(AGI) - Gerusalemme, 22 set. - E' morto a Tel Aviv, all'eta' di 87 anni, Mike Harari, figura mitica nel pantheon delle spie israeliane. Nato nel 1927 a Tel Aviv e inquadrato fin da giovanissimo nelle file dell'Haganah, la milizia ebraica in lotta contro l'occupazione britannica, Harari fu uno dei protagonisti, nell'ombra, di una delle pagine piu' famose e controverse degli anni '70. Era lui a dirigere l'Operazione Ira di Dio lanciata dal Mossad per vendicare l'uccisione degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del '72 dai terroristi palestinesi di Settembre Nero. Nel corso di quella missione, ci fu il grave episodio dell'Affare Lillehammer, dal nome della cittadina norvegese dove gli agenti uccisero per errore un uomo marocchino scambiandolo per Ali Hassan Salameh, la mente palestinese dietro l'attacco ai giochi tedeschi. Per quella morte, nel 1998 la procura norvegese incrimino' Harari. Lo stesso Salameh mori' nel 1979 in un'esplosione a Beirut, attribuita a un commando sempre guidato da Harari. Oltre a questo, fu coinvolto anche nell'Operazione Fulmine all'aeroporto internazionale di Entebbe, nel luglio 1976, per liberare gli israeliani presi in ostaggio su un volo dell'Air France diretto da Tel Aviv a Parigi e dirottato nello scalo ugandese. In quella missione, mori' il comandante del gruppo d'assalto, Yonatan Netanyahu, fratello dell'attuale premier Benjamin. Spedito a guidare l'ufficio del Mossad in Sud America, ebbe discusse relazioni con il ditattore panamense Manuel Noriega di cui, secondo alcuni, fu consigliere fino alla destituzione, facilitando accordi per la vendita di armi tra Israele e Panama. Il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, ha reso omaggio ad Harari sottolineando come la sua "influenza sul Mossad e sulla generazione di combattenti sia sentita oggi e lo sara' per gli anni a venire". "La maggior parte delle cose che Harari ha fatto per la sicurezza di Israele come combattente e comandante nel Mossad non e' di pubblico dominio e non lo sara' mai", ha aggiunto Yaalon, "ma tutti quelli che lo hanno conosciuto sanno che stiamo parlando di un uomo che ha condotto operazioni eccezionali e rivoluzionarie, con coraggio e creativita'". (AGI) .
lunedì 22 settembre 2014
Le tre E: Efficienza, Efficacia, Economicità
ENEL delle tre E, a cui la Pubblica Amministrazione deve improntarsi nello svolgimento delle sue funzioni, non ne ha nemmeno una e lo dimostrerò più avanti con una Storia Kafkiana assurda fino all'indecenza.
Mi si può obiettare che ENEL non è Pubblica Amministrazione vera e propria, ma una S.p.A..
Allora possiamo permetterci di fare un poco di ironia che, se ridiamo un po', non guasta.
ENEL Servizio Elettrico S.p.A. in una lettera in mio possesso si è definita puntigliosamente una Holding, specificando all'utente, a cui ha creato un enorme disservizio, ogni definizione di questa Holding, come se l'utente fosse idiota e come se, specificando puntigliosamente, possa spiegare il disservizio medesimo, mai entrando nel vero merito dello stesso.
Quello che racconterò si lega ad un altro post che, se volete, potete rileggere per meglio rendervi conto a che punto arrivano i distributori di Servizi in Italia:
L'utente gabbato di cui si narra nel post di aprile 2014 ha dovuto accettare il contratto con ENEL Energia Libera dopo che un tecnico di ENEL Distribuzione aveva annullato in nome e per conto dell'utente (ma senza firma dello stesso o sua dichiarazione in voce al numero verde dell'ENEL ) il contratto con ENEL Maggior Tutela, e finalmente ha potuto disdire l'onerosa luce di cantiere che da settembre 2013 aveva cercato di dismettere, avendo richiesto un regolare contratto ad ENEL Maggior Tutela. Questo avveniva a gennaio 2014.
Viene il legittimo sospetto che se ENEL consente tali maneggi ai suoi tecnici senza censurarli forse c'è dietro una precisa strategia. Ad esempio allungare quanto più possibile la necessità dell'utente di mantenere il contratto provvisorio per la luce di cantiere, sicuramente più remunerativo per ENEL... Infine, come si narra nel post di aprile 2014, dirottarlo su ENEL Energia Libera non è stato un caso o una pazzia del tecnico annullatore di contratti ENEL Maggior Tutela, ma una precisa strategia per dare un utente ad un settore di ENEL che sicuramente scelgono in pochi...
