Da: Il Fatto Quotidiano
Tu quoque, Oscar Giannino
Vediamo perché. Anzitutto, nonostante le ripetute e
un po’ goffe ritrattazioni del giorno dopo, il dolo sembra proprio esserci
stato. Nel curriculum online sul sito dell’Istituto Bruno
Leoni, centro di ricerca cui Giannino ha legato buona parte della
sua reputazione di giornalista esperto di economia, anche grazie alla redazione
del suo Chicago Blog, fino
a ieri si leggeva chiaramente che “Oscar Giannino è laureato in giurisprudenza
ed economia e ha conseguito il diploma in Corporate Finance e Public Finance
presso la University of Chicago Booth School of Business” (lo stesso,
prestigioso, ateneo in cui Luigi Zingales è professore ordinario di
Entrepreneurship and Finance). Due lauree e un master
insomma.
Tale versione del cv è stata online per
molto tempo – prima di essere frettolosamente cancellata dopo la
dichiarazione di Zingales – ed è improbabile che Giannino, o chiunque a lui
vicino, non l’abbia mai notata. Anche perché è stata ripresa da diversi altri
siti, giornalistici, economici e politici, al punto che l’immagine pubblica di
Giannino veniva, fino a ieri, generalmente associata anche ai suoi studi
a Chicago, tempio dell’economia neoclassica e liberista. Associazione
del tutto naturale, visto che il tratto più distintivo della figura pubblica e
politica di Giannino sono le sue competenze economiche e le posizioni molto
nette contro l’intervento pubblico nell’economia, e che il suo blog si chiama
proprio “Chicago Blog”. Del resto, anche la posizione di “Senior Fellow” presso l’Istituto Bruno Leoni ha un sapore
decisamente accademico.
Non meraviglia quindi che il leader di
Fermare il Declino abbia esplicitamente dichiarato in televisione di aver conseguito il
famigerato master a Chicago. Probabilmente era consapevole che “gli studi a
Chicago” fanno parte della sua figura pubblica e che fosse conveniente
assecondare l’equivoco.
È altrettanto naturale e facilmente comprensibile che Luigi Zingales, una
volta conosciuta la verità, non abbia potuto tenere un comportamento omertoso e
complice, visto il rischio di subire a sua volta un grave danno alla
reputazione. Accusare Zingales di intelligence col nemico è
semplicemente ridicolo. L’economista dell’Università di Chicago si è comportato
nell’unico modo possibile e di certo non ci ha guadagnato nulla, anzi.
La linea difensiva di Giannino a mio parere ha aggravato la
situazione. Inizialmente, il leader di Fid ha negato di aver
millantato studi a Chicago, proprio mentre in rete stava diventando virale il video di un’intervista a Repubblica in cui diceva senza
ombra di equivoci di aver conseguito il master. Giannino ha quindi reso noto di
aver effettivamente trascorso un periodo di tempo a Chicago, ma per
studiare l’inglese e senza frequentare alcun corso universitario. Poi,
ha affermato di non aver mai controllato il suo cv in rete sul
sito dell’Istituto Bruno Leoni, forse redatto da un ignoto stagista che avrebbe
inventato di sana pianta le sue credenziali accademiche (un’invenzione
insolitamente particolare e circostanziata). Ciò significa che non avrebbe mai
controllato nemmeno tutti gli altri suoi cv presenti in rete, quale per esempio
quello del Festival Internazionale del Giornalismo, che unanimemente gli
attribuivano il master (e due lauree). Né ha mai sentito l’esigenza di
rettificare ogni volta che, nella presentazione a un talk show, gli si
attribuivano fantomatici studi a Chicago.
Vi sembra credibile? A me no. Anzi mi pare un insulto
all’intelligenza dei militanti e simpatizzanti di Fermare il Declino,
tra i quali peraltro ci sono tante persone che studi economici li hanno
affrontati per davvero, a costo di grandi sacrifici. Vale la pena notare che,
nelle dichiarazioni del giorno dopo, Giannino ha precisato di non avere alcun
titolo accademico. Sembra di poterne dedurre (ma non ci sono riscontri
oggettivi, né interpretazioni autentiche da parte del diretto interessato) che
anche le due lauree non sono mai state conseguite.
Su Facebook, molti militanti di Fid hanno
comprensibilmente tentato di ridimensionare la vicenda. Michele Boldrin, economista di chiara e meritata fama
internazionale, ha scritto provocatoriamente sulla sua bacheca: “Poi ci sono i
baroncelli italiani, quelli omertosi con se stessi ed i loro colleghi ad
ogni concorso, che scoprono d’avere una coscienza e chiedono
“fuori il Cv”. Ottima idea: tirate fuori il vostro!”. Versione
accademica dell’evangelico “chi è senza peccato scagli la prima pietra” (mi
permetto di copiare lo status qui perché Boldrin lo ha reso pubblico, cioè
visibile a tutti, amici e non).
Non è una buona strategia. Qui non si tratta di fare
una gara a chi ha il cv migliore e la carriera più trasparente.
