Avevo sentito parlare vagamente di questa scrittrice; i films tratti dai suoi libri non mi avevano spinto a leggerli. Ora ho comperato "La figlia oscura" nella versione più economica e l'ho letta, presa dall'inizio alla fine. Un libro che ti piace ti fa compagnia: sai che non sei sola se hai un libro che ti prende. E' un libro sincero: Leda è una donna molto diversa da me, eppure mi ha colpito per la profondità della sua analisi su sé stessa e per il "coraggio" delle sue scelte. Ci vuole più coraggio ad abbandonare, affrontando i sensi di colpa, che a restare per non averne troppi: perchè le madri ne hanno sempre, anche quando spendono tutte sé stesse rinunciando alle proprie aspirazioni. L'unico appunto che posso fare a questo bellissimo racconto è il passaggio, che la Ferrante fa in diversi punti, dall'imperfetto al presente: bruscamente, senza ragione narrativa o stilistica, mi pare. Un esempio: "Avvampavo, mi ficcai sotto la doccia. Acqua fredda. Me la lascio scorrere addosso a lungo, fissando la sabbia che scivola giù nera dalle gambe, dai piedi, sullo smalto bianco della pedana. Il caldo passa quasi subito. ecc." Ecco non c'è motivazione a questi passaggi di tempo...
Voto: 5 / 5
Questo il mio commento su IBS sul libro "La figlia oscura", con i dovuti appunti su quelli che a scuola i professori di italiano segnerebbero come errori: il passaggio, descrivendo un'azione che si svolge in pochi momenti, dal tempo imperfetto "Avvampavo" al passato remoto "mi ficcai" (e passi, ci può stare), ma poi "Me la lascio scorrere addosso " tempo presente... Insomma, pur con la licenza letteraria, un minimo di forma grammaticale e sintattica bisogna rispettarla.
Ora ricevo la Newsletter dell'Editore Neri Pozza che parla addirittura di una partecipazione della misteriosa Elena Ferrante al Premio Strega. Che sia misteriosa lo mette in risalto anche il critico letterario Silvio Perrella:
La Ferrante candidata allo Strega? Io voterò il Gemito della Marasco 2015-02-24 | |
Silvio Perrella, critico letterario e "Amico della Domenica", illustra sulle pagine de IlMattino i motivi per cui voterà Wanda Marasco
Qualora Elena Ferrante si dovesse davvero presentare al prossimo Premio Strega, sarei costretto a non votarla. Non perché non la stimi: ho seguito il suo lavoro con attenzione, recensendone con entusiasmo i libri (considero I giorni dell'abbandono un libro straordinario) e interrogandomi (su sollecitazione della stampa, non per mia vera curiosità) sulla sua reale identità.
Non la voterei, perché come «Amico della Domenica» avevo già scelto di presentare un altro libro di un'altra autrice. Si tratta de II genio dell'abbandono di Wanda Marasco, edito da Neri Pozza.
Ecco: chi è veramente Elena Ferrante?
Da Wikipedia:
Elena Ferrante è lo pseudonimo di una scrittrice o scrittore (c'è infatti chi crede che dietro la sua penna possa nascondersi addirittura un uomo, tra i nomi papabili emergono quelli di Domenico Starnone e Goffredo Fofi) di cui si ignora la vera identità. Di lei si sa solo che sarebbe nata a Napoli, città che avrebbe abbandonato presto per vivere all’estero, in Grecia. Qualcosa in più sul suo conto possiamo ipotizzarlo basandoci sulle storie delle protagoniste dei suoi romanzi e assumendo che queste siano tratte da episodi a lei realmente accaduti.
Dal suo primo romanzo, L'amore molesto, edito nel 1992, vincitore del premio Procida Isola di Arturo-Elsa Morante, del premio Oplonti d'argento e selezionato al Premio Stregae al premio Artemisia, è stato tratto l’omonimo film di Mario Martone, in concorso al 48º Festival di Cannes.
Dal romanzo successivo, I giorni dell'abbandono, edito nel 2002 e finalista al Premio Viareggio, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza, in concorso alla 62ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Nel volume La frantumaglia, edito nel 2003, racconta la sua esperienza di scrittrice.
Nel 2006 viene pubblicato il romanzo La figlia oscura, da cui nel 2007 la scrittrice ha tratto spunto per il racconto per bambini La spiaggia di notte.
Nel 2011 è stato pubblicato il primo volume del ciclo L'amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo volume, Storia del nuovo cognome, nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta e nel 2014 dal quarto e conclusivo Storia della bambina perduta.
Nel 2012 le Edizioni e/o hanno riunito i primi tre romanzi della scrittrice (L'amore molesto, I giorni dell'abbandono, La figlia oscura), accomunati dal tema di un amore negativo, traumatico e destabilizzante, in un unico volume, Cronache del mal d'amore.
Nel novembre 2014 è stata inserita in una lista dei cento pensatori più influenti dalla rivista Foreign Policy per la categoria chronicler[1].