Dopo la chiusura del contratto "provvisorio" per luce di cantiere la bolletta di chiusura a conguaglio non arrivava.
Solleciti telefonici ripetuti con i soliti addetti del call-center che danno le spiegazioni più fantasiose e diverse, incazzature dell'utente che ribadiva il giorno di disdetta che, per fortuna sua, alla fine i fantasiosi operatori trovavano, senza però saper spiegare perché continuavano a fatturare consumi visto che il contatore era stato rimosso, senza saper spiegare perché le fatture che continuavano ad emettere però non le spedivano all'utente ma erano visibili solo sui loro monitor... Insomma un vero giallo!
Alla fine un giorno arriva una telefonata sul cellulare dell'utente ed un uomo che si dichiara del settore tecnico dell'ENEL spiega che il tecnico che ha rimosso il contatore ha stilato sì un verbale ma non ha immesso i dati in rete, dunque l'utente dovrà avere pazienza, ci sarà un ritardo nella rendicontazione a conguaglio, ma sicuramente ci sarà...
L'utente, più che giustamente, si preoccupa e chiede: "Chi mi garantisce che i dati letti sul contatore il giorno della rimozione, dato che tale azione è avvenuta in mia assenza nonostante avessi chiesto di essere avvertito e mi fosse stato garantito che ciò sarebbe avvenuto, non vengano alterati visto che lei dice che il tecnico NON li ha "immessi in rete" come avrebbe dovuto fare?"
"C'è il verbale e quello non può essere alterato." Lo rassicura l'anonimo interlocutore ENEL.
Passano i mesi ma non arriva alcun conguaglio che, giustamente, l'utente sospetta essere a suo credito, dato che se fosse stato a debito la fattura, secondo l'utente, sarebbe arrivata a razzo!!
Intanto l'ENEL continua a fatturare come se il contatore rimosso fosse ancora attivo.
Quanto narro è assolutamente documentabile anche se capisco che chi legge comincia a sentire odore di qualcosa di illegale sul piano PENALE.
Eh! Sì! Perché se è penale alterare i contatori da parte degli utenti lo è sicuramente anche da parte dell'ENEL!
Pensate: un contatore rimosso senza la presenza di alcuno se non del tecnico ENEL, il quale, non si sa perché, NON IMMETTE IMMEDIATAMENTE I DATI DI CHIUSURA IN RETE, come dovrebbe!
Ebbene l'utente si rompe le scatole e si rivolge ad un avvocato di una associazione dei consumatori. L'ENEL con lettere risibili e contraddittorie "fa ammuina".
In una chiede una cifra a conguaglio, cifra alta, poi, contestata dall'avvocato che chiede chiarimenti sulle fatture che ha continuato ad emettere a contatore dismesso non essendo mai state spedite, dunque mai visionate, fa marcia indietro e scrive che la cifra è diversa, molto inferiore: prima era sui 300 euro, poi diventa sugli 80 euro... Scrive che ha potuto "consuntivare" l'utenza soltanto il 3 giugno 2014 (da gennaio!!!) ma non spiega come mai "avendo consuntivato il 3 giugno", quindi con i conti finalmente a posto dopo sei mesi, ha inviato ugualmente l'8 giugno una richiesta di pagamento di oltre 300 euro (quasi 400!) all'utente, per poi fare marcia indietro di fronte alla richiesta delle fatture fantasma, emesse post dismissione, da parte dell'avvocato dell'Associazione dei Consumatori.
Alla fine in una lettera in mio possesso chiede euro 83,41: lettera inviata all'avvocato naturalmente, essendo ormai l'utente rappresentato dalla Associazione dei Consumatori. L'avvocato invia lettera di risposta il 5 agosto 2014 a chiusura dichiarando che l'utente pagherà l'importo scritto da ENEL il 2 agosto 2014. L'utente paga il 7 agosto 2014 e riceve una lettera da ENEL datata 3 agosto 2014 con oggetto: INGIUNZIONE DI PAGAMENTO per euro 83,44 perché ci sono centesimi 3 di mora!
Ma quale mora se c'era un'apertura di contenzioso legale? Lo sanno pure i sassi che tutto è sospeso se si è aperto un contenzioso!
