Marino, colpo di scena: «Non mollo». Il Pd prepara la sfiducia
di Simone Canettieri e Fabio Rossi
Sembra molto divertito. Di mattina arriva in Campidoglio, saluta i cronisti e assicura: «Sto benissimo». Di pomeriggio in giunta dà il via libera ai concerti di Capodanno nelle periferie. Poi in serata Ignazio Marino, il sindaco dimissionario ma non troppo, dice: «Mi dicono tutti resisti, e allora resistiamo. Non molliamo».
Il messaggio arriva forte e chiaro: mettetevi comodi, per l'ultimo colpo di scena c'è ancora tempo. Il sindaco di Roma - le cui dimissioni, se non ritirate, diventerebbero irrevocabili tra otto giorni - lancia l'ultima sfida da Villa Torlonia, intervenendo all'inaugurazione della mostra di Mario Sironi. «Nella vita non bisogna mai mollare - spiega ai presenti - Come ho già detto, sto riflettendo come prevede la legge». Tanto per chiarire, il chirurgo non sta pensando alle prossime elezioni comunali - «Ancora non ci sono», commenta sibillino - e neppure alle primarie del Pd. Ma a quelle dimissioni che ha presentato formalmente lo scorso 12 ottobre, e che potrebbe rimangiarsi fino al 2 novembre. Nel frattempo, è in arrivo l'evento spartiacque: domani a mezzogiorno i suoi sostenitori si riuniranno in piazza del Campidoglio, proprio sotto le finestre di Palazzo Senatorio, per chiedergli di resistere. Se il passaparola di questi giorni dovesse funzionare, e la manifestazione si trasformasse in un bagno di folla, Marino potrebbe pensare al coup de théâtre: annunciare il ritiro delle dimissioni e convocare il consiglio comunale per il 5 novembre. Non una data qualsiasi, ma il giorno in cui è in programma la prima udienza del maxi processo di Mafia Capitale. Lo scenario è ritenuto dal cerchio magico «più che realistico», anche perché i sondaggi che girano stanno tutti dalla parte del sindaco in guerra con il partito.
Il messaggio arriva forte e chiaro: mettetevi comodi, per l'ultimo colpo di scena c'è ancora tempo. Il sindaco di Roma - le cui dimissioni, se non ritirate, diventerebbero irrevocabili tra otto giorni - lancia l'ultima sfida da Villa Torlonia, intervenendo all'inaugurazione della mostra di Mario Sironi. «Nella vita non bisogna mai mollare - spiega ai presenti - Come ho già detto, sto riflettendo come prevede la legge». Tanto per chiarire, il chirurgo non sta pensando alle prossime elezioni comunali - «Ancora non ci sono», commenta sibillino - e neppure alle primarie del Pd. Ma a quelle dimissioni che ha presentato formalmente lo scorso 12 ottobre, e che potrebbe rimangiarsi fino al 2 novembre. Nel frattempo, è in arrivo l'evento spartiacque: domani a mezzogiorno i suoi sostenitori si riuniranno in piazza del Campidoglio, proprio sotto le finestre di Palazzo Senatorio, per chiedergli di resistere. Se il passaparola di questi giorni dovesse funzionare, e la manifestazione si trasformasse in un bagno di folla, Marino potrebbe pensare al coup de théâtre: annunciare il ritiro delle dimissioni e convocare il consiglio comunale per il 5 novembre. Non una data qualsiasi, ma il giorno in cui è in programma la prima udienza del maxi processo di Mafia Capitale. Lo scenario è ritenuto dal cerchio magico «più che realistico», anche perché i sondaggi che girano stanno tutti dalla parte del sindaco in guerra con il partito.
Parliamoci chiaro, come dare torto a Ignazio Marino?
Riflettiamo. Nell'immediato pubblicai il sottostante post:
Rita Coltellese *** Scrivere: Ignazio Marino: perché mandarlo a casa se non è stato lui?
Era giugno 2015.
Marino, dopo aver scoperchiato la fogna di "Mafia Capitale", aver cercato di mettere in riga l'assenteismo dei Vigili Urbani, aver affrontato le spese esagerate del Campidoglio a fronte di scarso rendimento degli impiegati comunali, avevano iniziato sui media ad attaccarlo dicendo che si doveva dimettere.
Cominciava a dirlo anche il suo partito oltre le opposizioni.
Il Capo del Governo gli mandava a dire di "fare il Sindaco" e se non lo sapeva fare di andare a casa.
Ora Marino ha fatto le sue cretinate, ma a fronte dell'orrendo magna-magna che avveniva nella Capitale e che lui ha affrontato lancia in resta... sono peccati veniali.
Che la campagna mediatica per indurlo alle dimissioni sia stata anche sporca lo dimostra il fatto che realtà stigmatizzate da sentenze sono volutamente taciute: solo pochi hanno pubblicato che la storia degli scontrini di quando era chirurgo non doveva essere come raccontata, se dei giudici gli hanno dato ragione quando ha sporto querela!
