giovedì 14 maggio 2015

Il migliore amico dell'uomo

Da: ANSA.it

Cane veglia padrone morto, muore di fame

Nel Bolognese. L'uomo sarebbe morto per cause naturali

BOLOGNA, 14 MAG - Ha vegliato il padrone, ed è morta con lui. Penelope, Pinscher nano di 10 anni, è stata trovata ieri accanto al corpo di un pensionato 82enne di Imola, nel Bolognese, deceduto nel suo appartamento. A trovarli due parenti dell'uomo, avvertiti da una vicina, preoccupata di non vederli da alcuni giorni. Erano sul letto, morti. Dagli accertamenti l'uomo sarebbe morto per cause naturali e Penelope lo avrebbe vegliato per giorni senza abbaiare, fino a morire, probabilmente di fame.

Lettera di Matteo Renzi agli insegnanti

Gentilissime e gentilissimi insegnanti,
 
oggi per la prima volta dopo undici trimestri il PIL italiano torna a crescere. È un risultato di cui dovremmo essere felici, dopo anni di recessione. Ma personalmente credo non basti questo dato: l'unica strada per riportare l'Italia a crescere è investire sulla scuola, sulla cultura, sull'educazione. Non ci basta una percentuale del PIL, ci serve restituire prestigio e rispetto alla scuola.
 
Stiamo provando a farlo ma purtroppo le polemiche, le tensioni, gli scontri verbali sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare. Utilizzo questa email allora per arrivare a ciascuno di voi e rendere ragione della nostra speranza: vogliamo restituire centralità all'educazione e prestigio sociale all'educatore. Vogliamo che il posto dove studiano i nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa. Vogliamo smetterla con i tagli per investire più risorse sulla scuola. In una parola, vogliamo cambiare rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di tagli si mettono più soldi sulla scuola pubblica italiana.
 
L'Italia non sarà mai una superpotenza demografica o militare. Ma è già una potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo lavorando sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della ricerca, sull'innovazione tecnologica. Ma la scuola è il punto di partenza di tutto. Ecco perché crediamo nel disegno di legge che abbiamo presentato e vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi.
 
Intendiamoci. Non pensiamo di avere la verità in tasca e questa proposta non è “prendere o lasciare”. Siamo pronti a confrontarci. La Buona Scuola non la inventa il Governo: la buona scuola c'è già. Siete voi. O meglio: siete molti tra voi, non tutti voi. Il nostro compito non è fare l'ennesima riforma, ma metterci più soldi, spenderli meglio e garantire la qualità educativa.
 
Per questo con il progetto La Buona Scuola:
 
I.              Assumiamo oltre centomila precari. Ovviamente chi non rientra nell'elenco si lamenta, quelli del TFA non condividono l'inclusione degli idonei del 2012, quelli della GAE chiedono di capire i tempi, quelli del PAS fanno sentire la propria voce. Tutto legittimo e comprensibile. Ma dopo anni di precariato, questa è la più grande assunzione mai fatta da un Governo della Repubblica. E non è vero che ce l'ha imposta la Corte di Giustizia: basta leggere quella sentenza per capire che la Corte non ci ha certo imposto questo.
 
II.            Bandiamo un concorso per altri 60 mila posti il prossimo anno. Messa la parola fine alle graduatorie a esaurimento si entra nella scuola per concorso. Ma i concorsi vanno fatti, non solo promessi. Altrimenti si riparte da capo.
 
III.           Mettiamo circa quattro miliardi sull'edilizia scolastica. Ancora non sono sufficienti a fare tutto, ma sono un bel passo in avanti, grazie anche all'operazione Mutui BEI che vale circa 940 milioni di euro. Costruire una Buona Scuola passa anche dai controsoffitti e dagli infissi, non solo dalle previsioni normative. É il più grande investimento in edilizia scolastica mai fatto da un Governo della Repubblica.
 
IV.          Diamo più soldi agli insegnanti. Ci sono 40 milioni di euro per la vostra formazione. A questi si devono aggiungere 500 euro netti a testa per la Carta del Professore: musica, libri, teatro, corsi per pagare ciò che ritenete utile per aiutarvi nella vostra crescita culturale. E ci sono 200 milioni di euro per il merito. Possiamo discutere sui criteri con cui applicare il merito, ma questi soldi non possono essere dati in parti uguali a tutti.
 
V.           Attuiamo l'autonomia. Dopo anni di ritardi completiamo il disegno dell'autonomia attribuendo libertà educativa e progettuale alle singole scuole e impedendo alle circolari ministeriali di governare in modo centralistico gli istituti. Si rafforzano responsabilità (e conseguenti valutazioni) del dirigente scolastico che non è certo uno sceriffo ma un primus inter pares dentro la comunità educativa.
 
