Da: RAINews.it
Funerali Casamonica. Gabrielli: "Informazioni c'erano ma non ai vertici"
24 AGOSTO 2015 "Seppure in maniera indiretta le informazioni c'erano. Ma come ho scritto nell'informativa al ministro, non hanno raggiunto i vertici delle strutture che potevano assumere comportamenti", a dirlo è il prefetto di Roma Franco Gabrielli riguardo ai funerali show di Vittorio Casamonica del 20 agosto. Il prefetto cita l'articolo 27 del Testo Unico delle leggi sulla pubblica sicurezza per cui "il questore può vietare che il trasporto funebre avvenga in forma solenne ovvero può determinare speciali cautele a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini"
Continuano "a fa' ride".
A cosa servono "i vertici" se non sanno quello che gli succede intorno?
Non è una giustificazione: è un'ammissione di colpa.
Perché prendono bei soldi essendo "vertici"? Per stare inerti ad aspettare che qualcuno li informi?
Non per attuare con la loro testa un sistema di controllo assumendosene la responsabilità?
Faranno volare come al solito "gli stracci"? Come i bravi poliziotti che, dopo aver filmato (si immagina con intelligenti e faticosi appostamenti) i Casamonica mentre spacciavano, se li sono visti di nuovo a spasso in base a Leggi e Norme che forse sarebbe il caso di cambiare?
I politici che non le cambiano sono complici dei delinquenti, i magistrati che le applicano sempre in favore dei delinquenti sono il braccio di questo sistema.
Scrivete relazioni e con questo ve la cavate?
lunedì 24 agosto 2015
Racconti di Condominio - Condominio mancato
Condominio mancato
Il costruttore disse a tutti gli
acquirenti che lui non aveva costituito il Condominio.
"Queste poche strade interne che avete in comune non hanno bisogno
di grande cura. Basta che qualcuno di voi con un po' di buona volontà si
diverta a curare la siepe..."
L'idea di non dover pagare anche
il condominio oltre al Consorzio di primo acchito piacque un poco a tutti.
All'inizio ognuno puliva il
tratto di strada davanti al proprio cancello e, non tutti, anche lungo il
proprio muro di cinta... Poi a qualcuno cominciarono a venire in mente delle
novità, ne parlarono fra loro quelli che avevano fatto comunella, poi lo
comunicarono anche agli altri, ma non tutti furono d'accordo. Allora si resero
conto che forse costituirsi in condominio aveva un senso: si poteva mettere ai
voti. Ma il condominio non c'era e nessuno si prendeva la briga di costituirlo.
Il Sig. Buzzurro, che aveva avuto
l'idea di costituire un senso unico per le auto all'interno del piccolo
comprensorio ed aveva trovato l'adesione del Sig. Poverelli e del Sig. Bestìa,
cominciò ad inalberarsi con la Sig.ra
Rompini perché si opponeva a tale idea e minacciò di
costituire il condominio.
"Io sono ignorante ma so che basta uno solo che prende
l'iniziativa!"
"Lo faccia pure." Gli rispose quella.
Ma quello se ne guardò bene.
Dato che era prepotente e affatto
rispettoso delle regole, costruì con i suoi alleati dei dossi artificiali lungo
le strade di proprietà comune: assolutamente non segnalati e fuori da ogni
regola di legge. Ci si inciampava e, senza alcuna luce, al buio c'era il
rischio di cadere.
Pur non esistendo un qualsivoglia
regolamento di condominio, sugli Atti di Acquisto era specificato che gli spazi
di proprietà comune erano adibiti al libero parcheggio, senza specifici posti
auto e vietati ai giochi dei bambini.
Il Sig. Buzzurro, come il
Poverelli e il Bestìa avevano bambini che lasciavano sciamare urlanti ad ogni
ora per le strade comuni. Inoltre il Sig. Buzzurro, il Poverelli e il Bestìa ritenevano che gli spazi vicino a
casa loro erano esclusivi parcheggi delle loro auto. Se trovavano auto parcheggiate vicino ai loro cancelli le rigavano con la chiave e anche peggio. Di quello che era scritto nei
rogiti notarili a loro non interessava nulla.
Qualcuno, più civile, come il
Sig. Caporali e il Sig. Urbani si dettero da fare per costituire il condominio,
in modo da darsi delle regole.
