Da Bertone 150mila euro al Bambin Gesù
Formalmente sarà una donazione a favore delle cure per 50 bambini affetti da malattie rare, e non una “restituzione”. Fatto sta che il cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato vaticano, ha preso l’impegno di versare all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù la somma di 150mila euro, con l’intento di risarcire a seguito della vicenda delle spese di ristrutturazione del suo appartamento in Vaticano, rivelata dal libro di Emiliano Fittipaldi e assurta ad una delle storie più emblematiche di Vatileaks-2. L’annuncio di questa decisione è stato dato dal presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, durante la visita nella sede del Gianicolo del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, da lui nominata, e che ha avviato un profondo rinnovamento del nosocomio pediatrico insediando tra l’altro un nuovo cda .
" Il Sole 24 Ore "
Peggio di ogni previsione. Tre e mezzo anni fa – quando scoppiò lo scandalo dell’Idi di Roma, l’ospedale dermatologico gestito dalla potente Congregazione dei figli dell’Immacolata - qualcuno azzardava un buco di seicento milioni di euro.
giovedì 1 ottobre 2015
IDI, inchiesta chiusa a marzo 2015 per bancarotta fraudolenta
Da: Il Fatto Quotidiano
Scandalo Idi, pm Roma chiude indagini: 40 indagati e 144 capi di imputazione
Ottocentocinquanta milioni è la cifra indicata nella chiusura dell’inchiesta sulla scandalo romano della sanità cattolica. Il gruppo fu gestito - per i magistrati - da un manipolo di manager abili nel far sparire i soldi che la Regione Lazio erogava con cifre a sei, sette zeri ogni anno
Peggio di ogni previsione. Tre e mezzo anni fa – quando scoppiò lo scandalo dell’Idi di Roma, l’ospedale dermatologico gestito dalla potente Congregazione dei figli dell’Immacolata - qualcuno azzardava un buco di seicento milioni di euro.
giovedì 13 agosto 2015
Preti da salotto...e da finanziamenti
Mentre infuriano le polemiche ed i commenti per le uscite del Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Don Mazzi, prete dei salotti televisivi, ha fatto la sua comparsa nella estiva trasmissione del mattino su RAI 1.
Comunità Exodus, così si chiama la Fondazione creata da questo Prete che si occupa del "recupero" dei drogati, dei carcerati, di chi mal vive in generale. E per farlo chiede soldi a tutti. Allo Stato Italiano per primo, dato che si prende cura di quei carcerati ammessi ad una vita diversa dal carcere: la vita in comunità.
Il conduttore della trasmissione "Uno mattina estate" era molto interessato al delinquente Corona, a lui affidato, ed ha posto al dinamico prete varie domande sul carcerato: quello che faceva le foto compromettenti a personaggi noti per poi ricattarli. Quando stava ancora con la moglie, Nina Moric, almeno in un episodio descritto dalle cronache, la mandava a strusciarsi addosso a qualche personaggio noto per poi fotografarlo e proporgli l'acquisto (costoso) delle foto per farle sparire.
Lo stesso Don Mazzi ospita Lele Mora, parrucchiere sessualmente bivalente che ha dichiarato di aver avuto per amante lo stesso Corona che poi ha introdotto nel mondo dei VIP!
E per riabilitare questa bella crema della società Don Mazzi liscia tutti: in una delle tante trasmissioni a cui partecipa ricordo di aver assistito allibita ad una scenetta in cui egli diceva ad Aldo Busi e alla Marina Ripa di Meana, ex Lante della Rovere, ex per nascita Punturieri, "Siete due belle persone!" Perché? Mi chiesi. Perché gli hanno dato un po' di soldi per la sua fondazione? Dubitai. Un prete che dice a Busi, omosessuale sfrontato e dichiarato, che scrive libri non credo consigliati dalla Chiesa Cattolica, che "è una bella persona?" La Marina Punturieri, titolata per i vari matrimoni successivi, donna spregiudicata fino al punto di farsi fotografare nuda con un toupet sul monte di venere, per il prete è una bella persona.
La morale cattolica è per Don Mazzi, e non solo, un elastico...
Nello scrivere il post di ieri avevo derogato dal mio linguaggio abituale usando il termine "fregnacce" con un poco di disagio: nel sentire Don Mazzi mi è passato del tutto, egli in piena trasmissione ha usato il termine "PUTTANATE"!
Questa è la Nuova (in realtà sempre stata) Chiesa Cattolica.