VI.          Realizziamo la vera alternanza scuola-lavoro. Abbiamo il 44% di disoccupazione giovanile e un preoccupante tasso di dispersione scolastica. Segno evidente che le cose non funzionano. Replichiamo le esperienze di quei Paesi come Germania, Austria e Svizzera che già sono presenti sul territorio nazionale in Alto Adige con il sistema duale, puntando a un maggior coinvolgimento dei ragazzi nelle aziende e ad un rafforzamento delle loro competenze.
 
VII.         Educhiamo cittadini, non solo lavoratori. L’emergenza disoccupazione giovanile va combattuta. Ma compito della Buona Scuola non è solo formare lavoratori: è innanzitutto educare cittadini consapevoli. Per questo reintroduciamo spazio per la musica, la storia, l’arte, lo sport. E valorizziamo la formazione umanista e scientifica.
 
VIII.       Affidiamo a deleghe legislative settori chiave. Ci sono temi su cui da decenni si aspetta un provvedimento organico e che finalmente stanno nelle deleghe previste dal testo. In particolar modo un maggiore investimento sulla scuola 0-6 e gli asili nido, sulla semplificazione normativa, sul diritto allo studio, sulla formazione iniziale e l’accesso al ruolo degli insegnanti.
 
Ho letto tante email, appassionate, deluse, propositive, critiche. Mi hanno aiutato a riflettere, vi sono grato. Leggerò le Vostre risposte se avrete tempo e voglia di confrontarvi. Da subito posso fare chiarezza su alcune voci false circolate in queste settimane:
 
-       Le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di Istituto;
 
-       I giorni di vacanza non si toccano:
 
-       Nessuno può essere licenziato dopo tre anni;
 
-       Il preside non può chiamare la sua amica/amico, ma sceglie tra vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto.
 
         
 
C'è un Paese, l'Italia, che sta ripartendo. Con tutti i nostri limiti abbiamo l'occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli. Sciuparla sarebbe un errore. Conosco per esperienza di padre, di marito, di studente l'orgoglio che vi anima, la tenacia che vi sorregge, la professionalità che vi caratterizza. Mentre scrivo sul computer scorrono nella mente i volti e i nomi dei professori che mi hanno accompagnato come credo accada spesso a ciascuno di voi: le storie di chi all'elementare Rodari, alla media Papini, al Liceo Dante si è preso cura della formazione mia e dei miei compagni di classe. Un professore collabora alla creazione della libertà di una persona: è veramente una grande responsabilità. Vi chiedo di fare ancora di più: darci una mano a restituire speranza al nostro Paese, discutendo nel merito del futuro della nostra scuola. Il nostro progetto non è “prendere o lasciare” e siamo pronti a discutere. Ma facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. L'Italia è più forte anche delle nostre paure.
 
 
 
Aspetto le Vostre considerazioni.
 
Intanto, buon lavoro in queste settimane conclusive dell'anno scolastico.
 
Molto cordialmente,
 
 
 
Matteo Renzi

Ancora sulla Scuola: confusione e sottile intimidazione

La Repubblica scrive:

Non sparate sulla scuola. Renzi l'innovatore non può diventare un normalizzatore

Conviene prendere sul serio il disagio della scuola. Che unisce maestri, professori e studenti di ogni ordine e di ogni grado. Dal Nord a Sud passando per il Centro. Conviene fare attenzione al malessere che alita forte sulla scuola. Nella scuola. Nonostante tutto. Anche se - sostiene il governo, per prima la ministra Giannini, che è una "professoressa" - i professori, i maestri e gli studenti non hanno capito o non hanno letto, se non in modo superficiale, il testo della riforma. Che contribuirà a regolarizzare molti precari. Molti supplenti a tempo pieno. E renderà più efficiente e manageriale tutto il sistema.

Ma se insegnanti e studenti non hanno capito, se non ci credono:  è anche, anzitutto, un problema del governo. Di "questo" governo, in particolare. Perché la scuola non è un settore come gli altri. È il crocevia delle generazioni. Il passaggio fra integrazione e cambiamento. Fra tradizione e innovazione. Fra genitori e figli. Non per caso dispone di un consenso molto elevato. Nonostante tutto.

Se salta il rapporto con la scuola, si perde anche la confidenza con i giovani. E con i genitori. Con i luoghi della ricerca e della cultura. Non con settori di nicchia: ma di massa. Che, per  questo, rischiano di "contaminare" e deteriorare in fretta il clima d'opinione. Se lo può permettere il governo guidato da Renzi? L'innovatore ipercinetico? Il rottamatore, che ha messo in un angolo la classe politica del PD, vecchia ma anche, solo, adulta? Pierluigi Bersani, Massimo D'Alema, Rosy Bindi, ma anche Enrico Letta? Liquidati in fretta e senza troppi problemi  -  un colpo e via.