Cominciavano a capire perché il
Codice Civile impone che, se si è almeno in 4 proprietari ad avere proprietà
comuni, bisogna costituirsi in condominio. Capivano pure che il costruttore era
stato un furbastro a non costituirlo, giacché ora il costo ricadeva su tutti
loro. Bisognava pagare un professionista che stilasse una tabella millesimale e
un Regolamento a norma di Legge. Dopo aver messo insieme un po' di carte i due
volenterosi capirono che non sarebbero riusciti in niente data l'opposizione
passiva di Poverelli, di Bestìa e di Buzzurro, che pure l'aveva minacciato
quando voleva imporre il senso unico.
Ormai tutto era fermo e nessuno
si spingeva fino a dover ricorrere al Tribunale, frenato dalla spesa non
indifferente. Persino la Sig.ra Rompini ,
pur tentata, si disse: "Ma chi me lo
fa fare?" E desistette.
Intanto tutto degradava. La siepe
in alcuni punti era seccata, la rete di confine mal messa, erbacce ovunque
(tranne che lungo il muro della Rompini che puliva puntigliosamente). L'insieme non aveva più un aspetto signorile
come all'inizio.
Purtroppo il senso del bene
comune in Italia scarseggia e dunque scarseggia il senso civico.
La triade Poverelli, Bestìa e
Buzzurro, ad esempio, rappresentava la percentuale di frustrati ottusi e
prepotenti che si ritrova in ogni consesso umano italico. Essi erano convinti
che solo il loro pensiero fosse giusto e che dunque chiunque vi si opponeva era
un nemico.
In particolare l'avevano con la
signora Rompini con la sua arietta civile e precisa che sapeva opporre i suoi
dinieghi corroborandoli di citazioni legali.
Ai tre non importava nulla che
sui loro rogiti fosse scritto che i bambini non potevano giocare negli spazi
comuni, adibiti a libero parcheggio, ma erano arrabbiati perché non avevano
potuto istituire il senso unico, che nelle carte non esisteva, fuori da ogni
logica essendo le strade strette e, qualora qualcuno avesse dovuto scaricare la spesa
o ricevere la consegna di qualcosa, tutto si sarebbe bloccato, potendo
le auto camminare solo in un senso. Stante le cose come le aveva lasciate il
costruttore si poteva almeno tornare indietro, girando l'auto, ed uscire dalla
seconda uscita del condominio mancato.
Il piccolo agglomerato di 24
proprietari fuori legge, rispetto a quanto stabilito dal Codice Civile, era
inserito in un Consorzio che comprendeva strade, spazi verdi e fornitura di
acqua di pozzo.
Dal rendiconto annuale
cominciarono ad apparire mancanze di pagamento delle spese consortili proprio
da parte dei prepotenti che volevano imporre agli altri le loro idee, senza
peraltro rispettare quel poco di regole scritte sui rogiti.
Un vicino del Poverelli era fra
quelli con il debito più alto. Ciò nonostante, vedendo un'auto parcheggiata
vicino casa sua, ebbe l'ardire di mettere sul cruscotto un biglietto in cui
reclamava il posto auto come se fosse suo. La macchina era di una dei
proprietari del condominio mancato che pagava regolarmente il Consorzio e grande
fu la sua meraviglia di fronte a tanta sfacciataggine. Ne seguì una breve
discussione in cui la moglie dell'insolvente si scusò dicendo che non sapeva di
chi fosse l'auto ma che comunque era abitudine che ciascuno la mettesse vicino
casa propria.
"E se il posto vicino casa mia è occupato da altri?"
"Beh, certo allora... Me dispiace che lei se sia
mortificata."
"Mortificata? Cosa vuol dire? Nessuno mi ha mortificato, né mi
sento tale, semplicemente sono meravigliata!"
La moglie dell'insolvente era una
donnetta che usava un linguaggio diverso da colei con la quale stava
discutendo, laureata ed insegnante, dunque esse davano alle parole significati
diversi, come ai gesti. Non vi è nulla di più incomunicabile della distanza
culturale e di mentalità.
Ma questa si sentiva e la parte
frustrata e prepotente del condominio mancato iniziò a mettere in atto azioni
di disturbo nei riguardi della parte più civile. Anche questo avviene sempre, è
un fenomeno sociologico a cui nemmeno un regolamento di condominio ed un
amministratore possono mettere argine e rimedio.
Buzzurro si intratteneva fino a
mezzanotte ed oltre parlando nel suo giardinetto con i suoi parenti disturbando
il sonno dei vicini con la sua voce gutturale. Di giorno. seguendo forse
consuetudini paesane, un suo parente mise un tavolinetto nella stretta strada
comune e attrezzò un gioco a carte come all'osteria.
