giovedì 5 settembre 2013

Lui ha coraggio e sfida, gli altri si adeguano per ipocrisia

Il 3 settembre scorso nella trasmissione "Agorà" di RAI 3 fra gli ospiti c'era Vladimiro Guadagno, ex deputato del governo Prodi nelle liste del partito Rifondazione Comunista, e conosciuto meglio come Vladimir Luxuria, nome d'arte in quanto Vladimiro è attore e poliedrico uomo di spettacolo.
Non posso che chiamarlo uomo in quanto questo è biologicamente, in quanto dalla nascita alla morte nelle sue cellule saranno sempre presenti i cromosomi del genere maschile: XY. 
La sua omosessualità però lo spinge ad usare il termine "transessuale" abusato in tutto il mondo della odierna comunicazione ma che non ha, nel suo caso come in altri, alcun fondamento scientifico. Non perché non esista in natura qualche fenomeno del genere, non frequente, ma perché per essere definito tale il vero transessuale deve avere naturalmente caratteristiche del genere opposto: seni, se è uomo, o assenza di essi se donna, ad esempio... Nel caso di Vladimiro Guadagno egli non ha alcuno di questi caratteri sessuali secondari ma, la sua omosessualità, lo spinge a truccarsi e vestirsi da donna e, nel tempo, ha adottato anche forzature sul suo corpo per renderlo più femminile come lui desiderava.
Questo però non gli consente di avere documenti diversi da quelli che ha: genere maschile.
Dunque dovrebbe adottare l'abbigliamento mascherante la sua sentita femminilità soltanto nel suo privato e, se lo desidera, nei suoi spettacoli.
Mi spiego meglio. Non si può prescindere nel costume, nel comune senso del pudore dalla cultura di un'epoca e la nostra epoca è influenzata dalla cultura cristiana. Indubbiamente. Nei libri di storia scriviamo d.C. o a.C.: e non è cosa da poco! A quella data si fa riferimento in questo nostro mondo di oggi per rapportarsi a tutto! Non ne faccio una questione di religione, giammai! Dico solo che è un fatto culturale.
E mi spiego ancora meglio. Nell'antica Roma, anche ai massimi livelli, era normale defecare in compagnia parlando di affari. Nella villa dell'Imperatore Domiziano, sul Lago di Paola in provincia di Latina, come in altre vestigia romane, c'è un cacatoio pubblico perfettamente conservato. Per la loro cultura, dunque, questo aspetto non costituiva orrore come può costituirlo nella nostra odierna cultura, in cui in quella necessità non ci facciamo vedere neppure dai nostri familiari!
Per questo andare in giro truccati e vestiti da donna non è cosa accettabile anche se i lassi costumi e, soprattutto, l'ipocrisia imperante, consentono che Vladimiro vada in TV abbigliato da signora come andava in Parlamento, dove la sua sfida si è spinta fino al punto di pretendere di andare nel bagno delle donne, pur avendo gli attributi intatti, e suscitando le giuste rimostranze di una deputata di Forza Italia che fu per questo molto derisa da colleghe di opposte idee e stampa.
Ecco, questa continua rimozione della realtà oggettiva, questa ipocrisia mi danno fastidio. Sono atteggiamenti di maniera, per puro opportunismo, che inducono giornalisti e politici ad accettare quello che accettabile non è. A meno che, come al solito, non vogliamo gettare alle fiamme molte Opere scientifiche di Psichiatria e di Psicologia.
Le tendenze sessuali debbono appartenere alla sfera privata e non essere fastidiosamente sbattute in faccia agli altri. Se un uomo si eccita soltanto quando la sua amante si veste da Cappuccetto Rosso non può essere accettabile che la signora vada anche in giro vestita da Cappuccetto Rosso! 
Se Vladimiro è omosessuale e appartiene a quegli omosessuali a cui piace travestirsi da donna (non piace a tutti gli omo) lo faccia nel suo privato, quando sta con gli amici a cena o con chi gli piace intrattenersi... E si vergognino tutti coloro che sorridono dietro le sue spalle facendo finta di essere "moderni" e liberal nell'accettare il suo travestirsi in pubblico.