Una notazione: uno dei Coordinatori di Settore è il nipote di Don Mazzi.
Giovanni Mazzi nipote di Don Mazzi e Collaboratore nella Fondazione Exodus di cui lo zio è Presidente e fondatore
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Lavorando per la Fondazione creata dallo zio ha risolto il problema della ricerca del Lavoro: sistemato!
E meno male che i preti non hanno figli!
...Almeno ufficialmente...
sabato 22 agosto 2015
Qua drento ce sta solo 'nfamità
Da: Il Fatto Quotidiano
Mentre Bergoglio scomunica i mafiosi, alla parrocchia Don Bosco le sfarzose esequie del capoclan accompagnate dalle note del Padrino. La segreteria di Bergoglio: "Scene inedite per noi argentini". Ma le gerarchie scelgono di fare quadrato intorno al parroco: "I manifesti con il boss vestito come il Papa attaccati alla chiesa? Non si è accorto di nulla". Lo stesso luogo di culto era stato negato a Piergiorgio Welby, morto per eutanasia.
domenica 9 agosto 2015
Il Papa ci prende per i fondelli?
Da: Il Secolo XIX
Migranti, Calderoli: «Francesco? Un papa “alla Renzi”»
Il senatore leghista Roberto Calderoli interviene sulla polemica tra Matteo Salvini e il Vaticano in merito all’accoglienza dei migranti. «Io ho voluto conoscerlo all’inizio del suo mandato, perché ero rimasto affascinato da questo Papa che parlava come le persone normali e non dall’alto del Vaticano», premette l’ex ministro delle Riforme in un’intervista ad Affaritaliani.it. «L’ho conosciuto e gli ho parlato brevemente e avevo confermato questo mio innamoramento di questa persona. Però, con il tempo, è un pò venuto meno questa sorta di amore nei suoi confronti». Per quale motivo?
«Mi sembra un pò un Papa alla Renzi. Tutti i giorni una serie di comunicati, di slogan...ci mancano solo le slide e poi è come il segretario del Pd».
Ieri Matteo Salvini aveva dichiarato «Con tutto il dovuto rispetto per Papa Francesco, respingere i clandestini non è un crimine ma, anzi, un dovere di qualunque buon amministratore, cattolico o no». Così il segretario della Lega Nord, al quotidiano online Affaritaliani.it a proposito delle parole del Papa, il quale ha detto che «respingere i migranti è un atto di guerra».
Non voterò mai Lega ma debbo dare loro ragione perché quello che dicono è semplice, ovvio buonsenso.
Il Papa sembra Pangloss, il personaggio del Candide di Voltaire che diceva sempre: "Tutto è bene!" Quando ovviamente non era bene affatto. A proposito del Candide ricordo che vi si descriveva come i gesuiti trattavano gli indigeni in Sudamerica... L'ho letto una trentina di anni fa e non me lo ricordo benissimo... Ma mi sembra che i gesuiti a cavallo e armati di spada tagliassero le teste agli indigeni che non si volevano convertire... La Chiesa ha fatto mea culpa di tutti i suoi crimini passati tramite il Papa polacco che andava a pregare con Pinochet, quindi ha fatto un reset e non vogliamo infierire... Anche se... Anche se... Pregare con un assassino come Pinochet... Bah!
sabato 13 aprile 2013
Ospedali di proprietà delle Congregazioni Religiose Cattoliche, quindi dello Stato Vaticano
IERI
Da: Sky.it
18 Luglio 2011 -
Cal si sarebbe sparato un colpo alla testa nel suo ufficio all'interno dell'istituto con una calibro 38 regolarmente detenuta.
Ad avvisare i soccorritori è stata la sua segretaria che, dopo aver sentito l'esplosione, è entrata nella stanza trovando l'uomo disteso a terra. E' morto poco dopo al pronto soccorso dello stesso ospedale.
L'avvocato: "Era preoccupato" - Prima di togliersi la vita, Cal avrebbe lasciato due lettere. Lo ha affermato il suo avvocato e amico, Rosario Minniti, spiegando che per ora non si conosce il loro contenuto e sarebbero indirizzate una alla moglie Pina e l'altra, probabilmente, alla segretaria.
"Il San Raffaele non è coinvolto in nessuno scandalo di natura finanziaria – ha detto a SkyTG24 il legale – il dottor Cal non è stato mai indagato, ma è stato sentito come persona informata sui fatti".
