Roma, bomba salari sui conti del Comune. Il Tesoro: ha speso 360 milioni di troppo
In Campidoglio erano in molti a temere che la doccia fredda sul salario decentrato sarebbe arrivata, prima o poi. Ma il momento storico, tra le inchieste su Mafia Capitale e gli attriti con il Governo, è il peggiore possibile per affrontare un'altra crisi, che questa volta coinvolgerebbe i 23 mila dipendenti del Comune di Roma. Il ministero dell'Economia, in sostanza, punta il dito sulla gestione delle voci extra dello stipendio pagate da Roma Capitale ai lavoratori prima della riforma del sistema, voluta proprio dal sindaco Ignazio Marino e venuta alla luce la scorsa estate. Ma negli anni tra il 2008 e il 2013, durante l'amministrazione di centrodestra, i bonus “a pioggia” ai dipendenti comunali sarebbero stati «indebitamente erogati», per oltre 360 milioni complessivi.Da: Roma fa schifo - http://www.romafaschifo.com
3 dicembre 2014
Ecco perché Mafia Capitale non sorprende neppure un po' i lettori di Roma fa Schifo. Tutto già detto e scritto nero su bianco anche nei dettagli. Ora si cambi profondamente.
Dopo aver letto carte e documentazioni dell'inchiesta Mondo di Mezzo che ha finalmente fatto emergere in maniera chiara l'esistenza di una Mafia Capitale diversa e aggiuntiva rispetto alla Cosa Nostra siciliana, alla 'Ndrangheta calabrese, alla Sacra Corona Unita pugliese ed alla Camorra campana, forse è opportuno riguardare con occhi nuovi le recenti e meno recenti polemiche che hanno visto protagonista il nostro blog.
A partire dall'articolo più letto di sempre di Roma fa Schifo. Quell'articolo che, secondo alcuni, "difendeva" il sindaco dagli attacchi che stava subendo a causa di una Panda rossa di cui qualcuno si era dimenticato di rinnovare tempestivamente un permesso scaduto. Gli attacchi sono stati assai più velenosi (da parte sia di figure politiche che di cittadinanza comune) di quelli che da ieri sta subendo l'ex sindaco Alemanno, in fondo solo indagato per associazione mafiosa...
Il fatto è che in quell'articolo c'era già tutto, 20 giorni prima. Ma proprio tutto tutto, c'era per fino il nome dell'operazione, chiamata dalla procura "Mondo di Mezzo" e da noi preconizzata con "Demi Monde", che è la stessa cosa ma in francese. Rileggiamo un istante la premessa di quel lungo articolo che comunque trovate qui.
Davvero voi siete tra quelli che pensano che il sindaco stia rischiando di saltare in aria per una questione di Fiat Panda rosse o di multe prese in automatico per una dimenticanza sul rinnovo del permesso? Mapperfavore! Marino è sulla graticola per un motivo molto diverso, ovvero perché con il suo modo di fare (manco si capisce se lo fa di proposito o se procede a casaccio) si è posto completamente al di fuori dei meccanismi criminali, mafiosi, consociativi e di corruttela che reggono Roma da decenni e ai quali ogni sindaco, nolente ma soprattutto volente, ha dovuto adeguarsi. Meccanismi che muovono un sacco di consenso e un sacco di denaro sottraendolo all'erario pubblico ed ai servizi per direzionarlo nelle tasche giuste. Il sindaco è al di fuori di queste logiche, non le conosce, magari non le combatte neppure, ma le ignora e questo è ancor più pericoloso per il sistema di potere che lo sostiene e che, assieme alla destra in una finta alternanza ed in una finta dialettica maggioranza-opposizione, ha spolpato la capitale del paese in un modo riprovevole e senza raffronti in altre città europee e occidentali. Ecco una decina di elementi che segnano una grande discontinuità tra Marino e i suoi predecessori. Si tratta dei veri motivi per cui il PD, con un'operazione di comunicazione anche piuttosto rozza (avete fatto caso come si parla dei problemi di Roma, gli stessi da decenni ma oggi presenti in tutte le trasmissioni tv? Avete fatto caso ai raffazzonati editoriali di Repubblica e Corriere?), sta mettendo all'angolo il sindaco per ricattarlo, per imporgli di smetterla, per intimargli di interrompere lo sbullonamento del sistema economico che garantisce in vita il demi monde che ha ucciso la città, per metterlo sotto tutela e per far sì che non continui a intralciare chi vuole continuare a fare affari illecitamente su quel che resta di una città.
Avete letto? Siamo al 18 novembre e già si parlava di tutti i temi che sono stati di questo blog per 6 anni. La mafia romana, la criminalità trasversale della destra e della sinistra, la macchina del fango per umiliare chi non si piega. C'era in filigrana il riferimento ad "ogni sindaco" (e infatti l'inchiesta ha interessato anche la Giunta Veltroni), c'era il concetto di "finta alternanza" tra le due parti politiche che si sono divisa e scarnificata la città da quarant'anni a questa parte. Insomma c'era tutto. Fino ad arrivare al "sistema economico che garantisce il demi monde (il Mondo di Mezzo che poi è apparso in tutta la sua allucinante chiarezza dopo 20 giorni da questo scritto) che ha ucciso la città". Insomma Giuseppe Pignatone ci deve pagare la Siae, ma gliela abbuoniamo perché lo amiamo e stiamo preparando un monumento, una piazza, una strada e un parco da intitolare - il più tardi possibile - a l'uomo che ha deciso di stappare il Porto delle Nebbie, il Tribunale più mafioso d'Italia. È proprio per questo che questo articolo (centinaia di migliaia di visualizzazioni, una cosa impressionante) ha dato fastidio moltissimo. Chissà quanti tra gli arrestati e gli indagati lo hanno letto: loro sono alcune decine, certo, ma tutto quello che gli gira intorno e che non entra nelle carte della Procura è assai più grosso: per ogni persona c'è il suo entourage, il suo cerchio magico, i suoi familiari.
Vi basta? Per me non debbo aggiungere altro.