Da: Corriere.it
Beppe Grillo sul palco di Udine (Ansa)
«Li stiamo mandando a casa. Ci avviciniamo al momento della resa dei
conti. E noi abbiamo tutto segnato». Lo scrive su Twitter Beppe Grillo,
commentando le dimissioni di Pier Luigi Bersani. «Negli ultimi mesi 5 partiti
scomparsi. Rosy Bindi dimessa da presidenza Pd. Li stiamo mandando a casa», ha
aggiunto.
L'ANNUNCIO DAL PALCO DI UDINE - Dopo l'annuncio delle dimissioni di Bersani, venerdì sera, Beppe Grillo ha dato l'annuncio, quasi in tempo reale, dal palco di Udine. «Bersani si è dimesso», ha detto il leader del Movimento Cinque Stelle. «A casa, a casa», ha urlato la piazza gremita.
Io direi che si mandano a casa da soli.
Con una cecità ed una incapacità ad ascoltare la gente che fa paura.
Bersani poteva fare una grande mossa politica accettando la candidatura di Rodotà. Invece con un masochismo che sa di follia, come diceva Crozza nella sua satira di questa sera, ha proposto Prodi.
Enzo Iannacci cantava che "per fare musica ci vuole orecchio" e si riferiva alla musica solo come allegoria...
Bersani preso dagli inciuci, dalle manovre a tavolino, l'orecchio non ce lo ha più!
Che vada a casa. Ma non cantino vittoria le maschere del PdL, quelli votati dai dieci milioni di italiani che non vogliono pagare le tasse, che ritengono un loro diritto non rispettare le leggi dell'edilizia, il popolo dei condoni, i furbi insomma... Quelli che ridono degli stupidi onesti che pretendono il rispetto delle regole... Non cantino vittoria, perché se ce la faremo ad andare di nuovo ad elezioni il Movimento 5 Stelle forse ce la farà a prendersi i voti di quelli del PD che volevano votare Rodotà e inalberavano cartelli con quel nome a piazza Montecitorio.
Sallusti al nome di Rodotà fatto dalla Gruber ha reagito dicendo che "sarebbe un male per l'Italia". Poi non ha saputo motivare questo male per la nazione, ma ha detto che certo sarebbe un male per Berlusconi "un comunista" al Quirinale.
Si vede che nella mente di Sallusti Berlusconi "è l'Italia"! Troppo facile è stata la replica in studio: c'è stato fino ad ora un comunista al Quirinale! E che comunista! Uno del PCI, uno che inneggiò ai carri armati russi in Cecoslovacchia...oggi pentito...lo ha detto... ha fatto ammenda. Comunque un comunista doc.
Rodotà si è presentato nelle liste anche come indipendente... Dunque non è comunista più di Napolitano.
Ma se Berlusconi e i suoi cortigiani si possono capire, non si capisce la scelta di Bersani di incaponirsi a non considerare tale unificante candidatura. L'ottimo Nicola Vendola, dopo averlo seguito nell'avventura prodiana per lealtà più che per vera convinzione, lo ha detto chiaramente: noi ora votiamo per Rodotà. Ma invece di dimetterti, Bersani, non potevi imporre questo nome al partito che guidavi? Poi, forse, potevi anche fare il Presidente del Consiglio con l'appoggio del Movimento 5 Stelle. Invece, a furia di inciuciare, non hai capito più niente e ti sei levato di mezzo da solo. Boh???!!!