L'avvocato ha voluto anche precisare che il suo assistito non era preoccupato per l'inchiesta "ma per la situazione del San Raffaele, perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori".
Aperta un'inchiesta - Il pm Maurizio Ascione ha aperto un fascicolo di indagine a modello 45, cioè senza ipotesi di reato né indagati, sul suicidio di Mario Cal. Il pm ha disposto l'autopsia sul suo corpo e ha ordinato agli uomini della polizia scientifica un'ispezione dell'ufficio in cui Cal si è ucciso, con relativi rilievi fotografici; inoltre, sentirà nelle prossime ore come testimoni tutte le persone che potrebbero dare un contributo alle indagini. Sia la lettera alla moglie che quella alla segretaria sono state sequestrate e il pm vuole verificarne l'autenticità.
Il giallo della pistola - La pistola con cui l'ex vice presidente del San Raffaele, Mario Cal, si è ucciso sarebbe stata spostata e infilata in un sacchetto da una persona che deve essere ancora identificata, probabilmente una delle prime ad entrare nella stanza dove l'ex braccio destro di Don Verzè si è ucciso. Per questo il pm di turno Maurizio Ascione ha disposto degli accertamenti per arrivare ad identificare chi, probabilmente in buonafede, ha spostato l'arma senza rendersi conto di aver inquinato la scena del suicidio.
Il buco del San Raffaele e l'audizione di Cal con il pm - Cal si era presentato nei giorni scorsi come testimone davanti al pm Luigi Orsi nell'ambito dell'inchiesta sulla crisi del gruppo ospedaliero e in relazione al buco da quasi un miliardo di euro nei conti dell'istituto di Don Verzè , prima che il Vaticano aggregasse alcuni soggetti economici intorno a un piano di salvataggio .
Settantuno anni, originario di Treviso, Mario Cal aveva per anni affiancato il fondatore dell'ospedale milanese. Storico braccio destro di Don Verzè e vicepresidente della Fondazione San Raffaele, solo venerdì scorso era stata sancita la sua uscita di scena con l'elezione di un nuovo cda per la fondazione e la nomina a vicepresidente di Giuseppe Profiti, presidente del Bambin Gesù di Roma, cui sono passate le deleghe operative per la gestione del gruppo ospedaliero.
OGGI
Da: RAI News 24
Milano, 12-04-2013
Sono circa una quarantina le lettere di licenziamento partite oggi per i lavoratori dell' ospedale San Raffaele di Milano, di cui 20 riguardano dipendenti dell'area amministrativa, e 20 dell'area sanitaria. E' quanto conferma Margherita Napoletano, delegato Usb e membro della rappresentanza sindacale unitaria.
"Tra le circa 40 lettere di licenziamento partite - spiega - una riguarda anche un delegato sindacale. Nelle prossime ore ci riuniremo insieme agli altri colleghi per decidere le iniziative, ma già da ora è stata fissata per lunedì mattina un'assemblea dei lavoratori, e ci attiveremo per avviare la procedura per una nuova data di sciopero".
Stamani invece una delegazione dei sindacati ha incontrato, presso la sede del consiglio regionale, il presidente del consiglio, Raffaele Cattaneo, l'ufficio di presidenza e i capi gruppo. "Abbiamo proposto come Usb e Usi - continua Napoletano - di chiudere la procedura di licenziamento, chiedere l' applicazione del contratto della sanità pubblica a tutto il privato convenzionato, maggiore trasparenza con lapubblicazione di bilanci e stipendi di dirigenti e consulenti. Cattaneo dal canto suo si è impegnato a far riaprire il tavolo della trattativa, mentre la commissione consiliare di sanità ci convocherà per una audizione".
San Raffaele: licenziamenti esito inevitabileL'ospedale San Raffaele "conferma chele lettere di licenziamento rappresentano l'inevitabile esito del mancato accordo con la rappresentanza sindacale unitaria (rsu) e rappresentano oggi uno strumento necessario per affrontare il grave stato di crisi dell'ospedale". E' quanto si legge in una nota. "Purtroppo - prosegue la nota - l'intesa raggiunta con la rsu il 21 gennaio 2013 al ministero del Lavoro e delle politiche sociali - intesa che consentiva, tramite altri strumenti, di evitare i licenziamenti - è stata respinta nel referendum interno con il 55% dei voti, e successivamente la rsu ha anche respinto la mediazione del prefetto di Milano e rifiutato di indire un nuovo referendum come richiesto da una petizione firmata da 919 dipendenti".
