'ultimatum di Amatrice: "Salvate il nostro ospedale o sarà secessione"
Il sindaco Pirozzi: "Non è una provocazione". La Regione vuole declassare il Grifoni a semplice Casa della Salute
di MIRKO MALGIERI
"Andremo fino in fondo per difendere il nostro ospedale e la nostra non è una provocazione". Sergio Pirozzi, sindaco del comune rietino di Amatrice, parla chiaro: se la Regione declasserà, come ha annunciato, l'Ospedale del paese da 2.600 abitanti allo status di semplice Casa della Salute, la giunta comunale reagirà e farà di tutto per portare l'amministrazione della patria dell'amatriciana fuori dai confini del Lazio.
La vittima dell'annunciato declassamento è il "Francesco Grifoni", una struttura ospedaliera Distrettuale di tipo C, che garantisce l'attività di degenza presso l'unità operativa di Medicina interna ed i servizi di Laboratorio Analisi, di Pronto Soccorso - Dea I livello e di Radiologia, oltre al Servizio distrettuale pediatrico e di vaccinazione. Un centro polifunzionale, dunque, di importanza fondamentale per il comune rietino, a 1000 metri di altitudine e distante più di 60 chilometri dalla più vicina struttura ospedaliera alternativa, quella di Rieti.
Dopo anni di tagli alla sanità indetti dalla Regione e responsabili di un progressivo indebolimento e di una più complicata gestione dell'ospedale di Amatrice, la giunta di centrodestra guidata da Pirozzi ha deciso di rispondere all'annuncio del governatore Zingaretti convocando un Consiglio comunale straordinario e aperto al pubblico per la data del 20 agosto, in cui si discuterà la possibilità di indire un referendum consultivo per coinvolgere i cittadini e venire a capo della questione. Per concretizzare l'ambizioso progetto referendario, spiega il sindaco, servirà il si dei due terzi del Consiglio comunale, che sembra comunque remare all'unisono verso il divorzio tra la regione Lazio e Amatrice.
"Abbiamo seguito tutte le strade, abbiamo dialogato con tutti, con la Regione e con le Asl, ma se la situazione rimane questa non ci fermeremo e andremo altrove". Dalle parole del primo cittadino del comune rietino sembra che si stia già pensando alla scelta dell'Abruzzo come unità territoriale cui aderire.
Secondo Pirozzi, resta valido, in attesa della riunione comunale estiva, l'invito al presidente Zingaretti a confrontarsi direttamente con il Comune e a visitare personalmente l'ospedale "Francesco Grifoni" prima di assumere la "scellerata decisione", come denuncia Pirozzi, di trasformarlo in Casa della Salute, con meno funzioni, personale e servizi "a differenza degli ospedali a tutti gli effetti di Monterotondo, Bracciano e Subiaco considerati disagiati".
E indifesa dell'ospedale interviene l'ex governatore Francesco Storace, ora capogruppo della Destra al Consiglio regionale: ""Il presidente Zingaretti non si assuma la responsabilità di chiudere i battenti all'ospedale di Amatrice. Quella struttura non è solo un servizio, sia pure limitato nelle funzioni rimaste, ma è anche il simbolo di una sanità che rifiuta di essere considerata solo un costo".
Ancora Storace torna ai giorni in cui era lui a guidare il Lazio. "Con la mia amministrazione lottammo per far restare in vita quel presidio sanitario ed è deprimente constatare un'insensibilità assurda verso le preoccupazioni dei cittadini - aggiunge Storace - Totale solidarietà al sindaco e agli abitanti ai quali garantiamo battaglia vera in consiglio regionale se non si recederà dalleintenzioni di chiusura dell'ospedale. Tantomeno siamo disponibili a provocare una fuga del paese verso l'Abruzzo. Le case della salute si facciano altrove: Amatrice è lontana da troppi presidi ospedalieri, non prendiamo in giro i suoi cittadini e i tanti turisti che la frequentano".
