domenica 10 maggio 2015

Continua la follia masochistica

Da:rainews.it

ITALIA IL MINISTRO IMMIGRAZIONE, ALFANO AI COMUNI: "FATE LAVORARE GRATIS I MIGRANTI" Alle Regioni che dicono 'no' a nuovi arrivi il ministro spiegherà che deve esserci una "distribuzione equa" tra i paesi europei ma anche all'interno dell'Italia. Migliore: "Ok lavori socialmente utili, ma non gratis"

07 maggio 2015 "Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicare una nostra circolare che permette di far lavorare gratis i migranti", lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al termine della Conferenza Unificata. "Invece di farli stare lì a non far nulla - ha aggiunto - che li facciano lavorare". "Equa distribuzione tra tutti i Paesi dell'Europa e tra tutti i paesi dell'Italia: mi sembrano due principi sui quali nessuno possa essere contrario", ha poi aggiunto il ministro spiegando che sarà questo che risponderà alle Regioni che non vogliono ulteriori arrivi di profughi e immigrati. "Dobbiamo poi lavorare in Europa - ha concluso Alfano - per la protezione umanitaria: è una sfida che consentirebbe di fare andare negli altri Paesi europei coloro che sono beneficiari di protezione umanitaria".  "I lavori socialmente utili costituiscono un percorso di integrazione importante per i richiedenti asilo - replica Gennaro Migliore (Pd), presidente della commissione d'inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattamento dei migranti -. Il ministro Alfano indica, dunque, una pratica da applicare, ma deve essere chiaro che i migranti non possono esse utilizzati come manovalanza gratuita, perché al loro lavoro deve esse data dignità".

Da: QPA - Quotidiano Pubblica Amministrazione


MINISTERO DELL'INTERNO

Immigrazione, semplificate le procedure di ingresso e soggiorno


La norma riguarda specificamente l’ingresso in Italia di lavoratori stranieri altamente qualificati che intendano svolgere prestazioni lavorative retribuite per conto o sotto la direzione o il coordinamento di una persona giuridica e che siano in possesso di determinati requisiti.



Se quelli che la pensano come me hanno ragione o torto ce lo dirà il futuro.
Intanto l'Italia, afflitta da complessi atavici, cerca masochisticamente di risolvere il problema dell'invasione pacifica degli immigrati clandestini inserendoli nel nostro esiguo territorio ovunque e, in particolare, nelle zone e nei territori più densamente popolati.
Esistono paesi del preappennino e dell'Appennino, che attraversa la penisola da nord a sud, come sanno anche gli scolaretti che studiano la geografia dell'Italia, che sono spopolati dall'interna emigrazione.
La gente ha lasciato le campagne di questi luoghi, dove per generazioni tante famiglie italiane hanno trovato sostentamento dalla terra, per urbanizzarsi e diventare da contadini operai, operatori del terziario ed altro.
Perché, volendo perseguire questa politica di spargimento degli immigrati clandestini per tutta l'Italia, non si è tenuto conto delle zone agricole dove la densità abitativa è più bassa? 
Perché tenerli mantenuti in tutto a giocare a pallone passando il tempo?
Se un Ministro dice una cosa giusta, che tanta gente nel parlare e commentare con banale buonsenso dice da tempo, ecco che salta fuori l'uomo del PD, Migliore, che sentenzia "che no, se lavorano debbono essere pagati".
Migliore parla per demagogia, la peggiore della cosiddetta sinistra attuale, in quanto queste persone, che a nessun titolo vengono inserite e mantenute con le tasse degli Italiani giacché non dovrebbero essere qui ma nei loro Paesi d'origine, sono già sfamate, alloggiate, ripulite e curate appunto con soldi italiani. Dunque è dar loro dignità se impiegati in un lavoro qualsiasi: ad esempio nel ripulire i giardini, le strade e tutto ciò che i Servizi di raccolta rifiuti dei comuni non arrivano a fare o non sanno fare.
Penso al comune dove vivo, in cui nemmeno pagando circa 500 euro l'anno per la TARI riesco a vedere le strade senza immondizia sparsa, per non parlare dei boschi in cui invicili italiani gettano di tutto e né l'Ente Parco dei Castelli Romani (essendo i boschi inseriti in tale perimetro), né la Guardia Forestale, né la Comunità Montana riescono a tenere in decorosa cura, pur percependo i nostri soldi per il loro mantenimento...
Dunque un aiuto da chi dobbiamo mantenere dopo averli strappati alla morte mi sembra ovvio, ripeto, dandogli dignità con la possibilità di rendersi utili e non solo mantenuti.
"Ma non gratis" è un'affermazione infelice oltre che falsa: giacché nessun italiano viene sfamato, alloggiato, ripulito e curato gratis, mentre loro, gli immigrati clandestini si. Dunque se lavorano non è certo gratis. Gli si da la possibilità di guadagnarsi tutto quello che fino ad ora, invece, è stato dato loro gratis!
Spiace doversi trovare d'accordo con un rappresentante della Lega che stamane ad Omnibus su La7 diceva che "altri hanno fatto la guerra alla Libia per i loro interessi "e i cocci restano a noi"".
Tanta gente, dal pensiero politico più diverso, dice la stessa cosa: gli immigrati clandestini costituiscono un affare e non solo per i criminali traghettatori, ma per le varie organizzazioni "senza fini di lucro" ma che dragano soldi pubblici, per gli appalti per gli alloggi ecc. ecc. ecc...
Segno che non di demagogia si tratta ma della verità che, per quanto si voglia mascherarla, è sotto gli occhi di tutti.

