giovedì 21 marzo 2013

Illusione infranta!!


Da: La Repubblica.it

I due marò torneranno in India.
Governo italiano: "Non ci sarà pena di morte"

L'annuncio dI Palazzo Chigi dopo un incontro tra Monti, Di Paola, de Mistura con i due fucilieri"alla luce delle ampie assicurazioni ricevute". Il ministro della Giustizia Kumar aveva posto il 22 marzo come data limite per risolvere la questione. I due militari risiederanno nell'ambasciata italiana. Napolitano: "Da Latorre e Girone senso di responsabilità". Ma cinque ore per convincerli
di VINCENZO NIGRO


I due militari partiranno stasera per l'India accompagnati dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, risiederanno nell'ambasciata italiana a New Delhi e avranno "libertà di movimento". Lo ha assicurato lo stesso De Mistura aggiungendo: "potranno anche andare al ristorante se vogliono".  La decisione "è stata difficile e condivisa, non facile per le famiglie dei due fucilieri - ha aggiunto il sottosegretario - Da parte del governo c'è l'assicurazione che le famiglie saranno tutelate". Secondo alcune indiscrezioni pubblicate da Repubblica Bari, hanno fatto molta resistenza prima di accettare. Ci sono volute cinque ore.

La decisione arriva a 24 ore dalla data posta dal ministro della Giustizia indiano Ashwani Kumar come limite per una soluzione pacifica della vicenda: "I due militari possono ancora tornare in India entro il 22 marzo e, se accade, questa spiacevole situazione potrà essere sanata", ha detto Kumar al quotidiano indiano The Telegraph.

Si scioglie così momentaneamente la crisi che aveva opposto Delhi a Roma dopo il rifiuto del ministero degli Esteri di adempiere alla richiesta indiana di far rientrare i due imputati a cui era stato concesso il permesso di tornare in Italia per votare. La decisione è stata presa, si legge in un comunicato di Palazzo Chigi, dopo che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone avevano incontrato il premier Mario Monti, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e il Sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura "per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane".

"La posizione del governo era stata definita in mattinata in un'apposita riunione del CISR (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) presieduta dal Presidente Monti, alla quale hanno partecipato i Ministri degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata, dell'Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della Difesa Giampaolo Di Paola, dell'Economia e Finanze Vittorio Grilli, dello Sviluppo Economico Corrado Passera,  i Sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro. Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l'assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha ritenuto l'opportunità, anche nell'interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l'impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in Italia  entro il 22 marzo. I Fucilieri di Marina hanno aderito a tale valutazione".

Napolitano: "Senso di responsabilità". Il capo dello Stato ha mostrato apprezzamento per il "senso di responsabilità" con cui i due marò hanno accolto la decisione del governo augurandosi un "sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni".

Duri i commenti del Pdl e della destra. "Decisione grave, tragico ritorno all'Italietta", ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano.


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Per un momento, solo per un momento mi ero illusa che l'Italia fosse un Paese che difende i suoi figli!

Quando mio marito mi ha dato la notizia dopo averla sentita al telegiornale commentando che anche il giornalista Mentana era sconcertato (e Mentana non è uomo di destra) ho sentito un colpo al cuore.
L'Italia si è calata le braghe! Letteralmente.
Non è che non ci si voleva sottoporre ad un chiarimento, è che da più di un anno ci stanno prendendo per i fondelli! Diciamolo chiaro chiaro!
Anche nell'ipotesi (perché non abbiamo alcuna certezza) che fossero stati loro a sparare per sbaglio ad una barca che, nonostante l'avvertimento, si era accostata pericolosamente alla grande nave mercantile, come è possibile accusarli di omicidio volontario che in India prevede la pena di morte?
Da noi per Ferraro e Scattone che hanno sparato in testa a Marta Russo senza ragione alcuna, puntando un'arma da una finestra di un edificio di una università italiana  verso la strada brulicante di studenti e gente varia, hanno decretato che era omicidio colposo! Una vergogna!
Se l'Italia non ne può più di corruzione e di una Casta che si è votata benefici di ogni tipo, tirando la corda fino allo spasimo e che ancora si domanda perché gente di ogni colore ha votato per Grillo e compagni, non ne può più nemmeno di una giustizia che se ne fotte dei cittadini inermi come Marta Russo e dà pene risibili!
Mentre una sinistra avvelenata, da anni, quando si parla di pena di morte mostra solo e soltanto gli USA come esempio negativo perché la commina a chi ha ucciso e violentato bambini, donne e a volte massacrato più di un uomo.
Dimenticando Paesi come la Cina ed ora l'India che vorrebbe darla a due militari italiani che difendevano una nave italiana in un Oceano infestato dai pirati.
Vorremmo essere orgogliosi del nostro Bel Paese ma la classe dirigente fa schifo ed è molto difficile esserlo in queste condizioni!

