mercoledì 30 dicembre 2015

Morire di parto nel 2015

Da: Il Secolo XIX

29 dicembre 2015

Morta durante il parto, quattro ipotesi per il decesso

Noemi Penna
Torino - Per tutta la gravidanza, Angela Nesta è stata seguita dal consultorio famigliare di via Ventimiglia 112. Ha seguito gli esami indicati dall’Agenda della gravidanza fornita dalla Regione Piemonte, con il supporto dalla ginecologa Patrizia Nicolaci e degli altri specialisti del centro dell’Asl To1. Loro l’hanno definita «una gravidanza assolutamente normale. L’ultima volta che abbiamo visto Angela è stata il 21 dicembre, al corso pre parto». L’andamento degli esami è «sempre risultato regolare e anche se partiva da una situazione di sovrappeso, non poteva essere definita a rischio». Però qualcosa è andato storto. A dare le prime risposte sarà l’autopsia disposta per oggi dalle autorità, ma la causa della morte di mamma e figlia potrebbe solo aprire altri interrogativi. Angela e la piccola Elisa, nata morta a fine gestazione , potevano essere salvate?
Caso raro
Angela è una su diecimila. Una delle donne che ancora oggi, nei Paesi occidentali, muoiono di parto. Le statistiche sfavorevoli per la piccola Elisa erano più alte: la mortalità perinatale si attesta intorno ai 3 su mille. Ma la coincidenza della morte di madre e figlio in sala parto è ancora più rara, e porta a pensare ad una causa comune. Un comune denominatore in grado di spiegare l’arresto cardio-circolatorio della donna durante la fase espulsiva del feto - la più dolorosa e impegnativa per il cuore di ogni donna, in modo particolare di chi ha qualche chilo in più - e la morte in utero del feto, che fino alle 23 di Santo Stefano stava bene.
Tripla inchiesta
Mentre la famiglia punta il dito contro l’ospedale e chi nella notte fra il 26 e il 27 ha assistito al parto di Angela, il ministero della Salute ha annunciato l’arrivo al Sant’Anna degli ispettori, la cui indagine andrà oltre al fascicolo aperto dal pm Monica Supertino (che ipotizza l’omicidio colposo a carico di ignoti), e a quello dell’Osservatorio sulla mortalità materna dell’Istituto Superiore di Sanità. E anche se ufficialmente nessun medico si sbilancia sulle possibili cause, in corsia e fuori circolano più ipotesi. In ogni caso, secondo la professoressa Chiara Benedetto, primario del reparto del Sant’Anna dove Angela è stata ricoverata il 23 dicembre, «è stato fatto tutto il possibile: la situazione è peggiorata in modo repentino e senza alcun preavviso».
Possibile cause
Secondo l’équipe medica, Angela era molto agitata e ha rifiutato l’ultimo tracciato, quello che avrebbe potuto monitorare il cuore della bimba e far capire che qualcosa non andava. A causare l’improvvisa dilatazione potrebbe essere stato il farmaco somministrato per indurre il parto, che ha fra gli effetti collaterali più comuni la lacerazione dell’utero e riduzione di ossigeno per il feto. Ci sono poi tutte le cause patologiche, che vanno dall’ipertensione ad un attacco ischemico sino alle malformazioni congenite. C’è poi la questione del peso e dell’aumento ponderale in gravidanza, che ha portato la donna a rientrare negli indici dell’obesità.
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29 dicembre 2015

Morta durante il parto a Torino, il compagno: «Era a terra in stanza»

