Il caso sul vitalizio negato dal partito al Senatur
ANSA - MILANO, 18 AGO - Approda in tribunale la querelle tra le due anime della Lega: quella di Umberto Bossi e quella del nuovo corso di Matteo Salvini. Per il vitalizio di 900 mila euro al 'Senatur', secondo 'La Repubblica', ridotto a 400 mila euro, poi a 200, e infine negato da Salvini a Bossi che ha citato in Tribunale il suo partito. Per Salvini, che minaccia querele, i giornali scrivono "cazzate" a proposito di "litigi interni alla Lega".
Su "La Repubblica" di oggi, versione cartacea, si leggono i particolari di questa squallida e tipica storia dell'andazzo dei partiti italiani e l'unica triste riflessione che ne deriva è che nulla è cambiato per ora, che il problema è stato solo sfiorato, eliminando i vitalizi da una data recente in poi ma lasciando intatto tutto il resto.
Quello che l'articolo non ricorda e non chiarisce è che il vitalizio di cui si parla è qualcosa interno ai fondi a disposizione della Lega Nord, nulla avendo a che fare con il vitalizio e la pensione che Umberto Bossi percepisce dallo Stato Italiano in virtù delle leggi fatte SOLO PER LA CASTA, leggi assolutamente diverse da quelle di tutti gli altri cittadini (come ho più volte scritto su questo blog) i cui diritti NON SONO come per la CASTA DIRITTI ACQUISITI, come rivendicò per sé Gianfranco Fini quando si cominciò a parlare delle loro scandalose prebende e di volerle almeno equiparare a quelle delle equivalenti cariche in altri Paesi Europei.
Ma la proverbiale svergognata ingordigia di questa Casta si estrinseca in tutto il suo squallore in questa diatriba fra il nuovo segretario della Lega ed il suo fondatore.
L'articolo su "La Repubblica" di oggi illustra nei particolari la vicenda, dando uno spaccato di come funzionavano e funzionano le cose all'interno dei partiti.
Un avvocato amico di Bossi presenta una parcella di milioni di euro al Partito. Salvini non vuole dare a Bossi il vitalizio di 900.000 euro annui al fondatore, visto che la vacca Italia non vuole più finanziare i partiti. Patteggiano e Bossi accetta una carta privata con il nuovo Segretario per una cifra più bassa, a patto che faccia ritirare al suo amico avvocato la richiesta della parcellona per i "servigi" prestati al partito sotto l'egida di Umberto Bossi, per la quale detto avvocato aveva presentato un'istanza al Tribunale ottenendo il blocco dei conti della Lega. L'avvocato esegue ma Salvini dice che le casse del partito sono vuote perché tutti i soldi sono stati spesi per la campagna elettorale delle europee. Evidentemente, ottenuto lo sblocco, ha fatto in modo di farli sparire in spese per il partito.
Che dire! Salvini diventa pure simpatico e lo diventa ancora di più se veramente, come scrive "La Repubblica", ha chiesto in sede civile i danni alla ingorda famiglia Bossi.
Dicevo dello spaccato di come funzionavano e funzionano le cose all'interno dei partiti. Dare incarichi ad avvocati amici che presentano parcelle enormi è un'abitudine acquisita e diffusa, quando a pagare dette parcelle è una massa di fessi indefinita ed obbligata a pagare... beninteso. La malapolitica ha dato all'Italia un pessimo esempio e, visto che paga sempre Pantalone, ho assistito a sindaci di piccoli comuni i cui amici avvocati presentavano parcelle enormi che dissanguavano le casse del comune che finiva commissariato... Poi, visto che i furbi imparano in fretta e visto che tanto in galera non ci finiscono, lo stesso giochetto ho visto farlo in un condominio il cui bilancio supera il milione di euro (avvocato incaricato da un consigliere di condominio, senza l'autorizzazione dell'Assemblea, che presenta parcella gonfiata per una consulenza); anche se attaccabile sul piano legale, perché tale incarico è stato dato senza l'assenso dell'unico organo che ne aveva facoltà, alla fine la gente si cala le braghe e paga per non andare in causa... Stesso giochino per un Consorzio: avvocato che senza aver portato a termine alcunché presenta parcellona, Presidente di Consorzio che caldeggia il pagamento...
E' un'Italia che non va bene e Renzi per cambiarla dovrebbe avere la bacchetta magica, una bacchetta magica che di botto faccia sparire le leggi che depredano le casse dello Stato a favore di una Casta vergognosa, che faccia rispondere il singolo (sindaco, consigliere, presidente non importa quale sia la carica che gli consente di disporre del denaro altrui) di certe scelte come quelle sopra illustrate con il patrimonio personale di chi le ha fatte.
Da: Pensioni Blog
Minetti e Bossi chiedono la restituzione dei contributi a Regione Lombardia.
Di questi tempi la prudenza non è mai troppa, si sono detti i consiglieri del Pirellone. Se l’età della pensione si allontana, meglio godersi subito i contributi versati evitando le preoccupazioni di un futuro poco roseo.
A far scattare questa frenesia all’incasso è un’accelerazione sui tagli alle pensioni. Il 16 luglio il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo ha trasmesso a tutti i componenti del gruppo di lavoro il testo di un progetto di legge per l’innalzamento da 60 a 66 anni dell’età pensionistica e due giorni fa la Lega ha proposto un ulteriore giro di vite: la rimodulazione dell’importo percepito, con una riduzione del 5% per chi riceve 3.000 euro al mese e del 10% per chi supera questa soglia. E per gli ex consiglieri che devono ancora maturare l’anzianità il Carroccio chiede che il calcolo della pensione avvenga solo su base contributiva.
Agli eletti del Pirellone era però concesso un privilegio: la possibilità di ritirare, alla fine della legislatura, i contributi versati per il futuro vitalizio. Invece di aspettare la pensione, in pratica, farsi restituire quanto versato. E così hanno fatto moltissimi ex politici del Pirellone, rivolgendosi alla Tesoreria Regionale.
Tra coloro che hanno chiesto e ottenuto il rimborso dei contributi spiccano Romano La Russa, fratello di Ignazio (Fratelli d’Italia), al quale sono stati restituiti 41 mila euro. Nicole Minetti, eletta con il listino bloccati del Pdl, rientra in possesso di 79.600 euro e Renzo Bossi della Lega di 55.500 euro.
Cosa hanno dato alla Società costoro?
Come si sono conquistati quelle cariche?
A chi legge la risposta.
Ma chiedetevi anche perché una persona che ha versato contributi all'INPS per 48 anni debba avere la pensione solo per i contributi di 40 anni. Gli altri 8 NON GLI VENGONO RESTITUITI COME A QUESTI DUE INDIVIDUI.
Già questo dice che NON SIAMO UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA, essendo i cittadini di una DEMOCRAZIA VERA TUTTI UGUALI DAVANTI ALLE LEGGI DI UNO STATO.