ENEL delle tre E, a cui la Pubblica Amministrazione deve improntarsi nello svolgimento delle sue funzioni, non ne ha nemmeno una e lo dimostrerò più avanti con una Storia Kafkiana assurda fino all'indecenza.
Mi si può obiettare che ENEL non è Pubblica Amministrazione vera e propria, ma una S.p.A..
Allora possiamo permetterci di fare un poco di ironia che, se ridiamo un po', non guasta.
ENEL Servizio Elettrico S.p.A. in una lettera in mio possesso si è definita puntigliosamente una Holding, specificando all'utente, a cui ha creato un enorme disservizio, ogni definizione di questa Holding, come se l'utente fosse idiota e come se, specificando puntigliosamente, possa spiegare il disservizio medesimo, mai entrando nel vero merito dello stesso.
Quello che racconterò si lega ad un altro post che, se volete, potete rileggere per meglio rendervi conto a che punto arrivano i distributori di Servizi in Italia:
L'utente gabbato di cui si narra nel post di aprile 2014 ha dovuto accettare il contratto con ENEL Energia Libera dopo che un tecnico di ENEL Distribuzione aveva annullato in nome e per conto dell'utente (ma senza firma dello stesso o sua dichiarazione in voce al numero verde dell'ENEL ) il contratto con ENEL Maggior Tutela, e finalmente ha potuto disdire l'onerosa luce di cantiere che da settembre 2013 aveva cercato di dismettere, avendo richiesto un regolare contratto ad ENEL Maggior Tutela. Questo avveniva a gennaio 2014.
Viene il legittimo sospetto che se ENEL consente tali maneggi ai suoi tecnici senza censurarli forse c'è dietro una precisa strategia. Ad esempio allungare quanto più possibile la necessità dell'utente di mantenere il contratto provvisorio per la luce di cantiere, sicuramente più remunerativo per ENEL... Infine, come si narra nel post di aprile 2014, dirottarlo su ENEL Energia Libera non è stato un caso o una pazzia del tecnico annullatore di contratti ENEL Maggior Tutela, ma una precisa strategia per dare un utente ad un settore di ENEL che sicuramente scelgono in pochi...
Dopo la chiusura del contratto "provvisorio" per luce di cantiere la bolletta di chiusura a conguaglio non arrivava.
Solleciti telefonici ripetuti con i soliti addetti del call-center che danno le spiegazioni più fantasiose e diverse, incazzature dell'utente che ribadiva il giorno di disdetta che, per fortuna sua, alla fine i fantasiosi operatori trovavano, senza però saper spiegare perché continuavano a fatturare consumi visto che il contatore era stato rimosso, senza saper spiegare perché le fatture che continuavano ad emettere però non le spedivano all'utente ma erano visibili solo sui loro monitor... Insomma un vero giallo!
Alla fine un giorno arriva una telefonata sul cellulare dell'utente ed un uomo che si dichiara del settore tecnico dell'ENEL spiega che il tecnico che ha rimosso il contatore ha stilato sì un verbale ma non ha immesso i dati in rete, dunque l'utente dovrà avere pazienza, ci sarà un ritardo nella rendicontazione a conguaglio, ma sicuramente ci sarà...
L'utente, più che giustamente, si preoccupa e chiede: "Chi mi garantisce che i dati letti sul contatore il giorno della rimozione, dato che tale azione è avvenuta in mia assenza nonostante avessi chiesto di essere avvertito e mi fosse stato garantito che ciò sarebbe avvenuto, non vengano alterati visto che lei dice che il tecnico NON li ha "immessi in rete" come avrebbe dovuto fare?"
"C'è il verbale e quello non può essere alterato." Lo rassicura l'anonimo interlocutore ENEL.
Passano i mesi ma non arriva alcun conguaglio che, giustamente, l'utente sospetta essere a suo credito, dato che se fosse stato a debito la fattura, secondo l'utente, sarebbe arrivata a razzo!!
Intanto l'ENEL continua a fatturare come se il contatore rimosso fosse ancora attivo.
Quanto narro è assolutamente documentabile anche se capisco che chi legge comincia a sentire odore di qualcosa di illegale sul piano PENALE.
Eh! Sì! Perché se è penale alterare i contatori da parte degli utenti lo è sicuramente anche da parte dell'ENEL!
