giovedì 30 aprile 2015

Caso Guerrina Piscaglia

Ieri sera Federica Sciarelli, conduttrice della trasmissione di RAI3 "Chi l'ha visto", ha detto che non si ricorda a memoria d'uomo un caso in cui un prete abbia ucciso una parrocchiana.
Stava trattando il caso, ripreso anche da altre trasmissioni televisive, della scomparsa della casalinga di un piccolo paese in provincia di Arezzo, che data ormai da un anno.
Per la sua scomparsa è stato arrestato il parroco di pelle nera del suo paesino con il quale, sembra, ella avesse intrecciato una relazione illecita.
Una storia fra il comico boccaccesco ed il ruspante se non fosse che c'è di mezzo una sparizione di una donna di cui non si trova nemmeno il corpo, (evento ormai frequentissimo), e che questa donna lascia un figlio disabile con un marito che, per sua stessa ammissione, ha il vizio del bere.
Non entro nel merito della nota vicenda, molto trattata dai media, ma, sarà perché ho tanti anni, io ho memoria di un fatto atroce in cui un prete uccise la sua giovane amante che attendeva un figlio da lui.
Avvenne in Francia. Ero adolescente, dunque parliamo degli anni dopo il 1960... Un giovane sacerdote cattolico, anche bello a giudicare dalle foto in bianco e nero riportate dai giornali, si macchiò di un orrendo delitto per coprire il suo peccato e, per follia ed ignoranza, aprì la pancia dove era suo figlio, ormai un feto, e infierì sul suo visino per cancellarne eventuali somiglianze con lui... 
Questo da la misura dell'orrore a cui possono condurre la cieca paura e l'ignoranza... Infatti che somiglianza si poteva mai vedere su una creatura nemmeno arrivata a termine?...
Il caso del prete nero ha anche qui dell'ignoranza.
Sembra che la donna, cinquantenne,  lo accusasse di essere il padre del bambino che aspettava e, presumibilmente, l'uomo, essendo l'unico nero che la frequentava, temeva che, una volta nato il bimbo, difficilmente si sarebbe potuto nascondere che era un po' nero come lui!
Da questa stupidità ed ignoranza sarebbe scaturito il delitto per paura dello scandalo che, sicuramente, avrebbe fatto perdere al prete la sua fonte di sostentamento.
In realtà difficilmente una donna di 50 anni resta incinta senza l'aiuto delle provette... Esistono casi eccezionali ma di donne molto prolifiche, diventate macchine umane nel produrre figli..
Guerrina Piscaglia, poveretta, aveva avuto molti anni fa un unico figlio disabile oggi adolescente...
Probabilmente la sua cattiva coscienza le ha fatto scambiare le prime avvisaglie della menopausa per una gravidanza scandalosa.. Né il prete africano, poveretto, aveva cultura e lucidità sufficienti a fargli capire che non doveva temere alcuna paternità... Così sembra che la sua primitività l'abbia spinto a chiamare un'infermiera che conosceva per chiederle se poteva operare un aborto ad una sua conoscente... Ricevendone un diniego.
Ma l'aborto è un peccato gravissimo per un prete cattolico... Ancor di più della fornicazione...
Che tristezza! Una storia grottesca, dato anche l'aspetto dei protagonisti, ma che riesce a strappare solo un sorriso amaro.
Guerrina Piscaglia