Massimiliano Peggio
Torino - Sul mobile del salotto c’è la foto di Angela a sei anni, in tutù rosa da ballerina. «Faceva danza classica - dice il papà Pietro - Una volta, poco prima di un saggio, cadde malamente e si ruppe un braccio. La portammo in ospedale, preoccupati, ma per tutto il tempo cercò di convincere i medici che non si era fatta nulla, perché non voleva rinunciare a quell’appuntamento. Era forte, mia figlia, una roccia».
In caserma
Ieri pomeriggio i carabinieri di Mirafiori, su delega della procura che indaga sulla morte di Angela, la mamma di 39 anni, deceduta nella sala parto del Sant’Anna con la sua bimba Elisa, nella fase «espulsiva del feto», hanno sentito il papà, Pietro Nesta, e il compagno, Francesco Scarlata. «Cosa abbiamo detto? Tutto quello che è successo: da quando è stata ricoverata la prima volta il 21 dicembre, fino a quando mi sono presentato in sala parto con i carabinieri, nella notte del 26, perché non ci volevano fare entrare» racconta il padre. E aggiunge: «Sì è vero, ho perso la testa ma non ho aggredito nessun medico. Ero sconvolto perché non ci dicevano niente. Eravamo in balia del dolore».
La convivenza
Angela e Francesco si erano conosciuti nel 1999, tramite amici, poi si erano lasciati. «Undici anni dopo ci siamo rivisti e da quel momento non l’ho più mollata. Era l’amore della mia vita» racconta Francesco, dipendente della Lear. «Nel giro di una settimana ci siamo messi insieme e poco dopo siamo andati a convivere in un alloggio di via Cortemilia, a due passi dai suoi genitori». Tra alti e bassi per il lavoro, hanno deciso di mettere su famiglia. «Volevamo un bimbo perché tutti i nostri amici avevano figli. Così lo abbiamo cercato per quattro anni. Poi, il 2 maggio, finalmente ha fatto il test: positivo. Eravamo fuori di testa quel giorno, ubriachi dalla gioia. Il mattino seguente lo ha rifatto ed era di nuovo positivo. Ho subito chiamato amici e parenti, sembravo un pazzo». In estate hanno scoperto il sesso: femmina. Quando? «Il 12 agosto». Il nome chi lo ha scelto? «Insieme. Angela mi chiese: “cosa preferisci tra Erica ed Elisa?” Le risposi: “Elisa”».
La telefonata
Francesco è stato l’ultimo a vedere Angela in vita, nella serata di Santo Stefano. «Si contorceva dal dolore. Dopo un po’ di insistenza, i dottori sono venuti a visitarla, ma continuavano a dire che era tutto a posto e non era arrivato il momento di partorire e che non era il caso di ricorrere al cesareo». Ha salutato Angela e se n’è andato a casa. «Mi hanno detto di andare a dormire tranquillo, perché era tutto sotto controllo. Sono andato via con le lacrime agli occhi, pensando che fosse in buone mani. Sarei dovuto rimanere in ospedale». Alle due e un quarto di notte è arrivata la telefonata, dal telefonino della donna. «Mi hanno chiamato dicendomi che avevano trovata Angela a terra, nella sua stanza, e che la nostra piccola era nata ma non ce l’aveva fatta».
Così ha subito chiamato il padre di lei: insieme hanno raggiunto il Sant’Anna. «A ripensarci ora, l’unico segno di umanità lo abbiamo ricevuto dal sorvegliante che ci ha accompagnati all’interno dell’ospedale, prendendosi cura di noi. Cosa che non hanno fatto i medici».
La mia mamma, nata nel 1909, diceva: "Si chiama parto perché si parte.. si muore.."
Antichi detti legati alla realtà di epoche in cui la morte per parto era frequente. O ti aiutava la natura o eri spacciata, ma non solo, giacché anche i medici facevano la loro parte infettando le donne che morivano delle cosiddette "febbri puerperali".
Da Wikipedia: L'infezione era molto diffusa fino alla seconda metà dell' '800 e veniva trasmessa per contagio diretto tramite lesioni della mucosa avvenute durante il parto. Fu Ignác Semmelweis a formulare l'ipotesi, straordinaria per l'epoca, che questa fosse dovuta all'abitudine che i medici e gli studenti presenti in reparto avevano di passare dall'esame autoptico sulle donne decedute direttamente al contatto con le partorienti che andavano a visitare in corsia[2]. La patologia è stata del tutto debellata, in seguito, grazie alle norme igieniche che sono state adottate a scopo preventivo nei reparti di maternità degli ospedali.
Ancora oggi, sia pure con scarsa frequenza, si può morire di parto. Resta da vedere se per patologia inevitabile o se per incapacità o dolo del personale sanitario, oppure se per una concausa fra i due fattori.
La mia mamma mi partorì nel 1946 a Roma, nel reparto maternità dell'Ospedale S. Giovanni. I suoi racconti riportano di una gravidanza senza analisi, senza visite ginecologiche, fino al parto a termine in cui però il personale sanitario non ci fa una bella figura, calcolando che siamo nella Capitale d'Italia e in un grande Ospedale. Doglie durate 24 ore! Ostetriche di turno che ai lamenti delle donne in travaglio commentavano ridendo: "T'è piaciuto eh? E mo' soffri!" Dopo una notte orrenda senza aiuto alcuno, al mattino passa il Primario in visita di prammatica seguito dal codazzo degli Assistenti e Studenti ossequiosi, visita la "primipara attempata", così la definisce (mia madre aveva 37 anni), dicendo "La madre ancora resiste ma il feto è in sofferenza, la bocca dell'utero è stretta, bisogna portarla in sala parto." In sala parto le viene applicato il forcipe, oggi credo non più usato per tanti danni fatti ai neonati fino alla morte per distacco della testa, e nasco io, senza vagito perché asfittica, dato che ero nel canale del parto dalla notte ma la partoriente, abbandonata a sé stessa e con "la bocca dell'utero stretta", aveva invocato inutilmente un soccorso. Il forcipe mi lascerà un livido sulla tempia destra.
Nel 1966 nasce la mia prima figlia. Questo il progresso: visite da un Primario Ginecologo Direttore di una clinica specialistica, analisi delle urine per tutta la gravidanza, visite dal medico di base. Conclusione: all'ottavo mese di gravidanza attacchi eclampici, pressione arteriosa a 200, poi coma, albumina al 3 x mille, ricovero con ambulanza a sirene spiegate verso lo stesso Ospedale dove sono nata. Novità: il Reparto maternità si è trasferito dall'antico edificio dell'Ospedale del Salvatore, che si trova nel retro dell'Ospedale nuovo, nel nuovo edificio. Il giovane e sconvolto marito viene rimproverato dai medici del Pronto Soccorso: "Si porta una donna in queste condizioni? Gestosi gravidica!! Ma non faceva le analisi delle urine?" Il poveretto tira fuori da una tasca le ultime analisi fatte all'INAM (ente mutualistico dei lavoratori del settore privato, eliminato quando fu creato il Servizio Sanitario Nazionale unificando la prestazione sanitaria per tutti). I medici leggono e si tacciono: le analisi riportano la data di 15 giorni prima e c'è scritto "albumina assente". Dicono: "Ma non è possibile che oggi misuriamo un'albumina al 3 per mille e che 15 giorni fa non c'era nulla!" Per loro le analisi sono state fatte senza cura... Oggi si sporgerebbe denuncia e si chiederebbero i danni. Mia figlia nasce per via naturale grazie alla perizia dei medici del S. Giovanni che provano ad evitare il cesareo, data la mia età giovanissima, nonostante l'urgenza di salvare la vita alla madre ed al nascituro che viene alla luce, mentre io sono in coma, inducendo il parto con farmaci dati per flebo e per via intramuscolo. Una situazione drammatica che si è risolta bene anche per fortuna, oltre che per la bravura dei medici, perché la bambina, prematura ed asfittica a causa del debito di ossigeno dovuto alla madre sotto attacchi eclampici, non ha riportato danni cerebrali e nemmeno la madre. Dunque tre eventi che non esiterei a definire criminosi hanno portato a questa situazione: il grande Direttore di Clinica Ginecologica a cui pagavamo profumatamente le visite si faceva leggere le analisi per telefono, accontentandosi "dell'albumina assente" che il Laboratorio di Analisi Cliniche dell'INAM scriveva nei referti in modo altrettanto criminoso, giacché già dall'inizio del settimo mese di gestazione si erano evidenziati degli enormi edemi alle caviglie, di cui avevamo informato il Grande Professorone ed il medico di base, i quali, evidentemente, non avevano nemmeno letto un bellissimo libro divulgativo scritto dal Ginecologo Ferruccio Miraglia intitolato "Sarò Madre", che mio marito mi aveva regalato e che io avevo letto apprendendo una serie di cose interessanti e illuminanti. Abbiamo ricostruito che io debbo aver avuto il primo attacco eclampico mentre ero da sola, perché mio marito era uscito per chiamare il medico di base, dato che avevo nausea e sonnolenza, praticamente uno stato precomatoso data l'albumina che ormai intasava i miei reni. Arrivato il medico di base misura la pressione e dice: "200" e prescrive dei vasodilatatori!!! Io ero sveglia in quel momento e, se pur annebbiata dalla sonnolenza, ricordai quanto letto sul libro "Sarò Madre" e dissi al medico: "La pressione alta è un sintomo della gestosi gravidica". Ma nemmeno il suggerimento di una paziente che aveva letto solo un libro divulgativo accese un lumino nella mente del medico, immeritevole di tale titolo accademico! Ed egli se ne andò dopo aver prescritto dei vasodilatatori ad una donna incinta all'ottavo mese, con evidentissimi edemi alle caviglie ed un altrettanto stato precomatoso che avrebbe dovuto essergli chiaro alla semplice visita...
Avremmo dovuto denunciare tutti e tre: Inam, Professorone dei miei stivali e medico di base. Ma eravamo così felici di star bene ed essere tutte e due sane e salve che non denunciammo nessuno.
"Sarò madre" - la donna dall'adolescenza alla maternità - Autore il Ginecologo Dott. Ferruccio Miraglia

