Marò trattenuti in Italia Sonia Gandhi
avverte:
"Nessuno sottovaluti l'India"
La stampa locale attacca l'Italia: "Atteggiamento disgustoso"
“Nessuno sottovaluti l’India”. Rompe il silenzio, e lo fa con durezza, Sonia Gandhi,
parlando con i suoi colleghi del Partito del Congresso delle tensioni in atto
tra Nuova Delhi e Roma. Intanto i giornali esaltano la stizza della Corte
Suprema: "Italia arrogante"
New Dehli, 19 marzo 2013 - “Nessuno sottovaluti l’India”.
Rompe il silenzio, e lo fa con durezza, Sonia Gandhi,
parlando con i suoi colleghi del Partito del Congresso delle tensioni in
atto tra Nuova Delhi e Roma sulla vicenda dei due marò italiani. Stando
a quanto riportato dai media indiani, la leader italo-indiana del Partito di
governo ha quindi sottolineato che il caso viene ora gestito dalla Corte suprema
e “noi ci atterremo” alle sue decisioni.
STAMPA ESALTA LA CORTE SUPREMA - La stizza del presidente della Corte suprema indiana Altamas Kabir di fronte alla violazione da parte dell’Italia della dichiarazione giurata presentata dall’ambasciatore Daniele Mancini, riguardante il ritorno dei marò al termine del permesso loro concesso, monopolizza l’attenzione della stampa di New Delhi ed è sintetizzata dal titolo di Mail Today: ‘Una arrogante Italia’’. Il giornale sostiene che ‘’l’atteggiamento italiano è diventato più disgustoso’’ con la presentazione di una nota verbale, ‘’dai toni di sfida ed arroganza’’, in cui si ammonisce che qualsiasi restrizione imposta ai movimenti dell’ambasciatore italiano, compresa quella di poter lasciare il territorio indiano, sara’ contraria agli obblighi internazionali.
Quasi tutti i quotidiani continuano a trattare il tema in prima pagina. Alcuni (The Hindu, The Indian Express e Hindustan Times) lo fanno in tono sostanzialmente pacato, sottolineando l’opinione del presidente della Corte secondo cui Mancini, sostenendo una petizione a favore dei maro’ ha automaticamente perso il diritto all’immunita’.
Piu’ incisivo è invece il titolo di The Times of India, secondo cui ‘La Corte censura l’ambasciatore italiano e dice di non avere più fiducia in lui’. All’interno il giornale titola un altro dei suoi servizi sottolineando che il presidente della Corte si è chiesto ad un certo punto: ‘’Questo ambasciatore è persona d’onore come Bruto?’’. Il giornale riferisce che mentre il procuratore generale G.E. Vahanvati stava leggendo la nota verbale italiana del 15 marzo, in cui si diceva fra l’altro che l’ambasciata ‘’ha l’onore di ricordare al ministero degli Esteri indiano gli obblighi per la protezione degli agenti diplomatici in base alla Convenzione di Vienna’’, Kabir lo ha interrotto bruscamente. ‘’Non pronunci per favore la parola ‘onore’ - ha detto al procuratore - perché questo mi ricorda l’attributo di ‘uomo d’onore’ che Antonio ha utilizzato per Bruto nel ‘Giulio Cesare’ di Shakespeare’’.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò
accusati di aver ucciso due pescatori indiani, al primo rientro in Italia
(Afp)
STAMPA ESALTA LA CORTE SUPREMA - La stizza del presidente della Corte suprema indiana Altamas Kabir di fronte alla violazione da parte dell’Italia della dichiarazione giurata presentata dall’ambasciatore Daniele Mancini, riguardante il ritorno dei marò al termine del permesso loro concesso, monopolizza l’attenzione della stampa di New Delhi ed è sintetizzata dal titolo di Mail Today: ‘Una arrogante Italia’’. Il giornale sostiene che ‘’l’atteggiamento italiano è diventato più disgustoso’’ con la presentazione di una nota verbale, ‘’dai toni di sfida ed arroganza’’, in cui si ammonisce che qualsiasi restrizione imposta ai movimenti dell’ambasciatore italiano, compresa quella di poter lasciare il territorio indiano, sara’ contraria agli obblighi internazionali.
Quasi tutti i quotidiani continuano a trattare il tema in prima pagina. Alcuni (The Hindu, The Indian Express e Hindustan Times) lo fanno in tono sostanzialmente pacato, sottolineando l’opinione del presidente della Corte secondo cui Mancini, sostenendo una petizione a favore dei maro’ ha automaticamente perso il diritto all’immunita’.
Piu’ incisivo è invece il titolo di The Times of India, secondo cui ‘La Corte censura l’ambasciatore italiano e dice di non avere più fiducia in lui’. All’interno il giornale titola un altro dei suoi servizi sottolineando che il presidente della Corte si è chiesto ad un certo punto: ‘’Questo ambasciatore è persona d’onore come Bruto?’’. Il giornale riferisce che mentre il procuratore generale G.E. Vahanvati stava leggendo la nota verbale italiana del 15 marzo, in cui si diceva fra l’altro che l’ambasciata ‘’ha l’onore di ricordare al ministero degli Esteri indiano gli obblighi per la protezione degli agenti diplomatici in base alla Convenzione di Vienna’’, Kabir lo ha interrotto bruscamente. ‘’Non pronunci per favore la parola ‘onore’ - ha detto al procuratore - perché questo mi ricorda l’attributo di ‘uomo d’onore’ che Antonio ha utilizzato per Bruto nel ‘Giulio Cesare’ di Shakespeare’’.
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Finora l'arroganza è stata tutta dell'India.
Arroganza e mancanza di chiarezza e rispetto.
Le cronache hanno riportato tutte le notizie dei rinvii delle decisioni sulla vicenda e delle richieste di denaro e risarcimenti senza che si riuscisse ad avere una chiusura dell'inchiesta e una decisione sulla competenza giurisdizionale.
Hanno trattenuto due militari italiani in servizio antipirateria come se fossero due delinquenti comuni!
Se avessero avuto rispetto per i due poveri loro concittadini morti avrebbero dovuto avere tutto l'interesse a risolvere la faccenda nel più breve tempo possibile.
Dunque l'arroganza e l'interesse di partito di Sonia Ghandi di dire "Nessuno sottovaluti l'India" fa amaramente pensare che, invece, si è sottovalutata l'Italia e questo dà la misura di come siamo ridotti.
Questa ultima decisione che l'Italia ha preso ci rivaluta un poco sullo scenario internazionale dove, per qualche italiano esperto "nello sputo in alto che ricade in faccia", noi non avremmo neppure il diritto di difenderci dall'attacco di volgari pirati.
L'India ha tirato la corda troppo a lungo e senza ragione alcuna, forse sapendo degli interessi commerciali che ditte italiane hanno con il loro Paese. Interessi che, a quanto pare, nel caso degli elicotteri Agusta dovevano essere "unti" abbondantemente.
Mi piace pensare all'India non per questa storia che dimostra come la politica sia sporca ovunque, ma per la loro cultura che esprime film come quello che ho riportato nel mio post del 28 dicembre 2012 e che ora è stato oscurato. Sarà perché ho inviato uno dei miei post sulla vicenda dei marò all'ufficio stampa dell'Ambasciata indiana a Roma?