Renzi: no al preside-sceriffo, ma i docenti debbono essere valutati
Redazione Mercoledì, 29 Aprile 2015
Nella sua enews di oggi, il Presidente del Consiglio sostiene necessaria la responsabilizzare il preside, che "non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte". E aggiunge: "Siamo aperti a ogni modifica al DdL se finalizzata all'interesse dei ragazzi e di chi la scuola la vive".
“Ci sono molte polemiche da parte dei professori, comprensibili. Difficile smontare il senso di rabbia per una politica che ha lasciato indietro la scuola per troppi anni. Vorrei, se possibile, discutere nel merito”.
“Noi siamo il Governo - continua il Premier - che ha messo più soldi di tutti sull'edilizia scolastica (e ancora non basta). Che proponel'assunzione di oltre centomila precari. Che vuole istituire un fondo per la valutazione del merito dei professori, per il diritto allo studio e soldi per la formazione dei docenti (500 euro l'anno a testa, non per la finta formazione arrangiata, ma a disposizione dell'insegnante). Che vuole responsabilizzare il preside, che non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte di circolari ministeriali.
“Sul testo, siamo aperti. Abbiamo già stralciato la riorganizzazione degli organi collegiali e anzi daremo più ruolo al consiglio di istituto”, si legge nella enews di Renzi.
“Siamo pronti a discutere nel merito di come valutare i professori(non è possibile che si chieda ai ragazzi di fare del proprio meglio e contemporaneamente si abbia paura del merito: la stagione del 6 politico é finita, voglio sperare). Siamo aperti a ogni modifica se finalizzata all'interesse dei ragazzi e di chi la scuola la vive, giorno dopo giorno. Sul tema della scuola non faremo un decreto legge, non procederemo con strumenti d'urgenza".
"Chi contesta ha tutto il diritto di farlo. Ma il giorno dopo, per favore, entriamo nel merito. Punto per punto. La scuola è un bene troppo prezioso - conclude il Capo di Governo - per lasciarlo alle ideologie e agli slogan. Noi siamo pronti a cambiare. Ma la scuola è di famiglie, professori, studenti: non può essere lasciata agli addetti ai lavori."
Chi dice questo, anche se insegnante, non capisce nulla dell'attuale ruolo dei Presidi.
Quando andavo a scuola io, ma anche i miei figli, il Preside si doveva preoccupare solo dell'indirizzo didattico, della disciplina e di poche altre cose.
Da qualche tempo sono diventati Dirigenti e questa qualifica, lungi dal portare loro benefici, si traduce in una serie di incombenze infinite di tipo gestionale amministrativo senza nessun alleggerimento di quanto già era di loro competenza sul piano didattico.
Alcuni esempi: debbono occuparsi di ordinare un servizio per la scuola e non hanno un ufficio gare, dunque il bando di gara il Preside se lo deve scrivere da solo.
Il fatto che vogliono passare nelle loro mani anche la scelta dei professori da chiamare non li rende felici affatto: sono responsabilità e lavoro in più.
Quanti sanno che, come per l'Università esiste il CUN, per la Scuola esiste un Consiglio Nazionale dello stesso tipo consultivo. Dato lo sperpero di risorse si voleva eliminarlo, ma sembra che non si può e recentemente il Ministero ha deputato alle scuole anche codesto onere di effettuare le elezioni dei membri presso di esse, trasformandole in seggi in cui tutto il personale era coinvolto, sia per le procedure di voto che per lo spoglio.
Quindi altro che "passacarte" la figura del Preside! Direi che è diventato un Dirigente "tuttologo" senza avere i benefici di altre Dirigenze pubbliche!!
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