martedì 29 dicembre 2015

50 anni di Matrimonio



1965 ROMA Basilica di SS. Cosma e Damiano
I due sposi, 26 anni lui, 19 anni lei, scelsero la Basilica sita in Via dei Fori Imperiali dopo aver visitato e valutato la più celebre Basilica di S. Francesca Romana, che si trova poco più avanti verso il Colosseo.


All'epoca tale Basilica era la Chiesa scelta dalle persone più in vista per i loro matrimoni: attori, giornalisti molto noti ed altro la sceglievano per la vista sui Fori.

Roma - Basilica di S. Francesca Romana


I due sposi, di cui oggi ricorre il 50esimo anniversario, non la scelsero, nonostante l'addobbo in azzurro, solitamente più caro di quello in rosso, in S. Francesca costasse meno di quello in rosso di SS. Cosma e Damiano. Segno che ai due poco importava delle mode allora correnti, preferendo spendere di più scegliendo quello che a loro piaceva. 


Lei conosceva bene la Basilica di SS. Cosma e Damiano giacché lì vicino, in Via Frangipane, abitavano gli unici parenti che le volevano bene e lì aveva fatto la Prima Comunione la sua cara cugina Laura.

Roma - Basilica di SS. Cosma e Damiano - Ingresso da Via dei Fori Imperiali
     Basilica di SS. Cosma e Damiano vista dal Palatino

Il Chiostro della Basilica di SS. Cosma e Damiano: la sposa, entrando da Via dei Fori Imperiali ha attraversato il porticato laterale per entrare nella Chiesa dove si è svolta la cerimonia.

L'abside decorato con un mosaico del 530



Via dei Fori Imperiali con visibile sulla sinistra la Basilica di SS. Cosma e Damiano


Gli sposi avrebbero voluto un pranzo a buffet in piedi, con poche persone, ma il padre della sposa, a cui la sua tradizione affidava l'onere economico del rinfresco matrimoniale, volle un pranzo tradizionale con molti invitati. Il pranzo si tenne presso il ristorante albergo Eden Tuscolano, circondato da un grande giardino.   
Eden Tuscolano: facciata verso Via Tuscolana, Frascati, RM


lunedì 28 dicembre 2015

Diario giornaliero

Sospetto

Sarà l'atmosfera dell'inganno ai cittadini, che in fondo tendono a fidarsi delle Istituzioni nonostante le esternazioni verbali di cinismo di piccolo cabotaggio, ma oggi ho notato qualcosa all'Ufficio Postale che contraddice la velocizzazione della coda agli sportelli. 
I correntisti Banco Posta hanno un corridoio preferenziale contrassegnato dalla lettera E. Ebbene il tabellone chiamava solo la lettera A, quella a cui possono accedere tutti per le più svariate operazioni di pagamento...
Il correntista postale però può pagare un bollettino come anche ritirare dei soldi...
Forse è il timore che la gente possa ritirare i propri soldi che oggi ha fatto ignorare la lettera E? 
Ho dovuto chiedere perché non la chiamassero. Infine, con molta calma, hanno iniziato a smaltire qualche numero della fila dedicata ai soli risparmiatori postali.. Mentre i numeri con la A venivano chiamati in continuazione, tanto che chi è entrato dopo di me ha potuto sbrigare le sue cose subito e prima.
Versare, versare, versare... Anch'io però dovevo solo versare. Un innocuo pagamento Enel. Ho pagato con il Postamat e la signora allo sportello mi ha chiesto: "Deve anche ritirare?"
"No", le ho risposto, tranquillizzandola.
Può darsi che mi sbagli, può darsi che avessero solo bisogno di liquidità in cassa... Ma di questi tempi, non si sa mai...

venerdì 25 dicembre 2015

La pagella di Renzi: seconda parte

Le Tasse secondo Renzi diminuite, la burocrazia a cui lui ha detto "Farò una guerra spietata"...