Dunque anch'io ho pubblicato: Rita Coltellese *** Scrivere: Ignazio Marino, il Papa, il Sindaco di Philadelphia... scava, scava ecco la verità! Il 30 settembre 2015... Ma perché, come dicevo, Marino ha le sue colpe... Ma ripeto... Sono veniali di fronte all'orrore di un Buzzi, uno che truffava la banca dove lavorava e per questo, venuto in lite con il suo complice, l'ha ucciso a coltellate, un Buzzi che piaceva tanto al PD... Documenti fotografici e fatti alla mano.
Viene dunque il legittimo dubbio che l'inadeguatezza certa di Marino nel fare il Sindaco sia il motivo di facciata per cacciarlo via... e che i motivi VERI siano altri.
Di certo egli ha scoperchiato la fogna, e la fogna mette i bastoni fra le ruote.
E' finita l'illegalità di Malagrotta tenuta su dalle "mance" che il padrone di essa elargiva ai corrotti del Comune? E che ci vuole a condurre la pulizia di Roma, già inesistente, ancora peggio sotto l'amministrazione Marino? Che ci vuole a rendere ancora più evidente che la Metropolitana non fuziona?
Ci sono mille rivoli, mille piccoli potentati, che possono porre ostacoli per fare andare le cose peggio di come sono andate fino ad ora e far sembrare che è tutta colpa di Marino!
Forse l'ho già scritto in qualche post con l'Etichetta Servizi e Cittadino, ma un mio parente ha lavorato in Metropolitana ai tempi di Rutelli e mi raccontava con sconcerto che i binari ed altri meccanismi erano già allora al limite della sicurezza, che i controlli e le segnalazioni venivano ignorati... Chi la gestiva allora, Metroferro S.p.A., lo sapeva, però...
13 anni dopo arriva Ignazio Marino: ed è tutta colpa sua!!
Andiamo! Fa bene a resistere e a mettere il suo partito in imbarazzo, lo farei anch'io, piuttosto che farmi cacciare umiliato e in odore di ignominia in un'Italia ormai marcia fino alle ossa.
Rita Coltellese *** Scrivere: Ignazio Marino: perché mandarlo a casa se non è stato lui?
Era giugno 2015.
Marino, dopo aver scoperchiato la fogna di "Mafia Capitale", aver cercato di mettere in riga l'assenteismo dei Vigili Urbani, aver affrontato le spese esagerate del Campidoglio a fronte di scarso rendimento degli impiegati comunali, avevano iniziato sui media ad attaccarlo dicendo che si doveva dimettere.
Cominciava a dirlo anche il suo partito oltre le opposizioni.
Il Capo del Governo gli mandava a dire di "fare il Sindaco" e se non lo sapeva fare di andare a casa.
Ora Marino ha fatto le sue cretinate, ma a fronte dell'orrendo magna-magna che avveniva nella Capitale e che lui ha affrontato lancia in resta... sono peccati veniali.
Che la campagna mediatica per indurlo alle dimissioni sia stata anche sporca lo dimostra il fatto che realtà stigmatizzate da sentenze sono volutamente taciute: solo pochi hanno pubblicato che la storia degli scontrini di quando era chirurgo non doveva essere come raccontata, se dei giudici gli hanno dato ragione quando ha sporto querela!
Dunque anch'io ho pubblicato: Rita Coltellese *** Scrivere: Ignazio Marino, il Papa, il Sindaco di Philadelphia... scava, scava ecco la verità! Il 30 settembre 2015... Ma perché, come dicevo, Marino ha le sue colpe... Ma ripeto... Sono veniali di fronte all'orrore di un Buzzi, uno che truffava la banca dove lavorava e per questo, venuto in lite con il suo complice, l'ha ucciso a coltellate, un Buzzi che piaceva tanto al PD... Documenti fotografici e fatti alla mano.
Viene dunque il legittimo dubbio che l'inadeguatezza certa di Marino nel fare il Sindaco sia il motivo di facciata per cacciarlo via... e che i motivi VERI siano altri.
Di certo egli ha scoperchiato la fogna, e la fogna mette i bastoni fra le ruote.
E' finita l'illegalità di Malagrotta tenuta su dalle "mance" che il padrone di essa elargiva ai corrotti del Comune? E che ci vuole a condurre la pulizia di Roma, già inesistente, ancora peggio sotto l'amministrazione Marino? Che ci vuole a rendere ancora più evidente che la Metropolitana non fuziona?
Ci sono mille rivoli, mille piccoli potentati, che possono porre ostacoli per fare andare le cose peggio di come sono andate fino ad ora e far sembrare che è tutta colpa di Marino!
Forse l'ho già scritto in qualche post con l'Etichetta Servizi e Cittadino, ma un mio parente ha lavorato in Metropolitana ai tempi di Rutelli e mi raccontava con sconcerto che i binari ed altri meccanismi erano già allora al limite della sicurezza, che i controlli e le segnalazioni venivano ignorati... Chi la gestiva allora, Metroferro S.p.A., lo sapeva, però...
13 anni dopo arriva Ignazio Marino: ed è tutta colpa sua!!
Andiamo! Fa bene a resistere e a mettere il suo partito in imbarazzo, lo farei anch'io, piuttosto che farmi cacciare umiliato e in odore di ignominia in un'Italia ormai marcia fino alle ossa.
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