Renzi: «Se non passa l’Italicum, il governo cade»
Roma - Un ultimatum alla minoranza Pd sull’Italicum, la fiducia “indiretta” sulla legge elettorale e un doppio schiaffo a Letta e Prodi. Matteo Renzi si presenta negli studi di “Otto e mezzo” alla vigilia della settimana chiave in cui la legge elettorale sarà alla Camera e contrattacca su tutti i fronti.
Il braccio di ferro
«Se non passa l’Italicum, credo proprio che il governo cade», dice il premier alla minoranza Pd. Martedì è previsto il primo voto in Aula. Nel Partito democratico la tensione resta alta. Da una parte i ribelli, che chiedono subito lo scrutinio segreto: «Ci dia il testo del nuovo Senato». Dall’altra i fedelissimi del premier, che sottolineano la necessità di rispettare le decisioni della maggioranza del gruppo.
«Se non passa l’Italicum, credo proprio che il governo cade», dice il premier alla minoranza Pd. Martedì è previsto il primo voto in Aula. Nel Partito democratico la tensione resta alta. Da una parte i ribelli, che chiedono subito lo scrutinio segreto: «Ci dia il testo del nuovo Senato». Dall’altra i fedelissimi del premier, che sottolineano la necessità di rispettare le decisioni della maggioranza del gruppo.
La minaccia di elezioni anticipate
Ecco quindi che Renzi minaccia elezioni anticipate: «Se il governo, nato per fare le cose, viene messo sotto allora vuol dire che i parlamentari dicono: andate a casa. Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga». Il premier resta comunque ottimista: «Credo che faranno passare l’Italicum perché la legge elettorale sta in un pacchetto di proposte che abbiamo avanzato in varie occasioni e discusso. Ora che facciamo, facciamo finta di niente? Possono mandarmi a casa ma non fermarmi». E non esclude il ricorso alla fiducia: «Decideremo martedì».
Ecco quindi che Renzi minaccia elezioni anticipate: «Se il governo, nato per fare le cose, viene messo sotto allora vuol dire che i parlamentari dicono: andate a casa. Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga». Il premier resta comunque ottimista: «Credo che faranno passare l’Italicum perché la legge elettorale sta in un pacchetto di proposte che abbiamo avanzato in varie occasioni e discusso. Ora che facciamo, facciamo finta di niente? Possono mandarmi a casa ma non fermarmi». E non esclude il ricorso alla fiducia: «Decideremo martedì».
Letta: «No a una legge con maggioranza risicata»
Parole che cercano di inchiodare l’intera minoranza del Pd, anche se verso una parte di essa è già partita l’operazione di «recupero», a cominciare dal capogruppo dimissionario Roberto Speranza. Ancora oggi dalle file dem non sono mancate frecciate contro il premier. E ancora una volta è sceso in campo l’ex premier Enrico Letta, che su Facebook ha risposto ai rilievi dei costituzionalisti Barbera, Ceccanti e Clementi alla sua posizione su Italicum: «Esprimere dubbi sull’opportunità di approvare riforme a maggioranza risicata, con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso».
Parole che cercano di inchiodare l’intera minoranza del Pd, anche se verso una parte di essa è già partita l’operazione di «recupero», a cominciare dal capogruppo dimissionario Roberto Speranza. Ancora oggi dalle file dem non sono mancate frecciate contro il premier. E ancora una volta è sceso in campo l’ex premier Enrico Letta, che su Facebook ha risposto ai rilievi dei costituzionalisti Barbera, Ceccanti e Clementi alla sua posizione su Italicum: «Esprimere dubbi sull’opportunità di approvare riforme a maggioranza risicata, con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso».
Il premier tira dritto
Ma Renzi non ci sta. Interpellato da Lilli Gruber sulle critiche arrivate dallo stesso Letta e da Romano Prodi, il premier liquida i due ex presidenti del Consiglio con parole di scherno: «Hanno due libri in uscita...». E ancora: «Rispetto il parere di Enrico, poteva usare un’altra espressione rispetto al metadone ma non faccio polemiche», dice Renzi che a Prodi risponde: «Più che rifare l’Ulivo, io voglio rifare l’Italia».