Conosco bene Amatrice perché i miei genitori vengono da quella zona. L'Ospedale è necessario per una popolazione che, anche se stanzialmente diminuita, non ha altro intorno a sé per chilometri. Inoltre si è rivelato indispensabile il Pronto Soccorso per ogni tipo di urgenza, soprattutto in caso di incidenti stradali.
Sono molti anni che non frequento più quella zona che ricordo per molti versi ancora solitaria, in quanto non raggiunta dal turismo di massa, ma credo che non sia cambiata fino al punto da non aver bisogno del piccolo ospedale di Amatrice.
Fa bene il Sindaco a minacciare l'uscita dalla Regione Lazio ed il ritorno all'Abruzzo, Regione di appartenenza quando vi nacquero i miei genitori in cui la provincia non era Rieti, ancora inesistente come tale, bensì L'Aquila, dunque quel territorio era abruzzese.
Il calcolo è provvisorio e va aggiornato ogni 24 ore, o anche meno. Solo in due giorni si sono aggiunti più di trecento nuovi clandestini sbarcati tra Pozzallo e Reggio Calabria.
Un'invasione, con numeri che triplicano quelli del 2013, certificando il fallimento di «Mare nostrum», l'operazione lanciata nell'ottobre 2013 per scoraggiare gli sbarchi ma rivelatasi del tutto inefficace (a fronte di costi per 9 milioni di euro al mese). Dall'inizio del 2014, cioè in meno di otto mesi, il Viminale calcola qualcosa come 101mila arrivi (somali, eritrei, siriani e libici), l'81% sulle coste più esposte, quelle siciliane (Lampedusa soprattutto). Se si prende l'arco degli ultimi dodici mesi si arriva a 116.944 nuovi clandestini, con 35.424 domande di status di rifugiato (che comporta notevoli spese di mantenimento a carico dello Stato italiano), e 10mila rimpatri, un decimo. Gli scafisti arrestati sono stati 539, e 53.243 gli immigrati presenti (al 31 luglio scorso) nelle strutture temporanee e nei centri di identificazione.
Un'invasione, che ha avuto un picco mai visto negli ultimi mesi, quelli appunto di «Mare nostrum». Basta confrontare le cifre degli anni precedenti. In tutto il 2002 si contavano 23.719 sbarchi, un quinto rispetto ai primi otto mesi del 2014. Ancora meno nel 2003 (14.331) e nel 2004 (13.635). Per arrivare a soglie d'allarme bisogna attendere il 2011, quando gli arrivi schizzano a 64.261 e poi l'anno scorso, 42.925. Ancora pochi rispetto al trend dell'anno in corso. Lo scudo militare non funziona, deve riconoscerlo anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano nella conferenza stampa dove snocciola i numeri dell'invasione. «L'Italia è «campione del mondo di accoglienza e con Mare nostrum abbiamo salvato tante vite e ne siamo orgogliosi. Ma l'operazione non deve fare il secondo compleanno perché, seppur lodevole, è nata a termine (nell'ottobre 2013, ndr ). Mi impegnerò che subentri Frontex, la responsabilità della frontiera del Mediterraneo è europea anche perché larga parte dei migranti non vogliono restare in Italia ma andare nei Paesi del nord Europa. Se così non sarà, il governo italiano dovrà prendere delle decisioni». Un flop che non messo in conto da Alfano, che al varo dell'operazione assicurava: «Mare nostrum avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa di fare impunemente traffico di esseri umani».
Dunque, la palla deve passare all'Europa, almeno così nelle speranza del governo. Già giugno, a colloquio con il commissario Ue agli Interni Cecilia Malmstrom, Alfano aveva chiesto una exit strategy da Mare nostrum, per far subentrare Frontex, l'agenzia europea. Ma dalla Ue, e proprio dalla Malstrom, non sono arrivate risposte incoraggianti per Roma («Mare Nostrum è vasta e costosa e Frontex è una piccola agenzia e non può subentrare»). Alfano torna all'attacco, puntando sul peso che l'Italia dovrebbe avere come presidente di turno della Ue. Ma è una partita complicata, e l'incartamento sulla nomina della Mogherini alla poltrona di superministro degli Esteri Ue non fa ben sperare.
