L'INCHIESTA DI Q.NET 26 novembre 2014 Sciarelli: "Da 11 anni cerco scomparsi, ma i mostri mi tormentano"
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Archivio Storico del Corriere della Sera (10 ottobre 1996)
Federica Sciarelli va a nozze. Testimone Francesco Cossiga
Neomamma, ha deciso di convolare a nozze con il padre del suo bambino, un cameraman Rai. Testimone d' eccezione sara' l' ex presidente Francesco Cossiga. Federica Sciarelli, anchorwoman del Tg3, il cui ritorno in video post parto fu salutato da un' impennata dell' audience, e' sempre stata molto parca di notizie sulla sua vita privata. Solo una volta, suo malgrado, ha violato la stretta consegna del silenzio, a causa proprio di Cossiga, sospettato da Panorama di essere legato da "affettuosa amicizia" alla giornalista. Ma torniamo indietro, alle ultime fasi del settennato Cossiga, quando la Sciarelli, cronista parlamentare del Tg3, si occupava proprio delle cronache dal Colle. Tutto comincio' nell' agosto del ' 91 con un articolo sul settimanale Panorama nel quale la Sciarelli veniva cosi' definita: "Protagonista di una carriera fulminante all' ombra del direttore del Tg3 Sandro Curzi". Due settimane dopo, sempre su Panorama, la cronista fu nuovamente citata, questa volta nell' ambito di un articolo sulle simpatie femminili del presidente della Repubblica. Un divertissement tutto estivo, intessuto di voci e pettegolezzi. Ma ecco il punto sotto accusa: "...Il mirino dei soliti beninformati si e' poi spostato verso Federica Sciarelli, giovane redattrice del Tg3, piu' volte inviata al seguito di Cossiga e da lui nominata cavaliere della Repubblica...". Lei si "indigno' per questa storiaccia" e decise di querelare il settimanale. All' inizio del ' 93, la sentenza (confermata in appello): Panorama dovette risarcire i danni morali (70 milioni) e pagare le spese processuali. Da quel momento in poi la vita privata della Sciarelli e' rimasta tale, gravidanza inclusa. Ora la notizia (non data da lei) delle nozze alla presenza di Cossiga.
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(10 ottobre 1996) - Corriere della Sera
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(22 settembre 2002) - Corriere della Sera
FEDERICA SCIARELLI, GIORNALISTA DEL TG3: «SENETTE HA DETTO CHE SONO MATERNA? LE MIE AMICHE MI CONSIDERANO UNA SELVAGGIA»
«Da giovane militavo in un gruppo filocinese, ora do del tu a Cossiga»
«In Rai tutti sono "in quota" di qualche partito», aveva detto al Corriere della Sera Cesara Buonamici, conduttrice del Tg5. E nelle redazioni dei telegiornali la frase non è risultata gradita. «La lottizzazione c' è stata, nessuno lo nega. Ma c' è anche un sacco di gente che è entrata in Rai per concorso oppure dopo anni di duro precariato», spiega Federica Sciarelli, conduttrice del Tg3. E lei, Federica, è una lottizzata? «Ho fatto il concorso per una borsa di studio. Sono arrivata seconda, dietro a Dario La Ruffa, su 10 mila partecipanti. Come prima destinazione mi mandarono al Tg1, ricordo che c' era Mentana giovane praticante. Ma alla fine dell' anno di borsa di studio né io, né gli altri 29 vincitori fummo assunti. Anzi, due furono assunti. Meglio non indagare». E quindi? «Andai a lavorare al Senato. Ma pressata dal sindacato, otto anni dopo, la Rai assunse i famosi borsisti. Io andai al Tg3, con qualche titubanza perché persi metà dello stipendio. Al Senato guadagnavo 2 milioni al mese». Abbiamo capito: lei non è lottizzata. Ma è politicamente schierata? «Non ho mai detto a nessuno per chi voto. Ma alla fine il tuo orientamento traspare. Una volta Curzi me lo chiese. Io risposi: