Famiglia Cristiana, agenda per il nuovo Papa:
"Basta con lo Ior, sì alle
banche etiche"
Sul settimanale dei paolini un dossier dedicato alle sfide che attendono il successore di Benedetto XVI. Fra le priorità da cui ripartire individuate da esponenti autorevoli del mondo cattolico c'è anche la liberazione da ogni legame e compromissione con la finanza
ROMA - Un'agenda per il nuovo Papa: Famiglia Cristiana stila una lista di priorità da cui ripartire per una Chiesa alle prese con una "crescente perdita di credibilità", e fra queste figura anche la liberazione per il nuovo Pontificato da ogni legame e compromissione con la finanza: "Basta con lo Ior, sì alle banche etiche", questo il consiglio che, in un intervento sul settimanale dei paolini, rivolge al Papa che verrà lo storico e sociologo Giorgio Campanini.Nell'editoriale di presentazione del dossier, il direttore don Antonio Sciortino sottolinea il "coraggio profetico" della scelta di Benedetto XVI che "dopo gli scandali e le 'sporcizie', ha riconciliato la Chiesa con i credenti e il mondo intero". La rinuncia di Ratzinger "rilancia la Chiesa sulla via della purificazione, della richiesta di perdono e del rinnovamento", scrive Sciortino.
Il settimanale ha chiesto ad autorevoli esponenti del mondo cattolico di suggerire una serie di punti prioritari da cui partire per riportare la Chiesa ad una dimensione "più profetica e meno diplomatica", pulita e trasparente, "vicina ai poveri e agli ultimi". Fra questi, viene inserita l'istanza "fortemente avvertita dall'opinione pubblica, anche ecclesiale, della liberazione del Pontificato da ogni legame (e ancor più da ogni compromissione) con la finanza".
"Oggi esistono, in Italia e in numerosi Paesi, le banche etiche, nelle quali il credito è accordato con criteri di grande severità e finalizzato soprattutto a progetti di sviluppo, con la totale esclusione di finalità speculative. Perché non delegare a esse, o a consimili strumenti, ciò che ha a che fare con la finanza (fatta salva una snella Commissione di controllo?). La più totale trasparenza sarebbe in tal modo assicurata e i fedeli, che continuano a offrire generosamente il loro obolo, saprebbero che il denaro dato alla Chiesa, soddisfatti i bisogni legati al suo funzionamento, è destinato prioritariamente ai poveri del mondo", scrive nel suo intervento Campanini che si definisce un "modesto laico" che osa dare consigli al nuovo Papa nello spirito di franchezza del Concilio.
Tra le altre priorità individuate ci sono la necessità di una maggiore unità fra fede e vita, rilevata da Gianfranco Brunelli, direttore del quindicinale "Il Regno"; una "maggiore trasparenza per chiudere l'era del sospetto", invocata da Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose; un nuovo linguaggio adatto alla società e all'uomo di oggi, suggerito da padre Antonio Spadaro, gesuita e direttore del quindicinale Civilità Cattolica; e un nuovo ruolo attivo, non più da comprimari, per i laici nella Chiesa e maggiore collegialità, sottolineato da padre Barolomeo Sorge, gesuita e direttore emerito di Aggiornamenti Sociali.
Un'indagine condotta da Swg per Famiglia Cristiana, rileva, infine, le aspettative degli italiani dal Conclave: al nuovo Papa chiedono soprattutto di farsi interprete dei tempi, riportando alla centralità i valori del Vangelo, una carità accompagnata dalla giustizia e una chiesa unita e dialogante con le altre religioni.
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Belle intenzioni e commendevoli suggerimenti, ma mi si consenta un certo scetticismo.
E' da troppo tempo che la Chiesa Cattolica altro non è che un centro di potere ed il Papa un Capo di uno Stato che mantiene privilegi pagati con le tasse dei cittadini di un altro Stato: l'Italia.
Molti cattolici, che poco hanno capito della scelta del Papa tedesco, l'hanno con lui perché "ha abbandonato i fedeli".
Io penso che egli se ne è andato proprio perché non si è sentito in grado di piegarsi ai compromessi politici ed economici che il ruolo di Capo dello Stato Vaticano esige.
Penso che egli è un uomo di religione e di fede soltanto, e il Direttore di "Famiglia Cristiana" scrive qualcosa che dà ragione al mio pensiero: il "coraggio profetico" della scelta di Benedetto XVI ... La rinuncia di Ratzinger "rilancia la Chiesa sulla via della purificazione, della richiesta di perdono e del rinnovamento", scrive Sciortino.
Ma se la Chiesa voleva seguire proprio la strada descritta da padre Sciortino avrebbe dovuto adeguarsi al Papa di fede e non creare le condizioni perché lui rinunciasse.
Invece ha fatto in modo che il Papa si sentisse solo e si facesse da parte per consentire alla Chiesa di eleggere non un Papa che "rilanci la Chiesa sulla via della purificazione, della richiesta di perdono e del rinnovamento" come auspica Don Sciortino, bensì un Papa statista.