Le tasse non sono affatto diminuite purtroppo. Almeno per gente come noi.
E' la mia pensione da dicembre 2011 ad oggi che è diminuita di circa euro 100, causa prelievo dell'IRPEF comunale e regionale. Stessa cosa mi denunciano altre due mie amiche, pensionate che hanno lavorato una per un Ente diverso dal mio e una che ha lavorato presso strutture private... 
Comune e Regione CHE NON MI DANNO NULLA IN SERVIZI.
La Regione Lazio non ottempera nemmeno ai suoi più elementari doveri: curare gli alberi di sua proprietà mettendo a rischio l'incolumità della gente della zona dove ho una casa nel Pontino.
Il ramo di un grosso eucalipto è caduto nel mio giardino rompendo un muro di recinzione appena fatto e non uccidendo nessuno per pura casualità.
Da almeno 2 anni la Regione ha ricevuto una mia raccomandata con ricevuta di ritorno, corredata dal verbale dei VV.FF. di Latina che descrive il loro intervento insieme a quello dei Vigili Urbani e della Protezione Civile, per l'evento provocato dall'incuria della Regione verso detti alberi e con foto di tale gigantesco ramo. Non si capisce dove finisce la posta in entrata della Regione Lazio, eppure paga lo stipendio a chi registra in un protocollo in entrata la corrispondenza. Ho inviato anche per PEC la stessa missiva con i medesimi allegati. Dopo un anno hanno inviato per 2 volte un tecnico che ha stilato relazioni. Dopo 2 anni ho inviato e-mail chiedendo dove era finita la pratica e alla fine sono venuti in 5 o 6 a "vedere" ma gli alberi sono sempre senza cura e sempre pericolosi. Non ci sono soldi, sembra. Dove finisce la mia IRPEF? Forse per pagare gli stipendi di chi siede nei vari uffici della Regione perdendosi la corrispondenza sotto pile di burocratiche ed inutili carte, mentre i VV.FF. invece debbono correre a rimediare ai danni creati dalla inadempienza della Regione? Allora la mia IRPEF deve andare ai VV.FF. e non alla Regione.
Sull' IRPEF comunale stendo un velo pietoso. Il comune dove risiedo si pappa la mia IRPEF erodendo la mia pensione senza darmi NULLA. Fino ad ora intascava anche la TASI, sempre senza darmi alcun Servizio. L'unico Servizio che ho è il ritiro della spazzatura per la quale pago altra Tassa, la Tari: euro 500 l'anno per una villetta di medie dimensioni. 
Ora da quello che mi dice l'esperto in Economia e Diritto di cui ho parlato nel post "Pagella Renzi: prima parte" dovrò pagare il canone in bolletta 2 volte. L'ho pagato per 45 anni regolarmente, abbiamo un numero di abbonamento antichissimo, ma ora Renzi mi dice che pagherò meno e NON E' VERO perché lo dovrò pagare su due bollette quindi pagherò euro 200!!
Mi si può obiettare di riunire le due residenze in una: quella mia e quella di mio marito. Ma mi sembra che esista una legge dello Stato che consente ai coniugi di avere residenze diverse per ragioni di lavoro o altro: perché punire chi usufruisce di codesto diritto facendogli pagare 2 canoni RAI?
Credo che sul piano legale questo aspetto vada approfondito, giacché non è costituzionale punire con un raddoppio di imposta chi usufruisce di un diritto sancito dalla Legge dello Stato. E lo approfondirò con la benemerita Associazione dei Federconsumatori a cui sono iscritta. Sono certa che è un abuso e, se resterà tale, sarò costretta a subire codesto abuso, ma terrò conto di quella che ritengo una presa per i fondelli di Renzi, che fa la riduzione di spesa togliendo alla RAI i fondi che spreca per poi dare la fregatura a noi.
Infatti non si recupera l'evasione facendo pagare due volte il canone alle famiglie che sono nella mia stessa situazione, per di più dicendo "che pagheremo meno"! Renzi ci prende realmente per i fondelli!!
Poteva consentire alle famiglie che hanno un regolare abbonamento di certificare quel numero di iscrizione mediante Legge di autocertificazione e, con i codici fiscali dei due coniugi, accertarne facilmente  l'autenticità, visto che il coniuge è sempre nella denuncia dei redditi dell'altro (lì siamo lo stesso nucleo familiare!). Insomma, se l'abbonamento è a nome di mio marito e il contratto per la fornitura elettrica di dove lui ha la residenza anche, non si capisce perché io, moglie, che ho la residenza altrove, debbo pagare una seconda volta sul contratto elettrico intestato a mio nome. E' negarmi il diritto ad avere la residenza anche separatamente pur essendo lo stesso nucleo familiare.
Ed ora passiamo alla burocrazia e alla "Guerra spietata" che Renzi aveva promesso di fare.
Con tutta l'onestà possibile IO NON NE VEDO NEPPURE IL MINIMO ACCENNO!
E passo a raccontare un esempio, di appena ieri, vissuto da un cittadino, che sembra tratto da un libro di Orwell, altro che guerra alla burocrazia, qui siamo oltre la più sfrenata fantasia di quello che un cittadino deve subire semplicemente per riprendere i PROPRI SOLDI LA' DOVE L'ENTE STATALE, PER IL QUALE LAVORAVA, HA DEPOSITATO LA SUA LIQUIDAZIONE o se preferite TFS. 
Il cittadino in questione si reca nell'Ufficio PP.TT. dove sono riscuotibili i Titoli di Stato in cui l'Ente per cui lavorava ha investito il suo TFS. Tali Titoli sono in scadenza e vanno riscossi con i dovuti interessi maturati.
Con lui c'è uno dei suoi figli, un uomo sui 40 anni che, mi dice, ha anticipato a suo padre una certa liquidità per l'acquisto di una casa, per non fargli perdere gli interessi dei Titoli qualora riscossi prima della loro naturale scadenza.
Prima sorpresa. L'anziano pensionato si sente chiedere dall'impiegato: "Perché li incassa?"
Nell'immediato verrebbe da rispondere: "La cosa non la riguarda". Ma il povero impiegato dice che QUELLE DOMANDE LUI LE DEVE FARE, PERCHE' QUALCUNO SOPRA DI LUI GLIELO HA ORDINATO! CI SONO DELLE NORME, DELLE PROCEDURE CHE LUI DEVE RISPETTARE!  
Il figlio fa notare che sono scaduti e che dunque vanno riscossi, dato che oltre la data di scadenza non maturano più alcuno interesse!
Seconda domanda dell'impiegato: "Che ci deve fare?"
Vi stupite? Guardate che è tutto vero e documentabile con luogo, ora e carte scritte. Lo stupore dei due uomini, padre e figlio era al massimo.
"Ma siamo in Italia o dove?"
"Siamo in una democrazia? Oppure...?"
Calcolate che su codesto TFS il pensionato ha pagato già le seguenti tasse: 27% IRPEF, 12,5% sui Titoli dal 1986.
In imbarazzo ed un poco umiliato l'uomo è costretto a dire all'impiegato gli affari suoi: che per non perdere gli interessi sui titoli non ancora scaduti e dovendo comperare una casa il figlio gli ha prestato una liquidità che ora lui restituirà con parte di quella che è la sua liquidazione.
Mentre l'uomo parla l'impiegato scrive avendo davanti un monitor. Sembra che tali informazioni siano richieste, (UDITE! UDITE!) dalla BANCA D'ITALIA!!!
Quella Banca D'Italia che in questi giorni si è rivelata tutt'altro che fiscale con certe Banche che hanno piazzato titoli carta straccia a piccoli risparmiatori!!!
Che rigore invece, che controllo, che a mio avviso lede addirittura il diritto costituzionale del rispetto del cittadino, sui privatissimi soldi stratassati di un TFS!!!
Ma andiamo avanti perché tale burocrazia invasiva, che fino a due anni fa non c'era, (testimonia il pensionato in questione che proprio 2 anni fa ha riscosso altri Titoli che scadevano), ha altri aspetti alla Orwell!
L'impiegato sottopone al pensionato un questionario di 5 pagine: "Questionario di adeguata verifica del cliente persona fisica".
Alcune delle domande: "Qual'è l'utilizzo di questo capitale?"
Suggerisce alcuni utilizzi: "Per investimenti immobiliari? Per viaggi?..."
"Altro? Che cosa?"
La risposta è: "Per bonifico in c/c a figlio".
Scusate, so che qualcuno si scandalizzerà conoscendomi, ma quello che è troppo è troppo: mi viene da pensare a risposte tipo "Per andare a puttane. Lo Stato me lo permette visto che sono soldi miei?" Nella voce Altro? si deve scrivere la verità e se un uomo, che ha vissuto come probo risparmiatore tutta la vita, decide di sputtanarsi la sua liquidazione andando a puttane lo Stato si scandalizza e non lo scrive??!! Deve scriverlo! Altrimenti è falsa dichiarazione a pubblico ufficiale e in atti pubblici!
E', ovviamente, una estremizzazione per dimostrare, qualora non bastassero i fatti, l'abuso assurdo sul cittadino!
Ma il pensionato in questione fa un bonifico al figlio. E allora, dopo aver firmato il primo questionario, l'impiegato è costretto dalla procedura burocratica a sottoporgliene un altro: "Questionario di adeguata verifica rafforzata del cliente persona fisica".  
Folle? Secondo me si. Pensate solo al burocrate che si è inventato codesta dicitura! Che tipo di pensiero produce costui?
Boh!
Al momento di effettuare il bonifico, l'ultima domanda: "Qual'è il suo Patrimonio Finanziario ed Immobiliare?".
Infine: pagare Imposta di Bollo: su n. 8 Buoni Postali euro 29!!!

