Da: La Repubblica.it
Uccide 2 impiegate Regione Umbria e si suicida, gridava: "Mi avete rovinato"
Le vittime sono Margherita Peccati e Daniela Crispolti. L'episodio avvenuto all'interno del palazzo del Broletto, nel centro della città. L'uomo, Andrea Zampi, un quarantenne, ha fatto fuoco negli uffici al quarto piano. Il sindaco Boccali: "Clima sociale insostenibile"
PERUGIA - Un uomo, Andrea Zampi, è entrato stamani negli uffici della Regione a Perugia e ha ucciso a colpi d'arma da fuoco due impiegate, Daniela Crispolti, 46 anni (precaria con contratto di collaborazione) e Margherita Peccati, 61 anni, prossima alla pensione. Entrambe lavoravano all'ufficio accreditamento del settore formazione. L'uomo, un piccolo imprenditore di 43 anni, si è poi suicidato con la stessa arma. Secondo quanto riferito dal sindaco, Wladimiro Boccali, l'aggressore è figlio di titolari di una piccola impresa di formazione cui la Regione non avrebbe confermato l'accreditamento per mancanza dei requisiti previsti dalla legge. ''È una tragedia immmane, frutto di un clima orribile legato all'attuale momento economico - ha detto il primo cittadino -. Una tragedia per le famiglie e per tutti noi - ha aggiunto - uno dei momenti più brutti e forse dovremmo riflettere tutti, a partire da voi''. L'uomo si sarebbe già presentato negli uffici di via del Broletto per la lamentarsi della situazione. L'imprenditore aveva anche dei problemi psichici per i quali ultimamente era stato ricoverato in ospedale.
L'episodio è avvenuto all'interno del palazzo del Broletto, a ridosso del centro di Perugia nella zona della stazione ferroviaria. Nell'edificio si trovano uffici di vari assessorati. Appena appresa la notizia, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha lasciato la direzione del Pd a Roma ed è arrivata a Perugia. In questura ha incontrato i familiari delle due impiegate uccise.
Un testimone: "Urlava: 'Mi avete rovinato'". "Ho sentito dei colpi vicino al mio ufficio, mi sono chiuso dentro, nascosto sotto la scrivania". Così un impiegato che si trovava a poche stanze di distanza dove sono state uccise le due colleghe, al quarto piano degli uffici della Regione Umbria, ha raccontato i minuti della sparatoria. "Ho sentito sparare anche in corridoio - ha aggiunto - urlava: 'Mi avete rovinato, ne ho già fatte fuori due'. Allora ho temuto il peggio". "Mi sono accorto che l'omicida si era suicidato - ha raccontato ancora l'impiegato - solo quando è arrivata la polizia, che ha aperto le porte degli uffici. Ho vissuto i momenti più tragici della mia vita". Secondo alcune testimonianze, le due donne si trovavano in sala riunioni e non c' entravano niente con le pratiche relative all'azienda di famiglia dell'imprenditore.
Dieci colpi con semiautomatica. Ha sparato con la sua pistola Beretta semiautomatica regolarmente denunciata Andrea Zampi. L'uomo avrebbe esploso una decina di colpi. Alcuni si sono conficcati nelle pareti di una sala riunioni, del corridoio e altri in quella dove l'uomo si è suicidato.
Al Gr1 disse: "Sono finito". Andrea Zampi, era stato intervistato a dicembre dagli studenti della scuola di giornalismo Rai della città umbra nell'ambito di un'inchiesta su corsi di formazione e finanziamenti. Già allora Zampi manifestava il suo disappunto per una burocrazia, spiegava, che ha fatto sì che i fondi a lui stanziati fossero stati sospesi. Queste le sue parole: "Mi mancavano tre cartellini, libretto di fumo, macchine in movimento, una cavolata: mi hanno tolto un accreditamento e di conseguenza i 160 mila euro di finanziamento approvato". ''Potremmo dire: è stata una bella botta'', replicava l'intervistatore. "No, io sono finito", aggiungeva Zampi.
Lutto cittadino. A seguito dei drammatici fatti avvenuti nella sede della Regione Umbria, il Comune di Perugia ha deciso di annullare tutte le manifestazioni pubbliche in programma per oggi mercoledì 6 marzo e proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali.
Il precedente di Bergamo. La sparatoria di Perugia ha un precedente fortunatamente conclusosi non in maniera tragica il 3 maggio dello scorso anno a Romano di Lombardia in provincia di Bergamo. Un uomo di 50 anni, un piccolo imprenditore della zona, aveva fatto irruzione armato di fucile nella sede dell'Agenzia delle entrate e preso in ostaggio 15 dipendenti. Poco dopo ne aveva liberati 14, ma ne aveva tenuto uno sotto tiro per quasi sei ore, Luigi Martinelli, 54 anni, imprenditore originario di Calcio, in provincia di Bergamo. L'uomo si arrese al vice brigadiere, Roberto Lorini, della locale compagnia dei carabinieri, e a un militare del Gis, arrivato da Livorno.
