venerdì 22 febbraio 2013

Grillo a Piazza San Giovanni a Roma


Da: IGN Portale di ADNKronos

Grillo si commuove in piazza: "Siamo in 800mila, è incredibile"

(Adnkronos)  (Adnkronos)
ultimo aggiornamento: 22 febbraio, ore 21:54
Roma - (Adnkronos/Ign) - Bagno di folla per il leader del Movimento 5 Stelle che sul palco prima si commuove e poi attacca la classe politica: "Arrendetevi, siete circondati" . E di Bersani dice: "E' un parassita, i miei soldi li ho guadagnati

Bersani se l'è voluta: si è messo a dire che Beppe Grillo è un miliardario.
Certo che lo è! Facendo spettacoli da una vita come attore comico di successo è ovvio che lo sia.
Anche giornalisti come Santoro, uomo di sinistra (così sembra), sono miliardari...
Infatti Grillo potrebbe a 65 anni godersi i suoi miliardi in Isole felici, in Resort di lusso... Invece fa queste cose che, se non si dà una calmata, potrebbero provocargli un infarto.
Poi Bersani deve ancora spiegare perché, essendo un uomo del PD che prende milioni e milioni di "rimborsi elettorali" sottratti alle casse pubbliche, si è fatto finanziare con 98.000 euro la precedente campagna elettorale da Riva, proprietario dell'ILVA.
Avevano motivato il finanziamento pubblico con il fatto che garantiva i politici dall'influenza di finanziatori privati che ne avrebbero potuto condizionare le scelte...
Il popolo votò contro perché sapeva che avrebbero preso lo stesso i soldi anche dai vari potenti per fare i loro interessi.

Ben venga Grillo allora! La Piazza è piena anche se oggi a Roma piove!

Marò: triste telenovela

Da: Il Messaggero

India, i due marò tornano in Italia per votare: permesso di un mese



ROMA - La Corte suprema di New Delhi ha concesso oggi un permesso di quattro settimane ai marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre per recarsi in Italia e permettere loro, tra l'altro, di votare alle elezioni. Secondo MArio Monti la concessione della licenza è un segnale per una soluzione della vicenda.

Nel concedere il permesso, la sezione della Corte Suprema presieduta dal giudice capo Altamas Kabir ha chiesto ai due marò di firmare un affidavit relativamente ai loro obblighi nei confronti della giustizia indiana. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che risiedono nell'ambasciata italiana a New Delhi, si dovranno quindi ora recare presso gli uffici della Corte Suprema.

È stata chiesta come garanzia anche una lettera all'ambasciatore d'Italia Daniele Mancini in cui si impegna ad assicurare il ritorno dei due imputati. Si tratta di una impegnativa simile a quella presentata all'Alta Corte del Kerala in occasione della precedente licenza natalizia. Durante la discussione, durata meno di mezzora, il vice procuratore dello Stato P.P. Malhotra ha espresso la sua contrarietà alla concessione del permesso.

Ha in particolare presentato tre obiezioni: che la petizione doveva essere presentata direttamente dai marò, che sono ancora sotto processo in base all'articolo 302 (omicidio) del codice penale indiano e che esiste ancora una denuncia della polizia del Kerala nei loro confronti. Dopo aver sentito le considerazioni, il giudice Kabir ha ricordato che nella sentenza del 18 gennaio relativa al ricorso italiano sulla giurisdizione aveva ordinato al governo di New Delhi di avviare la costituzione di un tribunale speciale per giudicare gli italiani e che ciò non era stato ancora fatto. Ha quindi deciso di autorizzare un permesso della durata di quattro settimane come richiesto dalla parte italiana.

«È uno sviluppo molto positivo e provo grande soddisfazione»: così il ministro degli Esteri Giulio Terzi dopo l'accoglimento, da parte della Corte Suprema indiana, della richiesta di 4 settimane di permesso in Italia per i due marò. Il permesso, afferma Terzi, «consentirà ai nostri due ragazzi di esercitare il loro diritto di voto e di trascorrere quattro settimane con i loro familiari in Italia, ma anche perchè la decisione di oggi conferma il clima di fiducia e collaborazione con le autorità indiane e lascia ben sperare per un positivo esito della vicenda».
Venerdì 22 Febbraio 2013 - 08:16

... il giudice Kabir ha ricordato che nella sentenza del 18 gennaio relativa al ricorso italiano sulla giurisdizione aveva ordinato al governo di New Delhi di avviare la costituzione di un tribunale speciale per giudicare gli italiani e che ciò non era stato ancora fatto.


Appunto. Perché dopo più di un anno non è stato fatto nulla? A parte trasferire da una parte all'altra dell'India due militari italiani detenuti senza che neppure si sia accertato se gli spari che hanno ucciso i due poveri pescatori siano partiti proprio dai loro fucili?
Non si può accertare senza processo e non si può fare il processo se non accertano dove era la nave al momento del fatto.
Basta una foto da satellite: e ce ne sono tanti che girano intorno al pianeta e che sono in grado di riprendere anche un camion da lassù, figuriamoci una petroliera.