Sul fronte non mancano le critiche ad Alfano e alla sua gestione (per quel che compete al titolare del Viminale) della bomba immigrazione. «Mare nostrum è stata un'operazione fallimentare e demenziale - attacca il senatore azzurro Gasparri -. In Italia sono stati trasportati più di 100mila clandestini e non certo i perseguitati. Una follia che prosegue da troppo tempo e che sta solo favorendo l'insorgenza di nuove cellule terroristiche, oltre a portare con sè il forte rischio di epidemie. Sono passati mesi da quando il governo ha detto che avrebbe passato tutto all'operazione europea Frontex. Ma Frontex non esiste e tutto continua come prima». Il vice ministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini ce l'ha con Gasparri. «Se salvare migliaia di vite umane è disdicevole tanto vale assistere sorbendo una limonata al naufragio dei barconi». Preoccupata invece la Caritas. «Non possiamo tornare alla fase precedente in cui le persone non hanno nessun tipo di protezione umanitaria nel nostro mare».
Dal sito della Camera dei Deputati
Per fronteggiare l'eccezionale afflusso di immigrati il Governo ha avviato nel 2013 l'operazione "Mare nostrum" per il controllo e il pattugliamento del Canale di Sicilia. La Camera ha approvato alcune mozioni riguardanti le iniziative da adottarsi in materia. Nel corso della legislatura una legge delega ha previsto l'abrogazione del reato di immigrazione clandestina e sono stati approvati diversi provvedimenti recanti misure concernenti aspetti particolari della disciplina dell'immigrazione, quali il lavoro e la tutela dei diritti.
informazioni aggiornate a giovedì, 10 luglio 2014
Da: Il Messaggero
Operazione Mare Nostrum: gli sbarchi costano 9 milioni al mese e l’Europa ci da 9 milioni all’anno
Pubblicato il 4 luglio 2014, ore 15:56. Ultimo aggiornamento
Mare Nostrum costa ogni mese all'Italia 9,5 milioni di euro, ma dalla UE arrivano finanziamenti per soli 9 milioni l'anno. E Bruxelles non ha intenzione di europeizzare il problema degli sbarchi.
Tutto ciò scritto e documentato si possono fare solo poche pragmatiche riflessioni:
siamo in Europa ma gli sbarchi sono "cavoli" nostri.
E' evidente che è uno stare in Europa per modo di dire. Forse anche questa Europa è "per modo di dire". Egoismi nazionalistici e menefreghismi sono evidentissimi, dunque o si cambia o... forse hanno ragione alcune teste matte a voler uscire da questa ipocrisia politico-economica che è l'Europa.
Alfano è stato criticato per la frase, stupida ed inadeguata per un ministro di uno Stato, sui "vu cumprà".
Invece di usare questo trito termine giornalistico, poteva usare il termine reale e legale di venditori abusivi per di più senza permesso di soggiorno.
Questa era l'espressione giusta di chi rappresenta lo Stato.
Lo Stato che perseguita cittadini italiani, nati qui, che per campare fanno i venditori ambulanti: ricordo un fatto di cronaca abbastanza recente qui a Roma in cui i vigili urbani hanno sequestrato la merce e multato un povero venditore di fiori che si era sistemato in un mercato rionale senza licenza di vendita di ambulante.
Però abbiamo la città da anni invasa da tappetini improvvisati di gente di colore che vende di tutto.
Anni fa ci fu un lungo periodo in cui in Via Ottaviano (strada in cui sono cresciuta e che quindi conosco benissimo) non si poteva più camminare a causa della serie, senza interruzione, di tappetini stesi sullo stretto marciapiede da venditori ambulanti di etnia visibilmente africana; la merce da chi veniva loro fornita? Perché nessun rigore come per il povero fioraio italiano ed altri come lui?
Come mai due leggi dello Stato, quella per la vendita ambulante e quella per il soggiorno, non venivano fatte rispettare da chi ha la responsabilità di farlo?
Domande non peregrine che chiunque si poneva e si pone ancora perché è così ovunque e Roma è solo un esempio.