L'Universo e noi

da: ANSA.it

L'universo è più vecchio di quanto stimato

Secondo ritratto ottenuto dal satellite Esa Planck ha 13,82 miliardi di anni

21 marzo, 16:54

ANSA La composizione dell'Universo 
ANSA La composizione dell'Universo

L'universo e' un po' piu' vecchio di quanto stimato finora: ha 13,82 miliardi di anni e non 13,7 miliardi di anni. E' quanto mostra il primo ritratto dell'universo neonato ottenuto dal satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) Planck.
I dati inviati a Terra dal satellite sono riusciti a 'fotografare' un universo giovane come nessuno lo aveva mai visto, ad appena 380.000 anni dal Big Bang.
''Il ritratto ottenuto è di una qualità straordinaria'', ha rilevato il direttore generale dell'Esa, Jean-Jacques Dordain presentando i risultati a Parigi.
La mappa "sfida la nostra attuale comprensione dell'Universo" , ha osservato George Efstathiou, dell'università di Cambridge. La mappa e' ''una miniera di informazioni'' e permette di ricalcolare l'eta' dell'universo e risalire ai suoi ingredienti, ha osservato uno dei responsabili scientifici della missione, George Efstathiou dell'universita' di Cambridge, uno dei responsabili scientifici della missione.
La mappa dell'universo neonato ottenuta dal satellite europeo Planck permette inoltre di ricalcolare quanta materia ordinaria e quanta materia oscura ed energia oscura, le componenti misteriose dell'universo, sono presenti nel cosmo.
Materia oscura e materia ordinaria, ha spiegato Efstathiou, sarebbero in quantita' superiori rispetto a quanto pensato finora: la materia oscura sarebbe il 26,8% (in precedenza si pensava 22,7%) e la materia ordinaria il 4,9% e non il 4,5%. Mentre l'energia oscura sarebbe presente in quantita' inferiore: costituirebbe il 68,3% del cosmo e non il 72,2% come si riteneva. I dati presentati sono solo la metà del totale di informazioni raccolte da Planck: il satellite continuerà le sue osservazioni fino all'autunno prossimo.
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Per capire meglio abbiamo posto delle domande ad un Astrofisico:

D. - Pur non avendo partecipato al progetto dell'Esa Planck può comunque spiegarci cosa vuol dire "fotografato"?
R. - In questo caso la "fotografia" del satellite Planck è una mappa della emissione della radiazione cosmica di fondo che proviene da ogni parte del cielo e che è rivelabile nel lontano infrarosso. 
I particolari e sofisticati strumenti di Planck hanno osservato questa emissione con un dettaglio ed una precisione superiore a quello finora ottenuto con strumenti precedenti e, come quasi sempre avviene, questa maggiore informazione ha confermato il modello del primo Universo già noto precedentemente, ma ha posto nuovi interrogativi. 

D. - Cosa vuol dire questa diversa distribuzione della materia oscura?
R. - Molte evidenze sperimentali portano alla conclusione che nell'Universo attuale sia presente una grossa quantità di materia che, rivelabile dai suoi effetti gravitazionali, non emette radiazioni elettromagnetiche e che quindi non risulta "visibile" in nessuna banda dello spettro e.m.
Le inomogeneità di temperatura rivelate da Planck, sono le inomogeneità nella temperatura della materia ordinaria del primo Universo, raffreddate dall'immenso tempo trascorso. Poiché queste sono riconducibili alle inomogeneità della densità della materia primordiale, questo, con opportune ipotesi, può portare ad una valutazione della quantità della materia oscura nell'Universo neonato per capire se questa quantità è compatibile con quella osservata al presente.  