Il marito di Guerrina
   
Il prete nero


mercoledì 29 aprile 2015

Renzi e la Scuola Pubblica

Da: La Tecnica della Scuola.it

Renzi: no al preside-sceriffo, ma i docenti debbono essere valutati

 Mercoledì, 29 Aprile 2015
Nella sua enews di oggi, il Presidente del Consiglio sostiene necessaria la responsabilizzare il preside, che "non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte". E aggiunge: "Siamo aperti a ogni modifica al DdL se finalizzata all'interesse dei ragazzi e di chi la scuola la vive".
“Ci sono molte polemiche da parte dei professori, comprensibili. Difficile smontare il senso di rabbia per una politica che ha lasciato indietro la scuola per troppi anni. Vorrei, se possibile, discutere nel merito”.
“Noi siamo il Governo - continua il Premier - che ha messo più soldi di tutti sull'edilizia scolastica (e ancora non basta). Che proponel'assunzione di oltre centomila precari. Che vuole istituire un fondo per la valutazione del merito dei professori, per il diritto allo studio e soldi per la formazione dei docenti (500 euro l'anno a testa, non per la finta formazione arrangiata, ma a disposizione dell'insegnante). Che vuole responsabilizzare il preside, che non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte di circolari ministeriali.
“Sul testo, siamo aperti. Abbiamo già stralciato la riorganizzazione degli organi collegiali e anzi daremo più ruolo al consiglio di istituto”, si legge nella enews di Renzi.
“Siamo pronti a discutere nel merito di come valutare i professori(non è possibile che si chieda ai ragazzi di fare del proprio meglio e contemporaneamente si abbia paura del merito: la stagione del 6 politico é finita, voglio sperare). Siamo aperti a ogni modifica se finalizzata all'interesse dei ragazzi e di chi la scuola la vive, giorno dopo giorno. Sul tema della scuola non faremo un decreto legge, non procederemo con strumenti d'urgenza".
"Chi contesta ha tutto il diritto di farlo. Ma il giorno dopo, per favore, entriamo nel merito. Punto per punto. La scuola è un bene troppo prezioso - conclude il Capo di Governo - per lasciarlo alle ideologie e agli slogan. Noi siamo pronti a cambiare. Ma la scuola è di famiglie, professori, studenti: non può essere lasciata agli addetti ai lavori."

Ma quale Preside-Sceriffo?!!
Chi dice questo, anche se insegnante, non capisce nulla dell'attuale ruolo dei Presidi.
Quando andavo a scuola io, ma anche i miei figli, il Preside si doveva preoccupare solo dell'indirizzo didattico, della disciplina e di poche altre cose.
Da qualche tempo sono diventati Dirigenti e questa qualifica, lungi dal portare loro benefici, si traduce in una serie di incombenze infinite di tipo gestionale amministrativo senza nessun alleggerimento di quanto già era di loro competenza sul piano didattico.
Alcuni esempi: debbono occuparsi di ordinare un servizio per la scuola e non hanno un ufficio gare, dunque il bando di gara il Preside se lo deve scrivere da solo.
Il fatto che vogliono passare nelle loro mani anche la scelta dei professori da chiamare non li rende felici affatto: sono responsabilità e lavoro in più.
Quanti sanno che, come per l'Università esiste il CUN,  per la Scuola esiste un Consiglio Nazionale dello stesso tipo consultivo. Dato lo sperpero di risorse si voleva eliminarlo, ma sembra che non si può e recentemente il Ministero ha deputato alle scuole anche codesto onere di effettuare le elezioni dei membri presso di esse, trasformandole in seggi in cui tutto il personale era coinvolto, sia per le procedure di voto che per lo spoglio.
Quindi altro che "passacarte" la figura del Preside! Direi che è diventato un Dirigente "tuttologo" senza avere i benefici di altre Dirigenze pubbliche!!

Da questo blog:

sabato 8 novembre 2014


Secondo Renzi i Presidi non gestiscono strutture complesse e persone?

Comunicato Stampa
dell'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola

martedì 28 aprile 2015

Bossi, Minetti e... Maruccio che fine ha fatto?

Da: La Provincia di Sondrio

Rimborsi in Regione: 56 a giudizio e 3 condanne, c’è anche Costanzo
28 aprile 2015
Le accuse a vario titolo di peculato e truffa per le presunte spese “allegre” con i rimborsi regionali. Il processo inizierà il primo luglio.is......