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Stiamo diventando sempre più come gli USA. Li scimmiottiamo da dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma sempre sulle cose peggiori però! Mai che noi li si imiti sulle cose positive, e sarebbero tante, bensì solo su quelle negative.
Ora un tizio esasperato, a torto o a ragione, con squilibri psichici, non si sa se preesistenti o causati dallo stress lavorativo insicuro ed incerto, entra e "ammazza tutti", non importa se causa o meno dei suoi guai: spara all'impazzata.
Come possiamo sentirci sicuri nei luoghi di lavoro? Ormai non più. Anche l'attività impiegatizia, apparentemente una delle più innocue, è diventata a rischio.
Due notazioni:
1 - Non sarà stato il caso del tragico assassino-suicida, ma spesso questi Corsi Regionali, che tanto costano alle tasche degli Italiani, sono delle vere "ciofeche" in cui dei tizi dicono cose ovvie e spiegano l'aria fritta.
2 - La Legge 166/2001 che regola questi accreditamenti, insieme ad altre normative in cui c'è sempre di mezzo la normativa CEE, è un incubo di burocrazia!
Un esempio: la Regione Molise pubblica 61 pagine di spiegazioni solo per "La Struttura del Nuovo Sistema di Accreditamento"! Infarcite, per di più, di inglesismi del tipo: Lifelong Learning!
Non basta un italiano contorto e non semplice e lineare! Pure l'inglese in un Paese che ha una sua lingua: l'italiano!
Alcuni giorni fa, mi sembra fosse domenica mattina, sulla rete RAI 1, c'era un anziano e benemerito professore di glottologia che ha detto quello che capita di rilevare criticamente anche a me: è ridicolo questo uso spinto degli inglesismi senza ragione, visto che ci sono i vocaboli italiani a tutti comprensibili. Perché uno si deve alzare e andare a prendere il vocabolario per capire cosa l'idiota di turno sta dicendo? Nella mia famiglia siamo dei privilegiati, perché tutti, chi più chi meno, conosciamo la lingua inglese! Ma ci chiediamo perché, ad esempio, chi parla in una TV italiana deve usare vocaboli o spezzoni di frasi in inglese, quando chi paga il canone magari non lo sa, non l'ha mai studiato, e non si capisce perché lo deve andare a studiare per compiacere dei provinciali, come li ha giustamente definiti il benemerito professore, esplicitando anche il mio pensiero. Ancora più grave è che si usi nelle normative o spiegazioni di esse! Ma siamo matti?!
1 - Non sarà stato il caso del tragico assassino-suicida, ma spesso questi Corsi Regionali, che tanto costano alle tasche degli Italiani, sono delle vere "ciofeche" in cui dei tizi dicono cose ovvie e spiegano l'aria fritta.
2 - La Legge 166/2001 che regola questi accreditamenti, insieme ad altre normative in cui c'è sempre di mezzo la normativa CEE, è un incubo di burocrazia!
Ho esplorato i siti di alcune regioni e, solo per spiegare questi accreditamenti e come vengono regolamentati, devi leggere degli interi volumi, scritti in un italiano "burocratichese" che deve sicuramente mandare al manicomio chi cerca di capire cosa deve fare e a cosa deve attenersi per poter "essere accreditato" e dunque lavorare con la Regione.
Non basta un italiano contorto e non semplice e lineare! Pure l'inglese in un Paese che ha una sua lingua: l'italiano!
Alcuni giorni fa, mi sembra fosse domenica mattina, sulla rete RAI 1, c'era un anziano e benemerito professore di glottologia che ha detto quello che capita di rilevare criticamente anche a me: è ridicolo questo uso spinto degli inglesismi senza ragione, visto che ci sono i vocaboli italiani a tutti comprensibili. Perché uno si deve alzare e andare a prendere il vocabolario per capire cosa l'idiota di turno sta dicendo? Nella mia famiglia siamo dei privilegiati, perché tutti, chi più chi meno, conosciamo la lingua inglese! Ma ci chiediamo perché, ad esempio, chi parla in una TV italiana deve usare vocaboli o spezzoni di frasi in inglese, quando chi paga il canone magari non lo sa, non l'ha mai studiato, e non si capisce perché lo deve andare a studiare per compiacere dei provinciali, come li ha giustamente definiti il benemerito professore, esplicitando anche il mio pensiero. Ancora più grave è che si usi nelle normative o spiegazioni di esse! Ma siamo matti?!