giovedì 24 dicembre 2015

La pagella di Renzi: prima parte

Saranno contenti tutti coloro che mi prendevano in giro per la mia fiducia ed aspettativa su Matteo Renzi, perché iniziano un poco a vacillare.
Eppure persino una persona che si intende di Economia e Diritto e che ha sempre votato a destra oggi, ascoltando le mie riflessioni su alcuni fatti, lo ha difeso.
Ha detto che per quanto un Presidente del Consiglio voglia far bene non ha gioco così facile nel cambiare la complessa macchina dello Stato, la prima opposizione la trova nella burocrazia, questa macchina folle che sembra governare da sola le cose..
"Ma la burocrazia applica leggi e norme che decide qualcun altro, cioè il Potere politico!"
Ho obiettato io. La persona in questione ha ribadito che non è facile.
Io, però, mi tengo le mie perplessità.
Inizio dalla Legge 107/2015 cosiddetta della Buona Scuola.
D'accordo, non è stata colpa del Capo del Governo se la sua uscita in G.U. è arrivata a luglio, con ritardo per l'inizio dell'anno scolastico. Mi dicono che molto prima di tale inizio vengono varati atti amministrativi necessari per far partire quella che dall'esterno sembra una macchina semplice, ma che non lo è affatto. Visto che la discussione nelle due Camere ha portato ad un simile ritardo, si poteva applicarla a partire dall'anno scolastico 2016-17, in modo che gli Uffici Scolastici Regionali potessero assimilare le nuove disposizioni e il Ministero inviare le Circolari esplicative, necessarie ad orientare i provvedimenti, in modo univoco e senza errori interpretativi.
Invece il Governo ha voluto la sua immediata applicazione.
La conseguenza è stata una sequenza di disguidi, molti passibili di ricorsi al TAR.
Vado ad un esempio: il Ministero ha emesso un'unica Circolare per il reclutamento in fase C, la riporto: 
 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio
Ufficio VI - Ambito territoriale di Roma
Via Luigi Pianciani, 32 – 00185 Roma
sito: http:/www.atpromaistruzione.it

