venerdì 19 settembre 2014

Ospedali Italiani sacrificati, Ospedali del Vaticano salvati



Da: Corriere della Sera

S.Filippo Neri, ferma cardiochirurgia primario sospeso: rischio sicurezza

La Regione: «Gravi problemi di funzionamento, allarme per la salute dei pazienti. Il piano di rientro non c’entra nulla». La conferma degli operatori

12 settembre 2014 | 21:09 di Redazione Roma Online

ROMA - Il reparto di cardiochirurgia del San Filippo Neri chiuso per colpa della spending review sulla sanità? La Regione Lazio smentisce le voci allarmistiche riguardano l’ospedale su via Trionfale e spiega che si tratta solo di una interruzione temporanea dovuta alla sospensione del primario per sei mesi per motivi disciplinari e alla necessità di rivedere l’organizzazione interna della struttura . «L’attività, come è stato ampiamente e dettagliatamente spiegato dal commissario straordinario Angelo Tanese, è stata sospesa per motivi di sicurezza circoscritti al solo reparto di cardiochirurgia, in seguito all’emergere di gravi problemi di funzionamento» spiega in una nota la Regione Lazio.

A rischio la sicurezza dei pazienti

«Nelle ultime settimane con un procedimento disciplinare attivato dal commissario è stato sospeso per sei mesi dall’attività il primario della cardiochirurgia e, contestualmente, è stato chiesto un audit clinico alla Regione che ha rilevato nel reparto elevati fattori di rischio per la sicurezza dei pazienti peraltro confermati dagli stessi operatori - prosegue la Regione - In questa storia dunque il piano di rientro non c’entra nulla». A quanto sembra, già prima di agosto, il reparto è formalmente senza primario: la sospensione, a quanto trapela dal muro del riserbo, non sarebbe in alcun modo connessa a vicende relative alla salute dei pazienti ma riguarderebbe i regolamenti interni e l’organizzazione della struttura ospedaliera.
«Rischio segnalato dagli operatori»
Il primo a parlare della chiusura del reparto è stato il sindacato Uil. Con una nota del segretario regionale Fpl Paolo Dominici, aveva denunciato «la cessazione delle attività della gloriosa Cardiochirurgia», a causa appunto del «Piano di rientro dal disavanzo sanitario» che sta «causando i primi effetti di disagio a malati e lavoratori». Perché l’accusa della Uil è anche quella di «non aver anticipatamente coinvolte le organizzazioni sindacali sulla riorganizzazione e il conseguente ricollocamento dei lavoratori».Trovo gravissimo - la replica del commissario straordinario del San Filippo Angelo Tanese - che la Uil utilizzi in modo strumentale notizie non veritiere per creare allarme: la temporanea sospensione - spiega il dirigente - si è resa necessaria in modo del tutto imprevedibile e urgente a seguito di situazioni di rischio segnalate dagli stessi operatori».
Difficoltà di organico
«I chirurghi e gli anestesisti, l’8 settembre scorso - afferma Tanese - avevano segnalato le difficoltà di organico legata alle ferie ed evidenziato un livello organizzativo che non rispetta gli standard bisogna tutelare la salute dei pazienti». Quattro in tutto, che hanno preso due la via del Gemelli e due quella del San Camillo, mentre al 118 è stato comunicato di non portare al San Filippo, almeno per ora, pazienti con criticità cardiochirurgiche..
Ancora non c’è la data per la riapertura
«È il momento di lavorare tutti insieme per rilanciare il San Filippo Neri,che è presidio ospedaliero di eccellenza» la conclusione di Tanese. Per ora, in ogni caso, non sarebbe prevista una data esatta di riapertura della Cardiochirurgia del San Filippo ma in Regione assicurano che non c’è alcuna intenzione di indebolire il nosocomio, ma anzi si vuole dare «una nuova missione allo storico ospedale sulla Trionfale che resta un punto di riferimento».


Chissà come mai gli Ospedali del Vaticano, ma che paghiamo noi Italiani con le nostre tasse, non vengono mai presi di mira con scuse varie per chiudere reparti calpestando professionalità eccellenti, in alcuni casi.
Questo Ospedale è sotto subdoli attacchi da anni. Basta scorrere la cronaca dei governi passati. Ci provò Monti tanto per citarne uno. Il Gemelli, ad esempio, invece non si tocca, neppure quando avvengono casi come quello della tbc di un'infermiera che era in contatto con i bambini.
Ogni tanto spariscono soldi in questi Ospedali di proprietà dello Stato Vaticano ma pagati con i fondi regionali della Sanità: ricordate l'IDI di Roma ed il S. Raffaele di Milano? Poi, complici i sindacati e con la scusa "della conservazione dei posti di lavoro", ecco pronti i soldi dei contribuenti dello Stato Italia per rimediare ai buchi dei soldi NON SI SA BENE FINITI DOVE, o forse si sa benissimo come molte cose che i telegiornali non diranno mai...
Poi, per i piani di rientro, si taglia con scuse di facciata là dove non ci sono potenti protezioni politiche del Vaticano e dei partiti che dragano i voti dei "credenti".
In questo piccolo blog io non sono di parte: l'unica parte che mi sta a cuore è la verità, facendomi schifo la menzogna e l'ipocrisia di cui si veste.
Vedo che Renzi o non Renzi qui le cose non cambiano e che nonostante la bonomia di Papa Francesco la Chiesa è sempre un potentissimo centro di potere: che fa vittime con la complicità dei nostri inqualificabili politici.

Da questo blog:

sabato 13 aprile 2013


Ospedali di proprietà delle Congregazioni Religiose Cattoliche, quindi dello Stato Vaticano

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