Da: La Nazione
.......... In quel momento invece, secondo i tabulati, era al telefono con Sara, perlomeno fino a mezzanotte e 17. Quindi una terza telefonata, quella più misteriosa: dura pochi secondi e segue le prime due (una di 45 minuti e una di venti). La seconda tra l’altro potrebbe essere stata fatta dall’autoscuola dove Logli ha detto di essere andato a mettere in ordine. L’ipotesi finora era che quella telefonata potesse essere stata interrotta da Roberta, che sente e trova conferma dei suoi dubbi sul tradimento del marito. E magari ne scopre anche l’identità, dando così il via alla lite che il testimone ha sentito. Ma quei pochi secondi le potevano bastare per capire con chi stava parlando Antonio? L’altra ipotesi, a cui gli investigatori stanno lavorando, è che sia stata proprio Roberta, esasperata dalle bugie, a prendere il cellulare del marito e fare quel numero. In questo caso un semplice «Pronto» di pochissimi secondi sarebbe stato sufficiente per capire chi c’era all’altro capo del telefono. E la scoperta non poteva essere più scioccante.
Plausibile: bastava ripremere per far richiamare il medesimo numero con cui, poco prima, suo marito stava parlando.
Da: Chi l'ha visto
"Sono arrivati i cani qua, hanno annusato un indumento, hanno seguito nel giardino un percorso e sono arrivati sul piazzale retrostante fino ad una recinzione, fino ad un palo dal quale è possibile superare la recinzione che è molto bassa. Poi i cani sono andati alla ferrovia subito dietro hanno percorso tutta la ferrovia, fino ad una strada che è qui dietro, via Gigli, e sembra che qui si sono perse le tracce. I cani si sono fermati. Come se fosse salita su una macchina. E' una strada che si trova 100 metri più avanti”. Due giorni dopo la scomparsa della moglie, Antonio Logli aveva ricostruito a “Chi l’ha visto?”, nello stesso luogo, praticamente la stessa scena descritta recentemente dal testimone che ha riferito di averlo visto proprio a via Gigli la notte della scomparsa. È una delle novità che sono emerse nella puntata nella quale “Chi l’ha visto?” ha ripercorso cronologicamente le dichiarazioni e le azioni del marito di Roberta Ragusa dopo il 14 gennaio 2012.
Da: PisaToday
L'uomo nei mesi scorsi, ascoltato dai Carabinieri, riferì di avere visto il marito di Roberta Ragusa fuori dalla sua abitazione ben oltre la mezzanotte smentendo quindi ciò che ha sempre sostenuto l'indagato, che invece diceva d'essersi addormentato quella sera alle 23.45 e di essersi accorto solo il mattino seguente della scomparsa della moglie. "Ha ribadito in modo incisivo ciò che aveva già detto più volte agli inquirenti" ha spiegato l'avvocato Natascia Marini che oggi l'ha accompagnato in aula ma non ha assistito all'esame come prescrive il codice di procedura penale. "Mi ha però riferito - ha aggiunto il legale - di essere stato preciso nei riferimenti e di avere risposto compiutamente alle domande che gli sono state poste".
In aula c'era anche Antonio Logli, rimasto gelido, impassibile anche in questa circostanza. Gozzi aveva detto in passato di temerlo ma oggi, ha concluso la Marini, "ha incrociato più volte il suo sguardo senza farsi condizionare e ha continuato a riferire con serenità ciò che aveva visto. Quando la difesa di Logli ha provato ripetutamente a farlo cadere in errore con argomenti non attinenti al processo, sia il Gip che le parti civili hanno bloccato questo tentativo".
Sicuramente gli inquirenti avranno ricostruito un possibile quadro della tristissima ed infame vicenda riguardante la sfortunata madre di due figli, privati di lei. Lei non soffre più, presumibilmente, ma i suoi figli soffriranno per tutta la vita poveri innocenti.
Dato che le tracce dei cellulari sembrano fermarsi alle h. 0:17 del 14 gennaio 2012 è difficile capire lo scenario descritto dal testimone: il marito fermo in macchina in Via Gigli (senza cellulare, altrimenti forse gli inquirenti avrebbero ricostruito dalle celle la sua presenza lì, o forse no, essendo la medesima cella che serve il luogo dove è la sua abitazione) come avrà fatto a essere raggiunto da Roberta per la scena successiva della lite descritta dal testimone? Se lui era lì e dopo è arrivata lei come si sono dati appuntamento in quel punto? Avevano i cellulari allora. Ma se così fosse ci sarebbe traccia dello scambio di chiamate. Credo che questo sia un quesito a cui gli inquirenti dovranno dare risposta nella ricostruzione del fatto, per farlo collimare con la testimonianza di Gozzi. Altrimenti la testimonianza potrebbe presentare una debolezza.
La strada dove il testimone ha visto prima il marito fermo in auto da solo e poi, successivamente, con lei, ma con un'auto diversa, dista qualche centinaio di metri dalla casa dove i due coniugi vivevano: come si sono trovati lì? E perché? Questa sequenza, qualora non chiarita bene dagli inquirenti, potrebbe costituire un appiglio per la difesa per demolire la testimonianza di Gozzi e famiglia.