L'avvocato, informato dal divertito utente, dice di lasciar perdere e se insistono presenterà diffida!!
Che fiducia può avere il cittadino nei riguardi di simili carrozzoni a cui lo Stato Italia affida la distribuzione dell'Energia Elettrica?
Quanto è costato ad ENEL in ore di lavoro questo scherzo? Lettere su lettere scritte da qualcuno che non sapeva neppure cosa stava scrivendo... Oppure, peggio, c'è dietro una malafede assoluta tesa a raschiare soldi ovunque e comunque fidando sulla stanchezza dell'utente cittadino?
Quello che racconterò si lega ad un altro post che, se volete, potete rileggere per meglio rendervi conto a che punto arrivano i distributori di Servizi in Italia:
venerdì 4 aprile 2014
Lascio, come in un racconto giallo, a chi legge mettere in relazione o meno i fatti raccontati in quel post con la coda di essi.L'utente gabbato di cui si narra nel post di aprile 2014 ha dovuto accettare il contratto con ENEL Energia Libera dopo che un tecnico di ENEL Distribuzione aveva annullato in nome e per conto dell'utente (ma senza firma dello stesso o sua dichiarazione in voce al numero verde dell'ENEL ) il contratto con ENEL Maggior Tutela, e finalmente ha potuto disdire l'onerosa luce di cantiere che da settembre 2013 aveva cercato di dismettere, avendo richiesto un regolare contratto ad ENEL Maggior Tutela. Questo avveniva a gennaio 2014.
Viene il legittimo sospetto che se ENEL consente tali maneggi ai suoi tecnici senza censurarli forse c'è dietro una precisa strategia. Ad esempio allungare quanto più possibile la necessità dell'utente di mantenere il contratto provvisorio per la luce di cantiere, sicuramente più remunerativo per ENEL... Infine, come si narra nel post di aprile 2014, dirottarlo su ENEL Energia Libera non è stato un caso o una pazzia del tecnico annullatore di contratti ENEL Maggior Tutela, ma una precisa strategia per dare un utente ad un settore di ENEL che sicuramente scelgono in pochi...
Dopo la chiusura del contratto "provvisorio" per luce di cantiere la bolletta di chiusura a conguaglio non arrivava.
Solleciti telefonici ripetuti con i soliti addetti del call-center che danno le spiegazioni più fantasiose e diverse, incazzature dell'utente che ribadiva il giorno di disdetta che, per fortuna sua, alla fine i fantasiosi operatori trovavano, senza però saper spiegare perché continuavano a fatturare consumi visto che il contatore era stato rimosso, senza saper spiegare perché le fatture che continuavano ad emettere però non le spedivano all'utente ma erano visibili solo sui loro monitor... Insomma un vero giallo!
Alla fine un giorno arriva una telefonata sul cellulare dell'utente ed un uomo che si dichiara del settore tecnico dell'ENEL spiega che il tecnico che ha rimosso il contatore ha stilato sì un verbale ma non ha immesso i dati in rete, dunque l'utente dovrà avere pazienza, ci sarà un ritardo nella rendicontazione a conguaglio, ma sicuramente ci sarà...
L'utente, più che giustamente, si preoccupa e chiede: "Chi mi garantisce che i dati letti sul contatore il giorno della rimozione, dato che tale azione è avvenuta in mia assenza nonostante avessi chiesto di essere avvertito e mi fosse stato garantito che ciò sarebbe avvenuto, non vengano alterati visto che lei dice che il tecnico NON li ha "immessi in rete" come avrebbe dovuto fare?"
"C'è il verbale e quello non può essere alterato." Lo rassicura l'anonimo interlocutore ENEL.
Passano i mesi ma non arriva alcun conguaglio che, giustamente, l'utente sospetta essere a suo credito, dato che se fosse stato a debito la fattura, secondo l'utente, sarebbe arrivata a razzo!!
Intanto l'ENEL continua a fatturare come se il contatore rimosso fosse ancora attivo.
Quanto narro è assolutamente documentabile anche se capisco che chi legge comincia a sentire odore di qualcosa di illegale sul piano PENALE.
Eh! Sì! Perché se è penale alterare i contatori da parte degli utenti lo è sicuramente anche da parte dell'ENEL!
