Processo marò, l'India: non c'è pena di morte ma nessun accordo con l'Italia
23 marzo 2013 Commenti
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Nella foto i marò Salvatore
Girone (a sinistra) e Massimiliano Latorre
Dopo che il ministro della giustizia indiano aveva avanzato dubbi è arrivata la smentita del sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura: « Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non rischiano la pena di morte in India perché il governo di New Delhi ha fornito al riguardo una assicurazione scritta all'Italia».
Inoltre, ha aggiunto, «la stessa assicurazione mi è stata data nuovamente dallo stesso ministro degli Esteri Salman Khurshid durante il mio lungo e costruttivo colloquio di ieri". Peraltro, ha proseguito, «non è sorprendente che a una domanda il ministro della Giustizia indiano, come quello di qualunque altro Paese, abbia risposto in maniera vaga su una questione di principio». La domanda a cui il ministro è stato esposto nell'intervista alla Cnn-Ibn, ha poi detto, «riguarda l'esito di una sentenza e credo proprio che qualunque ministro al mondo avrebbe risposto con cautela».
Per quello che riguarda la questione fondamentale, ha concluso, «affinchè noi potessimo rispettare la parola data era e rimane la pena capitale. E noi la risposta l'abbiamo ricevuta per iscritto».
Inoltre, ha ricordato Staffan De Mistura, il 15 febbraio 2012, giorno dell'incidente in cui rimasero coinvolti i due marò, la Enrica Lexie «fu fatta entrare in acque territoriali indiane con l'inganno». Un poliziotto convinse il capitano della nave «con l'inganno e se ne vantò». «Voglio citare quello che penso sia un alto ufficiale della polizia del Kerala, che ha detto con orgoglio: "Lo abbiamo attirato", riferendosi al capitano», ha riportato il segretario in un passaggio dell'intervista. «Tutti noi abbiamo fatto molti errori», ha ammesso de Mistura.
Il caso che coinvolge i marò «non è di quelli che implica in India l'applicazione della pena di morte» e di ciò «sono state date assicurazioni al governo italiano». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Salman Khurshid. Il capo della diplomazia indiana lo aveva già precisato in una comunicazione alla Camera dei deputati. Khurshid ha anche precisato che l'India ha fornito all'Italia «chiarimenti» frutto del lavoro di esperti in diritto sulla non arrestabilità dei marò al loro ritorno e sulla inapplicabilità della pena di morte. Ma «non c'è stato nessun accordo, nè ci sono state garanzie» nei colloqui fra India e Italia. «Non so chi abbia tirato fuori questa questione dell'accordo, che ho già smentito ieri - ha dichiarato Khurshid - e neppure perchè si parli di garanzie che non sono state nè richieste nè date». «Abbiamo dialogato su questioni specifiche come l'eventualità di un arresto o l'applicazione della pena di morte - ha spiegato il ministro - che erano molto sentite in Italia ed in Europa e su cui abbiamo potuto fornire le nostre assicurazioni».
Commenti (14)
luicura2
23 marzo 2013
15.59.50
poveri sfortunati ... mi ricorda una caso di tanti anni fa.
un broker, natio di san dona' del piave, fu inviato in thailandia per trattare la vendita di elicotteri militari agusta. venne palesemente incastrato da agenti cia - come si venne a sapere nel senno di poi - per possesso di gran quantitaitvo cocaina riposta in camera d'albergo. venne condannato a 33anni in thailandia. Addiritura i governi andreotti di allora poco fecero, gli interessi di allora di westland su agusta furono troppo seri .. e imposti "al gobbo" ? dopo circa vent'anni appena gli fu organizzato il rientro a scontare il resto della pena in un carcere italiano. quando mori' il padre di costui, venne accompagnato al cimitero in manette, a san dona' del piave. non gli fu mai permesso di comunicare con chiunquesia.
un suo stretto parente che era un fondatore
della DC, sentare a vita addiritura, solo il rientro in italia era riuscito a combinare. Buona fortuna a voi militari in senno alla politica italiana
23 marzo 2013
15.59.29
Una farsa che potrebbe divenire tragedia per i due fucilieri , vittime fin troppo dignitose ed accomodanti di una partita a dadi truccati tra un buffone maldestro e piagnone ed un professionista della buffonata nazionalistico-bizantina.