Dal sito: www.seeninside.net/piracy
un moderno VTMIS (Vessel Traffic Management Information System)
Per aver chiarezza su questa serie di evidenze basterebbe avere a disposizione i nastri radar della Capitaneria di Porto di Kochi (Cochin),e incrociarli con i nastri radar delle navi mercantili recuperabili, con quelli delle navi militari e con le immagini satellitari.
Si potrebbero verificare le posizioni e le rotte di tutti gli attori della complessa vicenda senza possibilità di smentita.
Verificare gli attacchi sia alla Enrica Lexie che alla Olympic Flair e vedere dopo gli attacchi come tutti si sono mossi e dove sono andati.
Firmato: Luigi Di Stefano



Invece si preferisce dilatare il tempo all'infinito chiedendo soldi sia per rifondere le famiglie delle vittime (anche se non si sa ancora DI CHI!) sia per la nave che, almeno quella, è stata liberata.
Si preferisce tenere in ostaggio due militari italiani trattandoli come pacchi: avanti e indietro, avanti e indietro.
E' una cosa vergognosa mentre si scopre che vendiamo elicotteri all'India e, per venderli, dobbiamo pagare mazzette. 


Da: Quotidiano.net


La vicenda Finmeccanica, legata alla vendita al governo di Nuova Delhi di 12 elicotteri Agusta Westland 101, gravata da una mazzetta di 51 milioni di euro, ha portato in Italia un team indiano composto da due investigatori del Central bureau of investigastions, un funzionario del ministero della Difesa e un esperto legale di quello degli Esteri. Il procuratore aggiunto di Busto Arsizio, Eugenio Fusco, non ha incontrato il team. Lo ha invece ricevuto, nel pomeriggio di ieri, il gip Luca Labianca, il magistrato che ha materialmente scritto l’ordinanza di custodia cautelare che ha mandato in carcere Giuseppe Orsi per corruzione internazionale e frode fiscale e agli arresti domiciliari l’ad di Agusta Westland Bruno Spagnolini. Un incontro informale, una presa di contatto con scambio di opinioni. Perché i rapporti si incanalino lungo binari ufficiali, sarà necessario aprire le procedure previste dalle rogatorie internazionali. Il team indiano si è incontrato anche con i vertici di Finmeccanica.
Due studi legali milanesi hanno ricevuto dall’India l’incarico di assistere la delegazione: lo studio Chiomenti e lo studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli e Partners. Gli indiani sono particolarmente interessati alla posizione del maresciallo Sashi Tiagy, fino al 2010 capo di stato maggiore dell’aeronautica militare indiana, indicato come il terminale delle tangenti da Guido Haschke, il consulente svizzero incaricato di una intermediazione per la vendita degli elicotteri. L’interesse per quanto sta avvenendo a Busto Arsizio è acuito da una circostanza precisa: nel 2014 l’India voterà per il rinnovo del Parlamento e quello della corruzione è uno dei temi che già stanno infiammando il dibattito politico.


Prof. Luigi Zingales e Prof. Michele Boldrin: reazioni opposte

Luigi Zingales
Da: Panorama.it    
Nel movimento Fare per Fermare il declino, Luigi Zingales ha deciso di abbandonare la nave. Il motivo? Lo ha scritto nero su bianco sulla sua pagina Facebook . Non si dimette per motivi ideologici o perché in contrasto con le proposte del movimento. Tutt'altro. Si dimette in nome della accountability, ovvero del fatto che è necessario rendere conto agli altri del proprio operato. Cosa che Giannino non avrebbe fatto rifiutandosi di chiarire in pubblico il mistero legato al fatto di aver mentito sulle sue credenziali accademiche. In sintesi: Giannino secondo Zingales avrebbe dichiarato di aver ricevuto un Master alla University of Chicago (dove Zingales insegna), ma pare non essere vero. E si è rifiutato di giustificarsi in pubblico.
In realtà, già ieri, quando stava per montare la polemica, Giannino aveva smentito chiarendo di non aver mai preso un master all'Università di Chicago, ma di esserci solo stato a studiare l'inglese da giovane.
Ma leggiamo le parole di Zingales.
È con una disperazione profonda che ho rassegnato le mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino. Dopo aver avvisato i vertici ieri, lo faccio oggi in modo pubblico, perché ho trascinato molte persone in questo movimento e mi sento in dovere di spiegare loro le ragioni della mia scelta. Io credo nella trasparenza, anche in queste scelte.
Non mi dimetto certo perché sono in disaccordo con le proposte di Fare. Sono fiero della campagna elettorale che è stata fatta e ringrazio Oscar Giannino, Michele Boldrin, e tutti quanti per l’enorme sforzo che vi hanno dedicato. Credo fermamente nelle idee che abbiamo portato avanti insieme. Ma ho sempre pensato che anche le idee più sane abbiano bisogno di gambe sane. (....) Per cambiare l’Italia c’è bisogno anche di rigore nel metodo: onestà, trasparenza, ed accountability, che significa che tutti, a qualsiasi livello, devono rendere conto agli altri del proprio operato. Purtroppo negli ultimi giorni mi sono reso conto che questi tre principi non sempre si applicano al vertice di Fare. Dopo aver provato, per quattro giorni, a fare di tutto per cambiare le cose, non mi resta che una via di uscita: dimettermi.
I fatti sono i seguenti. Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onestà. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio.

