..Burocrazia e incartamenti. La burocrazia nel Regno Unito si fa per posta o per telefono. Non si va mai negli uffici pubblici e non si perde tempo. Carte e domande che ho dovuto presentare le ho scaricate da Internet, in formato PDF; le ho riempite e mandate indietro. In alcuni casi ho dovuto chiamare al telefono perchè ti fanno un “quiz” per verificare che sussistano le condizioni per aderire alla domanda che stai per fare. E chi non ha Internet chiama anche negli altri casi. Quando ti mandano il modulo indietro, te lo mandano sempre con le buste preaffrancate in First Class. Se hai bisogno di telefonare ad un ufficio pubblico, solitamente sono aperti dalle 8 di mattina alle 8 di sera. Alcuni uffici, come l’HM Custom & Revenue, che sarebbe un mix tra la nostra dogana e agenzia delle entrate, addirittura di domenica. Parliamone!!!Non è richiesta alcuna marca da bollo sul passaporto o su nessun altro pezzo di carta che devi presentare. La marca da bollo, che sono semplicemente altre tasse, ce le abbiamo solo in Italia.
Ho fatto una ricerca su Internet per scoprire se
anche in altri Paesi Europei c'era l'uso,
vessatorio per i cittadini, della Marca da
Bollo!
Ed ho trovato, ad esempio, quanto scrive
Ed ho trovato, ad esempio, quanto scrive
questo blogger che si è trasferito, armi e
bagagli con famiglia, nel Regno Unito.
Purtroppo non ho trovato altre notizie in
Purtroppo non ho trovato altre notizie in
proposito, ma sono quasi certa che non ci
siano altri Paesi che costringano il cittadino a
tornare più volte in un Ufficio Pubblico
perché, apprende in loco, "ci vuole la Marca
da Bollo!"
A quel punto inizia un'accanita ricerca nei
tabaccai intorno all'Ufficio Pubblico per avere
la sospirata Marca da Bollo, senza la quale il
malcapitato cittadino non potrà avere il
documento che gli serve!
E' nato addirittura un sito contro la Marca da
E' nato addirittura un sito contro la Marca da
Bollo!
Chiediamo l’abolizione della marca da bollo
Ritengo che la marca da bollo o imposta di bollo sia una vera gabella dello Stato anacronistica, odiosa, fastidiosa e che oltre all’esborso di denaro comporta complicazioni e lungaggini nei rapporti con la pubblica amministrazione.
Da questa considerazione nasce nomarcadabollo.it, sito che ha come scopo la divulgazione di questa protesta contro la marca da bollo e la raccolta di adesioni affinchè sia portata a conoscenza dell’opinione pubblica e dei politici la necessità di provvedere al più presto alla cancellazione dell’imposta di bollo.
In pratica la marca da bollo è una tassa sugli atti scritti su carta . O come più pomposamente recita il decreto del Presidente della Repubblica 642 del 26-10-1972 è una imposta applicata alla produzione, richiesta o presentazione di determinati documenti.
Voglio raccontarvi una breve storia di microfollia quotidiana a cui è sottoposto ciascuno di noi a causa dell'uso retrogrado e superburocratico della Marca da Bollo.
Cronache di pazzie quotidiane
La Marca da Bollo
La Marca da Bollo
Ogni volta che doveva affrontare un Ufficio Pubblico le veniva una sottile inquietudine: eppure era una donna di mezza età sicura di sé e, diceva chi la conosceva bene, saggia ed equilibrata.
Ma l'esperienza di una ormai lunga vita le aveva instillato l'insicurezza più totale dovuta all'incognita che ogni atto amministrativo, che il cittadino italiano deve affrontare, comporta.
Doveva rinnovare la patente. Nulla di straordinario. Ma per un problema visivo che, fortunatamente, non era peggiorato dai suoi 30 anni in poi, doveva sottoporsi alla visita medica della Commissione Provinciale per gli Invalidi. Era già andata alla ASL dove l'incognita si era risolta bene: niente file, niente intoppi, e le avevano dato appuntamento di lì a tre mesi!
"Ma la patente mi scade fra 20 giorni." Disse la donna all'impiegata dello sportello.
"Non si preoccupi. Vada alla Motorizzazione Civile con la nostra prenotazione e le fanno un foglio provvisorio per circolare fino al giorno della visita."
Rincuorata la signora si era organizzata: su Internet aveva visto gli orari della sede della Motorizzazione Civile più vicina. Vivendo in una grande città la sede era a 30 km. da casa sua. Aveva poi preparato tutte le carte che potevano servire: foglio originale della prenotazione della visita, patente e addirittura delle foto, non si sa mai!