I pavidi, anche questa è una
genìa presente in tutti i consessi umani, trovavano tale allestimento da
osteria paesana subito dopo una curva, ma non dicevano niente scorrendo con
l'auto piano piano.
Eppure sarebbe stato logico far
presente che Buzzurro aveva un giardinetto e non si capisce perché mai dovesse
occupare uno spazio comune in tal modo.
Per contro la signora Rompini che
era ostinata, a differenza di suo marito che scaricava le cose lontano dal
proprio cancello facendo avanti ed indietro con il punto in cui aveva
parcheggiato l'auto, si fermava tranquillamente a scaricare la spesa e se
qualcuno non capiva da solo che doveva fare retromarcia e passare dalla parte
opposta, essendoci una seconda uscita e senso di marcia doppio, lo guardava con
finta meraviglia e gli diceva: "Sto
scaricando non vede? Le conviene passare dall'altra parte, altrimenti deve
aspettare!"
Ma un giorno capitò il Sig. Bestìa
che si ostinò a voler passare lo stesso.
"Ma due auto non ci passano.." Disse con calma perfidia la Rompini.
"Accosti la sua e ci passerò! Lei non può bloccare la
strada!"
Conscia della frustrazione che
ispirava l'ostinazione del Bestìa, la perfida Rompini si avvicinò al suo
finestrino guardando la moglie di lui che gli sedeva accanto e che teneva
ostinatamente gli occhi bassi: "Ma
non fa prima a tornare indietro?" Disse con serpentesca dolcezza.
Ovviamente quello si frustrò
ancora di più e volle mantenere il punto.
"Se accosta io ci passo!"
Con la calma di una persona che
accondiscende signorilmente alla richiesta assurda di un inferiore, la Rompini si mise al volante
e con la dovuta lentezza data la manovra delicata accostò quanto più possibile
la sua auto al cancello, dimostrando, anche se non ce ne era bisogno, che lo
spazio era quello e non si poteva fare di più.
Allora Bestìa fece una cosa
puerile che lo rese ancora più ridicolo: presa una macchina fotografica, che
aveva in auto, scattò una foto all'esterrefatta Rompini seduta al volante che lo
guardava con esibita meraviglia.
"Questo scemo sta facendo una cosa inutile e anche illegale.
Inutile perché non ci sono stati incidenti, anzi, mi riprende accostata in modo
esagerato al mio cancello... E poi illegale perché non ha il diritto di farmi
foto per la legge sulla privacy... Si potrebbe denunciare per stalking
l'idiota.."
Tutto questo pensò la donna, che
lasciò che Bestìa si allontanasse con la sua utilitaria, la moglie a testa
bassa e la sua testa vuota, senza dargli importanza e peso.
Il condominio mancato cominciava
a conoscere cambio di proprietari perché, per motivi diversi, la gente vendeva.
Un tizio, che non aveva mai dato
fastidio ignorando le combriccole dei prepotenti poco intelligenti, aveva un negozio e vendette perché il
commercio gli andava male e lo disse. Aveva una moglie che non salutava nessuno
e si dava molte arie guidando un costoso fuoristrada superaccessoriato. Lui
invece era educato e gentile. Si vergognava un po' perché sua moglie urlava con
una voce arrochita da popolana. Un giorno che lui non c'era, suo cognato fu
sorpreso dal marito della Rompini a smanettare all'esterno del muro di cinta
sui contatori. Vedendolo incerto ed in difficoltà, gli chiese cosa stesse
facendo, ma quello risentito gli rispose di non preoccuparsi. Invece il Sig.
Rompini aveva proprio motivo di preoccuparsi, giacché il cretino, pensando di
chiudere il gas della villetta del cognato assente, chiuse quello della
villetta della signora Rompini, che si ritrovò senza gas per cucinare non
capendone la ragione e temendo che fosse finito nel bombolone. Suo figlio, che
veniva raramente, stava facendo la doccia calda in giardino e si ritrovò a
farla fredda, e il disappunto finì quando il marito della Rompini si ricordò
dello smanettamento del cognato del negoziante gentile, e verificò che quello
gli aveva chiuso il contatore del gas, credendo che fosse della villetta in cui
era ospite. Per evitare liti evitarono di andarglielo a dire anche se erano
furibondi. Tanto sapevano che il negoziante stava vendendo e che il cretino non
avrebbe potuto più fare danni.