Personalmente sono molto interessato a conoscere il vero cv dei candidati
premier, specie di quelli che professano trasparenza e merito, proprio perché
non sono un barone e mi sono impegnato in battaglie pubbliche per la trasparenza
e il merito nella mia istituzione, l’università (per inciso, rispondo all’invito
di Boldrin e mostro il mio cv, spero dignitoso ancorché infinitamente più
modesto del suo. Aggiungo che i cv di tutti gli accademici onesti sono già
pubblici, visto l’obbligo di renderli disponibili sui siti dei rispettivi
atenei).
Il problema è la credibilità. Se uno mente in pubblico sulle
proprie credenziali, può mentire su tutto. Come può allora un
elettore fidarsi di lui? Non so se Giannino debba dimettersi, questo dipende
dalla sensibilità sua e, a questo punto, soprattutto da quella dei suoi rigorosi
compagni di viaggio. E mi disturba che a chiedere le dimissioni di Giannino sia
oggi uno dei più grandi mentitori pubblici della storia d’Italia, uno che ha
imposto al Parlamento di sottoscrivere che Ruby fosse la nipote di Mubarak,
insieme a tante altre menzogne. Ma sono sicuro che cavalcare l’argomento del
“così fan tutti” o fingere che si sia trattato di un banale equivoco non sia una
soluzione che aiuta Fermare il Declino, né (e questo è ciò che più mi sta a
cuore) a promuovere una cultura della trasparenza e del merito in
Italia.Da questo blog: 20 ottobre 2012
Per chi votare?
Questo signore si chiama Michele Boldrin ed è un Professore Universitario di Economia.
Professore non in Italia, dove i concorsi universitari non si vincono per bravura, salvo eccezioni, ma dopo carriere di portaborse del professore già in carica e attraverso strade che raramente passano per il merito.
Ha fondato un Movimento, di ispirazione liberista.
Professore non in Italia, dove i concorsi universitari non si vincono per bravura, salvo eccezioni, ma dopo carriere di portaborse del professore già in carica e attraverso strade che raramente passano per il merito.
Ha fondato un Movimento, di ispirazione liberista.
Avevo dedicato attenzione a questo Professore di Economia dopo averlo sentito in una trasmissione televisiva. Ho appreso poi qualcosa in più: il promotore e Leader di questo Movimento era un giornalista che compariva spesso in televisione vestito in modo bizzarro.
Le idee liberiste possono essere buone, bisogna vedere come si vuole attuarle.
Dunque il bizzarro modo di porsi di Giannino poteva non essere indicativo della bontà o meno delle sue idee, anche perché la gente che era confluita nel suo Movimento era gente seria... sembra!
Dopo la mia, e non solo mia, esperienza dentro il Movimento, poi Partito, Italia dei Valori so per certo che le cose viste da dentro e da molto vicino, per chi si accosta all'impegno politico con onestà intellettuale, sono ben diverse da come dall'esterno potrebbero sembrare.
Certo bisogna accostarsi alla politica con onestà e con gli occhi ben aperti e non per interesse e con la volontà di non vedere. Perché ho visto anche questo: l'interesse piega le azioni e le opinioni delle persone alla più squallida ipocrisia, al più penoso autoinganno volontario.
Ed ecco che una persona solida ed onesta come Zingales scopre casualmente che Giannino è un piccolo mitomane vanaglorioso che millanta titoli accademici mai conseguiti.
Scoperto annaspa e propone di "tirarsi indietro": mi chiedo cosa altro possa fare!
Passi per il bizzarro modo di vestirsi e di porsi, (di "strani" in politica ne abbiamo già visti, si pensi a Pannella), ma se uno arriva ad inventarsi titoli accademici che non ha il discorso si fa diverso ed ha ragione Fabio Sabatini quando scrive: "non costituisce affatto un piccolo peccato veniale", e non è soltanto questione di credibilità, il che è senz'altro prioritario, ma una simile scelta apre una riflessione seria sulla psicologia di un simile personaggio.
E' vero che i popoli si sono affidati spesso a pazzi paranoici (es. Hitler), a soggetti affetti da disturbi della personalità (e qui la lista sarebbe lunga), ma se certe stranezze le possiamo scoprire prima meglio così! Cerchiamo di affidare la Responsabilità della Cosa Pubblica a chi è Responsabile.
Superata una certa età, e certo Giannino non è più un ragazzino in crisi adolescenziale, si pretende una certa stabilità. E come può essere stabile psicologicamente una persona che NON SI VERGOGNA di dire bugie su ciò CHE E', prima di tutto di fronte a sé stesso! Una persona risolta si accetta per ciò che è. E' tranquilla, sicura, stabile.
Il povero Oscar Giannino è come un bambino che vuol sembrare quello che non è, dunque è insicuro di ciò che egli è veramente, allora si inventa un curriculum fasullo per fare colpo!
E' un caso umano e come tale può solo fare pena, ma non può proporsi a rappresentare nessuno!