A V V I S O
Ai docenti di ogni ordine e grado che partecipano all’ immissione in ruolo ai sensi
dell’art.1 comma 98 lettera c) -FASE C - e che saranno convocati per l’assegnazione
della sede provvisoria per la provincia di Roma
In riferimento alle prossime immissioni in ruolo relative alle c.d. FASE C , e per le quali il MIUR ha già avanzato la proposta di nomina , si fa presente che dal 23 novembre p.v. verrà pubblicato sul sito www.atpromaistruzione.it il calendario di convocazione per l’ assegnazione della sede provvisoria per l’a.s.2015/16 a coloro che avranno accettato la proposta di nomina, nonché a seguire la pubblicazione delle sedi disponibili.
I docenti saranno convocati presso le scuole polo, di cui al DDG n.518 del 13 novembre 2015, già pubblicato sul sito www.atpromaistruzione.it, e dovranno presentarsi personalmente con un documento in corso di validità .
Qualora impossibilitati a scegliere personalmente la sede di servizio potranno delegare persona di propria fiducia ovvero questo Ufficio, per il tramite della scuola polo.
Alla DELEGA SCELTA SEDE, da compilarsi secondo l’allegato modello, e che dovrà espressamente contenere i recapiti anagrafici e telefonici, dovrà essere allegata copia del documento d’identità, nonché copia dell’eventuale proposta di supplenza già accettata in questa o altra provincia fino al 30.6.2016.
Non è pertanto sufficiente la mera trasmissione del contratto a TD in corso, ed eccezione dei docenti che hanno stipulato un contratto fino al 31 agosto 2016 i quali faranno pervenire la sola proposta di contratto, restando confermato che per questi ultimi la sede verrà assegnata con la procedura di mobilità per il prossimo a.s. 2016/17.
Il DIFFERIMENTO DELL’ASSUNZIONE IN SERVIZIO potrà essere richiesto, utilizzando l’allegato modello, anche da docenti che abbiano in corso rapporti di lavoro con privati o enti pubblici, nazionali ed esteri . A tale istanza, indirizzata all’Ambito Territoriale di Roma, ma che dovrà essere inoltrata alle Istituzioni scolastiche sede di convocazione, dovranno essere allegati gli atti posti a base del differimento richiesto, sia in forma di autocertificazione che in altra forma ritenuta utile.
Ad ogni modo sarà consentito agli interessati la presa di servizio differita al 1° settembre 2016.
Per coloro che non si avvarranno del differimento, l’assunzione in servizio , presso la scuola assegnata, avverrà entro il 1° dicembre 2015 .
Infine , si precisa che al docente, il quale, pur avendo accettato la proposta di nomina in ruolo, risulterà assente alleconvocazioni, e non abbia presentato apposita delega, verrà attribuita una sede d’ufficio.
Si elencano di seguito le scuole Polo, presso le quali si effettueranno le convocazioni per le assegnazioni di sede provvisoria, ed alle quali i docenti interessati, man mano che comunichino l’accettazione on - line della proposta di assunzione, possono, sin da subito, presentare istanza di delega e/o differimento dell’assunzione in servizio.

Ora molti Professori, in attesa da anni di un insperato inserimento in ruolo, hanno dovuto accettare la presa di servizio immediata al 1° dicembre 2015, temendo, dati i cambiamenti politici e legislativi di questo Paese, che non danno certezze ai cittadini nemmeno quando lo Stato ha fatto precisi patti con essi (vedi la Legge Fornero), di perdere la possibilità dell'entrata in ruolo dilazionando la presa di servizio al prossimo anno scolastico. Per la stessa ragione, fino a quando non sono stati espressamente chiamati a novembre, i professori in questione non potevano lasciare i precedenti incarichi di lavoro rischiando di rimanere senza lavoro. Una volta convocati hanno dovuto dunque lasciare il lavoro senza poter dare i preavvisi di legge: risultato perdita di ingenti somme di danaro. 
Alcune Scuole Polo hanno però detto A VOCE ai docenti che avrebbero potuto dilazionare la presa di servizio fino a  febbraio 2016, alcuni hanno detto marzo, altri al 7 gennaio 2016 e solo per coloro che avevano un contratto di supplenza...
Anche senza essere un avvocato esperto in Diritto del Lavoro, si vede bene che ci sono gli appigli per chiedere i risarcimenti per i mancati preavvisi dati al lavoro in atto, e la conseguente perdita in denaro ad essi legati, giacché molti, fidando su quanto detto a voce nelle Scuole Polo, hanno rinviato di qualche mese, fino a febbraio o marzo!
Qualora il Ministero convalidasse codesti rinvii, anche se non esiste Circolare a riguardo, si verificherebbe una disparità di trattamento tra coloro a cui è stata applicata l'unica circolare emessa e coloro che si sono fidati di disposizioni solo verbali. In questo caso chi ha perso i soldi del mancato preavviso di tre mesi potrebbe invocare la disparità di trattamento fra pari aventi gli stessi diritti e chiedere il risarcimento del danno.
Qualora il Ministero invece non convalidasse codesti rinvii, invocando le disposizioni della Circolare, potrebbero chiedere i danni della perdita del ruolo, o eventuale altro, i docenti che si sono fidati di quanto detto verbalmente nelle Scuole Polo.
Si vede bene che la fretta, dopo il ritardo, ha prodotto motivo di contenzioso che affollerà i Tribunali.

Le Tasse secondo Renzi diminuite, la burocrazia a cui lui ha detto "Farò una guerra spietata"...

La pagella è lunga e, per non annoiare chi mi legge, la rimando ad un secondo post sull'argomento.  

mercoledì 23 dicembre 2015

Prostituzione consentita in strada

Da: Il Mamilio

Rocca Priora-Artena, i cittadini: ''Chi interviene contro la prostituzione?''

lunedì 21 dicembre 2015

Episodio III - Elena e Gregorio-Furio "Tazze, vassoi e cucchiaini"

La “Maschera” Furio.