..........omissis....
Il processo riguarderà, tra gli altri, Renzo Bossi, Nicole Minetti, gli ex assessori Colozzi, Buscemi e il lecchese Giulio Boscagli e l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni. Per le opposizioni sono stati rinviati a giudizio Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri ed Elisabetta Fatuzzo.
Dei quattro imputati che avevano scelto il rito abbreviato, il gup ha condannato a due anni di reclusione sia il lecchese Carlo Spreafico (Pd) sia Alberto Bonetti Baroggi, eletto nelle liste del Pdl e che ha restituito alla Corte dei Conti la cifra contestata, e a un anno e mezzo l’ex consigliere valtellinese Angelo Costanzo (Pd).
........omissis....
Gli ex consiglieri - pochi sono ancora in carica - sono accusati di aver utilizzato, tra il 2008 e il 2012, i fondi pubblici assegnati ai singoli gruppi regionali per spese personali, tra le quali l’acquisto di torroni, gratta e vinci o cartucce da caccia, e per pagare cene a base di aragosta e sushi oppure merende con piadine e nutella. Il tutto per circa tre milioni di euro.
Renzo Bossi, detto il “Trota”, e Nicole Minetti , l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi, nota per il caso Ruby, come la gran parte degli imputati, sono accusati di peculato. Il “Trota” tra il 2010 e il 2012 si sarebbe appropriato della somma complessiva di 15.757,21 euro per aver messo in conto spese per caramelle, gomme da masticare, cocktail come mojito, campari e negroni, patatine, barrette ipocaloriche, giornali, sigarette, un I-Phone, auricolari, un computer e il libro Carta Straccia di Giampaolo Pansa.
A Nicole Minetti sono state contestate spese ’allegrè per 19.651,96 euro, soldi in gran parte usati per ristoranti e bar, ma anche per l’acquisto di oggettistica all’Ikea e del libro Mignottocrazia di Paolo Guzzanti.
Che dire!!!!! Il Trota in un modo e la Minetti in un altro volevano arricchire la loro cultura con l'acquisto di un libro!!!
Il Trota pensando che "Carta Straccia" si poteva riferire alla sua laurea comperata nei Paesi dell'Est! E... la Minetti... per assonanza....
Mi chiedo se la truffa e il peculato sono stati inseriti fra i reati "tenui" da questo Governo... Andrò a rileggermi l'elenco che ho pubblicato il 4 gennaio 2015....

Baltimora come Roma

Da: La Presse

Roma, 12 gen. (LaPresse) - Stefano Cucchi, il geometra arrestato nel 2009 e morto pochi giorni dopo all'ospedale Pertini di Roma, "fu picchiato". A scriverlo i giudici della Corte d'appello di Roma nelle motivazioni della sentenza di secondo grado. "Le lesioni subite da Cucchi - scrivano ancora i giudici - debbono essere necessariamente collegate a un'azione di percosse; e comunque da un'azione volontaria, che può essere consistita anche in una semplice spinta, che abbia provocato la caduta a terra, con impatto sia del coccige che della testa contro una parete o contro il pavimento".



Da: ANSA.it

Neri in rivolta, Baltimora in fiamme

Dopo funerale afroamericano Freddie Gray morto dopo arresto

Baltimora come Ferguson, messa a ferro e fuoco. Anche qui, come per ben due volte nel giro di pochi mesi nella cittadina del Missouri, esplode la rabbia della comunità afroamericana contro i metodi violenti della polizia. Quelli che avrebbero portato all'uccisione dell'ennesimo ragazzo di colore, Freddie Gray, morto dopo l'arresto, con la spina dorsale spezzata. Ieri era il giorno del funerale di Freddie.

Purtroppo viene da fare un parallelo.
Di certo Cucchi fu picchiato, quello che non hanno stabilito è da chi.
Di certo le botte non furono l'unica causa della sua morte: era debilitato dall'uso delle droghe e si rifiutava di essere idratato.
I medici hanno sbagliato a non far entrare la famiglia a visitarlo all'Ospedale Pertini. Se serviva il permesso del magistrato, il responsabile medico del reparto penitenziario di quella struttura poteva richiederlo, proprio perché il giovane rifiutava le cure e dunque nell'interesse del degente in arresto, la famiglia poteva tentare di convincerlo ad accettare di essere idratato.
Medici mi dicono che se un paziente non vuole essere idratato si stacca tubi e tubicini e non è possibile immobilizzarlo a meno di non legarlo al letto...
Se, invece, questa iniziativa da parte del personale medico c'è stata ed è stato il magistrato a rifiutare la visita dei familiari, che si erano recati presso l'ospedale chiedendo di vederlo, la responsabilità ricade in capo al magistrato che l'ha rifiutata.
Insomma, oltre alle percosse, c'è stato qualcosa che non è andato bene neppure durante il ricovero. Se i familiari avessero potuto vederlo in quei sei giorni in cui è stato ricoverato prima di morire, molte cose sarebbero state più chiare nell'interesse di tutti.

