«Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del
Bildeberg il 25 aprile è morto, nella grassa risata del piduista Berlusconi in
Parlamento il 25 aprile è morto, nella distruzione dei nastri delle
conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto, nella dittatura dei
partiti il 25 aprile è morto, nell'informazione corrotta il 25 aprile è morto,
nel tradimento della Costituzione il 25 aprile è morto, nell'inciucio tra il pdl
e il pdmenoelle il 25 aprile è morto». Difficile pensare che Nomadi e Francesco
Guccini presterebbero la base musicale per canticchiare le ultime invettive di
Beppe Grillo, anche se la metrica sembra un po’ scopiazzata nel lungo post
dedicato all'anniversario della Liberazione. Grillo sul suo blog ha continuato
comunque ad attaccare: «Nella rielezione di Napolitano e il passaggio di fatto a
una Repubblica presidenziale il 25 aprile è morto, nell'abbraccio tra Bersani e
Alfano il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è
morto, nella resurrezione di Amato, il tesoriere di Bottino Craxi, il 25 aprile
è morto, nei disoccupati, nelle fabbriche che chiudono, nei tagli alla Scuola e
alla Sanità il 25 aprile è morto, nei riti ruffiani e falsi che oggi si
celebrano in suo nome il 25 aprile è morto, nel grande saccheggio impunito del
Monte dei Paschi di Siena il 25 aprile è morto, nel debito pubblico colossale
dovuto agli sprechi e ai privilegi dei politici il 25 aprile è morto». Un
anniversario della Liberazione che Grillo evita di celebrare. «Restiamo in
silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi
si metterebbero a piangere». Un attacco a 360 gradi che non poteva passare sotto
silenzio. La prima a replicare in maniera secca è stata la presidente della
Camera, Laura Boldrini. «Il 25 aprile non è una festa morta. L'Italia non può
perdere la speranza, ce la deve fare. Per il 25 aprile c'è tanta Italia in
piazza». Ma la presidente della Camera, parlando a Milano ha anche lanciato una
proposta, abolire il segreto di Stato. «Mi unisco a chi chiede l'abrogazione
completa e definitiva del segreto di Stato per i reati di strage del terrorismo,
perché in un paese civile verità e giustizia non si possono né barattare né
calpestare».
Ma sono state soprattutto le frasi di Beppe Grillo ad
«agitare» il dibattito politico. Lucio Malan, questore al Senato ed esponente
del Pdl, ha sottolineato che «le farneticazioni di Beppe Grillo sulla Festa
della Liberazione dimostrano ancora una volta che a lui della libertà e della
democrazia non interessa nulla. Ma tanti italiani, americani, inglesi, polacchi,
australiani, neozelandesi e altri ancora, settant'anni fa hanno combattuto con
coraggio e sono morti perché noi oggi fossimo liberi di scegliere, senza le
imposizioni di un dittatore, come l'ex comico genovese aspira a diventare».
La definizione di becchino, dopo tutte quelle morti
annunciate, a Grillo arriva dal leader di Sel Nichi Vendola. «Grillo ogni giorno
annuncia la morte di qualcuno o di qualcosa. Non so se gli giova questo ruolo di
becchino planetario», ha detto. «Come fa a celebrare il funerale del 25 aprile?
Non c'è futuro democratico senza la culla del 25 aprile», ha concluso. E in
tarda serata è arrivata anche la risposta del premier incaricato Enrico Letta:
«Dite a Grillo che Dio è morto ma dopo tre giorni è risorto. Perché questo lui
non l'ha detto». Il populismo di Grillo agita le masse anche nei commenti al suo
blog. Cattura, attira, conquista quella parte di cittadini che non sa
riconoscere nel passato le basi di una società che ha conquistato indipendenza e
democrazia. Ma non a tutti coloro che hanno votato Grillo piacciono queste
esternazioni.
Fabio Capolla
Nella tragica situazione economica in cui il Paese versa non c'erano altre vie di uscita: un Governo lo dovevamo avere.
La nave lasciata senza timoniere si sarebbe infranta sugli scogli.
Per il resto Grillo ha ragione, perché quello che scrive è la verità: Guccini o meno, questa è la verità.
Dargli del becchino come fa Nicola Vendola, politico e uomo che stimo, è un'opinione. Ciascuno ha la sua.
Lucio Malan dice che farnetica: la scorciatoia per difendersi dalla verità è tacciare di pazzia chi la dice. Chi ha il coraggio di dirla in un mondo di ipocriti.
Enrico Letta cita Dio, da cattolico naturalmente, perché per lui Dio può morire e risorgere.
Sono nata cattolica ma credo che un Dio che ha creato tale immenso e complesso Universo non muore e non risorge.
La favola consolatoria la lascio a chi non sa affrontare la realtà o a chi la usa per i propri comodi.
La Boldrini è l'unica che ha avuto il coraggio di dire una cosa vera e giusta: «Mi unisco a chi chiede l'abrogazione completa e definitiva del segreto di Stato per i reati di strage del terrorismo, perché in un paese civile verità e giustizia non si possono né barattare né calpestare».