Oscar Giannino tweet :  «I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a Fare»


Non si può pretendere rigore da nessuno se non siamo rigorosi con noi stessi.
Oscar Giannino minimizza chiamando " inoffensive ma gravi balle private" le due lauree ed il master che millantava.
Sono gravi senz'altro, inoffensive, se si pretende di Amministrare la Cosa Pubblica ASSOLUTAMENTE NO!
Il Prof. Zingales ha avuto la reazione che avrei avuto io, una reazione da uomo integro, che credeva nel progetto comune e che non è disponibile a scendere a patti né con sé stesso né con l'organizzazione di cui faceva parte.
E' stato ingannato e con dolore ha abbandonato il progetto comune.
Oscar Giannino ha dato solo le dimissioni da Presidente del Movimento creato insieme, ma rimane comunque candidato!
Era lui, invece, a dover uscire dal Partito! Non lo ha fatto e questo dimostra un altro lato della medesima personalità tutt'altro che integra. Ha fatto anche la vittima e la vigliaccheria degli altri, unita all'interesse, hanno fatto il resto.
Come si può pretendere di Fermare il declino con queste premesse?

Ieri sera mi è capitato di vedere un frammento dell'intervista che Mentana ha fatto all'altro socio fondatore, Prof. Michele Boldrin, durante la sua trasmissione "Bersaglio Mobile" su La7.
Boldrin non mi è piaciuto. Passi che non si sia dimesso come l'adamantino Zingales, ma che abbia usato argomenti da "difesa d'ufficio" nei riguardi del mitomane Giannino non va bene affatto.
Ha dimostrato di avere una morale adattabile che scusa il soggetto perché facente parte dello stesso gruppo di interessi e fini.
Di morale adattata secondo le convenienze gli italiani ne hanno fin sopra i capelli: per questo riempiono le piazze dove Grillo urla il LORO dolore! Cosa credono Boldrin e gli altri che danno addosso a Grillo perché temono il suo risultato alle urne? Non pensano che se la gente si copre per il freddo, esce di casa per andare a prendere altro freddo dove lui grida, sia perché NON NE PUO' PIU' DI BALLE DI OGNI TIPO?
Se non l'hanno ancora capito che vadano a casa a fare i loro mestieri e non stiano qui a romperci le balle con le loro giustificazioni di comodo.
Trovo insopportabile poi, e con me molti altri credo, che si cominci come ha fatto Boldrin a fare i paragoni: "Giannino mica ha fatto questo e quello che ha fatto invece Pinco e Pallino..." Basta! Ma chi se ne frega! Ha mentito e manco c'era arrivato a gestire la Cosa Pubblica! Pensa se ci arrivava! 
Non è possibile che uno, che è pure professore senza sospetti perché nelle università americane non le danno per raccomandazione le Cattedre, si metta a fare paragoni con chi ha fatto già guasti a questa Italia. Giannino per ora NON LI HA POTUTI FARE, ma se si presenta con queste premesse!...   

Storace vorrebbe tornare.. non gli basta quello che ha fatto alla Sanità del Lazio


Da: QuotidianoSanità.it

Sanità Lazio. Il "buco" infinito da Storace a Bondi. Storia di un default annunciato



Nel 2006 una prima ricognitiva del disavanzo strutturale formatosi nel primo quinquennio degli anni 2000 (di cui dobbiamo ringraziare in larga misura l’ex Governatore Storace) calcolava il deficit della regione al 31 dicembre 2005 in circa 9.900 milioni di €.

Storace e Marrazzo: due ex Presidenti della Regione Lazio si stringono la mano con l'ex Assessore della Giunta Marrazzo Avv. Maruccio, (ex Consigliere Regionale di Italia dei Valori voluto e sponsorizzato da Antonio Di Pietro in entrambi i ruoli, nonché in quello di Coordinatore Italia dei Valori Lazio) che li ospita e fa da "notaio" del loro amichevole incontro.
....se in Costituzione fosse stato già introdotto l’istituto del fallimento politico per quei politici che sperperano il denaro pubblico e portano al fallimento le istituzioni che dovrebbero invece ben governare, gran parte della classe politica del paese e non solo della regione Lazio sarebbe automaticamente esclusa dalla politica attiva per un lungo numero di anni con grande guadagno per i cittadini, per le istituzioni e ancora di più per la credibilità del paese in sede internazionale.