Carlo Verdone è un genio e nel suo attento studio dei caratteri umani ha saputo cogliere un aspetto che riguarda molti tipi umani e l’ha raffigurato caricaturalmente nella figura di “Furio”.

“Furio” può avere varie facce e svolgere professioni o mestieri diversi, ma sempre ha una connotazione ossessiva, paradossale che, in percentuale diversa, da un’impronta inconfondibile al suo agire: da lì nasce il personaggio di Verdone che suscita il riso e lo sconcerto perché il suo Autore ne fa, appunto, un’immagine caricaturale, quindi estrema.

Quello che fa ridere di più è il rapporto di Furio con la malcapitata che lo ha sposato, dipinta come una vittima che, nel caso estremo interpretato da Veronica Pivetti, si getta in mare suicida per sfuggire al suo inconsapevole aguzzino.

Oppure, come in un altro episodio, fugge con un bel tenebroso che la insidia lasciando persino i figli o, anche, in una delle prime scenette in cui Verdone abbozzava il personaggio, egli parla alla moglie che non gli risponde ormai più, annichilita dalla sua incapacità di percepire le esigenze dell’altro, e lui si risponde per lei, ottusamente inconsapevole dello stato di depressione in cui l’ha gettata e, in tale scenetta, Verdone interpreta anche il figlio di Furio il quale, uscito il padre, si rivolge con lo stesso metodo alla sempre più annichilita madre che, tristissima, continua a sferruzzare muta, e le dice con foga: “Io con quell’uomo non voglio parlare più, capito? Io quell’uomo non lo sopporto più!” Poi, senza aspettare risposta, esce dimostrando in sostanza di essere “Furio” anche lui.

Ora, come dicevo, ci sono tantissimi tipi umani che hanno in sé in percentuali diverse “Furio”: io conosco una moglie di un “Furio” il quale è posseduto da questa maschera fortunatamente in minima percentuale, ma è anche lui inconfutabilmente un “Furio” !

Vorrei prendere spunto dagli innumerevoli episodi che “La Moglie di Furio”, che io conosco, vive e racconta per scrivere delle gustose scenette comiche, a volte anche un po’ amarognole, per riderne insieme.

Li chiamerò “Episodi” e darò loro solo un numero progressivo.

La moglie del nostro  “Furio” si chiama Elena e lui Gregorio.