Da: La Stampa
26/1/2009 (7:22) - INTERVISTA A VLADIMIR LUXURIA
"La vera trasgressione
non è il sesso ma l'amore
Intervista di Sabelli Fioretti a Vladimiro Guadagno in arte Luxuria - parte

… la prostituzione…
«Certo, la prostituzione».

L’hai rivendicata con orgoglio.
«Mi sono limitata a togliere a qualche giornalista la soddisfazione di fare scoop».

… la droga...
«Se qualcuno mi mettesse qui davanti una striscia di coca ci soffierei sopra».

Pentita?
«Io non mi pento mai di niente».

Quando hai smesso?
«L’ultima canna tre anni fa. L'ultima coca sei anni fa».

Cronache di pazzie quotidiane - Igiene pubblica

Igiene pubblica


Il gatto morto giaceva in un avvallamento laterale della via comunale. Doveva essere morto da un po' a giudicare dalla quantità di mosche che gli svolazzavano sopra. 
"Speriamo che la signora che abita a confine con la strada comunale avverta il comune che mandi qualcuno a toglierlo di lì!" Disse una donna passando e contenendo un moto di repulsione.
"Certo, se non vuole che le mosche le portino le particelle della putrefazione dentro casa!" Le rispose polemico suo marito, conoscendo l'inanità del circondario, buono solo a lamentarsi per poi non fare niente.
L'indomani il gattone era sempre lì e se ne vedevano le interiora fuoriuscite, segno che era stato investito ed era ricaduto in quell'anfratto.
"Non ha telefonato nessuno." Considerò la donna che era passata già il giorno prima. "Oppure hanno telefonato e questi se ne fregano." Non aveva in grande stima gli amministratori comunali, e la colpa non era sua ma dei fatti che riguardavano quel comune, come purtroppo, tanti, troppi comuni italiani. Marciapiedi rotti e impercorribili a causa della totale incuria, assoluta mancanza di qualsivoglia pulizia della strada comunale da erbacce che intasavano le rare cunette per la raccolta dell'acqua piovana... ecc. ecc. ecc..
I cittadini vedevano le loro salate tasse spese in luminarie e fuochi d'artificio ma non nel mantenimento dignitoso delle vie.
La donna chiamò i vigili urbani: ma non rispose nessuno.
Cercò il numero dell'Ufficio d'Igiene: ma non lo trovò.
Infine, visto che si era nella tarda mattinata, dunque in orario di lavoro, chiamò il comune.
Le passarono l'Ufficio Igiene e sanità.
Questo il kafkiano colloquio.
"Con chi parlo?"
"Lei con chi vuole parlare?"
"Con qualcuno che possa far rimuovere una carogna di gatto dalla via comunale."  
"Il responsabile non c'è."
"La carogna ha mosche e larve e per l'igiene pubblica qualcuno deve intervenire. Scusi con chi sto parlando?"
"Lei perché lo vuole sapere?"
Stupore! "Ma perché chi risponde da un ufficio pubblico deve dare nome e cognome."
"E chi lo dice?"
Doppio stupore! "C'è una legge che lo dice."
"Marina."
"Marina è il cognome?"
"No, Marina è il nome."
"Di Marina ce ne sono tante, ma dica il cognome."
"In questo ufficio di Marina ci sono solo io."
"Non capisco perché lei non voglia dire il suo nome e cognome  come impone la legge per gli impiegati pubblici. Ha paura di prendersi le sue responsabilità? Ma lei è pagata per dare un servizio dunque non può mantenere l'anonimato."
"E lei come si chiama?"
"Ah! Lei che risponde ad un telefono del comune dal suo posto di lavoro non vuole dare il cognome, ma da me che faccio una segnalazione per l'igiene pubblica lo vuole però! Io non ho difficoltà a darglielo, l'avrei fatto senz'altro, ma visto che lei dice solo Marina allora io le dico solo Franca! Anche perché io chiamo da casa mia e lei invece risponde da un ufficio pubblico e non è a casa sua, ma è lì perché percepisce uno stipendio per dare un servizio!"
"Ma questo gatto dov'è?"
"Più o meno all'altezza del comprensorio "La Ginestra" in Via del Bosco ."
"Io non sono di questo comune e non so dov'è."
Triplo stupore! "Si informi allora!"
"Ma è all'interno di questo comprensorio? Lo devono rimuovere i privati allora."
"Ho detto all'inizio che si tratta della via comunale. - Fece stizzita Franca. - A meno che da stamattina Via del Bosco è diventata privata!" Concluse con vis polemica.
"Aspetti." E lasciò la segnalatrice al telefono diversi minuti.
"Prima o poi cadrà la linea e faranno finta che la segnalazione non ci sia mai stata." Sogghignò tra sé e sé la donna, abituata all'andazzo degli uffici pubblici in generale.
Invece arrivò al telefono un uomo e disse pure chi era e il suo titolo.
La donna ripeté la segnalazione. "Lei che si occupa del settore Igiene e Sanità capisce che è una questione di salute pubblica!" Concluse.
"No, signora, io non mi occupo di questo settore, ma dato che il collega che se ne occupa è in ferie e che la pianta organica è al cinquanta per cento cerchiamo di fare quello che possiamo."
La donna si ricordò che ogni volta che aveva a che fare con un qualunque impiegato di quel comune, per qualsivoglia pratica o necessità, si sentiva ripetere questa giaculatoria: "Siamo sotto organico e non fanno concorsi per rimpiazzare i pensionamenti."
"Se il comune non si fosse fatto commissariare per ben due volte negli ultimi anni forse i soldi per bandire concorsi per rimpinguare la pianta organica ce li avrebbe!"
"Non dipende da noi signora!"
"Certo, da chi viene eletto in Consiglio Comunale e dovrebbe, con Sindaco, Assessori e Giunta, far quadrare il bilancio! E' colpa nostra e di chi votiamo!"
E quello le dette ragione e le disse: "Vedrò quello che possiamo fare!"
A telefono chiuso alla donna venne un pensiero: "Hanno detto che eliminano le Province: ecco il risparmio! Spostino gli impiegati provinciali nei comuni! Da Ente locale ad Ente locale, senza bandire concorsi e spendere soldi in più!"