il voto è segreto. Ma dicono che mi si legge in faccia che sono di sinistra». Da giovane ha militato in qualche gruppo? «Ho dei trascorsi buffissimi. Militavo in un gruppo che nessuno ha mai immaginato. Non mi ha mai sgamato nessuno». E adesso, finalmente, farà outing. «Non ci indovinerebbe nessuno». Non ci tenga sulle spine. «Stella Rossa». I filocinesi? «Sono passati 25 anni. C' era Calò, l' agopunturista. Li conobbi nella mia scuola, dove erano forti loro e i giocatori di hockey su prato. Io mi iscrissi a Stella Rossa, praticai l' agopuntura e giocai ad hockey su prato. L' attività principale consisteva nell' andare all' aeroporto con un mazzo di fiori ad accogliere i leader del partito comunista cinese». Torniamo alla professione. Il problema è l' auricolare. Voi lo usate? «Certo che lo usiamo. Serve per le comunicazioni di servizio. Poi al Tg3 siamo un po' scazzafrulloni...». Scazzafrulloni? «Scherziamo. Dalla regia, ogni tanto, tra un servizio e l' altro, ci pigliano in giro». Lei è diventata famosissima per la sua amicizia con Cossiga. Per non parlare dei pettegolezzi... «Una volta Montanelli chiese a Cossiga chi fosse la sua amante. Cossiga si avvicinò all' orecchio di Montanelli e gli disse qualcosa. Divenne il tormentone dell' estate. Panorama lo fece diventare un gioco e mise la mia fotografia sotto la domanda: "Chi è l' amante di Cossiga?". Ci rimasi malissimo». Che cosa aveva detto Cossiga all' orecchio di Montanelli? «Sono diventata molto amica di Cossiga poi. E ne approfittai per chiedergli che nome avesse detto a Montanelli. Lui mi confessò che era tutto uno scherzo e che non aveva fatto nessun nome». Che impressione fa dare del tu al presidente della Repubblica? «E' bellissimo. Cossiga è una persona simpaticissima. Anche se mi telefona alle sei di mattina». Secondo lei è matto come dicono? «E' completamente matto. I politici della prima Repubblica erano molto più simpatici di questi qui. De Mita, Cirino Pomicino... continue battute». Si sta bene con Baldassarre o si stava meglio con Zaccaria? «Baldassarre la prima intervista televisiva l' ha data a me. Si è presentato con un cachemirino giallo fichissimo e io lì a fare domande, come Fracchia. Il Tg3 sta avendo degli ascolti altissimi. Questa situazione ci giova». Lavorare è faticoso per una donna? «Io ero una felice inviata. Poi mi sono messa col mio compagno, Sergio, ho fatto un figlio, Giovanni, e ho smesso di viaggiare. Ma senza nessun rimpianto». E' gelosa? «Sì, ma senza scenate». Si rode il fegato insilenzio? «Qualcosa del genere». Ha mai tradito? «Mai». Me lo direbbe se avesse tradito? «Mai». Che cosa piace di lei? «Che vedo sempre il bicchiere mezzo pieno». Che cosa le piace di un uomo? «Che cosa non mi piace: l' uomo fatto a fiasco. Piccole spalle e grande sedere». Chi le piace dei colleghi? «Mi fa morire dalle risate Pierluigi Battista». E' mai stata corteggiata come la Capulli da un intervistato? «La cosa più carina che mi è capitata è quando davanti a me hanno chiesto a Cossiga: "Ma allora è vero che ha avuto una storia con la Sciarelli?". E lui ha risposto: "No, purtroppo"». I più bravi giornalisti televisivi? «Mentana, Mannoni, Moretti. Italo Moretti, gli puoi dare anche un elenco del telefono da leggere e rimani lì incantata». E le giornaliste? «Mi piaceva moltissimo Angela Buttiglione, rassicurante, chiara». Lei è litigiosa? «Io non ho il senso dell' autorità e sono attaccabrighe. Ho litigato con tutti i miei direttori. Litigavo spesso con una mia collega, Daniela Vergara. Poi un giorno ci siamo stufate, ci siamo baciate e abbracciate e abbiamo fatto pace. Adesso