D. - Cosa vuol dire energia oscura?
R. - Se la spiegazione sulla materia oscura ha richiesto concetti sofisticati e potrebbe non essere stata sufficientemente chiara, per l'energia oscura, la spiegazione è ancora più complessa.
Sappiamo che l'Universo si espande e la presenza della radiazione cosmica di fondo ne è una delle prove più convincenti.
Sempre dalla misura della radiazione cosmica di fondo e da altri fenomeni astrofisici possiamo valutare anche la velocità di espansione dell'Universo al momento presente. 
Misure di questa velocità di espansione, riferite ad un Universo più giovane, fatte attraverso l'analisi dettagliata di alcuni fenomeni astrofisici, ha portato a velocità minori di quella attuale: ovvero  sembra evidente che l'Universo sta accelerando la sua espansione.
Poiché tutte le masse presenti nell'Universo sono soggette alla mutua attrazione gravitazionale, per spiegare questo fatto si deve ammettere l'esistenza di una forma di energia che accelera questa espansione. Questa energia, non altrimenti rivelabile, è stata chiamata energia oscura.
Per capire meglio questo fatto dobbiamo pensare, con le opportune approssimazioni, a ciò che accade quando esplode ad esempio una bomba.
Inizialmente in una certa quantità di materia è concentrata una grande quantità di energia in un piccolo volume: come si pensa che fosse l'Universo prima del Big Bang.
Quando avviene l'esplosione, si ha un momento brevissimo di altissima temperatura in cui tutta l'energia è ancora concentrata in un piccolo volume : i primi istanti dell'Universo come li vede il satellite Planck.
Subito dopo, i frammenti della materia di cui è costituita la bomba si espandono e si raffreddano: l'Universo in un passato non troppo lontano.
Dopo un tempo sufficiente, i frammenti si sono raffreddati e l'espansione  è molto rallentata: l'Universo presente. 
Qui il modello cessa di avere la sua validità, i frammenti della bomba rallentano, il nostro Universo invece sta accelerando la sua espansione.
Deve esistere qualcosa che è responsabile di questo fenomeno e che non si rivela in altro modo: si deve ammettere quindi la presenza di una energia oscura.
Galassie. La nostra Galassia è simile a questa a spirale. La Via Lattea è un braccio della  spirale pieno di stelle di cui noi vediamo la luminosità. Noi siamo in un minuscolo  pianetino che ruota intorno ad una stella piccola  equiparabile, in questa galassia in foto, ad uno dei puntini luminosi che la compongono e che sono stelle di varie grandezze. 

Galassia di forma diversa dalla nostra. 
Stelle in formazione immerse in nubi di idrogeno  nella nostra Galassia
E' arduo per chi non è addetto ai lavori capire tutto questo. Mi viene solo in mente il verso di Leopardi:
"Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare".

Realismo a 5 Stelle


Da: Il Sole24Ore
editoriale di Fabrizio Forquet
È magari interessante la discussione se Beppe Grillo sia un comico o un fool in senso shakespeariano. Ma anche fosse il secondo, mai nell'Inghilterra elisabettiana si sarebbero sognati di mettere il buffone di corte sul trono reale. In Italia abbiamo pensato di farlo. Come se l'ottavo Paese tra i grandi del mondo e la seconda economia d'Europa fossero il palco di una rappresentazione teatrale o, peggio, la casa di un reality-show da cui, a un certo punto, si può decidere di uscire, riprendendo la vita reale.
L'Italia e la sua drammatica crisi sociale ed economica non sono, purtroppo, un gioco. E non c'è una vita vera alla quale torneremo, dopo questa fuga generale dalle responsabilità. Rischiamo di risvegliarci in un Paese di macerie. Con un'economia distrutta e una credibilità internazionale vicina allo zero.
L'Italia è ancora una potenza da 1.700 miliardi di ricchezza annua prodotta. È legata a filo doppio ai suoi alleati europei e atlantici. Dalla sua tenuta dipende l'esistenza stessa dell'euro, la seconda moneta per importanza del mondo. Il suo sistema di sicurezza garantisce in teatri difficili, come quello libico, il continuo afflusso di gas e petrolio da cui dipende il sistema produttivo. Ogni mese il suo Tesoro deve andare sui mercati per farsi prestare mediamente 30-35 miliardi. Con agenzie di rating pronte da un momento all'altro a declassarci ulteriormente e uno spread che rischia di schizzare nuovamente a livelli insostenibili.