Certo Roma non è Baltimora, ma a me è venuto da fare questo parallelo.
Nel 1992, quando visitai Baltimora, l'ex-studente di mio marito che ci aveva invitato presso la Johns Hopkins University, dove lavorava, ci disse che quella città apparentemente tranquilla registrava 700-800 omicidi l'anno!
Roma, almeno all'epoca, non stava messa così... e forse nemmeno adesso.

L'INDIA: paese dai tempi disumani

Da: Il Sole 24 Ore

Caso Marò, la Corte suprema indiana rinvia di nuovo l’esame a dopo il 1° luglio

L’incoerenza dei giudici indiani 
Il rinvio a dopo oltre due mesi di vacanze estive dell’esame del caso di Latorre (cui la Corte ha concesso di restare in Italia fino al 15 luglio per completare la convalescenza dopo l'intervento al cuore del 5 gennaio scorso) e Girone conferma l’atteggiamento incoerente della giustizia indiana. Nell’udienza del 9 aprile i giudici avevano infatti stigmatizzato le tattiche, da loro definite, dilatorie della difesa italiana per rinviare l'inizio del processo.

Vi risparmio i commenti di critica delle opposizioni contro il Governo Renzi sull'ennesima presa in giro di questo inqualificabile paese asiatico nei riguardi dell'Italia, quando questa storia di sequestro, ormai illegale, di due nostri militari se la sono passata vari Governi e, a questo punto, con la legge "del poi", bisogna dire che aveva ragione il ministro Terzi del Governo Monti: dovevano restare qui quando sono rientrati per il Natale e chi se ne frega "della parola data", quando questi indiani la parola non ce l'hanno proprio ed è ormai evidente che a loro dei poveri pescatori indiani non gliene importa né punto né poco, ma la loro morte, avvenuta ancora non si sa per mano di chi, è una scusa per spillare all'Italia varie cosette e non ultimo molto denaro.

sabato 25 aprile 2015

Sciopero dei Medici di base

Da: Stipendi.blogspot.it

VENERDÌ 27 GIUGNO 2014

Stipendio medico di base 5453 euro netti al mese - guarda il cedolino

 Fonte:
http://www.doctor33.it/forum/default.aspx?g=posts&t=2476
 ...
Ecco il cedolino di un mio stipendio tipo con 1651 pazienti: Dai 5.453 euro "netti" vanno detratti: affitto ambulatorio + spese condominiali 950 euro Donna delle pulizie + tassa smaltimento rifiuti: 250 euro Spese varie : benzina, commercialista, assicurazione... 350 euro Irpef residuo + tasse varie 900 euro ... e si arriva tranquillamente ai circa 3000 euro di reddito vero, spendibile, che avevo dichiarato...
http://www.scianca.net/cedolino.jpg

1 Commento
Anonimo ha detto...
Intanto da quel cedolino mancano i premi, incentivi e libera professione (tra cui certificati vari) senza contare le mance.
Dal reddito percepito e' vero che devono essere detratte le spese (fitti, spazzatura, telefono, ecc.) ma occorre non dimenticare che tali spese, contrariamente ad un dipendente, producono un rimborso IRPEF (al rimborso partecipano anche la macchina, cellulare, ristorante, assicurazione, benzina, ecc.). Il tutto praticamente, con un buon commercialista (il cui costo e'interamente detraibile) fara' avere un netto di circa 5000 euro mese. Una cosa e' vera: come mai di tutti i medici conosciamo lo stipendio lordo perche' si trova sui vari siti o viene pubblicato da USL, mentre per medico di famiglia non si Sto arrivando! Con certezza e non si fa l'operazione trasparenza? E per ultimo: ma quante ore al di lavora un medico di famiglia? Forse anche questo sarebbe da considerare no? Saluti. Cesare
.
Da:ANSA.it