Ma la realtà può essere ben peggiore!

Da: Lucca in Diretta.it

Gatti morti all'ufficio protocollo del Comune di Lucca

Giovedì, 18 Luglio 2013 h. 10:46


ufficioprotocollo
FOTO - La cantinetta sotto l'ufficio protocollo invasa dai gatti
Un odore forte investe da giorni chi entra all'ufficio protocollo del Comune di Lucca. Figurarsi gli impiegati che da circa due settimane devono convivere con quel singolare problema, con non poco imbarazzo per dover accogliere in quel modo coloro che si recano allo sportello per sbrigare le pratiche. La puzza arriva, a momenti, dalla cantinetta proprio sotto agli uffici: alcuni cadaveri di gatto in avanzato stato di decomposizione non sono ancora stati rimossi dall'interno. E il caldo di piena estate ha peggiorato le cose. Ogni anno, lo stesso copione: dagli uffici si lamentano della presenza di una numerosa colonia di quattro zampe che viene nutrita da alcuni abitanti della zona. I mici che si lanciano nella cantinetta dalla grata che dà sulla strada in cerca di fresco sono sempre di più: lo dimostrano anche le ciotole che vengono lasciate davanti alla fessura. Alcuni di loro, però, hanno scelto quel posto nascosto per morire. Creando non poche polemiche.


Così anche stamani (18 luglio) è stato sollecitato da parte del personale l'intervento dell'ufficio ambiente. Dal Comune rassicurano: “In un paio di giorni le carcasse saranno rimosse”. Il problema però è da risolvere alla base, replicano dall'ufficio protocollo. Qui i dipendenti spiegano che ogni estate è la stessa storia: “Purtroppo la colonia di gatti è sempre più numerosa - dicono -: qualcuno dà loro da mangiare, così la cantinetta sotto agli uffici è diventata il ricovero per decine di randagi”. “L'anno scorso - racconta un altro dipendente - la situazione era pure peggiore: per entrare nell'ufficio più vicino al seminterrato in alcune giornate sarebbe servita la mascherina”.