Da: TM News
Marò, India rinvia udienza. Italia in pressing: rispettare regole
Conflitto di vedute all'interno del governo di Delhi. Ministro Mauro: "non c'è stata né rapidità né equità" a un anno da sentenza
Roma, 20 gen. (TMNews) - Mentre il ministro della Difesa Mario Mauro parla di "forti pressioni" da parte del governo italiano perché siano rispettate "norme e regole" fissate dalla stessa Corte suprema indiana, New Delhi ha deciso invece di rinviare la sua udienza sul caso dei due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti dal febbraio 2012 a causa dell'uccisione di due pescatori indiani nel corso di un pattugliamento antipirateria.
Secondo i media indiani, la suprema giurisdizione dell'India ha deciso in una veloce seduta di aggiornare l'udienza al 3 febbraio prossimo, sollecitando l'esecutivo di Delhi a risolvere il conflitto di vedute al suo interno.
Il ministero degli Esteri indiano sembra orientato a una soluzione di maggiore equità che tenga conto delle rassicurazioni in passato fornite all'Italia sul fatto che i due fucilieri non saranno processati sulla base di leggi che prevedano la pena di morte. Il ministero dell'Interno di Delhi invece, almeno inizialmente appariva più vicino alla posizione dell'Agenzia nazionale di investigazione (Nia), la polizia che sta indagando sul caso, che ha fatto trapelare l'intenzione di processare Latorre e Girone sulla base di una legge antipirateria (la cosiddetta Sua Act), in cui l'applicazione della pena di morte è molto frequente.
Secondo quanto scritto di recente dal Times of India, tuttavia, anche l'Home Office si starebbe lentamente persuadendo del fatto che un'incriminazione ai sensi del Sua Act potrebbe costituire un precedente troppo pericoloso, per cui l'accusa potrebbe alla fine essere quella di omicidio ai sensi del codice penale.
Nelle ultime settimane l'Italia ha intensificato il pressing diplomatico su Delhi, insistendo affinché l'iter processuale sia velocizzato (i marò sono ormai da quasi due anni in India) e siano usate leggi che non prevedono la pena capitale. L'Italia ha anche chiesto che ai due fucilieri del Reggimento San Marco sia consentito il rientro in Italia per attendere i tempi lunghissimi della giustizia indiana.
"C'è un'azione congiunta non solo in ambito europeo ma anche sullo scenario internazionale", ha detto il ministro Mauro, "e c'è una forte pressione attraverso atti formali presso la Corte suprema indiana perchè vengano rispettate le norme e le regole fissate da quella stessa corte".
"Dopo un anno dalla sentenza di quella corte, non abbiamo ancora un atto d'accusa e dal nostro punto di vista è giusto che i nostri fucilieri di marina tornino a casa per aspettarne la formalizzazione", ha aggiunto, "soprattutto c'è un'azione contraria alle disposizioni della corte da parte degli inquirenti indiani perchè la corte aveva chiaramente detto che non si poteva far riferimento alle leggi speciali anti-pirateria, quelle che prevedono la pena di morte".
Ora, ha concluso Mauro parlando di azioni diplomatiche, "non è escluso nulla, perché il comportamento finora doveva essere equo e tendente al risolvere in modo rapido il caso. Non abbiamo avuto né rapidità né equità".
Secondo i media indiani, la suprema giurisdizione dell'India ha deciso in una veloce seduta di aggiornare l'udienza al 3 febbraio prossimo, sollecitando l'esecutivo di Delhi a risolvere il conflitto di vedute al suo interno.
Il ministero degli Esteri indiano sembra orientato a una soluzione di maggiore equità che tenga conto delle rassicurazioni in passato fornite all'Italia sul fatto che i due fucilieri non saranno processati sulla base di leggi che prevedano la pena di morte. Il ministero dell'Interno di Delhi invece, almeno inizialmente appariva più vicino alla posizione dell'Agenzia nazionale di investigazione (Nia), la polizia che sta indagando sul caso, che ha fatto trapelare l'intenzione di processare Latorre e Girone sulla base di una legge antipirateria (la cosiddetta Sua Act), in cui l'applicazione della pena di morte è molto frequente.