Pensate: un contatore rimosso senza la presenza di alcuno se non del tecnico ENEL, il quale, non si sa perché, NON IMMETTE IMMEDIATAMENTE I DATI DI CHIUSURA IN RETE, come dovrebbe!
Ebbene l'utente si rompe le scatole e si rivolge ad un avvocato di una associazione dei consumatori. L'ENEL con lettere risibili e contraddittorie "fa ammuina".
In una chiede una cifra a conguaglio, cifra alta, poi, contestata dall'avvocato che chiede chiarimenti sulle fatture che ha continuato ad emettere a contatore dismesso non essendo mai state spedite, dunque mai visionate, fa marcia indietro e scrive che la cifra è diversa, molto inferiore: prima era sui 300 euro, poi diventa sugli 80 euro... Scrive che ha potuto "consuntivare" l'utenza soltanto il 3 giugno 2014 (da gennaio!!!) ma non spiega come mai "avendo consuntivato il 3 giugno", quindi con i conti finalmente a posto dopo sei mesi, ha inviato ugualmente l'8 giugno una richiesta di pagamento di oltre 300 euro (quasi 400!) all'utente, per poi fare marcia indietro di fronte alla richiesta delle fatture fantasma, emesse post dismissione, da parte dell'avvocato dell'Associazione dei Consumatori.
Alla fine in una lettera in mio possesso chiede euro 83,41: lettera inviata all'avvocato naturalmente, essendo ormai l'utente rappresentato dalla Associazione dei Consumatori. L'avvocato invia lettera di risposta il 5 agosto 2014 a chiusura dichiarando che l'utente pagherà l'importo scritto da ENEL il 2 agosto 2014. L'utente paga il 7 agosto 2014 e riceve una lettera da ENEL datata 3 agosto 2014 con oggetto: INGIUNZIONE DI PAGAMENTO per euro 83,44 perché ci sono centesimi 3 di mora!
Ma quale mora se c'era un'apertura di contenzioso legale? Lo sanno pure i sassi che tutto è sospeso se si è aperto un contenzioso!
L'avvocato, informato dal divertito utente, dice di lasciar perdere e se insistono presenterà diffida!!
Che fiducia può avere il cittadino nei riguardi di simili carrozzoni a cui lo Stato Italia affida la distribuzione dell'Energia Elettrica?
Quanto è costato ad ENEL in ore di lavoro questo scherzo? Lettere su lettere scritte da qualcuno che non sapeva neppure cosa stava scrivendo... Oppure, peggio, c'è dietro una malafede assoluta tesa a raschiare soldi ovunque e comunque fidando sulla stanchezza dell'utente cittadino?
Era ora: radiazione dall'Albo per fare vera pulizia
Da: Nuovo Sud
OPERAZIONE "LA CARICA DEI 104" COORDINATA DALLA PROCURA
Falsi invalidi ad Agrigento, 19 arresti: dieci sono medici
Inviato da desk1 il 22 Settembre, 2014 - 14:36
Nell'inchiesta coinvolta anche un'impiegata dell'Inps. A sette persone sono stati concessi gli arresti domiciliari. Le accuse vanno dalla corruzione alla truffa aggravata al falso.
La polizia di Agrigento ha eseguito un'ordinanza cautelare per 19 persone emessa dal Gip Ottavio Mosti su richiesta del procuratore Renato Di Natale, dell'aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Andrea Maggioni. Ci sono anche 10 medici tra le persone destinatarie dell'ordinanza cautelare del Gip. Per sei è stata disposta la custodia in carcere, per otto gli arresti domiciliari e a cinque indagati è stato imposto l'obbligo di presentazione a polizia e carabinieri. Gli indagati sono complessivamente 101. I reati ipotizzati sono corruzione, falso e truffa aggravata.