Pensate: un contatore rimosso senza la presenza di alcuno se non del tecnico ENEL, il quale, non si sa perché, NON IMMETTE IMMEDIATAMENTE I DATI DI CHIUSURA IN RETE, come dovrebbe!
Ebbene l'utente si rompe le scatole e si rivolge ad un avvocato di una associazione dei consumatori. L'ENEL con lettere risibili e contraddittorie "fa ammuina".
In una chiede una cifra a conguaglio, cifra alta, poi, contestata dall'avvocato che chiede chiarimenti sulle fatture che ha continuato ad emettere a contatore dismesso non essendo mai state spedite, dunque mai visionate, fa marcia indietro e scrive che la cifra è diversa, molto inferiore: prima era sui 300 euro, poi diventa sugli 80 euro... Scrive che ha potuto "consuntivare" l'utenza soltanto il 3 giugno 2014 (da gennaio!!!) ma non spiega come mai "avendo consuntivato il 3 giugno", quindi con i conti finalmente a posto dopo sei mesi, ha inviato ugualmente l'8 giugno una richiesta di pagamento di oltre 300 euro (quasi 400!) all'utente, per poi fare marcia indietro di fronte alla richiesta delle fatture fantasma, emesse post dismissione, da parte dell'avvocato dell'Associazione dei Consumatori.
Alla fine in una lettera in mio possesso chiede euro 83,41: lettera inviata all'avvocato naturalmente, essendo ormai l'utente rappresentato dalla Associazione dei Consumatori. L'avvocato invia lettera di risposta il 5 agosto 2014 a chiusura dichiarando che l'utente pagherà l'importo scritto da ENEL il 2 agosto 2014. L'utente paga il 7 agosto 2014 e riceve una lettera da ENEL datata 3 agosto 2014 con oggetto: INGIUNZIONE DI PAGAMENTO per euro 83,44 perché ci sono centesimi 3 di mora!
Ma quale mora se c'era un'apertura di contenzioso legale? Lo sanno pure i sassi che tutto è sospeso se si è aperto un contenzioso!
L'avvocato, informato dal divertito utente, dice di lasciar perdere e se insistono presenterà diffida!!
Che fiducia può avere il cittadino nei riguardi di simili carrozzoni a cui lo Stato Italia affida la distribuzione dell'Energia Elettrica?
Quanto è costato ad ENEL in ore di lavoro questo scherzo? Lettere su lettere scritte da qualcuno che non sapeva neppure cosa stava scrivendo... Oppure, peggio, c'è dietro una malafede assoluta tesa a raschiare soldi ovunque e comunque fidando sulla stanchezza dell'utente cittadino?
Quello che racconterò si lega ad un altro post che, se volete, potete rileggere per meglio rendervi conto a che punto arrivano i distributori di Servizi in Italia:
venerdì 4 aprile 2014
Lascio, come in un racconto giallo, a chi legge mettere in relazione o meno i fatti raccontati in quel post con la coda di essi.L'utente gabbato di cui si narra nel post di aprile 2014 ha dovuto accettare il contratto con ENEL Energia Libera dopo che un tecnico di ENEL Distribuzione aveva annullato in nome e per conto dell'utente (ma senza firma dello stesso o sua dichiarazione in voce al numero verde dell'ENEL ) il contratto con ENEL Maggior Tutela, e finalmente ha potuto disdire l'onerosa luce di cantiere che da settembre 2013 aveva cercato di dismettere, avendo richiesto un regolare contratto ad ENEL Maggior Tutela. Questo avveniva a gennaio 2014.
Viene il legittimo sospetto che se ENEL consente tali maneggi ai suoi tecnici senza censurarli forse c'è dietro una precisa strategia. Ad esempio allungare quanto più possibile la necessità dell'utente di mantenere il contratto provvisorio per la luce di cantiere, sicuramente più remunerativo per ENEL... Infine, come si narra nel post di aprile 2014, dirottarlo su ENEL Energia Libera non è stato un caso o una pazzia del tecnico annullatore di contratti ENEL Maggior Tutela, ma una precisa strategia per dare un utente ad un settore di ENEL che sicuramente scelgono in pochi...
Dopo la chiusura del contratto "provvisorio" per luce di cantiere la bolletta di chiusura a conguaglio non arrivava.