Sanita': sciopero medici famiglia, 19 maggio studi chiusi

Trattative bloccate da 6 mesi per rinnovo convenzione


Dopo mesi di minacce i medici di famiglia della Fimmg hanno proclamato lo sciopero per lo stallo del rinnovo della convenzione con il servizio sanitario nazionale, con le trattative bloccate da 6 mesi. Il 19 maggio gli studi di base resteranno chiusi, saranno garantite solo le visite urgenti in assistenza programmata a pazienti terminali, le prestazioni di assistenza domiciliare integrata (ADI), altre prestazioni definite nell'ambito degli Accordi regionali.
Quattro ore di sciopero anche per i medici di continuità assistenziale, emergenza sanitaria, servizi territoriali e medicina penitenziaria. Saranno garantite le prestazioni indispensabili.
La protesta è rivolta alla Conferenza delle Regioni per la mancata attuazione della legge che obbliga Regioni alla stipula degli Accordi Collettivi Nazionali per la medicina generale entro 6 mesi.
Attualmente le trattative, ha spiegato il segretario nazionale Giacomo Milillo, risultano sospese da circa 6 mesi, ''nonostante in data 4 marzo sia stato condiviso tra le organizzazioni sindacali rappresentative della medicina convenzionata e il Presidente del Comitato di settore regioni-sanità un documento politico con l'obiettivo esplicito di far ripartire rapidamente le trattative per il rinnovo convenzionale''.
Il sindacato si dice pronto a proclamare altre giornate di sciopero fino ad ottenimento di adeguata risposta da parte della Conferenza delle Regioni.

I cosiddetti medici di famiglia sono dei privilegiati: seduti nei loro studi fanno la visitina, spesso non la fanno affatto ma è la loro segretaria che stampa le ricette poi le fa loro firmare, nessun affanno, nessun rischio... 
Il guadagno è, con le dovute piccole varianti, quello sopra pubblicato come esempio.
L'anonimo commentatore ha detto il giusto: possono detrarre un bel po' di cose...
Ben diversa è la vita per i Medici Ospedalieri del SSN addetti alle emergenze chirurgiche e non, ben altra vita, ben altro rischio e stress...
Ma guadagnano meno dei comodi medici di base che dei vecchi medici di famiglia non hanno più niente.
Ho più di 68 anni e nella mia lunga navigazione nella vita ho visto mutare la condizione del medico di famiglia negli anni.
Quando avevo i miei figli piccoli, ma anche dopo, era impensabile che un medico rifiutasse la visita domiciliare. Quando sono nati i miei nipoti (il primo compirà 20 anni quest'anno) ho scoperto che le cose erano cambiate e che un medico di base, scelto dai genitori fra i convenzionati in Pediatria, poteva rifiutarsi di visitare a domicilio un bambino con la febbre. La risposta, quando la visita non si svolgeva solo per via telefonica, era: "Me lo porti in Studio." Alla mia indignazione mia figlia opponeva la sua accettazione di un simile sistema dicendo: "Fanno tutti così adesso." 
Ma io so che questi signori NON possono rifiutarsi di visitare a domicilio se il paziente è realmente affetto da febbre alta, e che nel contratto di convenzione hanno anche le visite domiciliari da fare: sono pagati anche per questo servizio.
Dunque mi capitò di stare al capezzale del mio nipotino malato con febbre oltre i 38° e mezzo. Ignorando quel che mia figlia accettava come normale, visto che lei era bloccata al lavoro, telefonai alla Pediatra e al suo "me lo porti in studio" opposi con fermezza il mio rifiuto ricordandole che per la convenzione era tenuta a fare la visita domiciliare e che mio nipote, in età scolare, era impensabile che fosse tratto dal letto per uscire al freddo con la febbre che toccava quasi i 39°.
La dottoressa venne senza insistere più sulla sua posizione e fu remissiva e gentile: mia figlia arrivò che stava visitando il bambino e vidi sul suo viso una imbarazzata sorpresa.
Ecco, da una parte c'è l'abuso e dall'altra l'accettazione di esso "perché fanno tutti così".
Ma io ho sempre ben presente quali sono i diritti e quali i doveri e non accetto comodi cambiamenti. 