Può, l'innovatore, il rottamatore, il giovane: entrare in guerra con i giovani? Con gli studenti? Che, per definizione, annunciano il futuro? Dubito. Nonostante l'incomprensione degli studenti e dei professori  -  che boicottando i test di autovalutazione Invalsi boicottano se stessi. E al di là dei contrasti con i sindacati, Renzi non può diventare il "nemico della scuola". Non solo perché, incidentalmente, la scuola offre una base elettorale fedele alla Sinistra e al Centrosinistra. Da sempre. Anche quando il vento di destra soffiava forte. Renzi non può chiudere il mondo della scuola in un recinto, farne un "nemico". Non gli conviene. Per ragioni estetiche, oltre che di interesse e di strategia. Per non invecchiare all'improvviso. Colpito da un "coup de vieillesse".

D'altronde, la Scuola, gli insegnanti, i professori chiedono, anzitutto e soprattutto: riconoscimento. Status. Dopo essere stati spinti, per molto tempo, ai margini. Poche risorse, pochi investimenti, poca attenzione. Se non ottenessero, dal governo e dal PD, l'attenzione che chiedono, la otterrebbero - comunque: la cercheranno - "contro". È già avvenuto in passato. È nella tradizione della Scuola: coltivare lo spirito dell'alternativa. In un Paese dove l'alternativa sembra essere una parola fuori moda. Meglio non coltivarla. Meglio (o peggio): fomentarla. All'Innovatore non conviene: indossare gli abiti e la maschera del Normalizzatore. Venire sospinto nel passato.

La Repubblica ammonisce il Presidente del Consiglio, lo avverte...
Secondo chi scrive, ma non c'è firma, Matteo Renzi deve ascoltare la "piazza" anche se, riporta, la Ministra Giannini dice che insegnanti, studenti e bidelli (personale ATA) non hanno capito bene la Legge.
In effetti credo che non l'abbiano capita bene davvero e, spinti dalla demagogia dei sindacati, attaccano. Mi stupisco che non scioperino i Presidi, soffocati di incombenze: già non più comode guide della didattica ma veri e propri Manager della struttura scolastica, con la Riforma si ritrovano gravati anche del recepimento degli insegnanti... Senza più il valido aiuto del Vicepreside. Bisogna entrare nella quotidianeità di questo lavoro per scoprire di quante e quali responsabilità sono gravate le figure dei Presidi e scoprire, anche, quanto molti, troppi insegnanti siano totalmente digiuni sul piano legislativo-normativo e, a volte, anche sul piano dell'equilibrio che si richiede a chi deve essere una guida adulta e cosciente dei giovani, non solo sul piano culturale.
In questo articolo l'insinuazione è evidente: Renzi si è dichiarato innovatore.. ma stia attento a non diventare invece normalizzatore!
Parola che per la sinistra è un'accusa!! Dunque questo articolo è un monito!
Io dico che se Renzi riesce, nonostante gli attacchi, a rendere NORMALE la Scuola io lo voterò a vita, qualsiasi sia il partito nel quale deciderà di stare!
Ma cosa ha fatto di buono negli ultimi decenni la sinistra per la Scuola?
Si è inventata i "Decreti delegati", mi pare si chiamino così, che sono diventati una sequela di interminabili riunioni in cui si parla di aria fritta, in cui massaie che non hanno nulla da fare passano ore a parlare, parlare, parlare del nulla, in cui uomini, evidentemente liberi da impegni lavorativi pressanti e pesanti, si dilungano su argomenti infinitesimali cercando di far valere il loro piccolo potere di "rappresentante" di classe per i genitori... Ho vissuto queste interminabili riunioni  come genitore e raramente ho assistito a discussioni e relative decisioni che apportassero qualcosa di utile e costruttivo per l'andamento della Scuola, piuttosto ho visto stupide ripicche e impedimenti, critiche pretestuose e non risolutive, giacché i Presidi potevano fare ben poco.

I Fatti sono questi

Piaccia o non piaccia i Fatti sono concreti visibili ed accertabili, ma a molti che gestiscono trasmissioni televisive in RAI o su La7 non piacciono, e allora cercano di interpretarli come se fossero opere letterarie e non Fatti puri e semplici.
Nell'interpretarli si servono di opinionisti i più svariati, sperando che quello che dicono possa influenzare chi si ferma a guardare la trasmissione da loro condotta, oppure usano la tecnica dell'irrisione usando comici così orientati che non fanno ridere più, giacché la comicità, come si sa, è un'arte vera e spontanea che mette in risalto quanto di falso, dunque ridicolo, c'è nei comportamenti umani. L'opinionista protervo di solito viene coadiuvato dal conduttore per dimostrare la propria tesi e sempre c'è qualcuno invitato per essere "messo in mezzo", cioè per fare la parte di colui che è portatore del pensiero da aborrire come assolutamente sbagliato, anche se quello non porta che semplici Fatti.