Ma Renzi non ci sta. Interpellato da Lilli Gruber sulle critiche arrivate dallo stesso Letta e da Romano Prodi, il premier liquida i due ex presidenti del Consiglio con parole di scherno: «Hanno due libri in uscita...». E ancora: «Rispetto il parere di Enrico, poteva usare un’altra espressione rispetto al metadone ma non faccio polemiche», dice Renzi che a Prodi risponde: «Più che rifare l’Ulivo, io voglio rifare l’Italia».
E anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi non risparmia una stoccata a Letta: «Sia la legge elettorale sia le riforme costituzionali portate avanti dal governo Letta si erano completamente fermate, noi abbiamo la forza per superare quel blocco». E anche sul problema di una eventuale approvazione della legge con una maggioranza risicata, Renzi non tentenna: «Se passa offro da bere, sono anni che non passa la riforma della legge elettorale».
Operazione recupero dei dissidenti
Sul versante interno al Partito democratico, Renzi punta a recuperare l’intera Area Riformista, la componente che fa capo a Roberto Speranza, una parte della quale sì è già pronunciata per un voto favorevole all’Italicum, come ha oggi detto Dario Ginefra. Renzi ha parlato con Speranza invitandolo a ritirare le dimissioni e a votare per l’Italicum, dopo che la maggioranza del gruppo si è espressa in tal senso.
Sul versante interno al Partito democratico, Renzi punta a recuperare l’intera Area Riformista, la componente che fa capo a Roberto Speranza, una parte della quale sì è già pronunciata per un voto favorevole all’Italicum, come ha oggi detto Dario Ginefra. Renzi ha parlato con Speranza invitandolo a ritirare le dimissioni e a votare per l’Italicum, dopo che la maggioranza del gruppo si è espressa in tal senso.
Area Riformista raccoglie 85 deputati, e un suo completo schieramento a favore della riforma renderebbe ininfluenti i voti in dissenso degli irriducibili (Pippo Civati, Stefano Fassina, Alfredo D’Attorre, ecc). Sullo sfondo le opposizioni confermano il loro «Aventino». Andremo avanti a oltranza, dice Grillo, che ospita sul blog un post di Aldo Giannuli, che parla di «colpo di Stato» e chiede l’intervento del presidente Sergio Mattarella.
Caso Lo Porto, Renzi: «L’America è stata corretta con l’Italia»
«Gli americani sono responsabili di quello che è accaduto, non c’è stato un blitz ma un drone, non era un blitz di cui gli Usa ci dovevano informare ma un errore tragico, drammatico. E gli americani ce l’hanno detto quando c’era la certezza di quanto accaduto, sono stati corretti». Così Matteo Renzi a Otto e mezzo sul caso Lo Porto .
«Gli americani sono responsabili di quello che è accaduto, non c’è stato un blitz ma un drone, non era un blitz di cui gli Usa ci dovevano informare ma un errore tragico, drammatico. E gli americani ce l’hanno detto quando c’era la certezza di quanto accaduto, sono stati corretti». Così Matteo Renzi a Otto e mezzo sul caso Lo Porto .
Oggi il New York Times ha rivelato che Obama, nonostante già sapesse della morte dei due ostaggi, non disse nulla a Renzi nel corso dell’incontro di venerdì scorso alla Casa Bianca .
Non ho visto la trasmissione condotta da Lilli Gruber ieri sera.
Ho letto l'articolo che riporta l'intervento di Matteo Renzi e ammiro la sua fermezza.
Non so se questa legge elettorale sia giusta e se porterà buoni frutti: "lo sapremo solo vivendo".
Ma ricordo a chi mi legge che sono anni che andiamo avanti con una legge che era incostituzionale. Eppure non ho sentito in questi anni tante levate di scudi come ora.
Strano!
Napolitano, quando era Presidente della Repubblica, ha richiamato molte volte il Parlamento alla propria responsabilità di legiferare. Nè il Governo Monti, né il Governo Letta hanno fatto nulla.
Buoni solo a non concludere nulla.
Dunque bene ha fatto Renzi a fare qualcosa. Dopo innumerevoli discussioni, sedute su sedute, ora non si riesce ancora a partorire una Legge elettorale. Fa bene Renzi a ricordare che "Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga".
Torniamo a votare con la Legge Mattarella allora! E' andata bene a tutti finché il leghista del Governo Berlusconi non ha scritto la Legge "porcata", come l'ha chiamata lui stesso, assolutamente incostituzionale, quella Legge con cui è stato eletto l'attuale Parlamento!
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