ordinarie in ordine all'attività amministrativa posta in essere dagli
uffici centrali e periferici (Uffici territoriali del
governo-prefetture) dell'Amministrazione.
Le ispezioni hanno per
oggetto il riscontro sulla regolarità amministrativa e contabile dell'attività
relativa a determinate materie, che attengono ai compiti istituzionali degli
uffici sottoposti a verifica. Le materie e le sedi da ispezionare sono
individuate secondo un programma annuale proposto dall'Ispettorato ed approvato
dal ministro, nel contesto della suddetta direttiva.
All'attività ordinaria
sopra delineata, si può aggiungere, inoltre, quella ispettiva derivante da
inchieste amministrative in merito a situazioni specifiche di particolare
gravità verificatesi nelle amministrazioni. Tali tipi di incarico possono essere
conferiti all'Ispettorato dal Presidente del Consiglio, dal ministro
dell'Interno o da altri ministri ovvero richiesti dai capi dipartimento
dell'Amministrazione dell'Interno.
Pertanto, nell'ambito dell'attività
ispettiva, si distinguono "ispezioni" e "inchieste".
Le prime consistono
in atti di controllo compiuti, periodicamente o in via straordinaria, per
accertare se l'attività di un ufficio pubblico sia svolta in modo regolare. Le
inchieste, invece, consistono in investigazioni promosse ed eseguite per
accertare la verità di determinate situazioni di fatto e chiarire tutti gli
elementi rilevanti ai fini dell'esercizio dei poteri di intervento spettanti ad
un'autorità superiore su quella inferiore. Entrambe le forme di rilevazione
possono dar luogo all'accertamento di responsabilità sotto il profilo
disciplinare, contabile, patrimoniale, civile e penale.
L'attività ispettiva
si conclude con una dettagliata relazione analitica e una scheda sintetica
riepilogativa, entrambe redatte dagli ispettori, completate da una comunicazione
del capo dell'Ispettorato che evidenzia taluni aspetti ritenuti significativi
dal punto di vista politico-amministrativo.
Servizi Archivistici
I Servizi Archivistici dell’Ispettorato Generale
di Amministrazione – nei quali, ai sensi di quanto previsto dall’art. 3, comma
4, del d.P.R. 24 novembre 2009, n. 210, sono confluite le competenze
precedentemente attribuite all’Ispettorato Centrale per i servizi archivistici –
sono preposti alla tutela dei documenti riservati, già svolta per il tramite
dell’Ispettorato Centrale per i Servizi Archivistici, istituito con decreto del
ministero dell’interno dell’11 maggio 1976.
Con l’entrata in vigore del
D.P.R. 24 novembre 2009 n. 210., l’IGA è anche preposto alla tutela dei
documenti contenenti dati sensibili personali, dati relativi a provvedimenti di
natura penale e dati relativi alla politica estera o interna dello Stato,
sottratti alla libera consultabilità per lassi di tempo predeterminati per
legge, conservati nell’Archivio Centrale dello Stato, negli Archivi di Stato e
negli archivi storici e di deposito degli enti pubblici, nonché negli archivi
privati dichiarati di notevole interesse storico dalle competenti Soprintendenze
Archivistiche
In particolare l’attività istituzionale si concretizza in
tre settori fondamentali:
L’adozione, a seguito di impulso
proveniente dalle Soprintendenze Archivistiche oppure da altri organi statali
centrali o periferici, di provvedimenti declaratori di riservatezza dei
documenti contenenti dati sensibili personali, dati relativi a provvedimenti di
natura penale e dati relativi alla politica estera o interna dello Stato che,
per periodi temporali legislativamente predeterminati, sono sottratti alla
libera consultazione, adozione effettuata in applicazione del combinato disposto
degli artt.122,125 e 127 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42 recante
il Codice dei beni culturali e del paesaggio;
L’adozione, ai sensi degli artt.
123 e 127 del medesimo Codice, in favore dei privati che inoltrino apposita
domanda, di provvedimenti autorizzatori finalizzati a consentire la
consultazione, per scopi storici, di documenti riservati. L’autorizzazione alla
consultazione è rilasciata previo parere del Direttore dell’Archivio di Stato
per i documenti ivi custoditi, o del Soprintendente Archivistico per gli atti
conservati negli archivi storici degli altri enti pubblici o negli archivi
privati dichiarati di notevole interesse storico e udita la Commissione
consultiva per le questioni inerenti la consultabilità degli atti d’archivio
riservati, istituita dall’art.8 comma 1, del decreto legislativo 30 luglio 1999,
n.281 e allocata presso l’Ispettorato Generale – Servizi Archivistici;
Il rilascio, dietro impulso
proveniente da soggetti pubblici, di atti di assenso allo scarto di documenti
riservati, secondo quanto prescritto dall’art.9 del d.P.R. 8 gennaio 2001, n.37
recante il regolamento di semplificazione dei procedimenti di costituzione delle
Commissioni di sorveglianza sugli archivi.
