Bulli a scuola, sospesa intera classe:
faranno volontariato in un ospizio
di Mauro Favaro
TREVISO - Sfidavano i professori con atteggiamenti da bulli, li prendevano in giro e ultimamente erano arrivati addirittura a schernirne uno facendo il verso di alcuni animali. Sono questi i comportamenti decisamente sopra le righe che hanno spinto il Cerletti di Conegliano a sospendere per una settimana un'intera classe del percorso professionale. La punizione, però, non prevede che i ragazzi restino a casa beccandosi un votaccio in condotta.Niente note o rapporti: la scuola enologica ha pensato che fosse molto più utile spedirli a fare lavori socialmente utili all'interno della Casa di riposo Fenzi, sempre a Conegliano.
Visto il comportamento irrispettoso e a tratti umiliante tenuto nei confronti degli insegnanti, il 6 in condotta non glielo toglierebbe nessuno. E questo a giugno prefigura una sola conclusione: la bocciatura. Ma il consiglio dei docenti ha scelto di dare loro un'altra possibilità. Stavolta non tra i banchi della scuola, ma nella Casa di riposo della città. Qui, se si comporteranno bene assistendo gli anziani e seguendo le indicazioni del personale, potranno recuperare un paio di voti fino a risalire all'8 in condotta. Minimo sindacale per chiunque voglia puntare alla promozione.
Piuttosto che affibbiare una punizione fine a se stessa, hanno pensato al Cerletti, meglio attivare un percorso educativo. Una scelta decisamente rara. E soprattutto non prevista. Tanto che per procedere, la scuola ha dovuto chiedere il consenso ai genitori. Ma nessuno ha sollevato problemi. Anzi. A differenza di quanto è accaduto in altri istituti, le famiglie si sono subito dette d'accordo con la punizione dal risvolto educativo. Così da domani e per tutta la prossima settimana i ragazzi, divisi in gruppi di quattro, andranno ogni giorno a prestare servizio nella struttura di viale Spellanzon.
Accompagnati dagli operatori della Fenzi, assisteranno gli anziani facendo loro compagnia e impegnandosi se necessario nelle pulizie o in altre piccole mansioni. Non è la prima volta che il Cerletti decide punizioni educative. Due anni fa una quarta era stata mandata a lavorare per una settimana nell'azienda agraria dell'istituto. Qual era stata all’epoca la colpa dei ragazzi? Aver organizzato nello spogliatoio un Harlem shake, un ballo di gruppo, registrandolo con un telefonino e caricando poi il video su YouTube, in barba all'insegnante che li stava aspettando in palestra. Mai si era arrivati a spedire una classe in blocco in casa di riposo. A quanto pare, però, i lavori socialmente utili funzionano molto meglio delle sospensioni.
Una scelta rara ma che è la vera strada per raddrizzare le schiene storte e dovrebbe essere non solo più frequente ma usata più spesso anche per piccoli reati, oggi depenalizzati grazie ad un Decreto Legge del Governo Renzi, da cui dissento.
Sperando che non diventi definitivamente Legge, nel frattempo i Giudici potrebbero dare pene educative visto che le carcerarie per il momento non ci sono più: qualche Giudice in passato ha dato pene di questo tipo, ma purtroppo raramente, perché raro è il buonsenso. Ad esempio a degli imbrattatori di treni, cartelli stradali, palazzi, monumenti è stato dato l'onere di ripulire le brutte scritte come quelle da loro fatte. Nulla di più educativo far capire la fatica ed il tempo che ci vogliono per pulire quello che con una bomboletta spray si fa in poco tempo e poca fatica. Se prendesse piede io aggiungerei la pena pecuniaria, nel senso che i puniti debbono provvedere di tasca propria all'acquisto dei prodotti necessari per la ripulitura. D'altra parte se hanno i soldi per comperare la vernice spray...
Certo è più difficile inventarsi una pena educativa, ad esempio, per l'incesto, che il Decreto Renzi ha infilato fra i reati depenalizzati...
Da: Il Giornale.it
Primi effetti della depenalizzazione dei reati: falsa identità non punibile
La dichiarazione di falsa identità è punibile con 5 anni di carcere. Ma il tribunale di Belluno non procede. Ecco i primi effetti della depenalizzazione
La dichiarazione di falsa identità è punibile con 5 anni di carcere. Ma il tribunale di Belluno non procede. Ecco i primi effetti della depenalizzazione
Un reato che verrebbe punito con la reclusione in carcere per cinque anni, ma che il decreto 28/2015 spazza via con un colpo di spugna.
La nuova legge sulla depenalizzazione cancella i reati puniti fino a cinque anni di carcere a patto che il giudice decreti che il fatto è tenue e la condotta non è abituale. Come ricordaItaliaOggi, "trattandosi di norme favorevoli al reo, le disposizioni con il nuovo beneficio sono applicabili anche ai reati commessi anteriormente all'entrata in vigore". Così ne ha potuto beneficiare una persona che nel 2012 ha mentito sulla propria identità e sulla data di nascita al solo fine di prendere in giro i carabinieri che lo avevano fermato in stato di ebbrezza.
La difesa è stata molto brava a far passare il fatto, inizialmente rubricato come falsa attestazione a un pubblico ufficiale, per false dichiarazioni sulle identità. "Le indagini sono partite per un fatto più grave - fa notare ancora ItaliaOggi - ma si è riusciti a rientrare nel livello soglia (cinque anni) attraverso una interpretazione giuridica della vicenda". Tanto che il gip di Belluno ha deciso per la non punibilità del reato dopo aver valutato la tenuità del fatto. E questo è solo il primo effetto della legge che depenalizza i reati più "tenui".
domenica 4 gennaio 2015
Trovo aberrante che per sfoltire i processi si dia la libertà di delinquere.
Se poi è stato fatto anche per sfoltire le carceri le strade, per il Governo che a me piacerebbe, dovevano essere altre:
protocolli d' intesa con i Paesi come la Romania, la Bulgaria, la Tunisia, il Marocco ecc. in modo che i loro cittadini che affollano le nostre carceri possano andare a scontare la pena nelle patrie galere.
Non mi sembra un impegno difficile per il Governo e sicuramente più popolare della vergognosa depenalizzazione dei reati che tenui non lo sono affatto.