Nell'ambito dell'inchiesta 'La carica dei 104' della Procura di Agrigento, la Digos della Questura, in esecuzione di un ordinanza del Gip, ha arrestato Antonio Alaimo, 53 anni, di Favara, un bidello ritenuto "intermediario e procacciatore d'affari, nonché anello di congiunzione per l'operatività del sodalizio criminale". Destinatario del provvedimento cautelare in carcere anche Salvatore Patanè, 61 anni, tecnico radiologo, residente ad Agrigento, che, secondo l'accusa, avrebbe messo in contatto "i pretesi falsi invalidi con i medici compiacenti infedeli: radiologi, reumatologi, audiologi in servizio al poliambulatorio di Agrigento". L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita dalla polizia anche nei confronti di tre medici: Giuseppa Gallo, 61 anni, di Naro, specializzata in pneumologia; Giuseppe Candioto, 61 anni, reumatologo; Antonino Scimè, 64 anni, residente ad Agrigento. Arrestato anche Daniele Rampello, 47 anni, di Raffadali (Agrigento). Agenti della Digos hanno notificato ordinanze cautelari a altri sette indagati agli arresti domiciliari. Sono Angelo Greco, 57 anni, di Palma di Montechiaro (Agrigento) indicata come 'intermediatrice d'affari'; il medico radiologo Alfonso Russo, 65 anni, di Aragona (Agrigento); il medico ortopedico Antonia Matina, 57 anni; il medico del Poliambulatorio di Agrigento, Lorenzo Greco, 60 anni; il medico e presidente della commissione Asp Ag5 Giuseppe Porcello, 74 anni; il medico pneumologo Salvatore Attanasio, 58 anni; e l'impiegata dell'Inps di Agrigento Gaetana Cacioppo, 50 anni. Un medico destinatario delle otto ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari è deceduto. Ad altri 5 indagati è stato imposto l'obbligo di presentazione a polizia e carabinieri.
Nell'ambito dell'inchiesta 'La carica dei 104' della Procura di Agrigento, la Digos della Questura, in esecuzione di un ordinanza del Gip, ha arrestato Antonio Alaimo, 53 anni, di Favara, un bidello ritenuto "intermediario e procacciatore d'affari, nonché anello di congiunzione per l'operatività del sodalizio criminale". Destinatario del provvedimento cautelare in carcere anche Salvatore Patanè, 61 anni, tecnico radiologo, residente ad Agrigento, che, secondo l'accusa, avrebbe messo in contatto "i pretesi falsi invalidi con i medici compiacenti infedeli: radiologi, reumatologi, audiologi in servizio al poliambulatorio di Agrigento". L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita dalla polizia anche nei confronti di tre medici: Giuseppa Gallo, 61 anni, di Naro, specializzata in pneumologia; Giuseppe Candioto, 61 anni, reumatologo; Antonino Scimè, 64 anni, residente ad Agrigento. Arrestato anche Daniele Rampello, 47 anni, di Raffadali (Agrigento). Agenti della Digos hanno notificato ordinanze cautelari a altri sette indagati agli arresti domiciliari. Sono Angelo Greco, 57 anni, di Palma di Montechiaro (Agrigento) indicata come 'intermediatrice d'affari'; il medico radiologo Alfonso Russo, 65 anni, di Aragona (Agrigento); il medico ortopedico Antonia Matina, 57 anni; il medico del Poliambulatorio di Agrigento, Lorenzo Greco, 60 anni; il medico e presidente della commissione Asp Ag5 Giuseppe Porcello, 74 anni; il medico pneumologo Salvatore Attanasio, 58 anni; e l'impiegata dell'Inps di Agrigento Gaetana Cacioppo, 50 anni. Un medico destinatario delle otto ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari è deceduto. Ad altri 5 indagati è stato imposto l'obbligo di presentazione a polizia e carabinieri.
Andrebbe fatta pulizia ovunque tanto il fenomeno è diffuso.
Ne ho fatto cenno anche nel post precedente a questo.
Commissioni mediche di dubbia legalità ovunque: per la 104, per le pensioni di invalidità dei ciechi (di cui ho scritto più volte), per le patenti speciali e così via...
Un Paese marcio.
Un oculista che certifica una cecità che non c'è e che arriva a dire in televisione "che l'oculista non ha i mezzi per verificare se il paziente finge o meno" ho scritto che deve essere radiato dall'Albo semplicemente acquisendo il filmato agli atti.
Se c'è la volontà di pulire Avanti Tutta! Perché c'è molto da fare!
Ne ho fatto cenno anche nel post precedente a questo.
Commissioni mediche di dubbia legalità ovunque: per la 104, per le pensioni di invalidità dei ciechi (di cui ho scritto più volte), per le patenti speciali e così via...
Un Paese marcio.
Un oculista che certifica una cecità che non c'è e che arriva a dire in televisione "che l'oculista non ha i mezzi per verificare se il paziente finge o meno" ho scritto che deve essere radiato dall'Albo semplicemente acquisendo il filmato agli atti.
Se c'è la volontà di pulire Avanti Tutta! Perché c'è molto da fare!
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