giovedì 5 dicembre 2013

Cronache di pazzie quotidiane... ma non è una novellina

Roma, autista della linea Atac 44 litiga al telefono con una donna: fa scendere i passeggeri e va via con il bus



Ha accostato l'autobus. È sceso in strada con il telefonino in mano, lasciando a bordo i passeggeri che lo guardavano allibiti. 
E al termine di una drammatica telefonata, presumibilmente con una donna, è risalito e ha ordinato a tutti di scendere. Quindi ha richiuso gli sportelli, ha inserito sul display la scritta “Deposito” ed è sfrecciato via. È successo questa mattina a Monteverde Vecchio, sulla discesa di via Dandolo, linea 44. L'episodio è stato riferito dai passeggeri, che alle otto del mattino si sono ritrovati in mezzo alla strada ad aspettare la corsa successiva, costretti ad arrivare in ritardo al lavoro o a scuola.

«Lo abbiamo visto spegnere il motore e telefonare» racconta Alice, una delle vittime dell'autista disperato. «Da quello che abbiamo sentito si intuiva che dall'altra parte del telefono c'era una donna, una ex moglie immagino. Gridava: "Mi hai rovinato la vita. Vaffanculo tu e le tue richieste, lo vuoi capire che non ciò una lira?" e giù insulti. Quando è tornato sull'autobus stava piangendo. Ci ha urlato “Scendete subito, brutti stronzi”. Siamo scesi». L'autobus era pieno, a occhio si potevano contare una cinquantina di passeggeri. Nessuno ha osato opporsi alla furia del conducente: uno alla volta sono scesi tutti e infine hanno guardato il loro 44 allontanarsi in direzione viale Trastevere. Qualcuno ha chiamato un taxi, gli altri si sono pazientemente messi in attesa alla fermata di via Dandolo. Qualcuno ha comunque dato atto all'autista di non aver parlato al telefono mentre guidava.
DA: IL MESSAGGERO.IT

Lo dico sempre: non c'è bisogno di inventare giacché la realtà supera di gran lunga la fantasia!

Per i marò no per i teppisti si

Sicuramente è una semplice concomitanza temporale il fatto che il nostro Capo del Governo, Enrico Letta, sia in visita ufficiale in Polonia e, contemporaneamente, ci siano dei pseudotifosi della Lazio nelle galere polacche. Dunque può essere ovvio che abbia speso delle parole per il rilascio dei facinorosi che, se si fossero limitati ad una allegra trasferta dietro la propria squadra del cuore fatta di risate e sventolamento di bandiere, ora non sarebbero rinchiusi in cella.
Ma è anche vero che i telegiornali ci hanno mostrato già prima della partenza di Letta, per una visita, pare, programmata da tempo, una Ministro degli Esteri che parlava in favore degli arrestati.
La deludente Emma Bonino sembra aver perso tutta la sua grinta da quando siede su quella poltrona e per i marò mantiene un bassissimo profilo. Però si spende per gente che invece di sedersi tranquillamente allo stadio preferisce far casino per le strade.
Bisogna dire che il teppismo italiano dei cosiddetti "tifosi" di calcio non è il solo: basta ricordare gli inglesi ad Heysel.
Ma non scherzano nemmeno i nostri:
2007 - Da: La Repubblica.it

Follia a Catania, agente arresta ultrà
viene aggredito ed ucciso da bomba carta

<B>Follia a Catania, agente arresta ultrà<br>viene aggredito ed ucciso da bomba carta</B>
CATANIA - Un colpo di spranga e poi una bomba carta tirata dentro l'auto di servizio. E' morto così l'ispettore del reparto Mobile, Filippo Raciti, di 38 anni, sposato con due figli





2010 - ANSA.it

CATANIA - La prima Corte d'assise di Catania, accogliendo integralmente la richiesta del pm Andrea Bonomo, ha condannato a 11 anni di reclusione, per omicidio preterintezionale, Daniele Natale Micale, 23 anni, a conclusione del processo per la morte dell'ispettore Filippo Raciti, 

Non risulta ci sia ancora stato il Processo d'Appello.


2011 - Da: Attualissimo.it

La Corte di Appello per i minorenni di Catania ha ridotto a 8 anni la pena carceraria di Antonino Speziale, uno degli assassini dell'ispettore di Polizia Filippo Raciti, morto a seguito degli scontri intervenuti nel corso del derby calcistico tra Catania e Palermo del 2 febbraio 2007.

In Assise gli avevano dato 14 anni.

Gli esempi di quanto la nostra Polizia debba sopportare per un tifo che tifo non è sarebbero tantissimi.

Ho in famiglia un figlio che è tifoso della Roma fin da bambino in modo quasi maniacale,  ma mai è andato allo stadio per menar le mani.
Dunque è evidente che la squadra di calcio è per questi soggetti una scusa per sfogare una violenza repressa che non trova altrimenti sfogo.

Spero dunque che le famiglie di costoro si paghino avvocati e quant'altro riflettendo bene che forse in altri Paesi le regole le fanno rispettare.