Perdere tempo con mascherate e profezie di nuove forme di democrazia web è un lusso che non possiamo permetterci. Va bene la protesta, soprattutto se porterà finalmente a quelle riforme del sistema politico che i partiti hanno colpevolmente ignorato. Ma l'urgenza della crisi impone ora un salto dal tempo della protesta a quello della responsabilità e del realismo.
Si tratta, innanzitutto, di prendere atto di alcune verità elementari. È facile sostenere nelle piazze che il debito pubblico va ristrutturato, riducendo gli interessi e diluendo nel tempo la restituzione del capitale. Ma sarebbe disastroso farlo davvero, dal momento che tutto questo equivarrebbe per il mercato e le agenzie di rating al default.
U na macchia indelebile per l'affidabilità creditizia dello Stato e, a cascata, delle sue imprese e delle sue famiglie, che perderebbero di fatto l'accesso ai mercati.
Prospettare poi l'uscita dall'euro, attraverso un referendum, liscia il pelo a un'ostilità diffusa nell'opinione pubblica verso la moneta unica, ma equivale a condannare tutti a un aumento della povertà. Si produrrebbe, infatti, una svalutazione che porterebbe a una perdita del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni almeno del 30 per cento. Bel risultato per chi mette tra i suoi obiettivi la lotta alla povertà. Non andrebbero mai dimenticati, del resto, gli enormi vantaggi che la moneta unica ha dato all'Italia in termini di minore spesa per gli interessi (molte centinaia di miliardi).
E ancora: è legittimo sostenere il reddito di cittadinanza. Ma gli almeno 30-40 miliardi necessari a finanziarlo da dove si prendono? Se l'idea è quella di smantellare dall'oggi al domani il sistema della cassa integrazione andrebbe almeno ricordato che quello strumento, nella crisi, sta garantendo più di 500mila lavoratori in difficoltà e, magari, che il suo costo viene sostenuto in grandisima parte dalle imprese. Sono dati di fatto che qualunque studente di economia conosce. Così come sono sotto gli occhi di tutti i danni di credibilità che si producono rivendicando, nelle interviste a importanti giornali stranieri, il proprio contributo all'ingovernabilità.
Benedetto Croce, nella sua Estetica, ricorda che chi «si illude sulla ricchezza dei propri pensieri» viene spesso ricondotto alla realtà «allorché è costretto ad attraversare il ponte dell'asino dell'espressione». Per Grillo e i suoi quel tempo è arrivato.
Molti di loro sono giovani e pieni di buone intenzioni. Gli stessi Grillo e Casaleggio sono certamente persone di intelligenza e vigore non comuni se sono arrivati fin qui. Si lascino alle spalle l'euforia delle piazze piene e di un'ascesa politica senza precedenti. Incassino un giusto risultato sulle riforme che riguardano la moralità pubblica. Ma si tolgano i panni del fool (copyright Enrico Brivio) e diano il loro contributo a tirarci fuori dai guai. Altrimenti della loro vittoria resteranno solo macerie. E la loro avventura politica si spegnerà nella sgradevole categoria del cinismo.

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Che dire? E' un'analisi niente male e riassume molti miei pensieri e non solo miei.
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Da: Il Fatto Quotidiano

....Nell’occhio del ciclone gli eletti siciliani che, appena usciti dalla riunione pre-voto in Senato, avevano espresso le loro perplessità: “Se vince Schifani quando torniamo in Sicilia ci fanno il mazzo”. Proprio Orellana, il nome che era uscito dalle fila dei 5 Stelle per la presidenza del Senato, aveva fatto trapelare le tante rotture interne: “Non c’è stata unanimità nella decisione del nostro gruppo. Grasso e Schifani come persone non sono equivalenti, hanno una storia e un passato diversi. Una è una scelta in continuità con il passato, l’altro non lo so. Mi sono espresso personalmente contro la scelta di Schifani”.
Gli eletti a 5 Stelle vanno incontro così alle prime difficoltà di un gruppo che testa la sua autonomia in termini di pratica e intenzioni. La scelta del Partito Democratico di candidare Laura Boldrini alla Camera e Piero Grasso al Senato ha creato problemi per la linea ufficiale espressa da Vito Crimi e Roberta Lombardi, i portavoce del Movimento, da sempre convinti della necessità del “voto ai propri candidati esclusivo”. Nel corso della giornata i pochi eletti a 5 Stelle che hanno parlato con i giornalisti erano stati chiari: “Non siamo cambiati, siamo sempre noi. Non è che appena entrati in Parlamento cambiamo faccia”, diceva Manlio Di Stefano, ma anche Massimo Artini, Mattia Fantinati e molti altri. Una compattezza smentita nella pratica. A poche ore dall’episodio, i conti bisogna farli con i vertici del gruppo e con un regolamento interno che a priori chiede trasparenza.

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All'atto pratico non è facile restare coerenti perché la realtà non è mai tutto bianco o tutto nero.
Va ammirato, però, lo sforzo rigoroso a rimanere allineati quanto più possibile. Solo che questo sforzo deve tener conto che il Paese ha urgente bisogno di Governo, altrimenti si dà l'impressione di tenere di più alla propria parte e coerenza che all'interesse di chi aspetta decisioni per il proprio futuro....

