Bronco riparato con cellule staminali: è il primo caso
di Roberta CamisascaPubblicato il: 20-01-2015
Sanihelp.it - Il New England Journal of Medicine ha pubblicato i risultati del primo caso di riparazione del tessuto bronchiale con cellule staminali. La tecnica è stata sviluppata dal dottor Francesco Petrella, vice direttore della Divisione di Chirurgia Toracica dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, in collaborazione con la Cell Factory della Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano e con il professor Fabio Acocella del Dipartimento di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare dell’Università Statale.
«Abbiamo prelevato le cellule staminali adulte mesenchimali dal midollo osseo di un giovane di 42 anni sottoposto all’asportazione del polmone destro per mesotelioma pleurico - spiega Petrella – Le abbiamo espanse e inoculate tramite una metodica mininvasiva, la broncoscopia flessibile, nell'area del bronco dove si era creata una fistola post-chirurgica, una sorta di ferita aperta tra il bronco e il cavo pleurico, dovuta alla mancata cicatrizzazione che normalmente avviene dopo la chirurgia. La metodica si è rivelata efficace nello stimolare la cicatrizzazione del bronco, evitando così altri interventi invalidanti».
«Le cellule staminali mesenchimali sono in grado di migrare e attecchire nelle aree di infiammazione e di danno ai tessuti. Una volta impiantate nel sito bersaglio da curare, hanno la capacità di instaurare un contatto con il microambiente cellulare circostante, fenomeno definito cross-talk, che consente un processo di riparazione e/o rigenerazione, con graduale ripristino delle funzioni danneggiate».
«Da decine di anni la letteratura mondiale propone soluzioni invasive per risolvere il grave difetto di cicatrizzazione chiamato fistola post-chirurgica – dichiara Spaggiari - che si produce in circa l'8% dei casi di pneumonectomia e nel 3% dei casi di lobectomia e può essere letale.
La tecnica clinica sviluppata allo IEO è l'esito di un precedente studio sperimentale condotto da IEO e Università Statale di Milano e il gruppo milanese ha seguito tutte le procedure di autorizzazione richieste dall'Aifa per l'utilizzo delle staminali nell'uomo.
«Ora creeremo un protocollo di studio e inizieremo una ricerca clinica - conclude Spaggiari - per diffondere la nostra metodica alla pratica clinica. Sono necessari approfondimenti prima che possa diventare standard. In futuro pensiamo di estendere i risultati ottenuti oggi sulle vie aeree anche ad altri distretti anatomici».
Nota di chi gestisce questo blog: Il Prof. Lorenzo Spaggiari è:
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