E' invalso l'uso delle denunce contro i medici, anche quando non c'è errore ma altri fattori. Intanto il medico deve pagarsi un avvocato e, una volta uscito dal lungo iter legale, forse riavrà le spese legali, cosa che dipende dal magistrato il quale, anche in caso di non sussistenza del fatto, può decidere di compensare le spese.
Gli ospedali sono assicurati e, per l'errore dei sanitari nel posto di lavoro, tale assicurazione dovrebbe sopperire alla bisogna. Ma questo non sempre avviene e i medici non riescono più a svolgere con la dovuta serenità il loro lavoro.
In un Paese dove le uniche categorie di persone garantite da leggi che le proteggono sono i politici ed i magistrati (non a caso mi dicono che le prebende di quest'ultimi sono equiparate a quelle dei parlamentari), i medici del SSN, a cui si chiedono competenze non indifferenti e che esercitano una professione di grande responsabilità, non sono garantiti affatto da denunce, anche per cose che esulano dalle loro capacità di controllo, come ad esempio l'insieme della capillare organizzazione ospedaliera.
Questa è un'altra pesante prova della totale sperequazione sociale in questo Paese. I Politici pagano solo quando rubano pesantemente il denaro pubblico, ma non rispondono delle innumerevoli opere pubbliche lasciate a metà, dello spreco enorme delle risorse pubbliche e di molte altre azioni sciagurate che danneggiano la nostra economia. I magistrati, pur essendoci stato un referendum popolare che ha espresso la volontà degli italiani a che ci sia una legge sulla responsabilità civile dei giudici, sono garantiti da una legge che li copre con i soldi dei contribuenti e solo in minima parte con i loro fondi personali. Insomma, quando sbagliano e si vuole tentare la strada della denuncia e, in rari casi, si riesce ad avere ragione, il risarcimento per conto del giudice chiamato in causa lo paga lo Stato.
Questo è gravissimo: perché è stato calpestato l'ennesimo referendum popolare, perché sbagliare in mezzo alle scartoffie è dimostrazione di pessima saggezza e competenza; mentre sbagliare quando si è continuamente sotto stress come i medici del SSN, inseriti spesso in un'organizzazione sanitaria che fa acqua da tutte le parti a causa di scelte politiche clientelari, di mancanza di investimenti, di mala organizzazione ecc., tutte cose che certo non attengono alla capacità individuale del medico, è evento che andrebbe tutelato molto di più dell'agire dei magistrati.
Ma la realtà ora è questa: Politici e Magistrati sono ben pagati e tutelati dalle leggi. Altre competenze altissime che hanno la responsabilità della vita e della morte di persone, invece, vengono lasciate ad ogni attacco e non pagate come i magistrati, ma molto meno.
Vogliamo poi soppesare i rischi? Un chirurgo, un ginecologo, ad esempio, è a rischio di contrarre malattie; basta che si rompa un guanto (evento che può accadere) e se il paziente in urgenza ha l'HIV c'è rischio di contagio. E' un esempio, ma la casistica è vasta.
I magistrati cosa rischiamo in mezzo alle scartoffie: l'allergia alla polvere?
E' evidente che il Parlamento Italiano è pieno di deputati e senatori ex-magistrati e che le resistenze alla legge in discussione in questi giorni vengano anche da lì.
Vietti così si è espresso:
(ANSA) - ROMA, 11 GIU - "E' in gioco non un privilegio, ma l' indipendenza di giudizio del magistrato". Così il vicepresidente del Csm, Michele Vietti esprime la sua contrarietà alla responsabilità civile diretta delle toghe prevista dalla norma approvata oggi dalla Camera. "Come il Csm ha ribadito più volte - ha aggiunto - esporre il singolo magistrato a un'azione diretta di responsabilità metterebbe a repentaglio il suo libero convincimento e produrrebbe un numero indefinito di processi su processi".
Dunque nessun: "processi su processi"!
Avranno paura di sbagliare?
Perché oggi tanti medici, cosa crede questo avvocato e deputato membro laico del CSM, che non "abbiano paura" di svolgere con sapienza e coscienza la loro professione?
Non conosce Vietti le valutazioni che bisogna fare per affrontare il cosiddetto "rischio operatorio"?
Ci sono chirurghi, anche di valore, che per non affrontare il rischio preferiscono non operare. Il rischio c'è sempre, soprattutto se il paziente è in una situazione avanzata del male. Molti non operano per non affrontare il rischio e dichiarano il paziente non operabile perché, per strapparlo alla morte e regalargli qualche altro anno di vita, potrebbe morirgli sul tavolo operatorio o subito dopo e ormai è invalso l'uso di denunciare questa categoria del SSN anche senza ragione alcuna, pure quando non c'è alcun dolo.
Solo i magistrati poverini potrebbero "sentirsi inibiti nell'esercizio della loro professione" e "non avere una serena possibilità di emettere il loro giudizio"?
Ha ragione chi li definisce una Casta!
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