Ossessione
Il marito la beccò come al solito dietro la siepe, ferma che tendeva l’orecchio all’ascolto di quello che i vicini stavano dicendo.
Di solito era remissivo ed obbediente con lei, per mantenere una facciata di tranquillità… Ma l’odio per quei vicini, che sapevano troppe cose su di loro, provocò la sua rabbia e l’apostrofò con voce alta e tono volgare: “Ma che stai a fa?!!!”
“Ma nun stanno a parlà de noi…” Tentò di giustificarsi in modo incongruente la moglie fissata.
“Questi fanno pena qualunque cosa dicheno!” Urlacchiò con la sua voce ingrossata dal tono villano.
Dall’altra parte c’era la padrona di casa che stava ascoltando suo genero il quale, totalmente inconsapevole della odiosa persecuzione di cui sua suocera era fatta oggetto da parte di quei folli, continuò a parlare tranquillamente e la donna, ascoltandolo ma avendo udito e capito la scena che si svolgeva dall’altra parte della siepe, pensò a quella volta che aveva sentito la fissata urlacchiare ad una sua amica e vicina, che forse non stava tanto bene neppure lei per prestarsi a quelle umilianti pagliacciate, “Vado a sentì, stasera ci hanno ospiti!” E quella per compiacerla urlacchiare di rimando: “Poi me racconti!”
Dimostrando così di approvare l’agire disdicevole ed insensato della donna fissata o, comunque, di assecondarlo senza censurarlo; altro esempio il genero che, da quando aveva dovuto sposare la figlia perché già incinta, si faceva mantenere dalla fissata e dal marito e, un giorno che l’aveva colta in quella frequente ed ossessiva attitudine, fu udito giustificarla con una frase che attribuiva alla povera spiata la malattia che invece aveva sua suocera, non essendo quella la sola manifestazione del suo squilibrio.
Per darle un’altra giustificazione questo soggetto, forse per sdebitarsi del mantenimento della sua famiglia, piantò delle fragole lungo il confine, sotto la siepe, cosicché, qualora trovata lì accovacciata la suocera fissata, avrebbe potuto darle una motivazione per stare lì in quella postura.
La signora spiata aveva raccontato ad una sua giovane collega l’ossessione di quella donna e quello che la famiglia di lei e la sua sciroccata amica e vicina facevano per assecondarla e giustificarla.
Il commento della giovane fu lapidario: “Oh! Ma è proprio una odiosa persecuzione!”
“Certo che lo è, - assentì la signora – ma non posso farci nulla. E’ pura follia e speriamo si fermi lì!”
“Invece di preoccuparsi di quel che potete dire voi di lei, perché è di questo che si tratta, si dovrebbe preoccupare di come vive.” Disse saggiamente la giovane collega che aveva appreso le gesta di quella donna e della sua famiglia.
“Ma soprattutto fossimo gli unici a conoscere i non commendevoli fatti che li riguardano! Lo sa un sacco di gente ed è da questa che noi abbiamo avuto le conferme a molte cose che avevamo capito già da soli! Ma poi a noi cosa importa! Vivessero come gli pare, ma così è ovvio che stimolano la critica ed il riso!”
Dunque quel giorno la signora spiata ascoltava suo genero parlare, un giovane e brillante Fisico laureatosi a soli 23 anni con una tesi in Fisica Teorica ed il massimo dei voti con lode che il Presidente di un Istituto di Ricerca Nazionale, suo Professore, anni dopo dirà aver ricevuto conferme sperimentali negli USA, e pensò con meraviglia come potesse uno così “fare pena” a colui che aveva aggressivamente pronunciata quella frase riprendendo sua moglie nella sua non nobile attitudine: un operaio nullafacente di un ente statale, che chiudeva un occhio e pure tutti e due su sua moglie grazie ai soldi che, non si sa come, gli portava a casa, consentendogli un benessere che con il suo immeritato stipendio si poteva solo sognare.
Misteriose compensazioni di una mente frustrata e rabbiosa….