“l’ambito di svolgimento delle funzioni mediche nella
dedotta fattispecie è tutt’affatto diverso, non essendosi trovato
Marinferm Augusta a dovere accertare in capo a Melchiorre
Danilo Giuffrida le condizioni psicofisiche per il rilascio della
patente di guida bensì, ben diversamente, a verificare lo stato di
idoneità condizionante l’avviamento alla leva militare, l’esito
dei cui accertamenti avrebbe dovuto essere limitato, dunque,
alle sole procedure di reclutamento. E tale è la ragione per la
quale va ulteriormente sanzionato di illiceità il comportamento
del Ministero della Difesa, laddove è venuto a ‘trattare’ i
dati afferenti all’identità sessuale del Giuffrida in assenza di
qualsivoglia patologia ed in mancanza di specifica disposizione di
legge autorizzativa”.
In ordine al secondo dei Ministeri convenuti, la Corte
ritiene che questi abbia pure violato la legge sulla privacy “per
avere utilizzato, nello specifico, i dati acquisiti da Marinferm
Augusta senza verificare la legittimità delle informazioni assunte,
per tal via disponendo la convocazione di Melchiorre Danilo
Giuffrida innanzi alla Commissione Medica per la verifica delle
condizioni psicofisiche di idoneità alla guida”
Dal sito: www.cinziaricci.it
Intanto la notizia ha fatto il giro del mondo e il giovane omosessuale di Catania ha finalmente raccontato per filo e per segno i retroscena di una storia, strana quanto fantasiosa, che ha inizio cinque anni addietro presso l'ospedale militare di Taranto dove il "marinaio" Giuffrida, in visita di leva, fu ritenuto abile alle armi. All'epoca dei fatti il giovane lavorava presso una multinazionale americana ed era l'unico, in famiglia, ad avere un reddito accertato. Ai fini di un eventuale esonero ex art.100 per i lavoratori monoreddito, il giovane gay si ripresentò a visita presso la struttura sanitaria militare di Augusta dove ebbe a dichiararsi palesemente omosessuale agli ufficiali medici di turno. Una volta terminati i controlli il giovane catanese sarebbe stato costretto a rimanere per ben nove ore all'interno dell'infermeria del centro clinico senza un apparente motivo plausibile: «Mi dissero che avrei dovuto produrre una tessera di appartenenza all'Arcigay prima di dichiararmi omosessuale - ha affermato Danilo Giuffrida nel corso di una conferenza stampa al fianco dell'avv. Lipera - e che non avrei avuto vita facile, tra una risatina e l'altra. Una psichiatra, scherzando, ha pure tentato di farmi gli occhi dolci. Alla fine di quell'orribile giornata mi vidi consegnare un biglietto sul quale era trascritta la mia "turba" dell'identità sessuale. Una sorta di marchio d'infamia che mi avrebbe provocato, di lì a poco, una serie di guai seri».
Dopo alcune settimane e non si sa per quale prassi d'ufficio, l'ente militare trasmise gli atti sanitari del giovane gay alla Motorizzazione civile di Catania che, ai sensi dell'art 128 del DL n. 285/92, disponeva di fatto la revisione della patente di guida rilevando la sussistenza di dubbi sull'idoneità psico-fisica della recluta Danilo Melchiorre Giuffrida che, in buona sostanza, avrebbe dovuto fare a meno di auto e moto. Ma non solo: «Sul referto dell'ospedale si accertavano turbe psicofisiche sulla scorta del mio status di gay - aggiunge Danilo - in parole povere niente patente perché omosessuale. Questa faccenda mi ha procurato danno esistenziale e umiliazione. Andrò sino in fondo, sono sicuro di ottenere giustizia e lotto per tutti gli omosex».
Oggi abbiamo appreso dai telegiornali che questo grazioso giovane, Melchiorre (bellissimo nome della tradizione siciliana del Teatro dei Pupi), ha subito un affronto a dir poco talebano in Italia, da parte di una burocrazia fuori di testa e che ora avrà il GIUSTO risarcimento dai Ministeri coinvolti in questa storia illegale alla massima potenza.
Questo vuol dire, però, che detti Ministeri pagheranno il risarcimento con i soliti soldi di Pantalone: noi tutti contribuenti assolutamente innocenti!
BASTA!! E' danno erariale e i Ministeri, entità astratte, hanno un nome ed un cognome nelle persone che hanno firmato detti folli provvedimenti!
DEBBONO PAGARE COSTORO, non noi tutti con le nostre tasse che siamo assolutamente dalla parte della vittima di tanta burocratica follia!!
Un sistema che rimedia ai propri errori facendo pagare i danni che provoca alla comunità dei contribuenti è un sistema non solo antidemocratico, ma incorreggibile!!
Le teste folli che hanno messo la loro firma sugli atti conseguenziali che hanno portato a questo obbrobrio, giustamente sanzionato dalla Suprema Corte di Cassazione, debbono essere perseguite per DANNO ERARIALE, SONO LORO CHE DEBBONO PAGARE!
Quando si esamina una pratica e si applicano insensatamente ed erroneamente delle regole, e la Legge ha accertato che così è stato fino a procurare un danno al giovane Melchiorre, ci si assume la Responsabilità dell'Atto Amministrativo civilmente e penalmente.
Si perseguano coloro che hanno firmato tali atti e che restituiscano ai contribuenti i soldi dovuti per il risarcimento a Melchiorre.