Nelle more della vendita e sempre
più in difficoltà economiche, il negoziante, unica mente pensante di quella
proprietà, si vedeva poco. La moglie riuscì a chiudersi fuori dal cancello di
casa senza chiavi. Andò a chiedere aiuto ad un rozzo e ottuso abitante di un
adiacente comprensorio costituito da villette a schiera. Questi, nonostante la
sua rozzezza, prese una scala e chiese ad un agile ragazzo di provare ad entrare
dal balcone, essendo egli piuttosto corpulento. Il ragazzo scavalcò il
cancello, che si poteva aprire solo con le chiavi o dal citofono interno alla
casa, il rozzo gli passò la scala, quello salì ma la finestra del balcone aveva
l'inferriata chiusa, essendo aperto solo il vetro. La superba popolana dalla
voce arrochita telefonò all'Agenzia Immobiliare a cui avevano dato l'incarico
di vendere, chiedendo se potevano portarle le chiavi che avevano dato loro per
la bisogna. Quelli risposero di si, ma ad orario di apertura: alle 16:00, ora
erano le h. 14:00. Alla poveretta non restò che sedersi su una sedia,
prestatale dal rozzo ma gentile, fuori dal cancello e così la vide la Sig.ra Rompini la quale, pur
avendo ben presente che quella signora non l'aveva mai salutata, anche se
sapeva che non aveva mai salutato nessuno in quel consesso, le si rivolse così:
"Signora, se vuole l'accompagno con l'auto in città presso
l'Agenzia, così appena apre avrà le chiavi e non dovrà attendere che vengano
fino qui."
Quella si confuse in
ringraziamenti e "non voglio disturbarla... mi dispiace.. quanto è
gentile..ecc." ma la
Rompini gentile lo era davvero e anche molto umana, solo non
sopportava i prepotenti ed i maleducati e dunque l'accompagnò volentieri.
Attese con lei che arrivassero quelli dell'Agenzia e, avute le chiavi, la
riaccompagnò a casa. Al posto suo, di lì a poco, in quella casa arrivò il nuovo proprietario: un medico.
Il condominio, però, nonostante
questi cambi, non veniva costituito e le erbacce lungo i muri esterni
aumentavano, la siepe in alcuni punti si seccava... L'unica che manteneva
pulito il proprio spazio esterno era la Rompini che però non prendeva iniziative per
costituirlo, avendo suo marito deciso di vendere anche loro la villetta sita
nel condominio mancato...
Latorre resta in Italia, Girone in India finché non deciderà il Tribunale Arbitrale de L'Aia
Da: RAINews.it
Caso Marò, Il giurista Ronzitti: "tra Italia e India non vince nessuno"
Caso Marò, Il giurista Ronzitti: "tra Italia e India non vince nessuno"
24 AGOSTO 2015 Il Tribunale internazionale del mare di Amburgo ha chiesto a Italia e India che sospendano "altre procedure in corso" sul caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre rimandando tutto all'arbitrato internazionale dell'Aja. Ma questo cosa significa per i due fucilieri della Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre? Roberta Rizzo lo ha chiesto a Nicola Ronzitti professore di Diritto Internazionale dell'università LUISS di Roma “Significa che in India non può essere proseguita nessuna procedura né di fronte alla Corte Suprema né di fronte alla Corte Speciale che era stata istituita per giudicare i due Marò”. “Nello stesso tempo - prosegue Ronzitti - significa anche che il marò che si trova in Italia (Massimiliano Latorre in convalescenza a Roma dopo essere stato colpito da un ictus ndr) resta in Italia perché l’India non può ordinare a questa persona, dopo la fine del congedo che gli è stato dato, di tornare in India. Significa anche che il marò che è in India (Salvatore Girone) resta in India ma non può essere sottoposto a ulteriori restrizioni”. “Per quanto riguarda la giurisdizione - spiega ancora il professore - non è stata decisa perché il tribunale di Amburgo ha detto che è una questione che deve decidere il tribunale arbitrale. Quindi tutto è congelato, la situazione è congelata fino alla decisione di quest’ultimo”. “Non vince nessuno – è la valutazione di Ronzitti - ma per noi il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto. Intanto bisognerà accelerare la procedura della costituzione di questo tribunale arbitrale e poi bisognerà vedere il tribunale arbitrale cosa decide in merito alla giurisdizione. Da chi sarà composto ancora non lo sappiamo: sono stati nominati due giudici uno da parte italiana, uno da parte indiana, ma devono essere nominati altri tre giudici”.
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