Pietro Mennea


Da: Il Fatto Quotidiano

Pietro Mennea, morto il campione che “bruciava” le macchine da corsa

L'ex olimpionico si è spento a 61 anni a causa di una malattia. Ha detenuto il record mondiale dei 200 metri per 17 anni, dal 1979 al 1996, con il tempo di 19''72, tuttora record europeo. E' stato anche deputato europeo. Nel pomeriggio la camera ardente al Coni

“Sono veramente sconvolto. Purtroppo sono fuori dall’ambiente sportivo da tanti anni e non sapevo che stesse male, ormai le notizie mi arrivano di riflesso”. Gianni Gola, ex presidente della Fial è “basito, era nel fiore degli anni, una delle più grandi figure dello sport italiano e un grande uomo. Riesco a dire solo di essere sconvolto”


Quando dico che sono vecchia trovo tanta gente che si meraviglia (chissà perché) e mi dice come se fosse una bizzarria: "A 66 anni?!!"
Io invece penso che dai 60 anni in poi ogni giorno è un regalo e così lo vivo intimamente. Troppe persone che sono state giovani con me ora non ci sono più.
Mennea l'ho conosciuto fugacemente quando militavo in Italia dei Valori e lui pure (primo periodo, prima di andarmene la prima volta).

Ricordo in particolare una riunione all'Hotel Giulio Cesare di Roma, quartiere Prati, organizzata dal giornalista RAI Bruno Mobrici che mi sedeva accanto, e davanti a noi seduti uno accanto all'altro Antonio Di Pietro e Pietro Mennea. Non eravamo tanti e la sala era piccola. Lui non parlò molto e Di Pietro ci esortò a costruire qualcosa "Perché - disse con modi simpaticamente spicci indicando Pietro Mennea - qua siamo solo io e lui!"
Poi Mennea se ne andò, deluso anche lui.
E' stato un uomo serio, grande, con una forza di volontà fuori dal comune che l'ha spinto a raggiungere mete eccezionali nello sport, ma anche nella vita accumulando lauree, cattedre universitarie, cariche politiche, attività professionali e filantropiche... Ha dimostrato quanto può la forza di volontà unita all'intelligenza. Ma non ha potuto sconfiggere il solito male incurabile che prende anche chi ha vissuto in modo sano come lui.

Per i due marò finalmente giudici italiani

AGI) - Roma, 20 mar. - La procura militare sta valutando se trasmettere gli atti sul caso dei due maro' alla procura ordinaria che indaga sull'ipotesi di reato principale, quella di omicidio volontario. E' quanto si apprende dopo che nel pomeriggio negli uffici di viale delle Milizie sono stati sentiti dal procuratore militare Marco De Paolis i due fucilieri di Marina accusati di aver ucciso per errore due pescatori indiani in un'operazione antipirateria. Latorre e Girone risultano indagati dalla stessa procura militare per "violata consegna aggravata" e "dispersione di oggetti di armamento": in pratica, si cerca di capire se abbiano commesso o no irregolarita' nell'uso delle armi o se ci sia stato non rispetto delle regole di ingaggio proprie del tipo di missione svolta a bordo della Enrica Lexie. A margine dell'interrogatorio, fonti di Governo hanno ribadito che "l'Italia e' sicura di avere la giurisdizione sul caso", pur auspicando "l'apertura di un arbitrato internazionale" per la soluzione della controversia. Le stesse fonti ricordano, infatti, che: l'incidente e' avvenuto in acque internazionali, a 20,5 miglia dalla costa; quando il comandante della Enrica Lexie ha accettato l'invito della Guardia Costiera locale a rientrare nelle acque territoriali indiane si trovava a 30 miglia dalla costa; il comandante del Saint Anthony (il peschereccio) non ha visto chi ha sparato perche' stava dormendo e non e' in grado nemmeno di dire da quale imbarcazione siano arrivati i colpi, sebbene fosse pieno giorno; una perizia balistica indiana ha accertato che i fucili che hanno sparato non erano quelli assegnati a Latorre e Girone. Non solo: la Corte Suprema indiana non ha riconosciuto ai due maro' l'immunita' funzionale formalmente dichiarata anche dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aia. (AGI) .

Finalmente si fa sul serio: giustizia militare e giustizia ordinaria al lavoro per fare chiarezza.

Questo vergognoso trascinare di rinvio in rinvio questa triste (per chi è morto) e ricattatoria vicenda, per chi è vivo, si chiarirà: gli elementi per farlo ci sono tutti.