Delitto di Ancona, fermati i due fidanzati
Il giovane: "Non volevo uccidere"
Ritrovata la pistola calibro 9 utilizzata dal ragazzo, Antonio Tagliata, 18 anni. Era stata gettata in un cassonetto
L'arma ritrovata, quella utilizzata per l'omicidio, era stata gettata in un cassonetto. La ragazza, interrogata nella caserma dei carabinieri di Ancona dal pm dei minori, risulta quindi in stato di fermo con l'accusa di concorso nell'omicidio della madre e nel tentato omicidio del padre, ferito da più colpi di pistola e ricoverato in gravissime condizioni nell'ospedale di Torrette. La giovane, a detta degli inquirenti è apparsa glaciale: nessun pianto, nessuna dichiarazione di pentimento.
Il giovane assassino dice: "Io non volevo".
Dicono sempre così coloro che fanno qualcosa di abnorme.
Però lo hai fatto.
Sei forse 2 persone?
Una che è sfuggita al controllo dell'altra?
Debole tentativo di difesa.
Il giovane assassino dice: "Volevo solo un chiarimento ma lui era aggressivo e ho sparato."
Vai ad un chiarimento armato di pistola?
Come un boss della mala?
Forse c'è un poco di premeditazione: se non chiariamo come voglio io ti sparo.
Chissà come andrà con la magistratura e le leggi che abbiamo. Comunque andrà meglio ai due assassini, colui che ha sparato e la figlia della morta e del quasi morto, che ai due sventurati genitori. Quante cose avrebbero potuto fare nella vita con tutti i soldi che hanno speso per crescere la loro figlia assassina. Quanto del tempo e delle attenzioni a lei dedicate avrebbero potuto spendere per loro stessi. Invece si preoccupavano che a 16 anni pensasse a studiare, per se stessa, per il suo avvenire, e non marinasse la scuola per stare con il suo filarino.
Ai miei tempi a quell'età si poteva avere un "flirt", troppo giovani per storie sentimentali importanti; nemmeno si ufficializzavano i filarini dell'adolescenza. Al momento che arrivava la cosa "seria" ci si fidanzava "in casa", nel senso che si consentiva al ragazzo di venire a conoscere i propri genitori.
Ora è diverso. Libertà assoluta e guai a mettere regole e paletti. Si può anche finire così: uccisi in casa propria.
Sono casi limite, certo, casi che nemmeno gli psicologi o gli psichiatri riescono a capire fino in fondo nella loro patologia.
Ci sono casi in cui figli uccidono i genitori ma le vittime sono in realtà i figli: sono i casi di molestie sessuali, incesto, da parte di genitori mostri, dunque NON genitori.
Ricordo anche altri casi dovuti a cause diverse da questa estrema appena ricordata: ricordo ragazzi che hanno ucciso un genitore per difendere l'altro da botte, percosse continue negli anni, violenze perpetrate davanti ai loro occhi bambini che, ormai quasi adulti, non hanno potuto tollerare più per non essere vigliacchi e perdere anche il rispetto di sé stessi. Questi ragazzi non ritengo neppure che si possano chiamare assassini: sono vittime che si sono trovate in situazioni di violenza insostenibile e si sono dovute difendere o hanno difeso.
Ma, al di fuori delle possibilità sopra esposte, i genitori possono mancare in tante cose ma i sentimenti umani che ci legano a loro mai e poi mai ci armerebbero la mano.
La Graneris accompagnò il fidanzato in casa propria e contro ogni legge non scritta degli umani sentimenti acconsentì che sparasse ai suoi genitori, ai nonni e al fratellino.
Inutile cercare di leggere in tali pozzi neri della mente di chi non ha alcun sentimento naturale...
Maso si procurò addirittura dei complici nei suoi amici, promettendo loro una ricompensa una volta che avesse intascato l'eredità dei suoi genitori. Li aspettarono al rientro dalla Messa e li massacrarono anche con pesanti padelle di ferro che erano lì.. in casa.
Erika De Nardo affondò decine di volte il coltello nelle carni di sua madre che l'aveva portata in quel grembo, l'aveva partorita con dolore, le aveva pulito il sederino dalla cacca, allattata, curata, cresciuta e ora si preoccupava di certe deviazioni che in lei aveva avvertito e si era preoccupata anche di condurla ad una conferenza del famoso Psicologo e divulgatore Paolo Crepet ... Fatto fuori anche il fratellino, dicono con un certo sadismo, per il numero delle coltellate, più di cento, alcune inferte non profondamente per il gusto iniziale di vederlo soffrire e avere paura.. Il suo compare, Omar, dicono che lo aveva plagiato lei... Il padre dell'odierno assassino di Ancona dice la stessa cosa della fidanzata: suo figlio era succube... è lei che gli ha aperta la porta della sua casa...
Era un amore così grande che avevano minacciato di uccidersi... Dice sempre il padre del pistolero di Ancona... Vedremo quanto questo Grande Amore Omicida resisterà al processo: finirà come quello della Graneris e del suo fidanzato, come quello di Erika e Omar... L'Amore è altro.
In questo tragico resoconto non dimentichiamoci la diciassettenne che ha aspettato che la madre, infermiera, si stendesse stanca sul letto e si addormentasse per freddarla con un colpo di pistola alla nuca. Con premeditazione e per motivi di proibizione di uso di PC e cellulare perché trascurava gli studi. Sempre per il suo avvenire, naturalmente, si preoccupava la madre assassinata.
Chissà quante volte da piccola le avrà baciato la manina.. che ora con tanta freddezza le ha puntato l'arma in testa. Per mesi ha finto, inventato una storia come fece Erika nell'immediato: una rapina... fantomatici extracomunitari con accento dell'est, Erika, un uomo alto due metri l'assassina solitaria.
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