Arrivata sul posto, dove di certo nessuno va di frequente, a parte chi ci lavora, si era trovata immersa in una circolazione a dir poco caotica: aveva sbagliato un'immissione in quanto gli edifici della Motorizzazione Civile, visibilissimi dalla grande arteria, non avevano però una strada di facile ed intuibile accesso, né vi erano evidenti indicazioni di cartelli. Dopo mezz'ora di fila per percorrere circa 300 metri, per poter tornare poi indietro ed accedere alla stradina che portava al grande edificio pubblico, aveva dovuto girare ad un semaforo, dove stavano in servizio circa 5 vigili urbani con ben due macchine della Polizia Locale, poi percorrere un tratto di strada e tornare indietro verso l'affollato semaforo e infine girare a destra. Imboccata la stradina, all'inizio della quale c'era uno sbilenco e annerito cartello con su scritto "Motorizzazione Civile", sentì un primo sentimento di sollievo.
Giunta sul posto ebbe un secondo sollievo: si poteva entrare con l'auto e parcheggiare agevolmente e gratuitamente!!
Entrò nell'edificio giusto ricordando all'improvviso quello che aveva dovuto fare cinque anni prima. Altri vagavano smarriti chiedendo a chi passava in quale edificio dovessero recarsi per la pratica che li riguardava... dato che la Motorizzazione Civile si occupa di molte pratiche diverse..
Nella grande sala c'erano molti sportelli: tutti sguarniti di file. Solo ad uno c'era una breve fila: sopra c'era scritto INFORMAZIONI.
Stando in fila la donna sentì le richieste più svariate e si rese conto che, oltre a dare informazioni, l'impiegata espletava anche delle vere e proprie pratiche, dunque dopo un po' la fila era raddoppiata. A questo punto una collega si pose accanto all'impiegata e, per smaltire la piccola folla, chiese:
"Lei cosa deve fare?"
Nella fila si accese un sollievo percepibile.
Arrivata allo sportello la donna pose il suo quesito. La giovane arrivata a dare rinforzo non la fece nemmeno finire: aveva capito tutto subito! A questo punto la signora sentì sciogliersi la sua preoccupazione: le cose si mettevano bene!
Produsse tutto quello che la ragazza le chiedeva, tranne le fotocopie dei documenti originali che quella le chiese:
"Mi spiace... non sapevo.."
"Mentre fotocopio la sua prenotazione e la sua patente lei riempia questo modulo."
Compilò diligentemente il modulo stando di lato, in modo che potessero intanto servire gli altri in coda.
Quando lo ripresentò la ragazza era sparita dall'altra parte della sala, in uno sportello lontano.. Rimase in attesa mentre una terza impiegata si affacciò allo sportello vuoto: "Cosa deve fare?"
La donna spiegò brevemente spingendo verso l'impiegata il modulo compilato: "Ma lei ce l'ha la Marca da Bollo?"
A questo punto la donna capì che l'incognita si materializzava come nei suoi timori: "No, non sapevo.." Intanto pensava che l'impiegata precedente non le aveva detto nulla.
"Serve una Marca da Bollo da 16 euro."
"Mi scusi... non sono del quartiere.. mi sa dire dove posso trovarla?"
"Qui, all'Ufficio Postale!"
"E' chiuso." Disse uno che stava in fila.
"Allora dal tabaccaio qui sulla via."
"Mi scusi ancora.. quale via esattamente?" L'impiegata non si spazientì, ma fu vaga nella spiegazione. La donna si allontanò in fretta perché ora l'incognita si allargava al tempo che scorreva e fra un'ora avrebbero chiuso gli sportelli.
Prese l'auto perché né nella lunga viuzza di accesso, né nell'arteria dove era il semaforo pieno di vigili urbani, aveva visto qualcosa che somigliasse ad una tabaccheria.
Dal finestrino chiese ad un giovane che camminava nei viali della Motorizzazione se sapesse dove poteva trovare un rivenditore di Marche da Bollo, ma quello si scusò gentilmente dicendo che non lo sapeva. Anche lui certo chissà da dove veniva poverino.
Percorse un tratto sempre all'interno dell'enorme spazio dove sorgevano gli edifici pubblici e, speranzosa, adocchiò una macchina della Guardia di Finanza accanto alla quale, a sportelli aperti, erano due finanzieri in borghese. Chiese anche a loro. Non lo sapevano, ma furono oltremodo gentili e chiesero a loro volta ad uno che usciva da un edificio: quello diede un'indicazione di massima che i due spiegarono alla signora.
"Ma se torno sulla via grande mi incanalano e per tornare indietro sarà un problema.." Osservò la donna sempre più in affanno per il tempo che passava e nel timore di non fare in tempo prima della chiusura degli sportelli.