La Legge Elettorale

Da: Il Secolo XIX

Renzi: «Se non passa l’Italicum, il governo cade»


Roma - Un ultimatum alla minoranza Pd sull’Italicum, la fiducia “indiretta” sulla legge elettorale e un doppio schiaffo a Letta e Prodi. Matteo Renzi si presenta negli studi di “Otto e mezzo” alla vigilia della settimana chiave in cui la legge elettorale sarà alla Camera e contrattacca su tutti i fronti.
Il braccio di ferro
«Se non passa l’Italicum, credo proprio che il governo cade», dice il premier alla minoranza Pd. Martedì è previsto il primo voto in Aula. Nel Partito democratico la tensione resta alta. Da una parte i ribelli, che chiedono subito lo scrutinio segreto: «Ci dia il testo del nuovo Senato». Dall’altra i fedelissimi del premier, che sottolineano la necessità di rispettare le decisioni della maggioranza del gruppo.
La minaccia di elezioni anticipate 
Ecco quindi che Renzi minaccia elezioni anticipate: «Se il governo, nato per fare le cose, viene messo sotto allora vuol dire che i parlamentari dicono: andate a casa. Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga». Il premier resta comunque ottimista: «Credo che faranno passare l’Italicum perché la legge elettorale sta in un pacchetto di proposte che abbiamo avanzato in varie occasioni e discusso. Ora che facciamo, facciamo finta di niente? Possono mandarmi a casa ma non fermarmi». E non esclude il ricorso alla fiducia: «Decideremo martedì».
Letta: «No a una legge con maggioranza risicata»
Parole che cercano di inchiodare l’intera minoranza del Pd, anche se verso una parte di essa è già partita l’operazione di «recupero», a cominciare dal capogruppo dimissionario Roberto Speranza. Ancora oggi dalle file dem non sono mancate frecciate contro il premier. E ancora una volta è sceso in campo l’ex premier Enrico Letta, che su Facebook ha risposto ai rilievi dei costituzionalisti Barbera, Ceccanti e Clementi alla sua posizione su Italicum: «Esprimere dubbi sull’opportunità di approvare riforme a maggioranza risicata, con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso».
Il premier tira dritto
Ma Renzi non ci sta. Interpellato da Lilli Gruber sulle critiche arrivate dallo stesso Letta e da Romano Prodi, il premier liquida i due ex presidenti del Consiglio con parole di scherno: «Hanno due libri in uscita...». E ancora: «Rispetto il parere di Enrico, poteva usare un’altra espressione rispetto al metadone ma non faccio polemiche», dice Renzi che a Prodi risponde: «Più che rifare l’Ulivo, io voglio rifare l’Italia».
E anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi non risparmia una stoccata a Letta: «Sia la legge elettorale sia le riforme costituzionali portate avanti dal governo Letta si erano completamente fermate, noi abbiamo la forza per superare quel blocco». E anche sul problema di una eventuale approvazione della legge con una maggioranza risicata, Renzi non tentenna: «Se passa offro da bere, sono anni che non passa la riforma della legge elettorale».
Operazione recupero dei dissidenti
Sul versante interno al Partito democratico, Renzi punta a recuperare l’intera Area Riformista, la componente che fa capo a Roberto Speranza, una parte della quale sì è già pronunciata per un voto favorevole all’Italicum, come ha oggi detto Dario Ginefra. Renzi ha parlato con Speranza invitandolo a ritirare le dimissioni e a votare per l’Italicum, dopo che la maggioranza del gruppo si è espressa in tal senso.
Area Riformista raccoglie 85 deputati, e un suo completo schieramento a favore della riforma renderebbe ininfluenti i voti in dissenso degli irriducibili (Pippo Civati, Stefano Fassina, Alfredo D’Attorre, ecc). Sullo sfondo le opposizioni confermano il loro «Aventino». Andremo avanti a oltranza, dice Grillo, che ospita sul blog un post di Aldo Giannuli, che parla di «colpo di Stato» e chiede l’intervento del presidente Sergio Mattarella.
Caso Lo Porto, Renzi: «L’America è stata corretta con l’Italia»
«Gli americani sono responsabili di quello che è accaduto, non c’è stato un blitz ma un drone, non era un blitz di cui gli Usa ci dovevano informare ma un errore tragico, drammatico. E gli americani ce l’hanno detto quando c’era la certezza di quanto accaduto, sono stati corretti». Così Matteo Renzi a Otto e mezzo sul caso Lo Porto .
Oggi il New York Times ha rivelato che Obama, nonostante già sapesse della morte dei due ostaggi, non disse nulla a Renzi nel corso dell’incontro di venerdì scorso alla Casa Bianca .
Non ho visto la trasmissione condotta da Lilli Gruber ieri sera.
Ho letto l'articolo che riporta l'intervento di Matteo Renzi e ammiro la sua fermezza.
Non so se questa legge elettorale sia giusta e se porterà buoni frutti: "lo sapremo solo vivendo".
Ma ricordo a chi mi legge che sono anni che andiamo avanti con una legge che era incostituzionale. Eppure non ho sentito in questi anni tante levate di scudi come ora.
Strano!
Napolitano, quando era Presidente della Repubblica, ha richiamato molte volte il Parlamento alla propria responsabilità di legiferare. Nè il Governo Monti, né il Governo Letta hanno fatto nulla. 
Buoni solo a non concludere nulla.
Dunque bene ha fatto Renzi a fare qualcosa. Dopo innumerevoli discussioni, sedute su sedute, ora non si riesce ancora a partorire una Legge elettorale. Fa bene Renzi a ricordare che "Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga".
Torniamo a votare con la Legge Mattarella allora! E' andata bene a tutti finché il leghista del Governo Berlusconi non ha scritto la Legge "porcata", come l'ha chiamata lui stesso, assolutamente incostituzionale, quella Legge con cui è stato eletto l'attuale Parlamento! 

