Berlusconi pifferaio, Monti mascalzone, Bersani Gargamella. A un mese dalle elezioni è una campagna piena di insulti In campagna elettorale la tensione, inevitabilmente, sale. E dal confronto allo scontro verbale il passo è breve. L'insulto, insomma, è breve.
L'insulto, insomma, è sempre dietro l'angolo. Se poi lo stile è
british, come nel caso del premier dimissionato Mario Monti, o più
nazionalpopolare con punte verso il turpiloquio, come per Beppe Grillo,
dipende dalle caratteristiche del candidato o dall'effetto mediatico che si
vuole avere sugli elettori.
Agli attacchi verbali tra i contendenti, gli elettori ci sono ormai abituati,
da almeno quindici anni. E la tornata elettorale di questo 2013 non fa
eccezione. Un contributo corposo alla campagna elettorale portata avanti a colpi
di battute, colpi bassi, calembour e parolacce lo fornisce proprio il leader del
Movimento 5 stelle.
L'elenco è lungo e i
bersagli non si contano più. Così, Silvio
Berlusconi è lo "psiconano", "un uomo di 74 anni senza prostata", uno che è
"sotto azoto da 10 anni", "testa asfaltata". Bersani è Gargamella", il mago
cattivo che vuole catturare i puffi, o, a scelta, uno "zombie" o "un fallito".
Roberto Maroni è
«un barbaro sognante, infatti sogna sempre di prenderci per il culo», mentre Matteo Renzi si
becca un "ebetino di Firenze", Nichi Vendola un "supercazzolaro", un "buco senza
ciambella". I parlamentari, infine, non sono altro che "larve ben pagate" e
quindi, l'esortazione, conseguenziale, di Grillo agli onorevoli non può che
essere "andatevene, facce di m...".
Ai livelli di Grillo,
il Cavaliere non ci arriva, però l'ex premier non ha fatto mancare, in queste
settimane di "tour" tra tv pubbliche e private, qualche regalo verbale agli
avversari, tanto per mettere un po' di pepe alla campagna elettorale. Così Monti
è "un matto" o "un mascalzone" e, insieme ai suoi alleati Casini e Fini, forma "il
trio sciagura".
Sebbene Monti si sia presto adeguato al clima della campagna elettorale,
mettendo da parte la cautela fin qui mostrata nel parlare della classe politica,
non si è mai lanciato in improperi. Le sue stilettate agli avversari conservano
comunque un certo aplomb. Al massimo, si è spinto nel definire Berlusconi un
"pifferaio": come il protagonista della favola di Hamelin che incantava i topi
con il suo flauto, così il Cavaliere ha incantato gli italiani, soprattutto
sulla dolente questione delle tasse, ha detto Monti, che ha riservato al leader
del Pdl un altro colpo basso, inferto con i guanti bianchi: "spesso all'estero
ci è stato detto che non si vedeva un presidente del Consiglio da tempo...".
La replica di Berlusconi non si è fatta attendere: «Chi dice queste cose è un mascalzone, questa è una mascalzonata», ha detto il leader del Pdl rigettando le critiche sullo scarso impegno del suo governo contro la crisi: «lo spread è una cosa indipendente, queste sono menzogne, non è la realtà». E poi, io pifferaio?: «Anche lui ha fatto illudere noi, è veramente un bluff e ci siamo caduti tutti. Abbiamo tutti sperato che questo signore fosse quello che appariva. Probabilmente vuole tassarmi anche il piffero...".
L'attacco si allarga anche ai compagni di viaggio del premier, Fini e Casini: «Monti è in bella compagnia... ha scelto i peggiori politici, le peggiori persone che sfortunatamente mi è capitato di incontrare nella vita. Con Casini e Fini ha messo su un trio... già circola il nome: il trio sciagura. Una sciagura anche per l'Italia». E a sette anni di distanza è ricomparso sulla scena il "coglioni" che il Cavaliere aveva graziosamente elargito nel 2006 a quegli italiani che votavano a sinistra. Stavolta l'ex premier, ospite da Santoro, ha ricordato, a modo suo, il sostegno sempre avuto da una parte consistente degli elettori: «Ogni volta che mi sono presentato sono stato votato da 11-13 milioni di italiani. Tutti coglioni?». E al pubblico in studio che ha cominciato a fischiarlo, ha concesso il bis: "I coglioni siete voi».
L'ultima perla del Cavaliere è il "matto" con cui ha etichettato il suo bersaglio principale, Monti: «O pensa che gli italiani siano matti, o c'é in giro un matto che pensa di essere Monti...».
Tra i protagonisti di questa campagna elettorale c'è il leader di Sel Nichi Vendola, la cui colpa, secondo alcuni avversari politici, è quella di essere omosessuale. Più volte, infatti, il governatore della Puglia è stato aspramente attaccato per i suoi gusti sessuali: il consigliere comunale del Pdl di Vigevano, Andrea Di Pietro, ha sparato dal suo profilo facebook un "Vendola è viscido quanto la vaselina che usa».
