Vanessa Marzullo: "Io e Greta torneremo in Siria. Siamo state fortunate. Su di noi solo fango"
Non ho nessun altro senso di colpa se non quello di avere fatto preoccupare le persone che mi vogliono bene e, ovviamente, anche l'Italia. Abbiamo ringraziato lo Stato, senza il cui intervento non sarei qui in questo momento". Vanessa Marzullo, una delle due volontarie italiane rapite e liberate in Siria, parla così a Repubblica per la prima volta dalla liberazione.
Autoprotezione e vergogna - "In questi due mesi è come se mi fossi riparata dentro un guscio - racconta: - da una parte è stato istinto di autoprotezione. Dall'altra anche un po' di vergogna", ma "non come la intendono tutti quelli che ci hanno buttato addosso palate di fango". "La vergogna che intendo è un'altra. È andare in giro e vedere che uno ti guarda in faccia con l'aria di chi pensa: 'Eccola, adesso è qua. Beata e tranquilla. Ma se non c'era lo Stato che pagava... Se non c'eravamo noi cittadini che pagavamo...'. È una sensazione difficile da spiegare". "Se per vergogna si intende imbarazzo per quello che abbiamo fatto, io non mi vergogno di niente. Anzi, ne vado fiera".
Vanessa parla della sua esperienza con l'altra cooperante, Greta Ramelli. "Siamo andate in Siria da volontarie con il progetto per il quale abbiamo lavorato per quasi tre anni: 'Assistenza sanitaria in Siria'". Non vai "con l'Onu a portare aiuti. Non funziona così". "Non era il primo viaggio in Siria e non sarà l'ultimo", promette. I cinque mesi nelle mani dei rapitori sono stati difficili ma "siamo state trattate bene", sottolinea, "mai subito abusi né violenze. Né ricevuto direttamente minacce di morte. Siamo state fortunate. Credo ci sia molta differenza tra come vengono trattati gli uomini e le donne".
23 marzo 2015
L'arroganza di queste due continua, nessuna presa di coscienza in queste parole, nessuna umiltà! Nessuna presa di coscienza del danno economico arrecato al Paese. La colpa è del nostro governo che per la facciata eccede a proteggere, a spese dei contribuenti, anche chi non doveva essere tirato fuori dal buco dove si era messo. Queste due non erano dei poveri tecnici che stavano in terra straniera a lavorare per vivere, né giornalisti che sono i nostri occhi sulle realtà più pericolose ed amare: queste due sono due arroganti che dovevano essere lasciate lì. Ricordo a tutti che piagnucolavano dicendo di essere in pericolo di vita, per poi dire appena liberate che erano state trattate bene e che non era stato fatto loro alcun male! Liberate a suon di cifre che servivano per le nostre scuole come il pane, visto che manca l'essenziale, per i nostri ospedali, dove per risparmiare chiudono i reparti, per cose necessarie! Dopo che hanno fatto in modo che il governo italiano finanziasse una fazione di assassini in Siria loro ci ritornano!
Ma ci potevano rimanere! Con grande nostro risparmio!
Fango? Si permettono pure di dire che sono state infangate?! Vergogna! Ma per vergognarsi bisogna avere coscienza di cosa si è e di cosa si è fatto!
Vivessero come gli pare ma non a spese di chi impoverisce a causa dell'alta tassazione!