Cronache di pazzie quotidiane - "Crostate e collane"

Come ho fatto qualche volta, ripubblico ogni tanto qualche novella o racconto già pubblicato su questo blog.

L'ho fatto per: "Il becco rosicone", "Cattiva", "Stranita umanità", Squilli dal passato, Casi simili.
Sono fra le novelle più lette, come si evince dalle statistiche che leggo sulla dash board.
In Italia, si sa da anni, si legge molto poco. Non è un buon segnale. L'editoria è per questo in crisi, ma è anche vero che pubblica tanta carta stampata senza veri contenuti.
Il racconto, fantastico o basato sulla osservazione della realtà, deve riportare storie credibili, personaggi plausibili. Anche se si scrive di fantascienza, la differenza fra la buona e la cattiva fantascienza sta tutta qui: pur se si scrive necessariamente di qualcosa di immaginario deve essere plausibile, non scioccamente superficiale, psicologicamente misero ed infantile.  

"Crostate e collane"

Marilena, sentito il citofono, disse a suo marito: "Giovanni vai ad aprire! Debbono essere Franco e Giovanna!"
Spenti i fornelli andò anche lei incontro agli amici che aveva invitato per il pranzo della domenica. I reciproci figli, tutti grandi, avevano altri impegni con amici e fidanzati vari.
"Ciao!" Li salutò con un sorriso e li baciò sulle guance.
Mentre Giovanni faceva accomodare Franco davanti al caminetto, Marilena disse a Giovanna che recava un involto coperto da un canovaccio di cucina pulito: "Hai portato un dolce! Lo sapevo, per questo non ho fatto torte!" 
"E' solo una crostata." Disse Giovanna sorridendo.
"Sono così buone le crostate che fai tu!" Disse sinceramente Marilena. "Andiamo in cucina... Oppure se vuoi rimani qui con loro e la porto in cucina io!" Giovanna optò per restare in salotto e allora Marilena informò gli amici che aveva invitato anche una coppia di vicini: "Per contraccambiare... loro ci invitano sempre..." Spiegò.
"Chi sono ?" Chiese Giovanna che in quel luogo conosceva tutti. Infatti Giovanni e Marilena avevano conosciuto lei e Franco quando erano arrivati ad abitare in quel posto ameno della campagna romana qualche anno prima.
Giovanna e suo marito erano ospiti ogni fine settimana e poi anche d'estate di una loro vicina, che a Marilena non piaceva molto, infatti l'amicizia con lei era bella e finita a causa delle sue intemperanze, con Giovanna invece continuava alla grande!
"Sono quelli che hanno acquistato la villetta del defunto Sig. Rossi."
"E come sono?" Parlò Giovanni: "Lui è un manutentore dell'Università dove lavoro. Non è una "cima", ma sembra una brava persona, lei... è un poco strana ma..." Non finì la frase che sentirono bussare sul retro, Marilena andò ad aprire e  salutò con un sorriso i nuovi venuti. La donna subito le chiese tutta emozionata: "Sono persone di riguardo?"
La padrona di casa rimase interdetta: per lei non esistevano persone a cui si doveva un particolare riguardo, ma solo simpatia e rispetto se venivano a casa sua. Imbarazzata rispose: "Sono amici, lei è una professoressa e... lui lavora al Ministero del Tesoro... sono amici." Il manutentore sorrideva e non diceva niente.
