Lucciole per finta, la trappola del sindaco di Castel Volturno
Passeggiano su un marciapiede della via Domiziana, a Castel Volturno, facendo ondeggiare le borsette. Indossano minigonna e camicetta scollata. Ai piedi portano scarpe coi tacchi alti. Ma non sono due delle numerose vittime della "tratta delle "schiave" che si prostituiscono abitualmente lungo l’arteria tra le più pericolose d'Italia. Sono due consigliere comunali del Comune di Castel Volturno che prendono parte a un particolare progetto ideato dall’amministrazione comunale per denunciare l’abbandono del territorio da parte delle istituzioni.
Da: Il Fatto Quotidiano
Roma come Amsterdam? Da tempo si parla di un quartiere per il sesso a pagamento, ma adesso sembra che i tempi siano maturi e che l’esperimento possa partire nella Capitale. Ad aprile, per la precisione e la città Eterna potrebbe essere la prima città in Italia ad avere una zona a “luci rosse”, dove sarà tollerata laprostituzione. Una decisione che ha scatenato l’inevitabile polemica e che vede contrari all’iniziativa non solo esponenti dei partiti d’opposizione ma anche di quelli di maggioranza, come Stefano Pedica del Pd.
Fra due mesi quindi dovrebbe essere “inaugurata” la prima via dove sarà possibile esercitare quello che è definito il mestiere più vecchio del mondo. Il quartiere che ospiterà l’iniziativa è quello dell’Eur, tra ministeri, uffici e grattacieli, da anni ormai punto di ritrovo per prostitute e clienti tanto da portare l’amministrazione comunale a stabilire prima divieti di transito notturni e poi ad ipotizzare l’installazione – mai avvenuta – di telecamere in strada.
L’intenzione è quella di creare 2-3 zone a luci rosse: e la prima vedrà la luce entro aprile per un costo di circa 5mila euro al mese. Qui ci sarannooperatori sociali “anti-sfruttamento”, con il compito di effettuare controlli sanitari sulle ragazze, distribuire preservativi ed evitare infiltrazioni da parte dei cosiddetti “protettori”.
Da: Il Giornale.it
"Alla vigilia della giornata di preghiera e azione contro la tratta degli esseri umani, Roma - la capitale d'Italia, la città culla e cuore dell'umanesimo cristiano - si fa capofila di un progetto che assomiglia alla polvere celata sotto un tappeto di luci rosse. Un lavarsi la coscienza, come le strade. Non una scelta decisa per affrontare il dramma della prostituzione", scrive il giornale della Cei in un editoriale di prima pagina firmato da Francesco Riccardi, dal titolo "Degrado capitale".
L'argomento è arrivato al capolinea e queste "prove" di arginazione del problema dimostrano che i tempi sono maturi affinché il Governo ci metta mano con una legge.
L'ho già scritto su questo blog: la Legge Merlin del 1958 non è più giusta per come si è evoluta (o involuta) la nostra Società.
Come sempre, ovviamente, si sono levate voci di critica a questi primi tentativi di mettere concretamente mano alla materia.
Il primo commento che mi viene è: "Vi stanno bene le cose come stanno? Perché non fare nulla significa che vi sta bene che le strade di tutta l'Italia, urbane ed extraurbane, siano dei quartieri a luci rosse con donne nude: ormai si può levare il prefisso "semi", a meno che non debba essere ritenuto ormai normale in Italia che una donna esponga sul ciglio della via il sedere nudo!"
Sono sicura che se uscissimo tutte a sedere nudo, visto che per queste donne è permesso e tollerato, ci porterebbero alla neuro o al commissariato e ci beccheremmo una denuncia per atti osceni in luogo pubblico!
Da questa estremizzazione si capisce bene che c'è un'ipocrisia di fondo da parte dello Stato: una situazione imbarazzante per le Istituzioni le quali, non volendo affrontare il problema, fanno finta di non vederlo, fino a tollerare sederi completamente nudi in pieno giorno sulle pubbliche strade e, qualora lo facessero anche le donne normali, dette Istituzioni sarebbero costrette a prendere atto che normale non lo è affatto, e dunque a decidere o che le prostitute possono farlo e tutte le altre cittadine no, oppure che non lo può fare nessuno perché è indecente per la nostra Società.