Allora i due le dettero un consiglio: "Guardi signora, le conviene parcheggiare prima e andare a piedi, così non rimane imbottigliata."
Fece così e, di buon passo, in alcuni minuti arrivò dal sospirato tabaccaio. Era un buchetto con un piccolo banco dietro al quale un sonnacchioso e corpulento signore le disse: "Sono finite."
"Oh! No! Ed ora come faccio!"
"Non so che dirle. Le ho finite."
Evidentemente non aveva l'autorizzazione per stamparle, come le ricevitorie abilitate a tale bisogna.
"Non sa indicarmi dove posso trovare un altro tabaccaio nelle vicinanze?"
"No. Chieda ai vigili."
Uscì smarrita, incrociando di nuovo l'auto dei finanzieri che aveva parcheggiato nello spazio antistante la piccola tabaccheria.
"Le ha finite e non so come fare.." Disse ad uno di loro che stava scendendo dall'auto.
"Anche noi non siamo della zona, signora, non sappiamo come aiutarla. Mi pare che laggiù c'è un ufficio postale. Chieda ai vigili per indicazioni più precise."
La donna lo ringraziò e si avvicinò ad una giovane vigilessa che le indicò un successivo semaforo a circa 300 metri più avanti: "Poi gira a destra e trova l'ufficio postale."
"Ma ci si può arrivare a piedi? Quanto dista dal semaforo?"
"Sì, non è molto distante."
La donna di mezza età valutò rapidamente che fra andare e tornare a piedi avrebbe impiegato troppo tempo... e si avvicinava sempre più l'orario di chiusura degli sportelli. Tornò dunque sui suoi passi a passo svelto, stando bene attenta a non prendere storte sugli sconnessi marciapiedi. Prese l'auto, fece una breve fila al semaforo, girò a sinistra, poi a destra ... ecco l'ufficio postale ma... sorpresa.. non si può entrare... c'è la sbarra, sulla strada, ristretta per dei lavori stradali, non si può fermarsi né tanto meno parcheggiare.. dietro un camion suona fortissimo solo perché lei ha rallentato guardando l'ingresso... va più avanti ... costeggiando l'enorme spazio occupato dall'ufficio postale... infine intuisce che bisogna girare a destra e... finalmente può parcheggiare in una stradina che non dà via d'uscita e dove si apre un altro ingresso con sbarra non accessibile ai comuni cittadini utenti.
Quasi corre a piedi... sempre stando attenta a non cadere.. ha una certa età... l'osteoporosi... Finalmente entra, forse ce l'ha fatta, mancano ancora 40 minuti alla chiusura dello sportello della Motorizzazione. Quale sarà lo sportello che vende le Marche da Bollo? Prende comunque un numeretto, quello dei correntisti postali, chissà forse per il fatto che ha un conto corrente postale può fare prima... Poi vede un banco con vari ammennicoli in vendita a cui, dietro una cassa, è seduta una giovane molto sussiegosa e molto truccata. Si avvicina, chiede:
"Scusi vendete qui le Marche da Bollo oppure allo sportello?"
La ragazza la guarda piena di stupore: "Ma noi non vendiamo Marche da Bollo da anni! Solo le tabaccherie!"
La donna pensa che persino i finanzieri le hanno indicato l'Ufficio Postale. Anche loro sono disinformati evidentemente...
"Sa indicarmi dove posso trovarne una? Non sono di questa zona e non conosco.."
La ragazza pensa un po': "Guardi qui vicino non saprei proprio... deve andare verso il centro... a qualche chilometro da qui dove c'è la circoscrizione."
L'anziana donna ringrazia comunque, mentre pensa che non ha la più pallida idea di dove possa trovarsi la circoscrizione di quell'immensa zona della immensa città... Si avvia decisa a tornarsene a casa, vinta dalla Marca da Bollo.
Ripresa l'auto, al semaforo l'obbligano ad andare verso il centro comunque, può tornare indietro solo qualche chilometro più avanti.
"Manca ancora mezz'ora alla chiusura, - pensa speranzosa di nuovo - forse.. se trovo una tabaccheria prima che mi consentono di girare per tornare verso casa..."
Ma niente. Non ci sono che palazzoni e jersey che restringono la carreggiata impedendo qualsiasi velleità di fermarsi in quella periferia desolata.
La donna ora è distesa, rassegnata: trenta chilometri ad andare e trenta per tornare a casa, sessanta chilometri per non fare nulla, per una Marca da Bollo. La caccia al tesoro si ferma qui. Domani tornerà di nuovo dopo aver reperito la preziosissima Marca da Bollo: avrà fatto solo 120 chilometri per avere un pezzo di carta. In nessun Paese civile avviene questo: solo in Italia. Provare per credere.
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