Adesso la golden share (i due sventurati) se la sono ripresa gli indokeralioti, grazie al comportamento pavido (uso un delicato eufemismo) di TUTTI i protagonisti italioti di questa grottesca pagliacciata costruita ,e. falsificata, a tavolino da maestri del gioco delle tre carte ,quali sono gli indu'.
23 marzo 2013
14.08.16
L'Europa che se ne lava le mani dei propri concittadini. Nessuna pressione dall'Europa. Quante parole vuote nei congressi e nelle aule magne, riguardo all'essere Europei.
Quante altosonanti sproloqui ai ragazzini delle scuole sul sentimento europeista. Quante ciance...
Ricordo quando i nostri "amici" europei chiusero le frontiere sugli immigrati libici che sbarcavano in Italia, per poi autofregiarsi di Nobel per la Pace.
Io non sono eurpeista e nemmeno europeo, sono Italiano. Siamo soli.
23 marzo 2013
13.27.59
ECCO A CHI LO STATO ITALIANO HA SENTITO IL DOVERE DI ESSERE LEALE-
STO CERCANDO UN'ALTRA CITTADINANZA.
CIAO RAGAZZI,VI ABBRACCIAMO E PREGHIAMO CON VOI,POVERI RAGAZZI.
23 marzo 2013
12.21.16
Uno stato degno di essere chiamato tale, dovrebbe immediatamente richiamare tutte le truppe impegnate in missione contro la pirateria e anche in tutte le missioni in giro per il mondo, se uno nello svolgimento del proprio lavoro sotto il controllo dell'onu piuttosto che della comunità europeo o di organismi internazionali, una volta che si trova in difficoltà viene abbandonato a se stesso, meglio ritirarsi subito, oltretutto in questo caso ancora una volta l'Italia dimostra di non contare niente a livello internazionale, ricordate gli americani che ridendo con i loro caccia , abbattevano una cabina della seggiovia? ci furono morti ma di condanne o di processi in Italia, nemmeno l'ombra
23 marzo 2013
12.21.03
Questo commento sul ritiro delle nostre truppe dagli scenari internazionali (tanto a cosa serve?) dove i nostri governanti ci dicono che ci stiamo "per contare" (praticamente zero!) è stato fatto anche da un moderato come mio marito che, ha aggiunto, "Come mai non ci siamo rivolti all'ONU?"
L’incompetenza e la scarsa professionalità unite ad una diffusa impunità hanno condotto il paese in un baratro da dilettanti allo sbaraglio e non solo in tema economico. L’ultimo segnale?Il serafico contegno del ministro Terzi di qualche cosa che ha cosi motivato l’inaspettato rientro dei nostri marò in India “ ho dovuto salvaguardare il nostro ambasciatore” venendo brutalmente smentito dal governo indiano sulla esclusione della pena di morte. In un paese non dico normale ma addirittura disinvolto, questo supponente personaggio avrebbe già dovuto dare le dimissioni! A questo punto, data la disinvoltura interpretativa del diritto internazionale da parte degli indiani, non si potrà nemmeno sperare nella volontaria reclusione nei locali dell’ambasciata(che in teoria dovrebbero godere del diritto di extraterritorialità)fino ad un più meditato chiarimento finale. Da questo singolare confronto purtroppo emerge solo la preoccupante analogia di condotta tra autorità italiane ed indiane!
23 marzo 2013
12.15.22
Mi piacerebbe tanto sapere a che titolo questi due sottufficiali; ammesso che abbiano davvero ammazzato due poveracci, scambiando una vecchia barca da pesca per un barchino veloce "corsaro"; siano stati accolti "da eroi" reduci da Maratona. Ora li mettono sotto processo in Italia e li mandano verso una sicura galera in India.
Quando la smetteranno, questi politici incapaci, questi Monti di presupponenza, di prenderci per idioti?
23 marzo 2013
11.43.24
Non voglio neanche pensare, che il governo non abbia avuto solide garanzie sulla sorte dei due Marò.
23 marzo 2013
11.38.54
Gli Italiani sono migliori di chi ci governa.