Il Sindaco di Castel Volturno merita un plauso alla Civiltà e così le sue coraggiose Consigliere Comunali.
Le critiche che ho letto da parte di chi vede solo un aspetto del problema le trovo rivoltanti.
Alcuni hanno criticato che "si siano usate delle "dipendenti" comunali per una simile iniziativa", dimenticando che le due signore, elette e non dipendenti, erano consenzienti e convinte di tale iniziativa di rottura con l'andazzo tollerato da tutte le altre Istituzioni.
Altre critiche dimostrano la debolezza di pensiero di certa gente che, purtroppo, vota: chiedono la libertà di andare a prostitute (e chi glielo nega, ma fallo in luoghi dove non passano anche i bambini, bestia di una bestia!); altre ancora si spingono anche alla riflessione sociale dicendo "basta che non sono schiave degli sfruttatori si può fare anche su strada". Anche qui si può chiedere a queste teste bacate come fanno a stabilire se la prostituta che sta sul ciglio della strada è stata messa lì da qualcuno o lo fa volontariamente!!
Infine le critiche avverso questa iniziativa del Sindaco Marino.
Qui è più facile offrire il fianco. Ma è evidente che, in un vuoto legislativo e normativo, qualsiasi iniziativa appare una forzatura imperfetta e non può essere altro!
E' comunque un segnale che la misura sociale è colma da un pezzo e che bisogna assolutamente trovare una soluzione!
E qui iniziano le ipocrisie ad ostacolo preventivo di una eventuale discussione in Parlamento di un disegno di Legge normativo.
Prima ipocrisia viene dalla CEI:
un progetto che assomiglia alla polvere celata sotto un tappeto di luci rosse. Un lavarsi la coscienza, come le strade. Non una scelta decisa per affrontare il dramma della prostituzione"
Il "dramma" della prostituzione NON è un dramma, è una realtà dell'animale Uomo che è sempre esistita in ogni forma di civiltà e di società che egli si è dato nella Storia.
Pretendere di risolverlo come un "dramma", dunque come un caso di coscienza, è ipocrita, giacché non posso pensare che quelli della CEI siano degli ingenui.
Quindi salire sul trespolo ammonendo chi deve decidere "a stare attento a come lo fa" è un atteggiamento falso.
Quanto alla polvere celata sotto un tappeto di luci rosse... è forse meglio che la "polvere" si mostri agli occhi di tutti? Anche dei bambini?
Suggerisca, la CEI, come affrontare il PROBLEMA ineludibile!
Non dramma: problema.
Non si può impedire ad una persona di fare mercato del proprio corpo, ma si può impedire che altri le impongano di farlo con costrizione e violenza.
E come lo fai se non metti in atto degli strumenti di controllo?
Come lo fai se non stabilisci pene severe per chi sfrutta la prostituzione?
Ai poliziotti ed ai Carabinieri devi dare delle Leggi da applicare, per non disperdere ore di lavoro in fermi e rilasci inutili.
Infine non si parli ipocritamente di libertà a chi non vuole più vedere lo squallido spettacolo degradante del mercato del sesso sulle strade: ricordo a tutti Voltaire che diceva che "la mia libertà finisce là dove inizia la tua"!
E se non lo vogliamo sulle strade dove metterlo se non in precisi confini?
Il Fatto Quotidiano cita Amsterdam.
Ma ad Amsterdam esisteva già da un pezzo quando ci andai io nel 1971!!
Era vicino al porto e ci andavano a passeggiare i turisti (soprattutto gli italiani) per curiosità, per vedere le ragazze in vetrina e le porticine dei locali dove si proiettavano i pornofilms! Vi assicuro che era folkloristico e non squallido come il mercato del sesso sulle nostre strade: tutte le nostre strade! Magari fosse solo all'EUR!
Dei giovani romani che studiano a Milano mi dicono che ci sono strade in cui in pieno giorno fra auto ed auto non solo le prostitute stanno nude, ma si consumano veloci rapporti all'aperto!
Chi, con pretesti diversi, NON VUOLE mettere fine a questo schifo facendo il moralista da strapazzo contro la proposta di creare zone, non vie di quartieri normalmente abitati, in cui chi vuole può esercitare il mestiere più vecchio del mondo, si oppone ad un progetto di civiltà.
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