Tutti parlano della visita del Papa in carica a Lampedusa ed io mi sono ricordata di questo articolo, che scrissi nel 2009 per una rivista dove pubblicavo, che fu rifiutato dalla Direttrice Editoriale con questa motivazione: "Claudio Baglioni è di destra e la nostra rivista non lo è."
"Gli Uomini della Storia accanto....."
di Rita Coltellese
Il 21 settembre 2009 alle h. 15.00, presso l'Aula Magna della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi Roma "Tor Vergata", si è tenuta una Tavola Rotonda sul tema "Gli Uomini della Storia accanto: Integrazione, dialogo, solidarietà e diritti".
L'incontro, fortemente voluto dal Rettore Prof. Renato Lauro, è stato organizzato dall'Università ospitante e dalla Fondazione O'Scià (Odori, Suoni, Colori d' Incontri d' Arte), nata nel 2003 da un'idea del cantautore Claudio Baglioni.
Dopo il saluto del Magnifico Rettore, che ha aperto i lavori, ha preso la parola Claudio Baglioni, Socio fondatore e promotore della Fondazione O'Scià, che fungeva anche da moderatore.
"Nessun uomo è un'isola ogni respiro è un uomo", citiamo un verso di Claudio Baglioni per introdurre l'argomento della discussione che si prefiggeva la sensibilizzazione culturale verso "l'altro", il diverso.
Claudio, in giacca bianca su una "mise" nera, ha ricordato l'ispirazione che ebbe a Lampedusa, dove era in vacanza, di creare la Fondazione vedendo arrivare i barconi dei disperati del continente africano. Quella visione gli creò "un sentimento di colpa" dal quale non si è mai ripreso, ma che lo spinge a "fare" qualcosa per il problema clandestini. In passato, insieme ad altri colleghi, ha dato concerti per raccogliere fondi e per sensibilizzare la gente nei riguardi di chi è più sfortunato di noi.
Fra gli ospiti che hanno parlato del problema dell'immigrazione clandestina, ricordiamo Riccardo Noury, portavoce della Sezione Italiana di "Amnesty International" e la Rappresentante della Sezione Italiana di "Save the Children" che, insieme a dati e statistiche, hanno messo l'accento sulla difficoltà di mettere a fuoco la figura del "rifugiato politico" per, a volte, mancanza dei dovuti riscontri e, in particolare, la giovane rappresentante di "Save the Children" ha riconosciuto che in Europa è ben visibile la situazione dei Paesi più esposti al problema e che questi sono l'Italia e Malta. Ha inoltre evidenziato la necessità di coinvolgere responsabilmente tutta l'Europa per non lasciare soli questi Paesi.
Ha partecipato anche Isabella Rauti, in qualità di Capo Dipartimento del Ministero Pari Opportunità, illustrando cosa ha fatto per i rifugiati la struttura di cui è responsabile . Dopo il suo intervento, richiamata da altri impegni, la moglie del Sindaco Alemanno ha lasciato la tavola Rotonda.
Le prossime iniziative della Fondazione O'Scià presentano il seguente calendario di Eventi della Settima Edizione Lampedusa 2009: 30 settembre ore 21.00 Serata di intrattenimento Spiaggia della Guitgia, 1° ottobre idem alla stessa ora, 2 ottobre sempre ore 21.00 Concerto Artisti stesso luogo ed il 3 ottobre si replica.
Concludiamo questo resoconto con una citazione di Francis Bacon: "Se un uomo è gentile con uno straniero, mostra di essere cittadino del mondo e in cuor suo non è un'isola staccata dalle altre, ma un continente che le riunisce".
Un articolo-resoconto sulla visita del Papa apparso su "La Stampa" mi ha fatto ricordare questo articolo mai pubblicato.
Si legge su "La Stampa":
....dal «pulpito marinaro» costruito dai lampedusani, Papa Francesco dirà: «Questa
mattina vorrei proporre alcune parole che spingano a riflettere e a cambiare
concretamente certi atteggiamenti». Le facce si illuminano: allora non è stato
tutto inutile...
Il «Papa povero» le guarda e riserva loro l’ultima
sorpresa, salutandole così: «A voi dico o’scià...». Significa respiro, fiato
mio, in siciliano: una dichiarazione d’amore. E da lontano, su un balcone,
qualcuno espone uno striscione e contraccambia così: «Ciao Francesco, sei uno di
noi».
L'articolo è firmato da Federico Geremicca, inviato a Lampedusa.
Dal dialetto siciliano Claudio Baglioni aveva ricavato un acronimo per dare un nome alla sua organizzazione ed iniziativa benefica.
Oggi lo usa anche il Papa.
Questa visita ciascuno la interpreterà a modo proprio, secondo le proprie convinzioni umane e politiche. Di certo l'Italia non può ricevere da sola tutta l'Africa, e lo aveva ricordato, nell'evento da me riportato nel mio articolo, la Rappresentante della Sezione Italiana di "Save the Children" che aveva messo l'accento sulla difficoltà di mettere a fuoco la figura del "rifugiato politico" per, a volte, mancanza dei dovuti riscontri e la necessità di coinvolgere responsabilmente tutta l'Europa per non lasciare soli Paesi esposti come l'Italia e lei aveva citato anche Malta.
In realtà è l'Italia che è sola dato che i media ci hanno informato che Malta li respinge in mare e l'umanità e le spese sono solo italiane.
In Europa si sono levate voci anche a difesa di Malta: "Malta è piccola, non è grande come l'Italia!"
Ma l'Italia non è grande come gli USA, altro Paese in cui dal sud arriva un'immigrazione clandestina e che altri, aggiustandosi la realtà, hanno voluto richiamare ad esempio similare.
Quanto all'Europa vorrei ricordare quello che ha fatto in tempi recenti la Francia, invalidando i permessi di circolazione europei rilasciati ai migranti dal Paese Europeo che si chiama Italia.
Insomma questa Nazione, territorialmente non immensa, con enormi problemi economici, non paragonabili certo a quelli dell'Eritrea, della Libia, della Tunisia, del Niger ecc. ecc. ecc. NON PUO' COMUNQUE FARSI CARICO DI QUESTO PROBLEMA PROVOCATO DA GOVERNANTI CRIMINALI, POTENZE STRANIERE CHE LUCRANO SULLE ARMI, SCELTE ECONOMICHE DI RAPINA E SFRUTTAMENTO DI ESSERI UMANI.
Non si può dire all'Italia: "C'è una piena e tu ti devi far inondare, non importa chi affoga." Non l'abbiamo provocata noi la piena e, spero e penso, che il Papa abbia parlato di INDIFFERENZA GLOBALE riferendosi a tutti tranne che all'Italia, vittima di riflesso.
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Questo è il "lavoro" offerto a donne africane giovanissime clandestine in Italia
Oppure questo: siamo tornati alla schiavitù!
Debbono, invece, rimanere nei loro Paesi dove hanno il diritto di vivere in pace. I Paesi che si definiscono civili, tutti, debbono smettere di vendere armi ai "ribelli" delle varie fazioni e porre condizioni perché i soldi spesi per quelle armi vadano per costruire la pace. Che lavorino la terra nei loro Paesi, anche vivendo nelle capanne, tanto qui vivono in capanne peggiori, inumane...
meglio i loro villaggi, se li fanno vivere in pace senza guerre e distruzioni...
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