20/02/2015 06:04
A VOLTE RITORNANO
Luigi Lusi: «Annullata l’espulsione Ora rientro nel Partito democratico»
L'ex tesoriere della Margherita è stato condannato a 8 anni per appropriazione indebita dei fondi del suo ex partito
«In un qualsiasi partito a base democratica bisogna ascoltare i soggetti nei confronti dei quali si adottano delle sanzioni. Solo che si doveva dare in pasto alla pancia del Paese arrabbiata per tanti motivi un bandito e quindi é stata fatta un'operazione il più veloce possibile, con una fretta che qualcuno dovrebbe oggi spiegare. Che cosa si voleva nascondere?». Gronda soddisfazione e torna a farsi sibillino Luigi Lusi, ex tesorerie della Margherita, sulle spalle una condanna a otto anni per appropriazione indebita dei fondi del defunto partito. Il giudice civile ha annullato la sua espulsione dal Pd, arrivata a sei giorni dalla deflagrazione mediatica dell'inchiesta nei suoi confronti. E lui, adesso, chiede al partito di Renzi di trarre le dovute conseguenze.
Avvocato Lusi, cosa significa per lei questa sentenza?
«Intanto vediamo se il Pd la onorerà, sono stati condannati anche a pagare le spese legali ma non mi stupirebbe se facessero ricorso in appello. Poi vedremo il da farsi. Di sicuro è una vittoria morale, una soddisfazione postuma. Ma soddisfazione è, la conferma di un'ingiustizia. Si voleva tappare la bocca ad un esponente politico».
Perché volevano tapparle la bocca?
«Se un partito non vuole ascoltare la tua versione dei fatti, come è accaduto nel mio caso, significa che c'è qualcosa che vuole nascondere. Lo chieda a quelli del Pd il perché della fretta con cui sono stato cacciato. Vediamo se qualcuno ha il coraggio di dirle perché, con un esimio professore universitario che presiedeva la commissione, le regole non siano state rispettate. È stato fatto apposta, e la loro fretta va da loro giustificata».
Ci risiamo con le accuse, mai riscontrate dai magistrati, a Rutelli e agli ex dirigenti della Margherita...
«Lei sbaglia a definirle accuse, in sede penale io ho raccontato una verità storica. E anche lei dovrebbe conoscere la differenza tra verità storica e giudiziaria. Io ho raccontato come funzionava la vicenda politica di un partito in Italia. Davanti a quel racconto si sono tutti turati le orecchie».
E la condanna nei suoi confronti a otto anni?
«Quella non è affatto piacevole, e continuerò a difendermi dalle accuse. Nessuno ha detto che sono stato assolto dall'accusa di associazione a delinquere, che è poi quella che mi ha portato in carcere, 90 giorni in isolamento totale come al 41bis. E poi a me non è entrata in tasca una lira, mentre la Margherita di Rutelli continua ad opporsi a restituire i soldi allo Stato per tenerseli per sé. Dovrebbe essere lei a spiegare che cosa ci fa con i milioni rimasti in cassa a gennaio 2012 e non ancora resi».
Lei oggi cosa fa?
«Sono tornato a fare l'avvocato, difendo molti clienti in gratuito patrocinio. Faccio una vita molto più spartana di prima, questo è ovvio, ma ci ho guadagnato sul piano personale e famigliare. I domiciliari in convento sono stati un'esperienza fondamentale, la vera Grazia di Dio».
Prova disagio a farsi vedere in pubblico?
«Assolutamente no. Io ai magistrati ho raccontato tutto, non ho nascosto niente. La stragrande maggioranza di queste persone che mi hanno cacciato dal partito non stanno raccontando niente. Di che cosa dovrei vergognarmi io?».
E del governo, del Pd, targato Margherita cosa pensa?
«Sono tutte persone squisite, le conosco bene e le stimo. Ma con Rutelli non c'entrano nulla».
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