Secondo quanto scritto di recente dal Times of India, tuttavia, anche l'Home Office si starebbe lentamente persuadendo del fatto che un'incriminazione ai sensi del Sua Act potrebbe costituire un precedente troppo pericoloso, per cui l'accusa potrebbe alla fine essere quella di omicidio ai sensi del codice penale.
Nelle ultime settimane l'Italia ha intensificato il pressing diplomatico su Delhi, insistendo affinché l'iter processuale sia velocizzato (i marò sono ormai da quasi due anni in India) e siano usate leggi che non prevedono la pena capitale. L'Italia ha anche chiesto che ai due fucilieri del Reggimento San Marco sia consentito il rientro in Italia per attendere i tempi lunghissimi della giustizia indiana.
"C'è un'azione congiunta non solo in ambito europeo ma anche sullo scenario internazionale", ha detto il ministro Mauro, "e c'è una forte pressione attraverso atti formali presso la Corte suprema indiana perchè vengano rispettate le norme e le regole fissate da quella stessa corte".
"Dopo un anno dalla sentenza di quella corte, non abbiamo ancora un atto d'accusa e dal nostro punto di vista è giusto che i nostri fucilieri di marina tornino a casa per aspettarne la formalizzazione", ha aggiunto, "soprattutto c'è un'azione contraria alle disposizioni della corte da parte degli inquirenti indiani perchè la corte aveva chiaramente detto che non si poteva far riferimento alle leggi speciali anti-pirateria, quelle che prevedono la pena di morte".
Ora, ha concluso Mauro parlando di azioni diplomatiche, "non è escluso nulla, perché il comportamento finora doveva essere equo e tendente al risolvere in modo rapido il caso. Non abbiamo avuto né rapidità né equità".
Ancora un rinvio. Vergogna!
E dicevano che eravamo noi, Italia, a non mantenere la parola.
Due anni che tengono sotto sequestro due militari italiani senza nemmeno formulare un capo d'accusa.
Senza dimostrare che i proiettili che hanno ucciso i due poveri pescatori indiani fossero provenienti dai fucili in dotazione alla scorta militare della petroliera italiana.
Fra i tanti post che ho dedicato a questa vicenda ne ricordo tre, per chi volesse approfondire i fatti, in cui riporto dati corretti presi incrociando innumerevoli informazioni: 30 marzo 2012, 22 dicembre 2012, 22 febbraio 2013.
Questo perché trovo sommamente triste leggere commenti pieni di bavosa rabbia nei confronti di questi due uomini sotto certi post del blog di Beppe Grillo, senza un minimo di vera informazione: addirittura c'è gente che ha scritto "i marò della Folgore!" Sarebbe solo risibile, se non fosse preoccupante, tanto miserevole ed immotivato odio da parte di persone che hanno già fatto un processo senza sapere nemmeno di cosa si sta parlando! Sempre in commenti nel sito di Grillo, leggo contentezza per la pena di morte! E pensare che questi "pensatori" di sinistra tuonavano contro gli USA perché hanno ancora la pena di morte in alcuni Stati dell'Unione. Mentre tale pena è comminata in molti altri Paesi nel mondo e non necessariamente sempre per efferati omicidi!
Fra i tanti post che ho dedicato a questa vicenda ne ricordo tre, per chi volesse approfondire i fatti, in cui riporto dati corretti presi incrociando innumerevoli informazioni: 30 marzo 2012, 22 dicembre 2012, 22 febbraio 2013.
Questo perché trovo sommamente triste leggere commenti pieni di bavosa rabbia nei confronti di questi due uomini sotto certi post del blog di Beppe Grillo, senza un minimo di vera informazione: addirittura c'è gente che ha scritto "i marò della Folgore!" Sarebbe solo risibile, se non fosse preoccupante, tanto miserevole ed immotivato odio da parte di persone che hanno già fatto un processo senza sapere nemmeno di cosa si sta parlando! Sempre in commenti nel sito di Grillo, leggo contentezza per la pena di morte! E pensare che questi "pensatori" di sinistra tuonavano contro gli USA perché hanno ancora la pena di morte in alcuni Stati dell'Unione. Mentre tale pena è comminata in molti altri Paesi nel mondo e non necessariamente sempre per efferati omicidi!