giovedì 18 giugno 2015

Parlare in un modo ed agire in un altro

Dal Blog di Paolo Bracalini - Il Giornale.it - 12 settembre 2014

La Cei ha detto che il reato di immigrazione clandestina è “da rivedere”, l’Osservatore romano, organo della Santa Sede, che “l‘Italia preoccupa, dare aiuto a chi ha bisogno è priorità”, e recentemente Papa Francesco è andato a Lampedusa, e nell’omelia ha chiesto “la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo”. Poi uno va a vedere le leggi del Vaticano, uno Stato indipendente e con un suo codice, e si aspetta che l’accoglienza sia codificata anche nel sistema giuridico della Santa Sede. Invece no, anzi, le leggi del Vaticano, in tema di immigrazione e clandestinità, sono parecchio severe.

Nel 2000, anno del Giubileo, è entrata in vigore la nuova “Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano”, che ha sostituito quella del 1929, che prevedeva l’espulsione “con la forza” per i clandestini: “Coloro che si trovano nella Città del Vaticano senza le autorizzazioni previste (…) possono essere espulsi anche colla forza pubblica” si legge. E dopo il 2000, cosa prevede la legge papale? La nuova “Legge sulla cittadinanza, la residenza e l’accesso” in Vaticano, emanata sotto Papa Benedetto XVI il 22 febbraio 2011, è un po’ più morbida (non si prevede più l’uso della forza per far cacciare dai gendarmi svizzeri gli immigrati non autorizzati) ma resta comunque molto rigida. Si entra se autorizzati, con precise modalità, un permesso rilasciato dal Governatorato, e che può essere rifiutato “qualora ricorrano giusti motivi”, e che comunque è temporaneo. E veniamo al divieto di accesso. L’interdizione scatta, dice l’articolo 12, “quando sussistano giusti motivi”. E “coloro che si trovano nella Città del Vaticano senza le necessarie autorizzazioni o dopo che siano scadute o revocate possono esserne allontanati”. Si viene “allontanati”, non più cacciati con la forza pubblica, ma comunque allontanati. Come gli italiani chiedono si faccia con i clandestini che sbarcano sulle nostre coste. Salvo essere ammoniti dalla Chiesa (che in Vaticano non vuole clandestini) che così si pecca di egoismo e indifferenza.








I fatti si commentano da soli!

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