Arrestato il marito di Elena Ceste, il gip: "Movente è l'odio, per lui era 'donna da raddrizzare'"
Omicidio premeditato volontario e occultamento di cadavere. Con queste accuse i carabinieri di Asti hanno arrestato Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, la donna scomparsa il 24 gennaio dello scorso annoe il cui corpo è stato trovato alcuni mesi fa poco lontano da casa. La richiesta di custodia cautelare è stata emessa dal gip su richiesta del pm. Al momento del fermo in casa non c'erano i quattro figli della coppia che intanto, con un provvedimento provvisorio sono stati affidati ai nonni materni.
A informarli dell'accaduto sono stati alcuni familiari che sono andati a prenderli a scuola accompagnati dai legali della famiglia Ceste e dagli assistenti sociali. Infine, dopo che mercoledì in procura ad Asti è stata depositata la perizia autoptica sul corpo della vittima, nei prossimi giorni, il magistrato dovrebbe dare il nulla osta ai funerali che la famiglia desidererebbe celebrare a Govone.
Quando i militari di Asti sono arrivati in casa Michele Buoninconti non ha detto nulla, ha fatto il borsone, e si è chiuso nel silenzio. Ora l'uomo, che è rinchiuso nel carcere di Asti, dovrà attendere l'interrogatorio di garanzia davanti al gip che ha cinque giorni di tempo per fissarlo e che potrebbe, quindi, svolgersi all'inizio della prossima settimana.
Da quanto si è appreso, a determinare l'arresto del 44enne, unico indagato, sarebbero stati gli elementi emersi in questi mesi di indagine, che avrebbero portato gli inquirenti ad escludere ogni altra ipotesi e a concentrarsi sul compagno della donna che si è sempre detto innocente.
Mercoledì è stata depositata infatti in procura ad Asti la perizia autoptica sul corpo della donna. Da indiscrezioni, è emerso che la perizia avrebbe confermato quello di cui gli inquirenti si erano già convinti nel corso delle indagini, cioè che Elena Ceste non si fosse né suicidata né che la sua morte fosse da attribuire a cause accidentali, di fatto quindi confermando l'ipotesi di morte violenta.
Inoltre secondo le ipotesi investigative, Elena Ceste con ogni probabilità sarebbe stata uccisa in casa lo stesso giorno della scomparsa, forse strangolata: sarebbe infatti deceduta per asfissia e non per annegamento. Il corpo sarebbe stato nascosto lo stesso giorno nel luogo dove è stato ritrovato. A contribuire alla svolta nelle indagini sarebbero state le analisi dei tabulati telefonici del cellulare dell'uomo e alcune intercettazioni.
Il movente sarebbe da ricercare ''nell'odio maturato nel tempo verso una donna" alla quale Buoninconti "aveva offerto una famiglia, una casa, la dignità del proprio lavoro, la condivisione dei guadagni e da cui, invece, era stato ripagato secondo la sua visione con vergogna, mortificazione e disonore". "La perdita di controllo della moglie ha innescato uno stato di profondo risentimentonell'indagato", si legge nell'ordinanza, un'ottantina di pagine con cui il gip ha disposto l'arresto dell'uomo, tanto che in lui "nasceva la convinzione che Elena Ceste fosse una moglie e una madre inadeguata a svolgere i propri compiti, una donna infedele e inaffidabile, dedica a coltivare relazioni virtuali con il computer, quindi 'da raddrizzare'''.
"Michele Buoninconti - si legge ancora - ha esercitato la massima violenza possibile verso una donna indifesa, schiva e inoffensiva, colpevole solo di aver messo in discussione la sua onnipotenza. Il suo volere incondizionato su tutto e su tutti''. ''Il castello di menzogne precostruito e successivamente attuato al fine di assicurarsi l'impunità, completamente incurante degli effetti che le sue azioni avrebbero comportato sui propri stessi figli, rivelano nell'indagato una freddezza sconcertante e costituiscono un sintomo della completa assenza di freni inibitori verso la brutalità''.
"Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini indicano in Michele Buoninconti l'autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite non essendo logicamente possibile formulare differenti teorie ricostruttive dotate di una seppur minima plausibilità", si sottolinea nell'ordinanza.
''Gli elementi di prova raccolti nel corso delle indagini portano ad affermare che Elena Ceste sia stata vittima di un omicidio consumato nella propria abitazione'', prosegue il provvedimento che escludendo, a seguito di riscontri, ipotesi alternative, quali un gesto anticonservativo o altre cause accidentali, indica che "l'unica ulteriore possibilità è che Elena Ceste è stata assassinata" e "il castello di menzogne e i vani tentativi di depistaggio posti in essere dall'autore dell'omicidio costituiscono un primo rilevantissimo argomento a sostegno della tesi accusatoria".