Per avere il permesso di soggiorno serve dimostrare di avere una sistemazione lavorativa.
Vendere sui marciapiedi senza licenza o sulle spiagge non è esattamente essere in regola con le leggi sul lavoro che consentono di stare sul suolo italico.
Ma ormai sul suolo italico entrano tutti: è la puttana d'Europa.
E all'Europa non glie ne frega niente.
Anzi, veniamo criticati se non facciamo le cose abbastanza bene!
Debbo dire che i maggiori critici sono all'interno del nostro Paese stesso: sono i professionisti dello "sputo in alto".
Comincio a sospettare che costoro non paghino le tasse, altrimenti qualche rodimento dovrebbero averlo visto l'andazzo della spesa anche in questo settore dell'immigrazione clandestina.
Ci si meraviglia che gli sbarchi siano aumentati?
Bisogna essere scemi per non averlo previsto che sarebbe stato così!
Le immagini dei TG ci mostrano un Paese che salva, che accoglie, che cura, che sfama... gente che proviene da luoghi dove i loro governanti spendono i soldi solo per acquistare armi e della loro popolazione se ne fottono, lasciando alle Organizzazioni Umanitarie il compito di cura sanitaria, costruzione di scuole, soldi per il cibo ecc. ecc..
Perché mai non dovrebbero venire?
Arrivati qua sanno che possono ribellarsi, criticare, pretendere.. e noi lì a giustificarci come se fossimo noi Italia la causa dei loro guai.
Paesi che sono stati colonialisti molto, ma molto più di questa sciocca Italietta, come la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, l'Olanda, ci guardano con sussiego critico in questo nostro affannarci per popoli che, di fatto, ci invadono e non siamo noi la causa dei loro guai.
I nostri invece ce li dobbiamo cuccare da soli: vedi i nostri militari detenuti in India senza processo ma con umilianti, per noi, rinvii.
Ora possiamo fondare una città e chiamarla Africa: più di 100.000 abitanti!!
Chi scrive ha dato i suoi soldi per l'operazione chirurgica di un bimbo africano nato con una malformazione ad una di queste organizzazioni italiane che tanto si danno da fare in Africa; pochi giorni fa ha acquistato un oggetto che ovunque si vende ad euro 15 pagandolo euro 20 ad una donna di etnia eritrea che vendeva oggetti facendo l'ambulante sulla spiaggia... dunque non è certo il razzismo che si può invocare per interpretare ciò che scrivo...
La giusta interpretazione è la realtà dei fatti che ci deve far riflettere tutti sul futuro del nostro Paese. I problemi sono tanti, ma anche questo è un problema importante che va arginato e risolto.
Ormai siamo oggetto di prepotenza, nel caso migliore...
Proprio ieri stavo parlando, come mi accade di rado, con una mia amica sulla spiaggia. Di solito leggo. Un colosso nero ci ha interrotte senza tanti complimenti, al cortese diniego a voler comperare la sua merce ha continuato ad importunarci senza alcun rispetto e con prepotenza: ha gettato la sua merce davanti alla mia amica e, al mio "per favore stiamo parlando", le si è rivolto ignorandomi e dandole del tu con aggressività verbale: "E tu non dici niente?" Ha insistito che lui doveva mangiare e dunque noi dovevamo comperare l'inutile merce che recava con sé.
Si percepisce che noi siamo solo animali, da loro disprezzati, da cui vogliono il sostentamento: lo pretendono!
Località Sabaudia (Latina) frazione Bella Farnia Villetta quadrifamiliare Piani 2 Ingresso indipendente Giardino con doccia esterna calda e fontanella Piante e verde Patio coperto Piano primo: soggiorno con angolo cottura, bagno Piano secondo camere 2 (una matrimoniale e una leggermente più piccola), bagno con doccia, balcone con piccola vista mare. Negozi e fermate autobus raggiungibili a piedi. Mare a meno di minuti 10 in bicicletta. Prezzo euro 1000 tutto il mese, euro 600 gg. 15. cell. 3497878211