"In questo contesto i licenziamenti diventano pertanto necessari secondo la tempistica prevista dalla legge 223 - si conclude - anche se l'amministrazione ospedaliera non esclude che, in presenza di fatti nuovi, l'intera procedura possa essere rivista".
Cattaneo: scriverò una lettera a Maroni e agli assessori competentiSulla situazione dell'ospedale San Raffaele di Milano e delle lettere di licenziamento in arrivo per i primi 40 lavoratori "scriverò una lettera al presidente della Giunta" Roberto Maroni, "e agli assessori competenti, Mantovani e Aprea". Ad annunciarlo è Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale lombardo, in una nota diffusa nelle stesse ore in cui arrivavano le conferme dell'avvio della procedura per una tranche dei 244 licenziamenti annunciati.
Nella missiva, in cui si riassume quanto emerso durante l'incontro con i rappresentanti sindacali dell'ospedale, Cattaneo sottolineerà "la necessità di trovare il modo di riaprire un tavolo di trattativa per trovare una soluzione immediata ad una vicenda critica".
"La tempestiva convocazione dei rappresentati sindacali - spiega - è testimonianza concreta della grande attenzione e della disponibilita' all'ascolto da parte dell'Assemblea regionale lombarda e di tutte le forze politiche. Una disponibilita' che confido i lavoratori possano trovare ora anche nelle altre sedi competenti".
Da: Sky.it
18 Luglio 2011 -
San Raffaele, a Milano suicida il vice di Don Verzè
Mario Cal, storico braccio destro di Don Verzè nella gestione dell’ ospedale San Raffaele , si è suicidato.Cal si sarebbe sparato un colpo alla testa nel suo ufficio all'interno dell'istituto con una calibro 38 regolarmente detenuta.
Ad avvisare i soccorritori è stata la sua segretaria che, dopo aver sentito l'esplosione, è entrata nella stanza trovando l'uomo disteso a terra. E' morto poco dopo al pronto soccorso dello stesso ospedale.
L'avvocato: "Era preoccupato" - Prima di togliersi la vita, Cal avrebbe lasciato due lettere. Lo ha affermato il suo avvocato e amico, Rosario Minniti, spiegando che per ora non si conosce il loro contenuto e sarebbero indirizzate una alla moglie Pina e l'altra, probabilmente, alla segretaria.
"Il San Raffaele non è coinvolto in nessuno scandalo di natura finanziaria – ha detto a SkyTG24 il legale – il dottor Cal non è stato mai indagato, ma è stato sentito come persona informata sui fatti".
L'avvocato ha voluto anche precisare che il suo assistito non era preoccupato per l'inchiesta "ma per la situazione del San Raffaele, perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori".
Aperta un'inchiesta - Il pm Maurizio Ascione ha aperto un fascicolo di indagine a modello 45, cioè senza ipotesi di reato né indagati, sul suicidio di Mario Cal. Il pm ha disposto l'autopsia sul suo corpo e ha ordinato agli uomini della polizia scientifica un'ispezione dell'ufficio in cui Cal si è ucciso, con relativi rilievi fotografici; inoltre, sentirà nelle prossime ore come testimoni tutte le persone che potrebbero dare un contributo alle indagini. Sia la lettera alla moglie che quella alla segretaria sono state sequestrate e il pm vuole verificarne l'autenticità.
Il giallo della pistola - La pistola con cui l'ex vice presidente del San Raffaele, Mario Cal, si è ucciso sarebbe stata spostata e infilata in un sacchetto da una persona che deve essere ancora identificata, probabilmente una delle prime ad entrare nella stanza dove l'ex braccio destro di Don Verzè si è ucciso. Per questo il pm di turno Maurizio Ascione ha disposto degli accertamenti per arrivare ad identificare chi, probabilmente in buonafede, ha spostato l'arma senza rendersi conto di aver inquinato la scena del suicidio.
Il buco del San Raffaele e l'audizione di Cal con il pm - Cal si era presentato nei giorni scorsi come testimone davanti al pm Luigi Orsi nell'ambito dell'inchiesta sulla crisi del gruppo ospedaliero e in relazione al buco da quasi un miliardo di euro nei conti dell'istituto di Don Verzè , prima che il Vaticano aggregasse alcuni soggetti economici intorno a un piano di salvataggio .