Documenti riservati
I documenti conservati nell’Archivio centrale dello Stato, negli Archivi
di Stato e negli archivi storici e di deposito degli enti pubblici, nonché negli
archivi privati dichiarati di notevole interesse storico dalle competenti
Soprintendenze Archivistiche, sono liberamente consultabili, ad eccezione degli
atti contenenti dati sensibili personali, dati relativi a provvedimenti di
natura penale e dati relativi alla politica estera o interna dello Stato, che
sono, per periodi temporali predeterminati, sottratti alla consultazione.
In
particolare i documenti contenenti i dati sensibili personali sono consultabili
40 anni dopo la loro adozione, all’infuori di quelli relativi allo stato di
salute, alla vita sessuale ed ai rapporti riservati di tipo familiare, che lo
diventano 70 anni dopo la loro formazione (art. 122 comma 1 lett.b, del decreto
legislativo 22 gennaio 2004 n.42 – Codice dei beni culturali e del paesaggio)
mentre, per i certificati di assistenza al parto, il termine di segregazione è
elevato a 100 anni (art.893 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196 –
Codice in materia di protezione dei dati personali).
Per quanto concerne i
dati relativi ai provvedimenti di natura penale e i dati relativi alla politica
estera o interna dello Stato, gli atti che li contengono diventano consultabili,
rispettivamente 40 e 50 anni dopo la loro adozione (art.122, comma 1, lett.a,
del citato decreto legislativo n.42/2004).
Tuttavia, per scopi storici, i
documenti riservati possono essere consultati anche prima della scadenza dei
termini indicati, previa presentazione di apposita, documentata, istanza.
Autorizzazione alla consultazione di documenti
riservati
Le domande di autorizzazione alla consultazione, per
scopi storici e di ricerca, degli atti non ammessi alla libera consultabilità,
ove gli stessi siano depositati presso gli Archivi di Stato, redatte dagli
interessati su appositi modelli e corredate dei relativi progetti di ricerca
vanno indirizzate alle Prefetture, le quali provvedono a svolgere la relativa
istruttoria, comprendente fra l’altro, l’acquisizione del parere del Direttore
del competente Archivio ed a trasmetterle, con proposta motivata,
all’Ispettorato Generale - Servizi Archivistici.
Per i documenti
archivistici custoditi nell’Archivio Centrale dello Stato, le domande , al pari
redatte su appositi modelli e corredate dai relativi progetti di ricerca, sono
inviate direttamente all’Ispettorato Generale – Servizi Archivistici del
Sovrintendente del predetto Archivio, che esprime, in proposito, il proprio
parere.
Le istanze, così istruite, vengono esaminate successivamente dalla
Commissione consultiva per le questioni inerenti alla consultabilità degli atti
di archivio riservati, istituita con il precipuo scopo di prestare consulenza al
Ministero dell’Interno, consulenza che si sostanzia nell’a nalisi comparativa
tra l’interesse ad accedere agli atti e l’interesse a che non vengano pubblicati
dati riservati, la cui divulgazione potrebbe ledere la riservatezza individuale.
Proprio al fine di contemperare interessi contrapposti, la Commissione,
presieduta dal Prefetto Capo dell’Ispettorato Generale di Amministrazione è
composta da un rappresentante del Garante per la protezione dei dati personali,
da un rappresentante della Commissione per l’accesso ai documenti
amministrativi, nonché da due membri designati dal Ministro dei Beni e delle
Attività Culturali, uno dei quali docente universitario di Storia.
Conclusa la fase istruttoria con il parere del predetto organo
collegiale, viene quindi adottato il decreto autorizzatorio a firma del
sottosegretario di Stato delegato dal ministro dell’Interno. E ciò in quanto gli
interessi coinvolti nel procedimento possono comportare apprezzamenti correlati
all’indirizzo politico in senso stretto, ed alle linee guida di politica interna
ed estera.