L'uomo, un politico locale, aveva sequestrato un dipendente e minacciato di usare la dinamite se non
fossero state soddisfatte le sue richieste. Dopo ore si è arreso agli agenti.
Aveva lasciato tre lettere: "Voglio cambiare il panorama del Paese" 29 settembre 2014
Il sequestratore è Jac Souza dos Santos, 30 anni, esponente del partito conservatore Partido de la Republica (Pr), già consigliere della città di Combinado, nello stato di Tocantins. Tra le sue richieste c'erano anche le dimissioni della presidente Dilma Rousseff. L'uomo aveva lasciato tre lettere di addio alla famiglia: "Il contenuto delle lettere è un addio, ha scritto che questa tempesta passerà e che darà la sua vita", ha riferito il portavoce della polizia, Paulo Henrique Almeida. Nelle tre missive, Souza aveva scritto di essere disperato ed esprime il desiderio "di cambiare il panorama del Paese".
La polizia ha fatto evacuare i circa 300 ospiti dell'hotel Saint Peter di Brasilia ed ha circondato l'edificio. L'uomo si era barricato in una stanza dell'hotel al 13° piano e si era affacciato alla finestra con l'ostaggio, al quale sembra aver collocato la dinamite al collo.
Condannato all'ergastolo in contumacia da un tribunale italiano per quattro omicidi compiuti negli anni '70, Battisti fu arrestato a Rio de Janeiro nel 2007. La richiesta di estradizione proveniente dall'Italia venne rifiutata nel gennaio 2009 dall'allora ministro della Giustizia, Tarso Genro, che creò un'aspra polemica fondando la sua decisione sul timore di una presunta persecuzione di Battisti in Italia per le sue idee politiche.
La Corte Suprema annullò nel novembre dello stesso anno la delibera di Genro concedendo l'estradizione, condizionata però alla decisione finale di Lula, che decise invece per il no all'estradizione. Decisione ratificata con la concessione della libertà all'ex membro dei Proletari armati per il comunismo concessa dal Supremo Tribunale Federale l'8 giugno 2011.
La polizia ha fatto evacuare i circa 300 ospiti dell'hotel Saint Peter di Brasilia ed ha circondato l'edificio. L'uomo si era barricato in una stanza dell'hotel al 13° piano e si era affacciato alla finestra con l'ostaggio, al quale sembra aver collocato la dinamite al collo.
Condannato all'ergastolo in contumacia da un tribunale italiano per quattro omicidi compiuti negli anni '70, Battisti fu arrestato a Rio de Janeiro nel 2007. La richiesta di estradizione proveniente dall'Italia venne rifiutata nel gennaio 2009 dall'allora ministro della Giustizia, Tarso Genro, che creò un'aspra polemica fondando la sua decisione sul timore di una presunta persecuzione di Battisti in Italia per le sue idee politiche.
La Corte Suprema annullò nel novembre dello stesso anno la delibera di Genro concedendo l'estradizione, condizionata però alla decisione finale di Lula, che decise invece per il no all'estradizione. Decisione ratificata con la concessione della libertà all'ex membro dei Proletari armati per il comunismo concessa dal Supremo Tribunale Federale l'8 giugno 2011.
Le elezioni in Brasile rischiano di riportare al potere Dilma Rousseff, la "pasionaria" che non ha capito niente di chi è Cesare Battisti e crede che la realtà italiana sia la stessa del Brasile evidentemente. Il Brasile che, a fronte di ricchezze minerarie e materie prime che l'Italia se le sogna, ha una popolazione fatta di poveracci, mentre una élite si spartisce la ricchezza.
Dilma Rousseff |