La scelta dell'anonimato[modifica | modifica wikitesto]
Senza aver mai svelato la propria identità, Elena Ferrante è a oggi una scrittrice apprezzata non solo in Italia, ma anche all'estero (in particolare in America, dove quattro suoi romanzi hanno trovato il favore del pubblico sotto la traduzione di Ann Goldstein, grazie alla casa editrice Europa Editions) e ha raccolto critiche più che positive oltreoceano da giornali prestigiosi, tra i quali anche il New Yorker.[2][3]
La frantumaglia è un volume nato per soddisfare la curiosità del pubblico nei confronti dell'anonima scrittrice, in esso sono raccolte le lettere dell'autrice al suo editore, le poche interviste da lei rilasciate e le sue corrispondenze con lettori d'eccezione. Sua funzione principale è far comprendere al lettore i motivi che spingono l'autrice a rimanere nell'oscurità. La scrittrice stessa parla di un desiderio di autoconservazione del proprio privato, un desiderio un po' nevrotico di intangibilità, di mantenere una certa distanza e non prestarsi ai giochi giornalistici che tipicamente spingono gli scrittori a mentire per apparire come ritengono che il pubblico si aspetti. Ferrante è fermamente convinta che i suoi libri non necessitino di una sua foto in copertina né di presentazioni promozionali: devono essere percepiti come “organismi autosufficienti”, a cui la presenza dell'autrice non potrebbe aggiungere nulla di decisivo.
Può essere una rispettabile scelta... ma anche una furba costruzione editoriale di chi sa scrivere e per vendere ha creato il mistero... che paga sempre, anche con i tempi dei verbi che lasciano un poco a desiderare...
Da: Panorama - di Stefania Vitulli 24 novembre 2014
Chi è veramente Elena Ferrante?È celebrata come la scrittrice rivelazione del momento. Ma nessuno sa chi sia e se quello è il suo vero nome. Indagine su un'autrice misteriosa e sui sospettati che potrebbero nascondersi dietro la sua identità
Ultima voce in circolo: la partecipazione allo Strega. Impedimenti nel regolamento non ce ne sarebbero: l’autrice è senza volto e senza nome, a parte uno pseudonimo? Non importa, mica si specifica chi debba ritirare il premio e mica si può discutere sulle "insindacabili" decisioni del comitato. L’altra novità sul brand "Elena Ferrante" è il boom americano
Giusta definizione "brand", un prodotto, un marchio come un altro...
Un nome costruito a tavolino da una équipe editoriale... e che ci vuole in un simile investimento a trovare una traduttrice americana.. basta pagarla.
E ancora, dall'articolo di Stefania Vitulli
...Ma il supersegreto sta dando superfrutti: i primi quattro volumi della saga de L’amica geniale (Storia della bambina perduta è appena uscito in Italia per e/o) hanno venduto oltre 200 mila copie in Italia e i primi tre 130 mila negli Stati Uniti. Ferrante vende anche in Francia (con Gallimard), Danimarca, Svezia e Norvegia. Dopo i film di Martone e Faenza su L’amore molesto e I giorni dell’abbandono, è prevista una serie televisiva prodotta da Fandango e Rai Fiction: sei episodi sceneggiati da un team guidato dal premio Strega 2014 Francesco Piccolo (chissà che non porti bene). Fin qui il marketing, gli aridi numeri, le operazioni a tavolino. Niente di male. Ma non bisogna dirlo agli editori. Che il tavolino lo negano, sempre e comunque. E lasciano che TotoFerrante si autoalimenti. "Non è importante il nome, ma i libri" dicono.
Sempre dall'articolo di Stefania Vitulli
...Tra le ipotesi che si sono succedute dal 1992, il colpaccio lo fece Luigi Galella nel 2005 su La Stampa: usò il computer per stabilire sei coincidenze testuali schiaccianti tra L’amore molesto e Via Gemito di Domenico Starnone. Che da allora, nonostante smentite, non si è più tolto dalla spalla la scimmia di questo probabile doppio. L’altro sospettato, il giornalista Goffredo Fofi, rilanciò indicando Anita Raja, traduttrice dal tedesco, collaboratrice di e/o e moglie di Starnone. Altri ipotizzano una triangolazione o un collettivo alla Wu Ming, specie dopo che il livello di scrittura, è passato al "tutto plot", con una voce del tutto diversa da quella di Starnone.
...Nel tempo, altri candidati si sono succeduti: Guido Ceronetti, Fabrizia Ramondino, lo stesso Mario Martone, o addirittura la famiglia Ferri, compresa Linda, la scrittrice e sceneggiatrice de La stanza del figlio di Moretti e sorella di Sandro. La Napoli che tanto sta a cuore alle protagoniste della Ferrante, quella dei vicoli lontani dai party letterari di Manhattan, è perplessa: "Trovo onestamente un po’ forzato chiedersi chi e dove sia la Ferrante" commenta lo scrittore e blogger Amleto De Silva. "Conosco migliaia di persone a cui non frega nulla. In mancanza del personaggio, stanno provando a vendersi l’assenza del personaggio". E lo scrittore e giornalista Marco Ciriello ribatte: "A Napoli il problema non si pone, ce ne sono altri. Non si fanno domande sugli scrittori che esistono e si mostrano, figurati su quelli che non si mostrano".
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