ci vogliamo molto bene». Senette ha dichiarato che lei è materna e rassicurante. Si riconosce? «Le mie amiche si sono fatte una risata. Di me dicono che sono una selvaggia». La papera più bella? «Avevo il raffreddore e dovevo dare la notizia di una donna che aveva avuto sette bebè. Col naso completamente chiuso dissi: "La signora ha avuto sette babà". Dall' auricolare mi arrivò la voce di Fabio Cortese, che stava in regia: "Sì, col rhum"». La Carlucci sostiene che a Mediaset sono tutti comunisti. Sarà mica che i berlusconiani sono da voi al Tg3? «Le lottizzazioni, quando vengono fatte, vengono fatte bene». Coraggio, quanti sono? «Si contano sulle dita di una mano». Claudio Sabelli Fioretti www.sabellifioretti.blogspot.com
Sabelli Fioretti Claudio
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(22 settembre 2002) - Corriere della Sera
(22 settembre 2002) - Corriere della Sera
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Da: Il Giornale.it 20/01/2008 di Fabrizio De Feo
Cossiga reo confesso: "Aiutai la Sciarelli e Bianca Berlinguer"
Il presidente Cossiga ironizza sulle raccomandazioni alla tv pubblica
Il presidente Cossiga ironizza sulle raccomandazioni alla tv pubblica
Lei si autodenuncia come «raccomandatore-confesso». A favore di chi spese la sua influenza?
«Dopo la vittoria del centrosinistra intervenni a favore di Donna Bianca Berlinguer, ovvero di mia nipote, perché le fosse assicurata una posizione di maggior rilievo nel Tg3, e della signora Federica Sciarelli, già peraltro premiata con l’affidamento della conduzione della brillante trasmissione “Chi l’ha visto?”. E ciò al fine di rafforzare la sua influenza nella Rai».
Federica Sciarelli le manda a dire che lei, in Rai, è entrata per concorso.
«Guardi che è tutto vero quello che dico, non me lo sto certo inventando! Non ho raccomandato per l’assunzione Federica Sciarelli perché lei era dipendente del Senato e poi ha vinto una borsa di studio e siccome è brava è passata in Rai. Comunque non rispondo alla signora Sciarelli perché non voglio vedermi notificato un avviso di garanzia da parte di qualche sostituto procuratore della Repubblica di Potenza».
«Dopo la vittoria del centrosinistra intervenni a favore di Donna Bianca Berlinguer, ovvero di mia nipote, perché le fosse assicurata una posizione di maggior rilievo nel Tg3, e della signora Federica Sciarelli, già peraltro premiata con l’affidamento della conduzione della brillante trasmissione “Chi l’ha visto?”. E ciò al fine di rafforzare la sua influenza nella Rai».
Federica Sciarelli le manda a dire che lei, in Rai, è entrata per concorso.
«Guardi che è tutto vero quello che dico, non me lo sto certo inventando! Non ho raccomandato per l’assunzione Federica Sciarelli perché lei era dipendente del Senato e poi ha vinto una borsa di studio e siccome è brava è passata in Rai. Comunque non rispondo alla signora Sciarelli perché non voglio vedermi notificato un avviso di garanzia da parte di qualche sostituto procuratore della Repubblica di Potenza».
Bianca Berlinguer nega di aver mai richiesto il suo intervento. E la prega di astenersi per il futuro da simili raccomandazioni.
«Da sardo pronipote di un pastore e di un aristocratico della piccola nobiltà giacobina sarda non posso permettermi di replicare a una ragazza, anzi a una già ragazza, dell’aristocrazia sardo-catalana. Comunque Donna Bianca può stare tranquilla: con il cognome che porta non avrà alcun problema né danno. Anzi se torna Berlusconi la promuoverà subito e, anche se non ce n’è bisogno, sarò io stesso a richiederlo».
Ma questi interventi da chi le furono sollecitati?