Episodio III

Elena al telefono la sento veramente stanca.
"Rita, non ne posso più!"
Rido: "Sembri davvero la Magda del film!"
Ma lei stavolta non ride. "Non riesco nemmeno più a riderne. Sarà l'età, gli anni che passano, ma proprio non ce la faccio più!"
Cerco di sdrammatizzare: "Dai, ora non esagerare! Gregorio è un uomo buono, onesto, ti vuole bene... Guardati intorno: ma non vedi che soggetti capitano ad altre donne?"
La voce però è sempre lamentosa. "Si, è buono, gli voglio bene e vedo quello che c'è in giro... Ma credimi.. certe volte è insopportabile!"
"Andiamo sputa il rospo, racconta cosa ha fatto questa volta!" La incito a sfogarsi un po'.
"Non quello che ha fatto... Ma quello che fa ormai continuamente!"
"Elena! Gregorio è sempre stato un "Furio", un po'... Mica tanto! Adesso cosa c'è di nuovo?"
"C'è che stiamo invecchiando tutti e due e io vado per accumulo e lui si fa sempre più ossessivo e dice che invece sono io insopportabile!"
"Tu hai i tuoi lati.. E certo che invecchiando tutti noi non miglioriamo di certo."
"Ma lui si impunta all'improvviso su assurdità e di botto cambia umore e me lo fa cambiare anche a me.. In peggio naturalmente!" La voce è quasi piagnucolosa.
"Fammi qualche esempio in modo che mi possa rendere conto.."
La voce si fa un poco più animata mentre racconta: "Sono andata a fare delle compere con mia figlia. Ero così felice! Sai lei è sempre così occupata con il suo lavoro che uscire insieme è quasi una festa. Prima di uscire Gregorio mi fa: "Compera dei cucchiaini. Non abbiamo più cucchiaini, e pure un vassoio."
Rido: "Un vero casalingo! Non avete davvero cucchiaini?"
"Ma de che!!!" Sbotta Elena-Magda. "Li abbiamo, anche d'argento, ma quelli non li tengo nel portaposate della cucina e allora, quando la lavastoviglie è carica per il lavaggio, può succedere che nel portaposate ce ne è magari uno solo! Anche perché le nostre abitudini di vita sono cambiate, ora con i figli ci vediamo molto di più nella casa al mare, i pranzi tutti insieme ora li facciamo lì, ed io ho trasferito un po' di cose là... Cosa me ne faccio di tanta roba qui... Siamo solo in due.. Ogni tanto passa qualche figlio, qualche nipote, qualche amico o conoscente, ma in piccoli numeri, dunque i cucchiaini che ho, compresi quelli in argento, mi bastano!"
"Lui vuole comprarne degli altri?"
"Lui ha la mania di comperare cose inutili che affollano le mie credenze inusate! Per stizza li usa solo lui!"
Sorrido. "Per esempio?"
"Per esempio un giorno è tornato a casa con due tazzoni da caffè e latte tipo refettorio, con un piatto che è più grande di quelli da frutta!"
"E che ci fa?"
Esasperata: "Ci fa colazione solo lui!!! Come i bambini! Io prendo la mia colazione con le tazze da cappuccino!"
"Mangia eh?" Dico ridendo.
"E si lamenta che ha la pancia e dice che deve mangiare di meno!!"
"E tu non gli fai notare la contraddizione?"
"Me ne guardo bene! Diventa un Furio-Mannaro!"
Scoppio in una sonora risata. "Addirittura! E che ti fa?!"
"Si arrabbia, alza la voce, parla senza interruzione accusandomi di tutti i miei difetti veri o presunti! In modo irragionevole, senza specificare, in modo che io possa ribattere. Mi attacca e basta difendendo se stesso aggressivamente!"
"Allora lascialo perdere con i suoi tazzoni da refettorio." Dico arrendendomi.
"Non ho più posto nella credenza! Ogni tanto torna con qualche tazza che compera, poi decide che non gli piacciono più e le vuole buttare! Butta i soldi così!"
"Abbi pazienza Elena, mi sembrano fissazioni innocue in fondo.."
"Mi da fastidio l'insensatezza, mi da! Aveva comperato delle tazze da thè grigio scuro: orribili. In credenza nemmeno ci entravano e non ne avevamo bisogno. Le ha usate per un po' poi si è stufato e per utilizzare la spesa fatta le usavo io. Voleva gettarle via, allora io, che vedo i soldi stupidamente gettati nella spazzatura,  le ho trasferite nella seconda casa dove ho più posto nelle credenze... Ma ti pare possibile? Poi se voglio fare un acquisto per la casa, utile, tipo gettare un mobile vetusto, mi dice di no! Che non possiamo spendere!"
"Insomma, glieli hai comperati  poi i cucchiaini per farlo contento?"
"No. Ogni tanto provo a contraddirlo e gli avevo detto prima di uscire che ne avevamo a sufficienza e che erano al lavaggio in lavastoviglie; sia pure malvolentieri gli ho comperato il vassoio.." Fa con aria di sopportazione.
"Allora l'hai in parte accontentato?"
"Neanche per sogno! Sono tornata tutta contenta, gli stavo parlando di nostra figlia quando mi fa: "Hai comperato i cucchiaini?" Gli ho detto di no ma che avevo comperato il vassoio; si è immediatamente rabbuiato, io, che pure lo conosco, spero sempre in un miracolo e così non lo avevo preso molto sul serio sulla storia dei cucchiaini... Ma purtroppo questo peggiora sempre più! Credevo scherzasse.. forse volevo illudermi che scherzasse.. invece si è messo a declamare "che lui non poteva avere niente... " e che..."
A questo punto debbo dire che anch'io, pur conoscendolo, ho detto meravigliata: "... Ma per i cucchiaini..?! Ma che è un bambino che fa i capricci?"
"Capisci???!!! Io non ne posso piùuuuu!! Sembra pazzo! Si è andato a sedere in salotto continuando a sbraitare! Allora ho cercato di rabbonirlo con il vassoio..."
"Ma che ci doveva fare con il vassoio?" Chiedo un po' sbalordita.
Sospira: "Aveva comperato due vassoi per mangiare noi due quando siamo soli. Li prepariamo in cucina poi possiamo spostarci in soggiorno dove c'è il televisore. Ma per la casa al mare, mica per qui, qui li abbiamo, ma li avevamo anche lì... Ma è come per le tazze.. Non gli va bene all'improvviso ciò che abbiamo e deve comperarne dei doppioni... Senza avvisarmi si presenta a casa con questi oggetti, - la voce si è rifatta quasi di pianto - io ho dei vassoi... Ma... ti ho spiegato.."
"Allora?"
"Allora un giorno uno mi si è rotto." Lo dice come se le fosse successa una disgrazia. "Allora a lui davo quello rimasto ed io usavo uno di quelli che avevo da prima."
"Capisco." Dico per consolarla un po'. 
"Non gli andava bene che io usassi un vassoio diverso... Diceva che era scomodo." 
"Ma se lo usi tu e ti va bene..."
"Ma allora non hai capito Rita!! Hai dimenticato Furio? Il Furio che dice alla povera Magda: "Ho deciso di fare questo e quest'altro, va bene cara vero? Lo vedi che è reciproco?" Reciproco un cavolo! Decide lui ed io debbo arrendermi alle sue fissazioni?! Eh no!"
"Fai bene a non arrenderti, - le dico comprensiva - ma certo è un urto quotidiano."
"Che debbo fare? Fuggire con un bel tenebroso come Magda?"
Rido di nuovo. "Beh, se è come Angelo Infanti ci si può fare un pensierino!"
"Di certo non mi butto di sotto come Veronica Pivetti!" Dice riprendendo un poco di animo.
"Insomma come è finita questa volta?"
"E' finita che ho cercato di rabbonirlo dicendogli che avevo però comperato il vassoio e l'ho sfilato dalla busta andandogli dietro in soggiorno, dove era andato a sedersi su una poltrona con un'aria offesa come se gli avessi fatto chissà cosa! Gli ho detto che non era uguale al vassoio superstite nel disegno, solo nello stampo; gli ha gettato solo un rapido sdegnoso sguardo ed io, che avevo voglia di togliermi le scarpe e mettermi le pantofole e dovevo fare la pipì, ho sentito che tutta la mia gioia stava sfumando via per dar retta ad un deficiente che cercavo di calmare per salvaguardare la mia serenità! "Cosa vuoi, - gli ho detto - se non li fanno più con quel disegno?!" Si è alzato in piedi fuori di sé urlando che ne potevo comperare due e che lui ora usciva e ne comperava quattro tutti uguali e che si comperava pure una BMW!!"
"Ma che c'entra la BMW Elena?" Chiedo sempre più sbalordita.
Lei mi risponde esasperata: "Ma che ne so Rita?!! Ma chi lo capisce?!! Mi ha guastato la serenità lieta che avevo accumulato uscendo nella mia breve mattinata con mia figlia, inutile è stato il mio sacrificio di trattenere il dolore dei piedi nelle scarpe, la pipì e tutte le cose giuste che deve fare uno quando ritorna a casa dopo un giro di spese, perché ha continuato nella sua reazione esagerata che gli è durata tutto il giorno!"
Non so più cosa dire. Ha ragione poveretta. Sarà pure buono, fedele, onesto... ma certo è assurdo, irragionevole e... pesante!!!