Da: Il Corriere della Sera
Il marito di Elena chiede una Bibbia in cella «Prego per lei, era una santa»
La difesa: è innocente, chiarirà tutto. Sequestrato in casa un telone simile a quello trovato vicino al corpo. L’uomo ha cercato di intrecciare due nuove relazioni
di Marco Bardesono, Andrea Pasqualetto
Non la rabbia, non la disperazione, non la voglia di urlare al mondo la sua innocenza. No, Michele Buoninconti è rimasto a lungo in silenzio per poi sussurrare alla guardia solo qualche parola: «Vorrei una Bibbia». L’agente gli ha dato il Nuovo Testamento. «Va bene anche così ma se c’è una Bibbia è meglio» ha ringraziato il Vigile del fuoco arrestato giovedì con l’accusa di aver ucciso il 24 gennaio dello scorso anno la moglie Elena Ceste e di averne occultato il cadavere. Buoninconti ha sorpreso il personale del penitenziario di Asti anche al suo ingresso: «Ora penso solo a pregare - ha detto - Elena è una santa, mi accompagna anche qui». Afflato che un po’ stride con la scarsa considerazione che lui stesso sembrava avere della moglie fino a qualche mese fa quando diceva ai figli che era «una donna da raddrizzare».
Emerge, dunque, questa ambiguità. Da una parte Elena è inadeguata, dall’altra è santa. E poi c’è il rifugio nella fede religiosa, di cui un po’ si sapeva: l’immancabile messa domenicale delle nove, la passione per il libro dell’Ecclesiaste («C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare, un tempo per uccidere e un tempo per guarire...»). E si sapeva anche della spiccata propensione alla preghiera. Così spiccata da essere notata dal giudice di Asti Giacomo Marson, il quale dopo aver letto le intercettazioni ambientali ha così commentato nell’ordinanza: «In macchina si sente l’indagato recitare preghiere in maniera ossessiva, anche cantando».
Emerge, dunque, questa ambiguità. Da una parte Elena è inadeguata, dall’altra è santa. E poi c’è il rifugio nella fede religiosa, di cui un po’ si sapeva: l’immancabile messa domenicale delle nove, la passione per il libro dell’Ecclesiaste («C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare, un tempo per uccidere e un tempo per guarire...»). E si sapeva anche della spiccata propensione alla preghiera. Così spiccata da essere notata dal giudice di Asti Giacomo Marson, il quale dopo aver letto le intercettazioni ambientali ha così commentato nell’ordinanza: «In macchina si sente l’indagato recitare preghiere in maniera ossessiva, anche cantando».
A poco a poco, di servizio in servizio della trasmissione "Chi l'ha visto" su questo vedovo strano, contraddittorio, sentendo i fatti che raccontava e che non quadravano, pensavo che l'avesse uccisa lui oppure che l'avesse indotta a suicidarsi insistendo ossessivamente sulle "libertà" che lei si era concessa.
Ma quando l'hanno ritrovata lì vicino, nuda, mi sono detta che, se si era suicidata e lui ne aveva occultato soltanto il cadavere, doveva essere completamente pazzo.
Un pazzo apparentemente normale, come tanti se ne vedono... ma che comunque mostra sprazzi di anomalia.
Ora, chi ha più elementi di coloro che hanno solo visto le sue interviste dice che l'ha uccisa proprio lui.
Allora la pazzia non c'è o è diversa.. è quella anomalia tipica delle menti criminali che, proprio perché commettono un crimine andando oltre ciò che è lecito, non possono ritenersi normali, anche se punibili, anzi punibilissime.
Elena non ha saputo confidarsi con nessuno su quello che le stava accadendo, neppure con sua sorella che pure abitava abbastanza vicino a lei, neppure con i suoi genitori, che pure avevano una seconda casa vicino al posto dove lei abitava... Insomma Elena non era sola come Roberta Ragusa che, comunque, era riuscita a confidarsi con qualcuno sulla sua situazione triste con il marito..
La riflessione amara è che, sia che l'uomo abbia o sospetti di avere le corna, come in questo caso, sia che sia lui a metterle come nel caso della Roberta, è sempre la moglie ad essere uccisa...
E si assiste poi alla tragica recita dell'assassino che grottescamente continua nella sua commedia per coprire il suo delitto, infischiandosene di quello che ha fatto ai propri figli: li ha privati della tenerezza della madre e, quando andrà in giusta galera, avrà rovinato per sempre la loro vita innocente.
Rispetto al gelido e cinico marito di Roberta questo di Elena era religiosissimo: un vero mistero mentale come faccia a rapportarsi con il Dio in cui crede e che dunque vede le sue azioni, delitto, menzogne... Boh?!
Nessun commento:
Posta un commento