«Ma da loro due in persona! La signora Sciarelli venne a chiedere che intervenissi sul capo del personale affinché le fosse aumentato lo stipendio. Donna Bianca Berlinguer venne a chiedere una posizione più eminente».
Il suo intervento andò a buon fine?
«Le raccomandazioni a favore di Donna Bianca Berlinguer non partorirono alcun risultato positivo. Quelle a favore della signora Sciarelli ebbero sul piano economico un risultato largamente positivo».
Perché a distanza di anni ha tirato fuori questa vicenda?
«Venerdì ho sentito Donna Bianca condurre una trasmissione di insulti su Mastella con la consueta faziosità e mi è tornata in mente questa vicenda».
Non le dà fastidio essere etichettato come «raccomandatore»?
«Ascoltai personalmente l’omelia di un cardinale che definiva le raccomandazioni un atto di carità cristiana. D’altra parte le segnalazioni sono un istituto mondiale. Erano la prassi nella burocrazia britannica. Così come a West Point si entra soltanto dietro segnalazione dei senatori dei diversi Stati della Confederazione».
Non ha mai fatto mea culpa per qualche raccomandazione concessa alla persona sbagliata?
«Ma no. E poi nelle campagne elettorali tutti usano le raccomandazioni. D’altra parte mi sa dire uno che in Rai non sia raccomandato? Io non ne conosco».
«Da sardo pronipote di un pastore e di un aristocratico della piccola nobiltà giacobina sarda non posso permettermi di replicare a una ragazza, anzi a una già ragazza, dell’aristocrazia sardo-catalana. Comunque Donna Bianca può stare tranquilla: con il cognome che porta non avrà alcun problema né danno. Anzi se torna Berlusconi la promuoverà subito e, anche se non ce n’è bisogno, sarò io stesso a richiederlo».
Ma questi interventi da chi le furono sollecitati?
«Ma da loro due in persona! La signora Sciarelli venne a chiedere che intervenissi sul capo del personale affinché le fosse aumentato lo stipendio. Donna Bianca Berlinguer venne a chiedere una posizione più eminente».
Il suo intervento andò a buon fine?
«Le raccomandazioni a favore di Donna Bianca Berlinguer non partorirono alcun risultato positivo. Quelle a favore della signora Sciarelli ebbero sul piano economico un risultato largamente positivo».
Perché a distanza di anni ha tirato fuori questa vicenda?
«Venerdì ho sentito Donna Bianca condurre una trasmissione di insulti su Mastella con la consueta faziosità e mi è tornata in mente questa vicenda».
Non le dà fastidio essere etichettato come «raccomandatore»?
«Ascoltai personalmente l’omelia di un cardinale che definiva le raccomandazioni un atto di carità cristiana. D’altra parte le segnalazioni sono un istituto mondiale. Erano la prassi nella burocrazia britannica. Così come a West Point si entra soltanto dietro segnalazione dei senatori dei diversi Stati della Confederazione».
Non ha mai fatto mea culpa per qualche raccomandazione concessa alla persona sbagliata?
«Ma no. E poi nelle campagne elettorali tutti usano le raccomandazioni. D’altra parte mi sa dire uno che in Rai non sia raccomandato? Io non ne conosco».
Al di là dell'opinione che ciascuno può formarsi leggendo le notizie sulla attuale conduttrice della trasmissione di servizio pubblico "Chi l'ha visto?", le riconosco un piglio anticonformista ed un coraggio che vanno oltre il formalismo di altri conduttori che l'hanno preceduta.
Sono stati tutti ottimi conduttori, ma mai così coraggiosi da esporsi come Federica Sciarelli.
Capisco che possa sentirsi stanca, "avvelenata" da tanta sofferenza e tragedie...
Capisco anche che la sua notorietà le possa apparire spendibile sul piano politico. Altri suoi colleghi sono entrati in politica sfruttando la loro immagine televisiva: Corradino Mineo, David Sassoli, Emilio Fede...
La politica però può anche bruciare, perché si è più esposti e visibili, per quel che si è veramente, rispetto alla professione giornalistica.