Ed ora passiamo alla notizia che: "lavoratori stranieri altamente qualificati che intendano svolgere prestazioni lavorative retribuite" ecc. ecc..
Se non è masochismo è follia.
Ne abbiamo bisogno?
Allora se ne abbiamo bisogno perché i giovani italiani altamente qualificati che intendono svolgere prestazioni lavorative retribuite non trovano lavoro?
Giorni fa parlavo con una umile e laboriosa signora che mi parlava del figlio 23enne, diplomato e specializzato, e di un amico di lui laureato in lingue, disoccupati. Provo dolore ogni volta che sento parlare di questo argomento e provo a dire parole di incoraggiamento: "Perché non provano all'estero?"
Risposta della saggia e umile donna: "All'estero quelli che vanno li mettono a consegnare le pizze.. E' successo a tanti che conosco.. Allora giustamente mio figlio ed il suo amico dicono "se devo consegnare le pizze allora lo faccio a casa mia in Italia"."
Ecco. Domanda a chi ha queste geniali trovate tipo Migliore del PD e a chi pensa di dare lavoro a "stranieri altamente qualificati": MA ALLORA IL LAVORO DA DARE C'E'???

Università: nulla cambia

Da: Il Messaggero Veneto

Lite fra docenti all'Università di Udine, arrivano i carabinieri

Al dipartimento di Ingegneria civile. Il consiglio non delibera la candidatura a ordinario di Sandro Fabbro
UDINE. I docenti litigano, arrivano i carabinieri. La “zuffa” è scoppiata al dipartimento di Ingegneria civile e Architettura dell’Università di Udine.
Una nuova diatriba tra docenti che questa volta si conclusa con tanto di chiamata alle forze dell’ordine.
Dopo la polemica della professoressa di Progettazione, Paola Gennaro (la docente che non è stata confermata all’ateneo udinese), ad alzare la voce ci ha pensato il collega Sandro Fabbro, alla guida del corso di Urbanistica.
Cosa è avvenuto di così grave per richiedere l'intervento delle forze dell'ordine?
Il consiglio di dipartimento, con una delibera, ha ritirato, dopo un anno, la candidatura a professore ordinario – quindi una promozione – di Fabbro, per spostare le risorse a disposizione su un bando per ricercatori.
La delibera è «letta, approvata e sottoscritta seduta stante», e per questo la professoressa Gennaro, presente alla discussione, chiede che le sia consegnata. «Mi hanno risposto – spiega Gennaro – che l’atto non me lo potevano dare perché non era pronto –. Ma come è possibile? Decido di aspettare finché non ho la delibera nelle mie mani: voglio leggere con i miei occhi quanto annunciato».
La resistenza passiva della professoressa – racconta – «è una dimostrazione di solidarietà nei confronti del collega Fabbro, vittima, come me, del sistema».
Il direttore del dipartimento, Gaetano Russo («Non ho intenzione di parlare fino al termine della procedura», queste le sue parole), ritenendo la situazione inaccettabile, chiama i carabinieri.
Sandro Fabbro, unico a Udine con l'abilitazione nazionale a professore ordinario nell’area culturale dell'Ingegneria Civile e Architettura, commenta con un filo di amarezza: «Chiamare i carabinieri è stato un colpo di teatro inutile. Il passaggio di carriera non è una questione economica, è più un gesto onorifico, per quello che ho fatto per l'Università e per il territorio di tutta la regione».
Il professore considera la delibera di ieri «un modo per impedire lo sviluppo di un'area culturale di fondamentale importanza e per rendere più manovrabile il Dipartimento». E definisce «inconsistenti» le motivazioni portate a supporto del ritiro della sua candidatura: «In termini di punti in organico, un ricercatore pesa sull’ateneo due volte di più (0,7) di quanto costo io (0,3)».
Infine, non nasconde il suo stato d’animo: «Mi sento umiliato. Questo è l'ultimo atto di un piano di sottomissione del “Dica”, che punta a fagocitarlo e omologarlo all'interno delle strutture gestite dal rettore».
Gennaro, la cui convenzione con l'ateneo friulano è stata recentemente risolta, e Fabbro, si autodefiniscono «persone scomode, che altri vogliono far fuori».
Sulla strategia futura sono perfettamente d'accordo: «Vedremo con gli avvocati se impugnare la delibera». A quanto pare quello di ieri non è stato l’ultimo atto.
Nulla cambia nelle italiche Università, dove il merito conta poco e niente, dipendendo tutto e soltanto "se ti vogliono o non ti vogliono".
Questo vuol dire interessi sottaciuti vestiti di ipocrite motivazioni, accordi fra professori ordinari che misurano il loro potere, favori scambiati fra loro con contrattazioni che, se ascoltate, non sono diverse da quelle fra mercanti, con la differenza che i mercanti sono migliori avendo come scopo precipuo la compravendita e il guadagno, dunque tutto pulito e trasparente, e non già la vita e l'ingegno umano che, con codesto inamovibile sistema, viene sempre umiliato.