I Fatti, in questo nostro momento storico che sarà ricordato dai posteri, sono semplicemente questi:
dai Paesi Africani, ma non solo, anche dai Paesi dell'Est Europa e dai Paesi Asiatici, noi, un Paese di circa 300.000 Kmq. di territorio, in gran parte montuoso, importiamo esseri umani non richiesti, che non ci servono ma dobbiamo mantenere nonostante i soldi, i Fatti lo dicono, scarseggino tanto da dover effettuare tagli al nostro Sistema Sanitario Nazionale, alle nostre pensioni e a tanto altro mentre le Scuole in atavica incuria cadono a pezzi.

Come possa dunque un Crozza, coadiuvato dal conduttore di Ballarò che gli fa da spalla, deridere il Ministro Alfano che incita i Sindaci, costretti all'accoglienza degli immigrati clandestini, a utilizzarli in un qualsiasi lavoro per guadagnarsi quello che viene dato loro gratis, è un mistero della logica che puzza di sciocca demagogia e, mentre irride a tale saggia ed ovvia determinazione, arriva a dire che il Ministro è un negriero che vuole far lavorare "gli schiavi". La gente in studio ride e batte le mani... La deformazione della realtà è riuscita!

L'estremizzazione di un concetto serve a dimostrarne la debolezza, dunque dico, a chi ride senza pensare, che hanno ragione Crozza e Floris, che va benissimo!! Facciamo stare questi poveracci che arrivano in questo Paese, ormai senza frontiere, tutto il giorno a bighellonare senza far niente, a giocare a pallone, tanto mangiano, hanno un letto, un riparo, chi pulisce tutto e se stanno male chi li cura! E' giusto!

Sanitari del nostro SSN da anni hanno registrato che la Tbc, quasi scomparsa in Italia, è tornata prepotentemente, portata dall'immigrazione di gente indebolita dagli stenti e dalla mancanza di cure dei Paesi dell'Est ex-comunista. Sono Fatti. A chi non piace questa realtà la potrà negare, ma chi lavora da anni negli ospedali lo sa. Il fenomeno è stato evidente già anni fa proprio negli Ospedali Italiani del Nord Est.

Dall'Africa importiamo il virus Ebola, la cui cura, dei fortunatamente scarsi casi, ci costa un botto di soldi. Sono Fatti: basta vedere l'imponente apparato militare e sanitario che viene messo in campo per scongiurare l'orribile epidemia.
Il materiale umano proveniente dall'Africa più profonda, senza cure e misure igieniche civili, ha portato la scabbia.
Sanno i commentatori televisivi cosa è la scabbia, altrimenti chiamata rogna?
Basta chiederlo ad un medico: è un acaro, un parassita che si incunea sotto la pelle e  La femmina scava dei cunicoli nell’epidermide nei quali depone ogni giorno 1-3 uova, morendo dopo 1-2 mesi; alla nascita dei nuovi acari, questi creano a loro volta dei cunicoli. 
Certo i sofisticati giornalisti televisivi non si troveranno mai compressi dentro un treno sporco e sovraffollato di pendolari!! Costretti ad una promiscuità forzata! Oppure dentro una Metropolitana nelle ore di punta, o su un autobus idem...
Dunque che gliene frega!

Infine c'è il fantasma, nonché complesso atavico, del fascismo!
Sempre richiamato per soffocare qualsiasi riflessione di buonsenso e SENSO DELLA REALTA' di chi si ferma ai FATTI.
Chi scrive, l'ho detto più volte, è stata cresciuta da un padre che parlava del fascismo come "della rovina dell'Italia", di Mussolini come di un pazzo, indicando a prova di ciò i suoi atteggiamenti grotteschi sul balconcino di Piazza Venezia, raccontando con rabbiosa frustrazione quando le camice nere gli strapparono i documenti perché non aveva la tessera del Partito Fascista e per questo lo mandarono a dormire una notte "al tavolaccio", raccontando con rabbia e desolazione di quando era stato costretto a partire per "una guerra di aggressione" non condivisa in nulla, avendone la salute rovinata per sempre...
Dunque non mi si può accusare di essere fascista se dico che mi sono rotta le scatole di questo sventolio di fascismo per chiudere la bocca alla REALTA' e al BUONSENSO.
Il fascismo ci portò alla rovina e questi sinistroidi da salotto ma non da vita vissuta vogliono portarci ad un'altra rovina e ci riusciranno se non avremo un Governo, sia pure attaccato da costoro, che sappia guardare in faccia alla realtà dei FATTI.