Li introdusse facendo le presentazioni. L'uomo, pur venendo semplicemente dai vicini di campagna, aveva messo un maglione a collo alto ed una giacca sportivo-elegante, la donna era in tailleur e addirittura recava il soprabito sul braccio a completamento.
Lasciati gli ospiti a familiarizzare in salotto, Marilena si scusò un attimo e tornò in cucina per gli ultimi ritocchi per il pranzo. La crostata di Giovanna troneggiava sul tavolo di cucina.
Tornata in salotto trovò tutti stranamente ammutoliti che guardavano sospesi e meravigliati la nuova vicina di Giovanni e Marilena: tutti tranne il marito di lei che inalberava sempre un sorriso inespressivo.
La donna aveva nelle mani dei fili di perle che aveva sciorinato mostrandole come farebbe un gioielliere: con cura e compiacimento. Aprì un astuccio che conteneva delle chiusure dorate e disse a Marilena che non capiva la scena: "Scegli il filo di perle che preferisci e la chiusura che vuoi, così te la faccio montare dal gioielliere."
Marilena era esterrefatta. Guardò Franco e Giovanna che tacevano in educata e contenuta meraviglia. Pure Giovanni taceva.
"Ma non capisco... Perché?" Fece quasi basita.
"Perché te lo meriti! Dai! Scegli!" Fece quella con aria teatrale e per niente in imbarazzo. 
Chi era in imbarazzo, invece, era la povera padrona di casa. Provò a dire: "Ma non posso accettare un simile regalo! Sono perle vere?" Chiese ancora incredula, anche se quella aveva usato proprio la parola gioielliere.
"Certo che sono vere!" Proferì sicura e padrona della scena la vicina di casa.
"Non potrei accettarle nemmeno se fosse il mio compleanno!" 
Provò a difendersi ancora Marilena, ricordandosi in quel momento che la strana vicina le aveva riferito "di essere delusa da un'altra vicina di casa perché per il suo compleanno lei le aveva regalato una collana di perle vere e quella le aveva detto che non poteva accettarle, alla sua insistenza le aveva detto che allora gliele avrebbe pagate"...
Ma quella insistette sicura, come se fosse normale ed usuale portare, invece che il vino, dei dolci o dei fiori a casa di qualcuno che ti ha invitato a pranzo, collane di perle con chiusura ovviamente in oro.
Costretta e per uscire dall'imbarazzo la padrona di casa scelse una di quelle chiusure che la donna aveva esposto fuori dall'astuccio. 
Pranzarono. Dopo qualche giorno la strana vicina la chiamò e le dette la collana su cui, disse, aveva fatto montare la chiusura da lei scelta.

Qualche tempo dopo l'amica Giovanna e Marilena si incontrarono per andare a teatro insieme.
"Sai, Giovanna, ho grattato con l'unghia una delle perle di quella collana e la vernice di finta madreperla è venuta via." Le disse con sollievo.
"Ma io l'ho vista subito che era pazza: come si è seduta, mentre tu eri in cucina, ha detto con enfasi: "Io comando il sindacato PLIO, (Previdenza Lavoratori Impiegati Operai), di tutta Roma!" Sai, Marilena, in trenta anni di insegnamento mi sono fatta una certa esperienza: sapessi quanti pazzi mi sono passati davanti agli occhi ai colloqui con i genitori! E lì si capivano pure i disagi e i problemi dei loro poveri figlioli!"

venerdì 24 aprile 2015

Renzi: "Non tutti sui barconi sono famiglie innocenti"

Da: Il Sole 24 Ore

Al Qaeda in Sardegna, tra i 18 arrestati anche i responsabili della strage a Peshawar nel 2009