mercoledì 22 aprile 2015

Renzi sull'immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani

Da: VocenuovaTV

22/04/15 Naufragi, Renzi alla Camera: ''basta sciacallaggio politico''

ROMA. Durante il suo intervento alla Camera, il premier Matteo Renzi ha chiesto alla politica italiana di farefronte comune per combattere il fenomeno degli immigrati. "Permettetemi un sorriso amaro: quando sento in tv 'dobbiamo scoraggiare le partenze', si sappia che non si fa con una dichiarazione nel talk show ma con l'alto commissariato dell'Onu in Sudan e Niger ed evitando di inseguire la demagogia come sta facendo larga parte opposizione.
C'è un limite allo sciacallaggio". "Combattere i trafficanti di uomini significa combattere gli schiavisti del ventunesimo secolo", ha proseguito. "Non è solo una questione di sicurezza o di terrorismo, ma di dignità umana. La storia ha già conosciuto un momento in cui si prendevano uomini e si infilavano nei barconi e ciò che sta avvenendo ora con la compravendita di uomini è esattamente una forma di moderno schiavismo". "E' importante - ha sottolineato - che le procedure di asilo siano gestite con un team europeo e dai ministri degli esteri e possano essere patrimonio non solo di un paese ma di tutti".


A fronte dell'indegno sciacallaggio politico delle opposizioni contro il Governo Renzi, usando questo esodo tragico dall'Africa, ma non solo, verso questa piccola Italia, risponde con parole sagge e costruttivi propositi Matteo Renzi.
Non soltanto dalla Libia, dall'Etiopia. dalla Somalia, dal Sudan, dall'Uganda e da altri Paesi africani arrivano orde disperate traghettate dai negrieri, ma anche dal Bangladesh, dalla Siria... Come si fa a dire assurdità come quelle dette dalle opposizioni alla Camera. Per loro questo dramma è solo una scusa per dare addosso al Governo senza dimostrare una collaborazione costruttiva.
E' uno spettacolo di vero squallore.
Se veramente si sentisse la necessità di aiutare a fronteggiare questo fenomeno epocale non ci si limiterebbe a vomitare critiche su Renzi, ma si cercherebbe tutti insieme di collaborare superando gli interessi di parte.
Invece si vola basso. Ho sentito critiche per aver abbandonato "Mare Nostrum", quando si sa che per coinvolgere l'Europa non si poteva fare altro: il risultato è "Triton". Se funziona meno bene della missione solo italiana non è certo colpa di Renzi. Non doveva secondo questi soloni costringere l'Europa ad assumersi le sue responsabilità? Doveva l'Italia fronteggiare tutto questo da sola?
E' assurdo.
In mezzo a questa canea di assurdità ne ho letto una più assurda di tutte le altre: Adriano Celentano, che se si limitava solo a cantare e recitare mi piacerebbe ancora, ha sparato sul suo blog una scemenza in più. Suggerisce a Renzi di "farsi scafista giusto": andare a prendere i poveri disperati con le navi e portarli tutti qui! Secondo lui il Mondo a questo punto sarebbe costretto a muoversi!
Non so in che mondo vive il molleggiato, perché non gliene fregherebbe niente a nessuno e ci direbbero "Ve li siete presi e mò ve li tenete!"

Italia matrigna dei suoi figli

Il recentissimo episodio della nave portoghese entrata in collisione con la carretta del mare dei trafficanti di esseri umani, affondando circa 900 persone, ha fatto tornare alla memoria analogo fatto avvenuto nel 1997 in Adriatico fra una corvetta della nostra Marina Militare e una barca di criminali che traghettavano disperati albanesi verso le nostre coste.