Elegante anche
l'affondo, ma in questo caso si è trattato di fuoco amico, dell'assessore al
bilancio del Comune di Ferrara, il renziano Luigi Marattin, che ha esortato
Vendola ad andare ad «elargire prosaicamente il tuo orifizio anale in maniera
totale e indiscriminata». Un "vaffa" omofobo, condito con l'accostamente a Tony Blair, «la
figura pù' fallimentare della sinistra europea, che ha sempre perso e fatto
perdere". In punta di penna, o meglio di tastiera», anche l'invettiva di
Giuseppe Ripa, assessore pidiellino al traffico a Lecce, che ha colpito il
leader di Sel con un uno-due: «Signorina» e «gay disturbato». Poi, però, si è
dimesso.
E Bersani? Per ora
niente. Tanto che Fiorello, dalla sua edicola virtuale lo ha esortato ad
"insultare" qualcuno, per non rimanere ai margini del ring verbale sul quale se
le danno di santa ragione gli altri contendenti. E non ci sarebbe niente di
male, in fin dei conti: anche il leader più potente del mondo, il presidente
degli Stati Uniti Barack Obama, si è
lasciato scappare qualche insulto nella campagna per le presidenziali (poi
vinte) dello scorso anno: ha definito il suo sfidante un "cacciaballe", parola
che in inglese suona ancora più volgare, "bullshitter".
Monti rivendica la svolta rispetto al passato e a enfatizzare politicamente
il concetto ci pensa il presidente della Camera e leader Fli Gianfranco Fini che
sintetizza la situazione che si presenta al giudizio degli elettori: da un lato
«il Pdl è tornato al vecchio amore tornando all'alleanza con la Lega ed il Pd ha
fatto nuovamente un'alleanza con Sel di Vendola. Noi rappresentiamo invece la
novità». Oggi la novità è che c'è «una coalizione che non è di centro ma è guidata da Monti e unisce persone di destra e di sinistra per presentare non un libro dei sogni, ma riforme possibili per superare questo bipolarismo stantio». Il capogruppo Fli alla Camera Benedetto Della Vedova, sceglie invece un tweet per replicare a Berlusconi: «Berlusconi parla di un leaderino matto che va in giro: chiaramente autobiografico».
A Porta a porta, infine,
incrociano le lame il segretario del Pdl Angelino Alfano
e il leader Udc Pier Ferdinando Casini che accusa: «Avete portato per quattro
anni l'Italia allo sfascio e ora non potete prendervela con il medico Monti».
Immediata la replica dell'ex ministro della Giustizia: «La situazione economica
per cui la gente non vede la luce in fondo al tunnel e' tutta dovuta a questo
anno di governo Monti».
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I più eleganti e corretti, dunque, sono il Prof. Monti e Bersani!
Peccato che Monti si è messo con uno come Fini e Bersani si è fatto dare i soldi dall'Ilva per la sua precedente campagna elettorale, nonostante il suo partito riceva dalle casse dello Stato tanti milioni di euro da far girare la testa (ricordo sempre CONTRO il pronunciamento referendario degli italiani)!
Roberto Maroni non è "un barbaro sognante" neanche un po': egli non sogna affatto. E', come molti della sua specie, una faccia non di bronzo, è troppo poco, di pietra! Prende le scope per spazzare via cosa?? Bossi è ancora lì e se non sbaglio si candida pure!
Gli insulti a Berlusconi sono di vecchia data: "psiconano" "testa asfaltata" l'ho letto centinaia di volte sul vecchio blog di Antonio Di Pietro scritto da chi lo seguiva... E scrissi che erano di cattivo gusto.
Ma sono niente a paragone di quello che certe persone dicono a Vendola! Una cosa vergognosa da quel che si legge in questo articolo. Questa è vera omofobia e della peggior specie! Vendola non si nasconde, non finge, non è un ipocrita, non è un vigliacco e non può essere ripagata così la sua sincerità nell'esprimere, dignitosamente, quello che è! Non si traveste, non dà scandalo con il suo comportamento omosessuale. Dunque questi commenti ed epiteti sono ancora più gravi e si ripercuotono contro chi li ha proferiti come un boomerang!
Purtroppo non condivido appieno le sue scelte politiche, altrimenti lo voterei... e non è detto che non lo farò!
Monti ha dato del pifferaio a Berlusconi e in effetti più che un insulto è una definizione calzante sul personaggio. Per contro egli ha reagito con il suo solito spirito che fa sorridere: " Probabilmente vuole tassarmi anche il piffero...", dimostrando senso dell'umorismo ma anche la sua fissazione per quella parte del suo corpo, emulo di Moravia che scrisse addirittura un libro su quella parte del suo corpo, intitolandolo "Io e Lui"!
Si capisce che si sia offeso per il "pifferaio " e che per questo abbia reagito con un improbabile "mascalzone" affibbiato a Monti che, certo ha sorpreso un po' tutti con la sua "ascesa in campo", però l'epiteto non gli si attaglia affatto e sembra più un boomerang, detto da Berlusconi, come anche la parola "matto"!!