Settantuno anni, originario di Treviso, Mario Cal aveva per anni affiancato il fondatore dell'ospedale milanese. Storico braccio destro di Don Verzè e vicepresidente della Fondazione San Raffaele, solo venerdì scorso era stata sancita la sua uscita di scena con l'elezione di un nuovo cda per la fondazione e la nomina a vicepresidente di Giuseppe Profiti, presidente del Bambin Gesù di Roma, cui sono passate le deleghe operative per la gestione del gruppo ospedaliero.
OGGI
Da: RAI News 24
Milano, 12-04-2013
Sono circa una quarantina le lettere di licenziamento partite oggi per i lavoratori dell' ospedale San Raffaele di Milano, di cui 20 riguardano dipendenti dell'area amministrativa, e 20 dell'area sanitaria. E' quanto conferma Margherita Napoletano, delegato Usb e membro della rappresentanza sindacale unitaria.
"Tra le circa 40 lettere di licenziamento partite - spiega - una riguarda anche un delegato sindacale. Nelle prossime ore ci riuniremo insieme agli altri colleghi per decidere le iniziative, ma già da ora è stata fissata per lunedì mattina un'assemblea dei lavoratori, e ci attiveremo per avviare la procedura per una nuova data di sciopero".
Stamani invece una delegazione dei sindacati ha incontrato, presso la sede del consiglio regionale, il presidente del consiglio, Raffaele Cattaneo, l'ufficio di presidenza e i capi gruppo. "Abbiamo proposto come Usb e Usi - continua Napoletano - di chiudere la procedura di licenziamento, chiedere l' applicazione del contratto della sanità pubblica a tutto il privato convenzionato, maggiore trasparenza con lapubblicazione di bilanci e stipendi di dirigenti e consulenti. Cattaneo dal canto suo si è impegnato a far riaprire il tavolo della trattativa, mentre la commissione consiliare di sanità ci convocherà per una audizione".
San Raffaele: licenziamenti esito inevitabileL'ospedale San Raffaele "conferma chele lettere di licenziamento rappresentano l'inevitabile esito del mancato accordo con la rappresentanza sindacale unitaria (rsu) e rappresentano oggi uno strumento necessario per affrontare il grave stato di crisi dell'ospedale". E' quanto si legge in una nota. "Purtroppo - prosegue la nota - l'intesa raggiunta con la rsu il 21 gennaio 2013 al ministero del Lavoro e delle politiche sociali - intesa che consentiva, tramite altri strumenti, di evitare i licenziamenti - è stata respinta nel referendum interno con il 55% dei voti, e successivamente la rsu ha anche respinto la mediazione del prefetto di Milano e rifiutato di indire un nuovo referendum come richiesto da una petizione firmata da 919 dipendenti".
"In questo contesto i licenziamenti diventano pertanto necessari secondo la tempistica prevista dalla legge 223 - si conclude - anche se l'amministrazione ospedaliera non esclude che, in presenza di fatti nuovi, l'intera procedura possa essere rivista".
Cattaneo: scriverò una lettera a Maroni e agli assessori competentiSulla situazione dell'ospedale San Raffaele di Milano e delle lettere di licenziamento in arrivo per i primi 40 lavoratori "scriverò una lettera al presidente della Giunta" Roberto Maroni, "e agli assessori competenti, Mantovani e Aprea". Ad annunciarlo è Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale lombardo, in una nota diffusa nelle stesse ore in cui arrivavano le conferme dell'avvio della procedura per una tranche dei 244 licenziamenti annunciati.
Nella missiva, in cui si riassume quanto emerso durante l'incontro con i rappresentanti sindacali dell'ospedale, Cattaneo sottolineerà "la necessità di trovare il modo di riaprire un tavolo di trattativa per trovare una soluzione immediata ad una vicenda critica".
"La tempestiva convocazione dei rappresentati sindacali - spiega - è testimonianza concreta della grande attenzione e della disponibilita' all'ascolto da parte dell'Assemblea regionale lombarda e di tutte le forze politiche. Una disponibilita' che confido i lavoratori possano trovare ora anche nelle altre sedi competenti".
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Il 20 settembre 1870 ci siamo presa Roma ma non ci siamo liberati degli interessi economici del Vaticano che incassa sempre e non paga mai.
Gli Ospedali di proprietà dello Stato Vaticano, gestiti e amministrati dalle Congregazioni Religiose, agiscono dentro il nostro Stato Italia godendo di molte agevolazioni e privilegi e, quando fanno i buchi, quando i soldi spariscono, a loro gli incassi e a noi, Stato Italiano, le perdite.
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