Non sparate sulla scuola. Renzi l'innovatore non può diventare un normalizzatore
Conviene prendere sul serio il disagio della scuola. Che unisce maestri, professori e studenti di ogni ordine e di ogni grado. Dal Nord a Sud passando per il Centro. Conviene fare attenzione al malessere che alita forte sulla scuola. Nella scuola. Nonostante tutto. Anche se - sostiene il governo, per prima la ministra Giannini, che è una "professoressa" - i professori, i maestri e gli studenti non hanno capito o non hanno letto, se non in modo superficiale, il testo della riforma. Che contribuirà a regolarizzare molti precari. Molti supplenti a tempo pieno. E renderà più efficiente e manageriale tutto il sistema.
Ma se insegnanti e studenti non hanno capito, se non ci credono: è anche, anzitutto, un problema del governo. Di "questo" governo, in particolare. Perché la scuola non è un settore come gli altri. È il crocevia delle generazioni. Il passaggio fra integrazione e cambiamento. Fra tradizione e innovazione. Fra genitori e figli. Non per caso dispone di un consenso molto elevato. Nonostante tutto.
Se salta il rapporto con la scuola, si perde anche la confidenza con i giovani. E con i genitori. Con i luoghi della ricerca e della cultura. Non con settori di nicchia: ma di massa. Che, per questo, rischiano di "contaminare" e deteriorare in fretta il clima d'opinione. Se lo può permettere il governo guidato da Renzi? L'innovatore ipercinetico? Il rottamatore, che ha messo in un angolo la classe politica del PD, vecchia ma anche, solo, adulta? Pierluigi Bersani, Massimo D'Alema, Rosy Bindi, ma anche Enrico Letta? Liquidati in fretta e senza troppi problemi - un colpo e via.
Può, l'innovatore, il rottamatore, il giovane: entrare in guerra con i giovani? Con gli studenti? Che, per definizione, annunciano il futuro? Dubito. Nonostante l'incomprensione degli studenti e dei professori - che boicottando i test di autovalutazione Invalsi boicottano se stessi. E al di là dei contrasti con i sindacati, Renzi non può diventare il "nemico della scuola". Non solo perché, incidentalmente, la scuola offre una base elettorale fedele alla Sinistra e al Centrosinistra. Da sempre. Anche quando il vento di destra soffiava forte. Renzi non può chiudere il mondo della scuola in un recinto, farne un "nemico". Non gli conviene. Per ragioni estetiche, oltre che di interesse e di strategia. Per non invecchiare all'improvviso. Colpito da un "coup de vieillesse".
D'altronde, la Scuola, gli insegnanti, i professori chiedono, anzitutto e soprattutto: riconoscimento. Status. Dopo essere stati spinti, per molto tempo, ai margini. Poche risorse, pochi investimenti, poca attenzione. Se non ottenessero, dal governo e dal PD, l'attenzione che chiedono, la otterrebbero - comunque: la cercheranno - "contro". È già avvenuto in passato. È nella tradizione della Scuola: coltivare lo spirito dell'alternativa. In un Paese dove l'alternativa sembra essere una parola fuori moda. Meglio non coltivarla. Meglio (o peggio): fomentarla. All'Innovatore non conviene: indossare gli abiti e la maschera del Normalizzatore. Venire sospinto nel passato.
Ma se insegnanti e studenti non hanno capito, se non ci credono: è anche, anzitutto, un problema del governo. Di "questo" governo, in particolare. Perché la scuola non è un settore come gli altri. È il crocevia delle generazioni. Il passaggio fra integrazione e cambiamento. Fra tradizione e innovazione. Fra genitori e figli. Non per caso dispone di un consenso molto elevato. Nonostante tutto.
Se salta il rapporto con la scuola, si perde anche la confidenza con i giovani. E con i genitori. Con i luoghi della ricerca e della cultura. Non con settori di nicchia: ma di massa. Che, per questo, rischiano di "contaminare" e deteriorare in fretta il clima d'opinione. Se lo può permettere il governo guidato da Renzi? L'innovatore ipercinetico? Il rottamatore, che ha messo in un angolo la classe politica del PD, vecchia ma anche, solo, adulta? Pierluigi Bersani, Massimo D'Alema, Rosy Bindi, ma anche Enrico Letta? Liquidati in fretta e senza troppi problemi - un colpo e via.