Da: Wikipedia
La Katër i Radës[era stata rubata al porto di Saranda da gruppi criminali che gestivano il traffico di immigrati clandestini.6] Partì da Valona nel pomeriggio del 28 marzo 1997 carica di profughi che cercavano di raggiungere le coste italiane, per fuggire dall'Albania in preda all'anarchia.[7] Sulla piccola imbarcazione, progettata per 9 membri dell'equipaggio,[8] avevano trovato invece posto verosimilmente 142 persone.
Alle 17:15 fu avvistata dalla fregata Zeffiro,[10] impegnata nell'operazione Bandiere Bianche, nome in codice con cui era nota l'operazione di blocco navale realizzata per limitare gli sbarchi delle cosiddette carrette del mare provenienti dalle costealbanesi. La Zeffiro intimò alla Katër i Radës di invertire la rotta, ma la nave albanese proseguì.[1]
Quindici minuti più tardi la nave viene presa in consegna dalla corvetta Sibilla, più piccola ed agile, che si occupò di effettuare le manovre di allontanamento, avvicinandosi in cerchi sempre più stretti alla Katër i Radës.[10]
Alle 18:45 avvenne l'urto;[8] alle 19:03 la nave affondò.[10] Secondo i giudici la colpa era da dividere tra i comandanti delle due imbarcazioni: sia la sentenza di primo grado, giunta nel 2005, che quella di secondo grado, del 2011, hanno stabilito che il comandante della Katër i Radës aveva effettuato delle manovre scorrette, non ascoltando le intimazioni, mentre la corvetta italiana cercava energicamente di impedire il passaggio. La condanna per Namik Xhaferi, alla guida della nave albanese, fu a quattro anni di carcere, poi ridotti in appello a tre anni e dieci mesi; quella per Fabrizio Laudadio, comandante della Sibilla, ammontava a tre anni, poi ridotti a due anni e quattro mesi.[1] Il relitto della nave, recuperato, è diventato a Otranto un monumento ad opera dell'artista greco Costas Varotsos.[3]
Il 26 gennaio 2000 è stata presentata alla Camera, l'interpellanza parlamentare (2-02197) a firma Nardini, Giordano,Vendola, Mantovani, De Cesaris per chiedere al Presidente del Consiglio e al Ministro della Difesa di riferire in merito al "verbale della testimonianza del capitano di corvetta Angelo Luca Fusco i cui contenuti – se confermati – indicano una grave responsabilità dei vertici militari e politici nell'affondamento della nave albanese".[11] In una puntata della trasmissione televisiva Ballarò di qualche anno fa, viene riportata una dichiarazione di Romano Prodi, all'epoca dei fatti Presidente del Consiglio: "La sorveglianza dell'immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire".
La corvetta Sibilla




Triste genìa questa italica: a differenza di altri popoli è sempre pronta a dare addosso ai propri connazionali, come e più di chi italiano non è.
Basta confrontare questi due episodi per capire il basso autolesionismo italico.
Come ricordano le cronache riportate sopra, il Governo italiano di allora aveva cercato di difendere le coste italiane dall'invasione degli albanesi attuando un blocco navale, dunque i comandanti delle unità navali interessate cercavano di attuare il blocco ubbidendo agli ordini. Come si legge il processo ha acclarato che chi comandava il traghetto illegale non ha obbedito all'alt facendo manovre che, contrastate come doveva essere dalla corvetta italiana, hanno portato all'urto.
Fa vergogna all'Italia leggere che la condanna del povero Comandante della corvetta, che faceva il suo dovere, è stata di poco inferiore a quella del criminale che aveva caricato 142 persone su una carretta abilitata per 9 e che non si era fermato all'alt intimatogli dall'Autorità italiana avente giurisdizione su quelle acque.
E' avvilente questo ingiusto trattamento che l'Italia riserva alle sue persone migliori, anche quando fanno il proprio dovere contro chi infrange regole e leggi con irresponsabile protervia.
Mi viene da scrivere che questa è la psicologia dei vigliacchi: piegarsi vilmente alle critiche ingiuste dei cani che abbaiano e per questo mettere sullo stesso piano chi agisce secondo le regole e chi le infrange.
All'epoca ci fu una invereconda campagna di stampa contro il povero Comandante della Corvetta italiana.
Oggi, invece, la colpa è tutta dei criminali che conducevano la carretta proveniente dall'Africa: la nave è portoghese e dunque nessuno la incolpa di incaute manovre e di concausa!!!