L'ex tesoriere della Margherita arrestato per appropriazione indebita ha ringraziato i frati per l'ospitalità: «Sono commosso» |
ROMA - È tornato in
libertà per decisione della quarta sezione del Tribunale penale che lo sta
processando per l'accusa di appropriazione indebita di 25 milioni di euro
sottratti ai fondi del gruppo politico Margherita il senatore Luigi
Lusi.
I giudici hanno accolto un'istanza degli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, ritenendo, alla luce di quanto emerso dalla istruttoria dibattimentale, che non ci siano più esigenze cautelari che dal 18 settembre dello scorso anno hanno visto Lusi detenuto agli arresti domiciliari nel convento di Santa Maria dei Bisognosi a Carsoli. La decisione di scarcerare Lusi è stata presa nel corso di una nuova udienza del processo, alla quale come le precedenti udienze, Lusi era presente. Ascoltando la lettura del provvedimento del Tribunale il senatore Lusi, che da sempre segue lo svolgimento del processo, è stato colto da commozione ed ha abbracciato gli avvocati Petrucci e Archidiacono suoi difensori. Secondo i due penalisti, «il Tribunale ha preso atto del fatto che si è conclusa ormai l'istruttoria dibattimentale e perciò è possibile il provvedimento. Riteniamo che l'impianto accusatorio si stia incrinando, quanto meno sull'aspetto dell'associazione a delinquere». Come si è detto Lusi attualmente era detenuto agli arresti domiciliari presso il convento di Santa Maria dei Bisognosi a Carsoli. Tornerà nel convento per recuperare i suoi effetti personali e domani tornerà a Roma per riunirsi alla moglie. Anche Lusi ha voluto commentare la decisione del Tribunale dicendo: «Sono commosso, continuerò a seguire il processo come ho fatto fino ad oggi con la massima serenità e fiducia nel Tribunale». In galera ci rimangono solo i piccoli ladri: Maruccio e Fiorito sono già usciti e dichiarano tutti che "hanno tanta fiducia nella giustizia di questi giudici". Chi non ha più fiducia invece sono i cittadini che pagano le tasse, anche esageratamente, e aspettano di riavere il credito di imposta riconosciutogli dall'Agenzia delle Entrate da gennaio e gli impiegati rispondono "che non sanno quando gli verranno restituiti i soldi pagati in più". Che conforto sapere: che a noi ci impongono di pagare anche più di quello che dobbiamo, che anche quando lo Stato riconosce il credito a noi dovuto ci risponde che non sa quando riavremo i nostri soldi, e nel frattempo i giudici lasciano liberi nelle loro ricche case coloro che si sono approfittati del denaro pubblico! Un giro perverso che dice molto bene in che Stato viviamo. |