Solleciti telefonici ripetuti con i soliti addetti del call-center che danno le spiegazioni più fantasiose e diverse, incazzature dell'utente che ribadiva il giorno di disdetta che, per fortuna sua, alla fine i fantasiosi operatori trovavano, senza però saper spiegare perché continuavano a fatturare consumi visto che il contatore era stato rimosso, senza saper spiegare perché le fatture che continuavano ad emettere però non le spedivano all'utente ma erano visibili solo sui loro monitor... Insomma un vero giallo!
Alla fine un giorno arriva una telefonata sul cellulare dell'utente ed un uomo che si dichiara del settore tecnico dell'ENEL spiega che il tecnico che ha rimosso il contatore ha stilato sì un verbale ma non ha immesso i dati in rete, dunque l'utente dovrà avere pazienza, ci sarà un ritardo nella rendicontazione a conguaglio, ma sicuramente ci sarà...
L'utente, più che giustamente, si preoccupa e chiede: "Chi mi garantisce che i dati letti sul contatore il giorno della rimozione, dato che tale azione è avvenuta in mia assenza nonostante avessi chiesto di essere avvertito e mi fosse stato garantito che ciò sarebbe avvenuto, non vengano alterati visto che lei dice che il tecnico NON li ha "immessi in rete" come avrebbe dovuto fare?"
"C'è il verbale e quello non può essere alterato." Lo rassicura l'anonimo interlocutore ENEL.
Passano i mesi ma non arriva alcun conguaglio che, giustamente, l'utente sospetta essere a suo credito, dato che se fosse stato a debito la fattura, secondo l'utente, sarebbe arrivata a razzo!!
Intanto l'ENEL continua a fatturare come se il contatore rimosso fosse ancora attivo.
Quanto narro è assolutamente documentabile anche se capisco che chi legge comincia a sentire odore di qualcosa di illegale sul piano PENALE.
Eh! Sì! Perché se è penale alterare i contatori da parte degli utenti lo è sicuramente anche da parte dell'ENEL!
Pensate: un contatore rimosso senza la presenza di alcuno se non del tecnico ENEL, il quale, non si sa perché, NON IMMETTE IMMEDIATAMENTE I DATI DI CHIUSURA IN RETE, come dovrebbe!
Ebbene l'utente si rompe le scatole e si rivolge ad un avvocato di una associazione dei consumatori. L'ENEL con lettere risibili e contraddittorie "fa ammuina".
In una chiede una cifra a conguaglio, cifra alta, poi, contestata dall'avvocato che chiede chiarimenti sulle fatture che ha continuato ad emettere a contatore dismesso non essendo mai state spedite, dunque mai visionate, fa marcia indietro e scrive che la cifra è diversa, molto inferiore: prima era sui 300 euro, poi diventa sugli 80 euro... Scrive che ha potuto "consuntivare" l'utenza soltanto il 3 giugno 2014 (da gennaio!!!) ma non spiega come mai "avendo consuntivato il 3 giugno", quindi con i conti finalmente a posto dopo sei mesi, ha inviato ugualmente l'8 giugno una richiesta di pagamento di oltre 300 euro (quasi 400!) all'utente, per poi fare marcia indietro di fronte alla richiesta delle fatture fantasma, emesse post dismissione, da parte dell'avvocato dell'Associazione dei Consumatori.
Alla fine in una lettera in mio possesso chiede euro 83,41: lettera inviata all'avvocato naturalmente, essendo ormai l'utente rappresentato dalla Associazione dei Consumatori. L'avvocato invia lettera di risposta il 5 agosto 2014 a chiusura dichiarando che l'utente pagherà l'importo scritto da ENEL il 2 agosto 2014. L'utente paga il 7 agosto 2014 e riceve una lettera da ENEL datata 3 agosto 2014 con oggetto: INGIUNZIONE DI PAGAMENTO per euro 83,44 perché ci sono centesimi 3 di mora!
Ma quale mora se c'era un'apertura di contenzioso legale? Lo sanno pure i sassi che tutto è sospeso se si è aperto un contenzioso!
L'avvocato, informato dal divertito utente, dice di lasciar perdere e se insistono presenterà diffida!!
Che fiducia può avere il cittadino nei riguardi di simili carrozzoni a cui lo Stato Italia affida la distribuzione dell'Energia Elettrica?
Quanto è costato ad ENEL in ore di lavoro questo scherzo? Lettere su lettere scritte da qualcuno che non sapeva neppure cosa stava scrivendo... Oppure, peggio, c'è dietro una malafede assoluta tesa a raschiare soldi ovunque e comunque fidando sulla stanchezza dell'utente cittadino?
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