Può, l'innovatore, il rottamatore, il giovane: entrare in guerra con i giovani? Con gli studenti? Che, per definizione, annunciano il futuro? Dubito. Nonostante l'incomprensione degli studenti e dei professori - che boicottando i test di autovalutazione Invalsi boicottano se stessi. E al di là dei contrasti con i sindacati, Renzi non può diventare il "nemico della scuola". Non solo perché, incidentalmente, la scuola offre una base elettorale fedele alla Sinistra e al Centrosinistra. Da sempre. Anche quando il vento di destra soffiava forte. Renzi non può chiudere il mondo della scuola in un recinto, farne un "nemico". Non gli conviene. Per ragioni estetiche, oltre che di interesse e di strategia. Per non invecchiare all'improvviso. Colpito da un "coup de vieillesse".
D'altronde, la Scuola, gli insegnanti, i professori chiedono, anzitutto e soprattutto: riconoscimento. Status. Dopo essere stati spinti, per molto tempo, ai margini. Poche risorse, pochi investimenti, poca attenzione. Se non ottenessero, dal governo e dal PD, l'attenzione che chiedono, la otterrebbero - comunque: la cercheranno - "contro". È già avvenuto in passato. È nella tradizione della Scuola: coltivare lo spirito dell'alternativa. In un Paese dove l'alternativa sembra essere una parola fuori moda. Meglio non coltivarla. Meglio (o peggio): fomentarla. All'Innovatore non conviene: indossare gli abiti e la maschera del Normalizzatore. Venire sospinto nel passato.
La Repubblica ammonisce il Presidente del Consiglio, lo avverte...
Secondo chi scrive, ma non c'è firma, Matteo Renzi deve ascoltare la "piazza" anche se, riporta, la Ministra Giannini dice che insegnanti, studenti e bidelli (personale ATA) non hanno capito bene la Legge.
In effetti credo che non l'abbiano capita bene davvero e, spinti dalla demagogia dei sindacati, attaccano. Mi stupisco che non scioperino i Presidi, soffocati di incombenze: già non più comode guide della didattica ma veri e propri Manager della struttura scolastica, con la Riforma si ritrovano gravati anche del recepimento degli insegnanti... Senza più il valido aiuto del Vicepreside. Bisogna entrare nella quotidianeità di questo lavoro per scoprire di quante e quali responsabilità sono gravate le figure dei Presidi e scoprire, anche, quanto molti, troppi insegnanti siano totalmente digiuni sul piano legislativo-normativo e, a volte, anche sul piano dell'equilibrio che si richiede a chi deve essere una guida adulta e cosciente dei giovani, non solo sul piano culturale.
In questo articolo l'insinuazione è evidente: Renzi si è dichiarato innovatore.. ma stia attento a non diventare invece normalizzatore!
Parola che per la sinistra è un'accusa!! Dunque questo articolo è un monito!
Io dico che se Renzi riesce, nonostante gli attacchi, a rendere NORMALE la Scuola io lo voterò a vita, qualsiasi sia il partito nel quale deciderà di stare!
Ma cosa ha fatto di buono negli ultimi decenni la sinistra per la Scuola?
Si è inventata i "Decreti delegati", mi pare si chiamino così, che sono diventati una sequela di interminabili riunioni in cui si parla di aria fritta, in cui massaie che non hanno nulla da fare passano ore a parlare, parlare, parlare del nulla, in cui uomini, evidentemente liberi da impegni lavorativi pressanti e pesanti, si dilungano su argomenti infinitesimali cercando di far valere il loro piccolo potere di "rappresentante" di classe per i genitori... Ho vissuto queste interminabili riunioni come genitore e raramente ho assistito a discussioni e relative decisioni che apportassero qualcosa di utile e costruttivo per l'andamento della Scuola, piuttosto ho visto stupide ripicche e impedimenti, critiche pretestuose e non risolutive, giacché i Presidi potevano fare ben poco.
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